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Autore: NightWatcher96    24/11/2021    3 recensioni
Un trauma spesso viene associato a un modo distruttivo di tentare di superarlo. Ed è ciò che ha segnato la vita di Katsuki ma un giorno la sua vita cambia per un fortuito incontro.
Soft BakuDeku
Soft KiriKami
No!Quirk
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Izuku Midoriya, Kaminari Denki, Katsuki Bakugou, Kirishima Eijirou
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Angolo della Quirkless

Ultima creazione di un tema a mo molto "caro" vissuto in seconda persona per un mio familiare che nonostante tutto ce l'ha fatta: ha sconfitto una terribile dipendenza.
Enjoy!!



 

L'ennesima bottiglia vuota va in frantumi sul pavimento in un fracasso nitido. Questa è sicuramente la terza di whisky che si scola e non è neanche l'ora di pranzo. Anzi, non ha idea se è giorno o notte: dalle tende del salotto dove è seduto sul divano filtra l'oscurità di un temporale.

"Amico, dovresti darci un taglio".

Katsuki guarda Eijiro con gli occhi iniettati di sangue, un'espressione furibonda e ubriaca. Il rosso crinito cede contro quello sguardo da furia omicida e s'infila le mani nella tasca della felpa grigia, girandosi verso la porta d'ingresso.

"Vado a correre. Dovresti evitare di mettere a soqquadro casa mia, lo sai che Denki ci tiene alla pulizia".

"Fottiti tu e quel Pikachu del cazzo" arriva la risposta di scherno. 

Prima di chiudere la porta, Eijiro gli concede un'ultima occhiata amareggiata, poi lo lascia solo. 

Sono circa sei mesi che Katsuki vive con lui e il suo fidanzato Denki: non è stato sempre così legato all'alcool, anzi, qualche anno fa si limitava a condurre una vita più che normale, lavorando part time nel bar gestito dai suoi genitori ma pian piano era cambiato senza un apparente motivo.

 

Una notte di pioggia, lui e Denki se l'erano ritrovato bagnato fradicio fuori la porta di casa, ubriaco e con i polsi tagliati e avevano capito che qualunque demone interiore cresciuto sotto quei finti sorrisi e un carattere esplosivo era venuto a galla. Avevano provato ad aiutarlo ma Katsuki si era chiaramente lasciato andare.

 

Era diventato un alcolizzato in piena regola e se non fosse cambiato il suo fegato avrebbe ceduto.

Eijiro inizia a correre come ogni mattina, con le Air Pods nelle orecchie e l'espressione affranta: deve fare qualcosa o perderà il suo migliore amico e chiaramente non vuole. 

Corre, le immagini di un passato felice e radioso gli scorrono come un film dinanzi ai suoi occhi riempiti di lacrime, trasportandolo in una dimensione completamente distaccata dalla realtà. A un certo punto il suo mondo si capovolge e sbatte duramente in terra, con un auricolare staccato dall'orecchio e un gemito che gli cattura l'attenzione.

Eijiro si rimette subito in piedi, ignorando il ginocchio graffiato: ha colpito sbadatamente un ragazzo basso e magro con un cespuglio di capelli smeraldo. 

"Oh, scusami! Non ti proprio visto! Stai bene?" esclama il rosso crinito, porgendogli una mano.

"Grazie, tutto a posto. Ho il vizio di controllare per strada i miei documenti e una volta su due sbatto contro qualcuno" si scusa l'altro, ridendo con imbarazzo.

Eijiro lo aiuta a raccogliere le carte sparse sul marciapiede quando la sua attenzione cade su un piccolo bigliettino da visita vicino a un foglio stampato tenuto fermo con una spilletta. Il suo cuore perde un battito quando legge bene quei caratteri nipponici.

"Scusami! Posso avere il numero di questo psicologo che tratta problemi di alcolismo?" esclama tutto d'un fiato.

L'altro sbatte le lunghe ciglia guardandolo con i suoi ampi occhi smeraldo poi si scioglie in un sorriso, porgendogli la mano. "Sono io. Mi chiamo Midoriya Izuku, sono da poco diventato Psicologo a tutti gli effetti e mi sto occupando di ragazzi che hanno determinati problemi per aiutarli a trovare un posto nel mondo".

Eijiro non riesce a frenare le lacrime di gioia. "Mi dispiace tanto! Non è molto virile, lo so! Ma è solo che mi sembra una manna dal cielo! Ho il mio migliore amico che si sta lasciando morire!".

"Perché non lo porti nel mio studio? Non è molto distante da dove ci siamo incontrati. Distano solo duecento metri, è nell'edificio di vetro accanto alla panetteria di Uravity, al terzo piano. Posso fissarvi un appuntamento per oggi pomeriggio alle quattro?" spiega volenteroso Izuku, mentre l'altro gli stringe quella mano sollevata a mezz'aria. 

