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Autore: manga reader    22/11/2021    0 recensioni
[Blue Reflection]
Le Reflector sono delle maghette che traggono i propri poteri dai sentimenti e dalle emozioni delle persone. Molte di loro fanno riferimento alla AASA, l'organizzazione che studia il Common. Il mondo generato dalle emozioni delle persone.
La AASA ha appena aperto, ovviamente sotto copertura, un nuovo centro operativo in una nuova città e sta cercando Reflector da reclutare. Presto però si verifica un evento molto particolare: qualcuno sta scambiando i sentimenti delle persone. Sarà compito delle eroine indagare e venire a capo della situazione.
Genere: Azione, Comico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Piccola premessa
Questa storia è basata sul gioco "Blue Reflection", da cui è stato fatta anche una serie animata.
La storia però può essere compresa anche da coloro che non hanno né giocato ai giochi, né visto la serie. Non tutto apparirà subito chiaro. Però nel corso dei capitoli, tutto verrà spiegato.
Buona lettura.




La cittadina di Suwai distava meno di mezz’ora di treno dalla stazione vicino allaTsukinomimiya, se si prendevano le linee veloci. Indubbiamente il prezzo del biglietto poteva costituire un problema per due liceali, quale erano loro, ma il fatto che l’associazione coprisse le spese semplificava le cose.
Le ragazze scesero dal treno, incamminandosi per le vie cittadine.
“Aspetta, dove siamo?”
Disse Momo, picchiando ripetutamente sulla mappa nel cellulare, nel tentativo di orientarsi. L’ingrandimento aumentò abbastanza da permetterle di vedere il nome delle vie. Ripercorse quindi il breve tratto che avevano fatto dalla stazione.
“Perfetto!”
Una volta capito dove fossero tirò fuori l’indirizzo annotato su un pezzo di carta e individuato a quale punto corrispondesse non le ci volle molto a capire il percorso.
“Andiamo, non è molto lontana.”
Infatti bastò loro andare in fondo alla via, svoltare e imboccarne una seconda per scorgere l’edificio. Lesse i campanelli, per poi pigiare quello che interessava loro, mentre la fanciulla mora rimaneva in silenzio.
Pochi istanti e udirono una risposta dal citofono.
“Tanabe Momo e Hanari Ruka.”
Nel giro di un secondo la porta si aprì e le due entrarono all’interno. In quella costruzione la AASA aveva a disposizione un’intera ala e non dovettero capire molto dove andare per entrare nel luogo dove si era insediata la loro associazione. Si trattava di una sede nuova e non l’avevano vista prima.
Una volta dentro furono indirizzate a un ufficio all’ultimo piano. Salirono le scale, per poi bussare alla porta numero 4. A vedere gli interni quella sarebbe sembrata un’organizzazione come tante altre e formalmente lo era. Non poteva essere certo reso pubblico il vero motivo della loro attività.
La porta si aprì e si trovarono davanti a una donna dai capelli corti marrone chiaro, indossante un abito bianco da ufficio. Fece segno alle due di sedersi.
“Mi aspettavo di trovarmi Saiki Yuri!”
Esclamò Momo.
La donna parve giusto un attimo irritata. Aveva ben presente di chi stessero parlando. Pensare che avrebbero potuo mettere una stupida ragazzina a comandare lì, soffiandole il posto, non la rendeva di certo allegra! Aveva dovuto faticare non poco per ottenere di andare al posto suo. La ragazza prodigio di qua, la ragazza prodigio di là… dicevano tutti. Alla fine aveva ottenuto ciò che le spettava, ma sentire quel nome non la metteva di buon umore.
“Il fatto che abbiate sempre avuto lei come punto di riferimento non vuol dire che sia stata lei a contattarvi. Mi chiami Maemi Shio, sono la responsabile della struttura.”
Si presentò lei, leggermente fredda.
“Possiamo sapere il motivo per cui siamo state convocate qui?”
Domandò Ruka. Quella città non era il posto che le due ragazze magiche erano solite pattugliare. Se le avevano chiamate lì, doveva esserci un motivo.
“Ovviamente. Ho deciso di dirvelo personalmente perché è una questione un po’ delicata.”
Doveva sapere se le due fossero alle prime armi o ne sapessero qualcosa.
“Sapete bene che l’AASA si occupa di studiare la dimensione scaturita dagli stati d’animo umani, nota come "il Common". Così come alla nostra attività di ricerca si debba affiancare l’aiuto di certe persone che sono in grado di usufruire derivanti da quel mondo. Vi è tutto chiaro?”
Introdusse.
“Si, lo sappiamo benissimo.”
Rispose Momo, nel tentativo che l’altra non si dilungasse. La AASA si valeva di scienziati e di psicologi, ma anche di ragazze magiche in grado di utilizzare i poteri derivanti dai sentimenti e dalle emozioni, le Reflector. Costoro erano essenziali sia per esplorare il common, sia per sconfiggere i demoni che vivevano lì e che ogni tanto sconfinavano nel loro mondo.