"Sì, ci saremo!" esclama felice Eijiro. "Io sono Kirishima Eijiro e devo dirtelo, Midoriya-san, che non mi aspettavo fossi tu lo psicologo! Quanti anni hai?".

"Ne ho ventuno. Mi sono laureato a 17 anni" spiega il giovane, imbarazzato.

"Oddio! Io ne ho 24 e devo ancora finire gli studi!" squittisce impallidito l'altro. "Posso offrirti un caffè? Intanto inizio a parlarti di Katsuki perché non è un tipo facile!".

"Va bene, Kirishima-san ma diamoci del tu".

Mentre i due si dirigono a un bar poco distante, Eijiro non può fare a meno di pensare che questo è il giorno che stava aspettando, che finalmente le cose possano rimettersi in moto e che per Katsuki sia arrivata l'ora del riscatto…

 

Quando rientra con la gioia stampata sul viso, non vede Katsuki nel salotto, sul divano. Eijiro solleva un sopracciglio, chiudendo la porta e sfilandosi le scarpe. 

"Baku-bro, sono tornato!" dice. 

Katsuki esce dal bagno con un jeans scuro e una camicia nera sbottonata. Si è pettinato, ha messo del gel per alzare una ciocca sul lato destro della fronte, si è perfino spruzzato del profumo. Eijiro si stropiccia gli occhi, incredulo ma poi il biondo inizia a ridere di lui, prendendo un sorso della bottiglia di whisky che teneva nascosta dietro la schiena. 

Riesce a scolarsela quasi una metà, appoggiandola con forza sul portariviste tra il divano la tv del salotto. Barcolla verso Eijiro e lo prende per il bavero della felpa guardandolo negli occhi.

"Quanto hai bevuto?" domanda inutilmente il rosso crinito, sospirando. 

"Ti piace come mi sono vestito?".

"Sì, tempismo perfetto perché adesso ti porto in un posto e non è una clinica, stai tranquillo!" si affretta a spiegare l'altro, cercando di prendergli i polsi per controllare che non abbiano segni nuovi. 

Non è la prima volta che rientrando da una corsa, dall'università o dal suo lavoro di fattorino part time trovi Katsuki disteso nella vasca con i polsi dissanguati. Denki una volta ha vomitato nel vederlo cosparso di sangue sul letto della camera degli ospiti. 

Katsuki si tira dietro con rabbia, cercando di colpirlo con un pugno; così ubriaco non riesce che a sfiorare appena la punta dell'orecchio dell'altro che lo lascia fare mentre la tristezza sale.

"Non ci vado alla clinica! Non ho nessun problema! Che cazzo te ne importa che mi prendo un bicchierino ogni tanto?!" sbotta il biondo, barcollando di qualche passo indietro.

"E' fuori controllo, Katsuki. Sai che io e Denki non abbiamo mai interferito ma ti stai lasciando andare" ammette tristemente il rosso, tentando gli accarezzargli il viso ma l'altro si scosta con un ringhio. "Ho incontrato un nuovo amico che vorrebbe conoscerti proprio stamattina. Ci aspetta per le quattro".

"E' un fottuto dottore?!".

"No, è un ragazzo come noi. Ha 20 anni e lavora in proprio. Forse è la volta buona che ti fai un amico!" spiega l'altro, cercando di non dire troppo o sa che Katsuki non ci andrà.

"Un ragazzo per me? Un fidanzato intendi?". Katsuki sorride genuinamente felice che Eijiro quasi ci crede ma poi l'altro ride sguaiatamente, battendosi una mano sulla fronte. "Fottiti, Kirishima. Mi metto sul divano e buonanotte!".

"Tu verrai con me o ti giuro, Bakugo Katsuki, che ti sbatto fuori da questa casa, hai capito?!".

Non erano queste le parole che voleva usare ma hanno un certo impatto; Katsuki abbandona il suo ghigno e lo guarda intensamente, prima che una lacrima coli sulla sua guancia pallida e scarna.

"Ti vuoi liberare di me?" mormora con voce affranta.

"No, certo che no! Siamo migliori amici dai tempi del Liceo, ma tu mi stai praticamente costringendo!" riprende fermo Eijiro. 

Katsuki deglutisce e lo guarda un po'. "Se vengo all'appuntamento mi farai restare?".

"Per tutto il tempo che vorrai, amico!" sorride l'altro.

 

Katsuki rende quella passeggiata pomeridiana un vero inferno, sempre a ridere o ringhiare a chi crede che lo fissi male, sparando bestemmie o imprecazioni e guadagnandosi l'attenzione di tutti. Eijiro cerca di scusarsi, sperando che nessun bar attiri l'attenzione dell'amico chiaramente poco sobrio ma la fortuna li assiste e si trovano dinanzi al palazzo a specchio.

Il rosso bussa, si sente lo scatto del portoncino nero che si apre ed entrano per entrare in un ascensore.

Ed è qui che Eijiro è testimone di qualcosa di assurdo. E' appoggiato di spalle allo specchio aspettando che la cabina li porti al terzo piano quando nota con la coda dell'occhio che Katsuki respira velocemente, fissandolo con occhi spaventati.

"Tutto bene, amico? Devi vomitare?" chiede preoccupato.

"N-non toccarmi, va bene? N-non ho fatto nulla! Stammi lontano!" inizia a biasciare il biondo, tremando. Si porta la testa tra le mani, accovacciandosi in terra. "Lasciami perdere!".

Eijiro non comprende quella reazione, prova ad avvicinarsi ma nel momento stesso che cerca di abbracciare quel corpo magro e debole riceve una testata violenta sotto al mento, le porte si aprono e lui corre fuori su un corridoio illuminato.

Riesce a fare pochi passi prima che stramazzi debolmente a terra, dinanzi a una porta che si apre e un ragazzo dai capelli verdi spunti fuori per capire l'origine di quel trambusto.

Izuku Midoriya nota Eijiro ancora seduto in terra nell'ascensore prima che le porte si chiudano e il ragazzo che sta piangendo in terra, arricciato a pallina. Capisce subito. 

Prova ad avvicinarsi al biondo, cercando di portargli una mano sulla schiena.

"Non farmi del male… ti prego… non toccarmi… sono sporco… mi hai già preso…" borbotta Katsuki.

Izuku annuisce e ritira la mano. "Ce la fai ad alzarti, Bakugo-san?" domanda dolcemente.

Stranamente l'altro annuisce e si rimette pian piano in piedi, iniziando a ridere come se l'altro avesse detto una barzelletta. In quel momento sopraggiunge Eijiro che ancora si massaggia la povera mandibola con una mano.

"Non so che cosa gli sia preso in ascensore! E' andato in escandescenze e mi ha colpito!" sbuffa.

"Credo di aver capito ma andiamo dentro, non ha senso parlarne qui" propone Izuku, facendoli accomodare.

E' un piccolissimo appartamentino nel centro, arredato in stile minimal ma molto sobrio. C'è un divanetto di pelle rossa, un tappeto con un porta-riviste di cristallo. Le mura sono di color verde acqua, c'è un condizionatore e un balcone con delle tende bianche che affaccia sulla strada. Si cammina verso un piccolo corridoio con alcuni quadri sul cervello e ci si accomoda nel piccolo studio di Izuku.

La scrivania di legno, il portatile, un portapenne. Il balconcino a sinistra, una pianta in un angolo. Un enorme arazzo alle sue spalle che raffigura un cavallo, un cavaliere e una ragazza che guardano una cascata. C'è un lettino sul lato destro, la porta e infine una libreria con delle ante di vetro. 

Il pavimento è piastrellato di bianco, c'è solo un tappeto sotto le due sedie e la scrivania di Izuku dove si accomoda.

"Piacere, sono Izuku Midoriya, uno psicologo" si presenta gentilmente.

"Un altro mangia-soldi!" sbuffa il biondo poi sogghigna. "Sei troppo mezza sega per anche solo pensare di darmi una mano, MerDeku!".

"Katsuki!" abbaia Eijiro. "Ma che diavolo! Siamo appena arrivati, non fare l'idiota e scusati!".

"MerDeku?" ripete il verdino, molto calmo. "Ah, vedo che già andiamo in confidenza. Sarà molto più facile parlare".

"Non hai capito un cazzo! Non ho nulla da dire a uno che si spaccia per uno psicologo! A ventunanni sei ancora minorenne, idiota!".

Izuku sorride un po', alzando una mano al tentativo di Eijiro di scusarsi per il comportamento acido di Katsuki. "Ho avuto la fortuna di studiare anche in America, grazie a Yagi Toshinori, quindi ho potuto laurearmi in fretta. Ma tranquillo, sei in buone mani" spiega entusiasta.

"Fottiti, MerDeku!" sbotta l'altro. "Piuttosto dammi qualcosa da bere che sto morendo di sete!".

Eijiro prova a toccargli un polso ma l'altro si strattona con violenza, facendo cadere la sedia sul pavimento in un tonfo secco. Izuku socchiude le palpebre, pensa di aver capito ciò che prima ha notato come possibile indizio per quel ragazzo biondo così di bell'aspetto, nonostante tutto.