“Ultimamente abbiamo cercato nuove candidate reflector. Abbiamo organizzato diversi colloqui.”
Riprese Maemi.
“Essendo questa una nuova sede, immagino che non disponiate di loro e che vi occorra una nuova squadra, di ragazze che vivono qua.”
Osservò la fanciulla dai capelli corvini. Ruka era senza dubbio introversa, ma ciò le permetteva di osservare meglio tutto e di fare i ragionamenti giusti.
“Esattamente. Dovete sapere che uno dei nostri membri aveva incontrato alcune candidate per dei colloqui preliminari, portandosi dietro un Blue Reflection. Ha parlato con loro in un posto distaccato dall’edificio, quando però è tornato alla sede ha scoperto di non avere più con sé l’anello.”
Ora capivano dov’era il problema. Un Blue Reflection era un anello incantato che permetteva alle maghette come loro di trasformarsi e usare i loro problemi. Fabbricarne uno non era facile. La perdita di uno di essi non era da prendere alla leggera.
“Avete idea di dove potesse stato smarrito?”
Domandò la ragazza silenziosa. La donna aprì una mappa.
“Questo è il luogo dove si sono svolti gli incontri”
Era abbastanza distante dalla sede. Lì c’erano uffici.
“Può averlo perso il tratto di strada da qui a quel posto o nella sala dei colloqui. In quest’ultimo caso c’è la possibilità che a prenderlo sia stata una delle candidate. Vorrei che ci aiutaste a contattare una di queste. Una certa Midori Takkanirr.”
Momo la interruppe.
“Per me è un problema: oltre a studiare, lavoro. Non posso occuparmi di qualcosa fuori dalla mia zona abituale.”
Potestò la bionda.
Maemi fu seccata.
“Si tratta solo di pochi giorni. Il problema può essere risolto brevemente.”
La zittì.
“Quali erano le altre candidate quel giorno?”
Domandò Ruka.
“Aika Tsubasa e Yuki Yuumi. Tuttavia siamo già riuscite a contattarle. Takkanirr invece non siamo ancora riuscite a trovarla. Non ci dovrebbe voler molto, si tratta solo di recarsi alle scuole della città e chiedere se una studentessa con quel nome la frequenta.”
Operazione non così semplice per due come loro.
“Pensa che possa essersene appropriata lei?”
Chiese di nuovo Ruka.
“Si tratta di una semplice ipotesi. Il blue reflection potrebbe essere stato smarrito lungo la strada oppure consegnato senza autorizzazione a una delle candidate. Ciò che dovete fare è scoprire dove si trova questa ragazza e chiederle cosa è successo durante il colloquio. Qui c’è una sua immagine, ripresa dalle telecamere dell’edificio dove si è recata per il primo incontro.”
Era una fanciulla della loro età, dai lunghi capelli marrone chiaro, più chiari di quelli di Maemi, raccolti in due trecce e dagli occhi anch’essi marroni.
“Ho capito. Potremmo usare Free Space per metterci in contatto con le nostre colleghe e chiedere loro una mano. Così faremo sicuramente prima. Con i nostri poteri, potremmo anche individuare la presenza dell’anello, se fosse nelle vicinanze.”
La donna parve un attimo perplessa.
“Niente Free Space. Si tratta di una faccenda che richiede un approccio discreto. Usate canali alternativi e solo per contattare me.”
Questa volta fu Momo a parlare.
“Ma Free Space è l’app che l’AASA ha sviluppato per permettere ai reflector di parlare tra loro e con le persone che hanno permesso loro di utilizzare l’energia dei loro sentimenti. Che io sappia è perfettamente sicura.”
Nonostante Free Space si presentasse come un semplice programma di chat, l’intento era appunto quello di permettere una comunicazione sicura tra le maghette ed eventuali alleati.
“Non abbastanza. Se una qualche malintenzionata scoprisse che un anello del genere è stato perso potrebbe cercare di impossessarsene. Per le comunicazioni vi contatterò io e vi dirò che servizi usare per contattarmi.”
Le due si guardarono e poi fecero cenno di aver capito.
“Se non avete domande, potete andare.”
Momo decise di chiedere qualcosa.
“Non sa dirci altro di questa Midori? Qualcosa che possa aiutarci nella nostra ricerca?”
Qualsiasi elemento poteva essere loro d’aiuto.
“Mi dispiace, non ho altre informazioni rilevanti. Ora andate pure, se vi è possibile iniziate la ricerca oggi stesso.”
Le due maghette lasciarono l’ufficio. Momo non nascondeva la sua irritazione. Si profilava un lavoro faticoso e che l’avrebbe costretta a inventarsi qualcosa per far sì che il capo dal quale lei lavorava le concedesse un orario compatibile con quella ricerca.
Sperò di risolvere la cosa in fretta. Ruka dal canto suo sapeva che quel compito potesse non essere semplice e sapeva che un aiuto sarebbe stato prezioso.
   
 
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