"Facciamo così, Bakugo-san, tu ti siedi e vedo cosa posso offrirvi, va bene?" propone il verdino, alzandosi.

"Del whisky andrà benissimo!" sorride entusiasta il biondo, rimettendosi a sedere nonostante alcune vertigini.

"Ho del caffè".

"Ma che cazzo!" sbotta Katsuki. "Andiamocene a casa, questo ci fa perdere tempo!".

"Katsuki, ti prego! Prova a dare una possibilità a Izuku, sono certo che saprà aiutarti!" esclama il rosso, con gli occhi lucidi. "Basta, scappare! Non ce la facciamo più a vederti ridotto così!

Stranamente il biondo di 25 anni rimane in silenzio e abbassa la testa, inspirando profondamente dal naso. Si torce le dita, è evidente il suo disagio perché vuole la sua dose di alcool quotidiana. 

"Non può aiutarmi nessuno" inizia con voce bassa e sconsolata. Izuku ed Eijiro ascoltano in silenzio. "Non sono sempre stato così debole… prima i fottuti bulletti si spaventavano dinanzi a me". Prese una risatina ma tornò cupo. "Fino a quando non sono andato a Liceo… avevo 16 anni. Un senpai del terzo anno per il quale avevo perso la testa mi porta in palestra, andiamo negli spogliatoi ma ci sono altri ragazzi più grandi".

Tace. Ha già detto troppo, si sente sporco, le lacrime iniziano a rigargli la guance e trema. Non vuole ricordare, vuole solo andare a casa e a sprofondare il suo dolore nell'alcool, il suo rimedio per eccellenza ai problemi.

Eijiro ingoia a vuoto, Izuku ha seriamente intenzione di aiutare quel ragazzo…

 

Giorno dopo giorno, Izuku segue pian piano il suo nuovo paziente che si dimostra poco aperto e collaborativo nel parlare. Ci sono giorni che Katsuki è molto più aperto e decisamente più sobrio, altre in cui si presenta completamente ubriaco e inizia a schernire e offendere il suo giovane dottore.

Izuku, però, è paziente e lo ascolterà, non importa quanto difficile si presenta la terapia.

"Voglio bere" inizia casualmente il biondo, disteso sul lettino dello studio di Izuku. "Sono tre settimane che mi prometti che mi dai la mia ricompensa per essere collaborativo ma mi stai solo prendendo per il culo. Ti spacco la faccia, MerDeku del cazzo!".

"Lo so, ma prova a pensarci, Bakugo-san… ti senti meglio quando sei sobrio?".

Il biondo esplose in una risata sguaiata, piantandosi una mano sugli occhi. Dura un attimo prima che inizi a tremare e a non trattenere le lacrime. "Come potrei sentirmi meglio quando non bevo? Io lo faccio per dimenticare!".

"Che cosa vuoi dimenticare?".

"Il fatto che la mia prima cotta mi abbia solo giocato! Pensavo che si sarebbe dichiarato anche lui, ma in quello spogliatoio maledetto mi ha spinto contro il muro, mi ha tenuto le braccia bloccate e mi ha fottuto talmente bene che… che….". Katsuki inizia a piangere a singhiozzi, stringendo le mani sulle braccia.

"Mi hai accennato che non era solo lui" continua paziente Izuku, appoggiato di sedere contro la scrivania.

"Mi hanno violentato in sei, non capivo nulla, mi hanno schernito, urlato e chiamato in tutti i modi possibili finché non mi hanno lasciato agonizzante in terra" continua l'altro, tra i singhiozzi sempre più forti e incontrollati. "Mi sono alzato da quel pavimento che era notte fonda e sono tornato a casa. Non ho mai detto nulla ma a un certo punto…".

"Hai iniziato a bere" continua Izuku. "Quando hai iniziato a farlo?".

"Lavoravo nel bar dei miei. Dopo una giornata intensa ho deciso di provare qualcosa di forte. Ho mandato giù bicchiere dopo bicchiere fino a che non son svenuto e mi è piaciuto avere la mente annebbiata. Ho continuato a farlo fino a quando non è diventata la mia ragione di vita ed ora…". Prende una pausa ridendo e guardando la mano destra. "… è lei che controlla me".

Izuku annuisce tristemente.

Katsuki si rimette seduto. "Ora lo sai che sono sporco, un ragazzo alcolizzato che rompe i coglioni ai suoi due migliori amici che anziché di scopare come conigli mi devono tenere d'occhio come un poppante. Sei disgustato anche tu, MerDeku".

"Al contrario. Sono molto felice dei tuoi progressi. In tre settimane mi hai raccontato l'inizio di questo incubo, mi piace pensare che ti stai fidando di me" sorride il verdino, porgendogli un fazzoletto per asciugarsi le lacrime.

Katsuki non lo accetta subito, deglutisce un paio di volte, sospirando sconfitto. Deve bere o quella sensazione di fastidio non andrà via.

"Hai sviluppato anche una fobia per il contatto diretto, lo immaginavo. Vedrai che supereremo anche questo insieme" parla ancora Izuku, lasciandoglielo sul lettino. Si mette seduto e inizia a scribacchiare qualcosa mentre l'altro si asciuga gli occhi umidi. "Uscire da una dipendenza non è mai semplice, tuttavia, Bakugo-san, hai ancora la volontà di combattere e farò tutto il possibile per aiutarti!".

"Quanto mi chiederai per la fine della terapia?" domanda il biondo, avvicinandoglisi appena.

Izuku coglie quel passo come un tentativo di iniziare a far ordine nella sua vita. 

"Ne riparleremo a fine cura" spiega con gentilezza, spostandogli più vicino un foglio scritto. Katsuki lo prende e lo legge. "Sono dei semplici esercizi per iniziare a superare la tua dipendenza, Bakugo-san".

"Katsuki".

Il verdino alza un sopracciglio guardandolo incuriosito. L'altro sbuffa un po' con fare ironico. 

"E' il mio nome. Non chiamarmi con il cognome che mi sa di vecchio…" parla piano l'altro, abbassando poi lo sguardo improvvisamente cupo. "… mi ricorda… quel giorno nefasto…".

"Solo se tu mi chiamerai almeno Izuku e non MerDeku".

Katsuki sogghigna un po'. "Non è il tuo nome, MerDeku? Come pensi che debba chiamarti?". Fa una pausa, dando un'occhiata al foglio che ancora stringe nella mano. "Strano che un dottorino come te scriva in modo chiaro e leggibile" continua con un ghigno ancora più largo. "… Deku".

L'altro arrossisce un pochino, sorridendo impercettibilmente: non ha il coraggio di replicare a quel nomignolo probabilmente come storpiatura del suo nome originale, tuttavia non può fare a meno di sentirsi leggiadro per il fatto che Katsuki si stia veramente fidando di lui non più come figura professionale ma come amico.

"Va bene, Kacchan, sarò Deku per te".

Il biondo aggrotta le sopracciglia, dubbioso per quelle sette lettere che rendono stranamente amichevole il suo nome. Osserva Izuku che non sa cosa dire ed è la prima volta che si rende conto di quanto grandi e profondi sono i suoi occhi del colore degli smeraldi. Spiccano su quel viso ancora fanciullo. Anzi, è un ragazzo androgino e molto fine, piuttosto un tappetto ma nel complesso ci sa davvero fase.

Kacchan non suona male. E poi, anche se non lo ammetterà mai, Izuku gli sta dando un aiuto importante e in tre settimane si sente decisamente più propenso a farcela rispetto a tutte le cliniche visitate. 

"Kacchan mi suona bene. Ma non chiamarmi così in giro" dice.

"D'accordo, affare fatto. Ci vediamo la settimana prossima, martedì, alle quattordici".

Kacchan nega piano, deglutendo un po'. "Ti va di… prenderci qualcosa al bar… dei miei?".

Il verdino si ammorbidisce notevolmente a quel goffo tentativo di ringraziare il suo tempestivo aiuto, tuttavia sa che portare Katsuki in un bar equivale a fare numerosi passi indietro e ad alimentare la tentazione subdola.

"Voglio farti assaggiare il caffè che preparo io!" continua il biondo, quasi in una supplica. "So a cosa stai pensando, ma sto cercando di provarci e non butterò tutto all'aria. Sì, sto morendo dal desiderio di bere qualcosa di forte e alcolico ma sto resistendo!".

"Con molto piacere, Katsuki"…

 

Izuku è diventato assiduo frequentatore del bar dove Katsuki ha iniziato a lavorare sotto la supervisione di Mitsuki e Masaru da qualche settimana ormai. Dalla prima volta che ha assaggiato quella miscela forte, poco zuccherata e profumata, con tostatura a mano di chicchi arabi, ha trovato un perfetto passatempo da gustare in relativa tranquillità.

Quando ha conosciuto i due coniugi Bakugo ha compreso che il loro unico figlio è sempre stato un tipo ribelle, sempre forte e spavaldo e che improvvisamente al primo anno del Liceo ha iniziato a comportarsi strano. Insieme a Katsuki ha raccontato di quella terribile violenza subita e i due sono rimasti sconcertati da un simile segreto tenuto per quasi otto anni.

Lo hanno però ringraziato per il suo aiuto e hanno chiesto a Izuku di tener d'occhio, nel limite del possibile, Katsuki per spronarlo a continuare il suo recupero. Inutile dire che per lui è stato un atto di fiducia incommensurabile. 

Tutto sembra andar bene fino a quando una sera Izuku è testimone di un terribile crollo di Katsuki. 

Quella sera finisce prima dal suo lavoro, decide di passare al bar di Katsuki per andare insieme a casa, dato che vivono praticamente a circa trecento metri di distanza. Gentile e sorridente come suo solito entra ma quello che vede lo lascia a bocca aperta.

Un ragazzo alto e muscoloso spinge Katsuki contro il bancone, hanno entrambi i pantaloni abbassati e ce n'è un'altro che sta riprendendo tutto, ridendo e deridendo. Il biondo non combatte ma sta piangendo in silenzio, senza neanche dimenarsi, come ormai rassegnato. Izuku fa cadere la sua cartella di pelle nera con un tonfo sul pavimento.

"Che cazzo hai da guardare, bastardello?" ringhia quello che riprende.

Izuku deglutisce, la rabbia ha il sopravvento e non ci pensa su due volte a correre e piantargli un pugno dritto nella mascella. Il grosso idiota cade in terra, sbattendo la testa sul pavimento e lasciando scivolare il cellulare che ancora registra accanto al suo piede. Lo prende, ferma il video ma non lo cancella.

"Ehi, idiota! Che cazzo pensi di fare?!" ruggisce l'altro.

"Togli le tue luride mani dal mio paziente!" ringhia invece Deku. 

L'altro sbatte il biondo duramente contro il bancone e poi in terra e con la virilità al vento cerca di colpire Izuku con un pugno in volto: ma non sa che per almeno quattro lunghi anni Izuku ha preso anche lezioni di arti marziali da Yagi Toshinori che oltre ad essere un luminare della psicologia e della medicina è stato anche un campione di pugilato.

Izuku evita il pugno, afferra quella mano contratta e lo spinge in terra, sedendoglisi sulla schiena e torcendogli dolorosamente il braccio in una posizione ripiegata e innaturale.

"Maledetto!" urla. "Lasciami andare! Mi stai facendo male!".

"Non hai avuto pietà di Katsuki ai tempi del liceo, ora devi pagarla, miserabile!" sibila il verdino, torcendo ancor di più.

A un certo punto, il dolore e la paura fanno collassare il grosso energumeno e Izuku può finalmente sospirare di sollievo. Si avvicina a Katsuki che nel frattempo si era tirato a sedere contro il muro e aveva guardato tutto.

"Va tutto bene, Kacchan. Non ti daranno più fastidio. Ho il video, posso farli incastrare".

Il biondo si alza di colpo, alzandosi i pantaloni alla bene e meglio: si butta sulla vetrina dei liquori e inizia a ingurgitare whisky e amari, incurante che Deku lo voglia fermare.

"Kacchan, no! Non farlo! Stai andando bene!" esclama il verdino, cercando di fermarlo.

Non appena gli blocca le braccia nelle sue, Katsuki gli molla una testata al volto e in un impeto di rabbia gli spacca una bottiglia contro il viso, spingendolo di testa sul pavimento. 

La foschia di ira e collera indotta dal trauma precedente si allontanano: Kacchan vede a malapena Izuku sul pavimento con il sangue sul viso e vomita, urlando, piangendo. Scaglia l'altra bottiglia contro il muro, incapace di calmarsi.

Non sente e vede nulla, ignora i genitori che entrano in quel momento, dopo un'intera giornata passata a fare ordini a destra e manca. Non vuole fermarsi dall'usare delle schegge per tagliarsi i polsi, non vuole più sentire nulla.

Vuole solo morire e liberarsi…

 

"Grazie a un video, la banda di sei under-30 sono stati arrestati con la grave accusa di abusi psicologici e sessuali, iniziati al Liceo U.A. E ora un rapido collegamento con la nostra Frop-".

 

Denki spegne la tv, sospirando amaramente. 

Non ha mai pensato che dietro l'alcolismo e l'autolesionismo ci fosse un motivo così grave e non può fare a meno di sentirsi un po' arrabbiato perché Katsuki non gliene abbia mai parlato e triste per non aver capito nulla.

Eijiro gli ha raccontato spesso di come Izuku sia stata una manna dal cielo, aiutando Katsuki molto più delle numerose cliniche che ha visto in quei lunghi sei mesi ma questo non cambia il fatto che ora che è stato portato in ospedale, dopo l'arresto di quei manigoldi, sentano entrambi la sua mancanza.

La porta si apre con uno scatto delle chiavi, Denki sobbalza un po', spegnendo subito la tv: spera che sia Katsuki ma non può che afflosciarsi un po' alla vista di Eijiro. Il rosso gli sorride dolcemente, ha la tristezza negli occhi e dopo aver chiuso la porta lo abbraccia, baciandogli la fronte. Rimangono premuti insieme, dolcemente, per qualche minuto.

"Non l'avrei mai detto, ma mi manca quella testa vuota" ammette Denki.

"Lo so, manca molto anche a me. Ha avuto una crisi psicologica ma lo dimetteranno tra un paio di settimane. Sono andato a trovarlo, dormiva. Ho visto anche Izuku e sta un po' meglio".

"Ma quei detriti della bottiglia…!" biascica Denki.

"Non ha colpito l'occhio. E' stato fortunato. Ha uno sfregio su mezzo viso ma per ora aspettano che i punti facciano effetto" spiega il rosso, baciandogli le labbra.

"Li andiamo a trovare? Non ho ancora conosciuto questo Izuku ma mi sta già simpatico" mormora Denki felice.

Eijiro annuisce ma quel bacio non è sufficiente: la casa è tutta per loro, vuole solo perdersi per un momento nel piacere assoluto…

 

Izuku sta molto meglio, deve solo stare attento ai suoi punti freschi sotto l'enorme cerotto bianco e la sua fronte ma anche al suo occhio sinistro coperto da una benda. Una visione monoculare gli procurerà parecchi fastidi ma non può far di meno.

Ringrazia i dottori che l'hanno curato e nel lasciare il piano dove è stato per circa una quindicina di giorni, perché è venuto fuori che era gravemente anemico e non lo sapeva, nota Katsuki seduto sul letto a fissare il vuoto della finestra, con le mani intrecciate insieme. E' di spalle, sembra completamente assorto.

-Probabilmente non è un buon momento…- pensa, abbassando la mano che si era alzata per bussare sulla porta socchiusa.

"Deku".

Si irrigidisce, sorride dolcemente, tornando sui suoi passi. Spinge di poco la porta ed entra di qualche passo. Katsuki lo guarda con occhi colpevoli, prima di distogliere lo sguardo e puntarlo di nuovo alle tende bianche dinanzi a lui. Filtra del sole, sarà sicuramente una bella giornata fredda.

"Grazie per avermi salvato da quegli stronzi. So che è stato merito del video che non hai cancellato: i miei hanno subito denunciato l'accaduto e ci hanno portati in ospedale" racconta mogio. "Mi dispiace molto che ti ho fatto del male ma non ero in me…".

Deku si è avvicinato in silenzio con un morbido sorriso. Katsuki sembra accorgersene e si sposta più di lato sul letto. Gli fa cenno di prendere posto accanto a lui.

"Sicuro?" mormora il verdino e come l'altro annuisce convinto obbedisce in silenzio. 

Izuku non fa movimenti, rimane calmo, sa bene che la paura del contatto fisico è molto difficile da affrontare eppure, Katsuki gli allunga la mano verso la sua, senza guardarlo e la stringe un po'. Sotto le sue dita sente che il biondo trema, sta lottando contro le illusioni mentali che infestano la sua testa.

"Stai andando alla grande" sorride il verdino. 

"Voglio ancora bere ma… è stato l'alcool che mi ha fatto compiere quel gesto terribile verso di te… e ora sto riflettendo".

"Va bene, Kacchan. Me la sono cercata perché so molto bene l'ira che cosa provoca sul corpo".

Katsuki stringe quella mano più piccola ed è in quel momento che vede delle cicatrici. 

"Ho sofferto di anoressia nervosa quando sono andato a studiare in America. Mi trattavano da emarginato e mi sono sentito sopraffatto. Ho cercato qualcosa su cui avere controllo e il mio peso è stato l'inizio della mia fine. Questa cicatrice me la sono procurata da solo, con un bisturi" racconta. "Mi ci sono voluti quattro anni per guarire e una volta All Might mi ha detto che avrei potuto fare grandi cose, sarebbe bastato volerlo, così come ho sconfitto il mio male".

Katsuki deglutì e si lasciò cadere di testa contro la sua spalla, sorprendendolo. Quel gesto lo fece rabbrividire ma doveva! Doveva muovere almeno il primo passo. 

"Penso di essermi innamorato di te" ammette con un lieve rossore sulle guance. "Non voglio soffrire. Se non mi vuoi… va bene…".

"Kacchan, sono felice di poter ricambiare".

Il biondo lo guarda con gli occhi spalancati completamente incredulo: è così facile? O è una foschia dell'essersi ancora ubriacato? Guarda quelle bende sul viso e il suo cuore affonda nello stomaco.

"Dimentica quello che ho detto… non ho alcun diritto di pretendere che tu mi possa amare… non me lo merito…".

"Kacchan, mi sono innamorato di te dalla prima volta che ti ho visto fuori il mio studio. Te lo avrei detto appena saresti stato meglio però credo che tu sia stato più tempestivo" sorride il verdino, strofinandosi una lacrima dal viso. L'altro si alza, in silenzio, gli apre le braccia tremanti e lo avvolge in un abbraccio, stringendo quel piccolo corpo a sé pian piano. "La nostra terapia è però conclusa: un successo. Hai fatto tantissimi progressi in questa manciata di giorni, possiamo dire".

"Ora mi lascerai?" sussurra il biondo nel suo orecchio. "Ho ancora bisogno di te. Sento ancora il bisogno di bere…!".

"Kacchan, guardami".

L'altro esegue in silenzio ma le lacrime gli pungono gli occhi e il suo corpo trema vistosamente, con il cuore che batte a mille. 

Izuku lo fa lievemente staccare, allungando una mano per accarezzargli il viso. Rimane fermo ed è Katsuki che si avvicina per provare a sentire il contatto contro la pelle. E' qualcosa di magico, di caldo, completamente diverso da quegli abusi subiti.

"Ora mi dirai il tuo prezzo?" domanda il biondo, affranto.

"Kacchan voglio ancora aiutarti ma non più come psicologo… se tu vorrai, come-".

"Sii mio, per favore!" esclama il biondo, tremante. "Devi essere mio, Deku! Nessuno mi capisce come te, nessuno mi ha fatto trovare uno stimolo per vivere! Mi hai salvato la vita!".

"Kacchan, non mi devi niente. Perché vedere un tuo sorriso è stata la miglior ricompensa che potessi avere".

Il biondo è pervaso da una sensazione sconosciuta: gli preme le labbra in modo famelico sulle piccole labbra, cadendo entrambi sul lettino. Izuku è colto un po' alla sprovvista ma lascia che la lingua danzi con quella dell'altro in una sinfonia di piacere unico. Non è mai stato baciato così, non è mai riuscito a sentire il cuore battere a mille come in quel momento. 

Quando si staccano, il biondo schiaccia la testa nella felpa nera di Izuku, prendendo un respiro tremante. Piange in silenzio, sente le emozioni imbottigliate da troppi anni, vuole solo liberarsene.

"Non lasciarmi… ho bisogno di te… Sento che non cadrò mai più nelle brutte abitudini! Io… voglio provare a vivere!".

E' il turno di Deku si piangere in silenzio, con un enorme sorriso. Sono parole stupende, sono meravigliose sillabe di un cuore che vuole tornare a battere per la vita cara.

"Kacchan, voglio essere il tuo ragazzo".

Il biondo ha un fremito, lo guarda e sorride dolcemente. Premono insieme le fronti e si scambiano un bacio soffice: non sente la paura del contatto, con Izuku è come se fosse ancora il suo vecchio sé.

"Verrò dimesso oggi" sono le parole di Katsuki. "Vieni a mangiare a casa di Eijiro e Denki, ci dobbiamo conoscere meglio".

Deku ride, afferrandogli i morbidi capelli nelle mani. Sono come seta e miglioreranno ancora di più: sente che c'è la motivazione giusta e lui non permetterà che tutti quei passi vadano sprecati.

"I tuoi esercizi mi hanno aiutato. Pensare a qualcos'altro, riprendere a suonare la batteria, studiare i nuovi chicchi… hai saputo far leva sui miei precedenti hobby" ammette Kacchan. 

"Suonavi la batteria? Io la chitarra acustica e cantavo; spesso cercavo di non pensare a nulla con la musica".

"Potremmo suonare insieme" azzarda il biondo. 

Gli da le spalle guardando fuori la finestra: il sole gli bacia il viso, facendo illuminare quei rubini meravigliosi che sono sempre stati avvolti dall'oscurità. Izuku annuisce andandogli vicino guardandolo con la coda dell'occhio: è così bello. Un angelo, un Idol. Tutto.

Ed è suo. Così come lui è di Katsuki.

Timidamente il biondo cerca la sua mano e la stringe, poi trae un profondo respiro dal naso. E sorride. Uno sincero, libero, meraviglioso, dorato. Izuku è come colpito da quella bellezza e si strofina una lacrima: ha trovato il tesoro che cercava.

Ha trovato il pezzo mancante del suo cuore.

E farà di tutto per proteggere quel candido e fanciullo amore, diverrà il custode del cuore di Katsuki, fidandosi così come lui ha dato il suo all'altro e sa che indipendentemente da quanto ci vorrà per un recupero completo, ha fatto la scelta giusta.

Quello scontro con Eijiro quel giorno ha segnato la svolta della sua vita.

 

The End

  
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