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Autore: eddiefrancesco    24/11/2021    0 recensioni
Incuriosita dall' inaspettata eredità che le ha lasciato la sua madrina, un'eccentrica signora conosciuta come la strega di Wychford, la contessa Octavia Petrie decide di andare a dare un' occhiata alla nuova proprietà.
Ma arrivata in quella splendida villa di campagna a causa di un equivoco viene scambiata per una istitutrice dal tenebroso Edward Barraclough, il nuovo affittuario e dalle sue nipotine.
Ma ancora non sa in che guaio è andata a cacciarsi!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Una volta a Richmond, affidarono la carrozza ai valletti e proseguirono a piedi. Pip era entusiasta. «Miss Petrie! Guardate! Avete visto il cervo?» «La contessina Octavia si irritera' con te, Pip, se manchi di chiamarla con il suo titolo» disse Edward. «No, non lo farò, Pip! Ma mi sono comportata molto male fingendo di essere semplicemente miss Petrie. Prima o poi, purtroppo, lo si verrà a sapere.» Pip saltò su in sua difesa. «Non vi siete comportata affatto male! È stata tutta colpa mia. Ho detto a Edward che eravate venuta per il posto di istitutrice, ed è iniziato tutto così. Ma cercherò di ricordarmi di chiamarvi contessina Octavia, da ora in poi.» Aggiunse mestamente: «Solo che miss Petrie, per qualche motivo, mi sembrava più amichevole.» «Sono ancora vostra amica, Pip. Lo sarò sempre.» Edward si rivolse alla piccola in tono asciutto: «Sei una bambina fortunata, Pip. Avresti dovuto sentire la ramanzina che mi sono preso io dalla contessina Octavia, per essermi dimenticato di chiamarla con il suo titolo. Ora, perché non vai a dare un'occhiata a quei cervi? Avvicinati piano, però. Scapperanno se li spaventi.» «La accompagno...» iniziò Octavia. «No! Aspettate! Và pure, Pip. Ho bisogno di far pace con la Contessina Octavia e preferirei che avvenisse in privato, se non ti dispiace. Non voglio che tu veda crollare miseramente la mia autorità.» L'aveva detto in tono tanto leggero che Pip rise all'idea e si allontanò allegramente, pronta a inseguire i cervi. Lui guardò Octavia. «Sono lieto che siate venuta. Temevo che non l'avreste fatto.» Octavia lo fissò con freddezza. «Non l'avrei fatto, se non fosse stato per Pip.» «L'avevo immaginato. Sono desolato per ieri sera. Ho sbagliato a saltare alle conclusioni...» Edward si interruppe e sospirò. «Santo cielo, sembra che non faccia altro che scusarmi! Normalmente sono un uomo dal carattere molto equilibrato, ma voi fate emergere il peggio di me.» «È facile da spiegare. È perché segretamente mi disprezzate.» «Che cosa?» Per un attimo Edward fu talmente sorpreso che non riuscì a parlare. Poi esclamò: «Disprezzarvi? E perché mai? No, che non vi disprezzo. Che idea assurda!» «È ovvio che sia così. Dopo il modo spudorato in cui mi sono comportata quel... quel pomeriggio. E le menzogne che vi ho detto. Certo che mi disprezzate.» Edward era sbalordito.«Octavia... No, per dirvi questo vi chiamerò Octavia, perciò non guardatemi con quel cipiglio.» Prese le mani di lei tra le proprie e iniziò a dirle in tono pressante: Octavia, vi giuro che mai, neanche per un istante, vi ho disprezzato. Come potete pensare una cosa simile? Il disprezzo è forse l'unica emozione che non avete risvegliato in me! Tutte le altre le ho patite. Sospetto, irritazione, furia, delizia. Disapprovazione, ammirazione, rispetto e... e, si, desiderio. E, ovviamente, gelosia.» «Gelosia? Quando mai vi ho dato motivo di essere geloso?» «Ero tormentato dalla gelosia quando vi ho parlato, quell'ultimo mattino a Wychford. Per questo le accuse che vi ho fatto sono state tanto amare.» Octavia cercò di ritirare le mani, ma lui gliele trattenne. «No, dovete lasciarmi finire. Pensate che vi disprezzi per ciò che è successo tra noi? Non potreste allontanarvi di più dal vero. Se non fosse stato per la vostra vulnerabilità e la vostra innocenza, vi avrei preso là, in quel momento, nella stanza della torre. La vostra immediata risposta a me, la passione che avevo risvegliato in voi, mi hanno dato alla testa. Non avete idea di quanto mi sia stato difficile resistere alla tentazione. Eppure, sapevo che dovevo farlo...» Questa volta Octavia strappò le mani dalla presa di lui e si coprì le orecchie. «No! Non dite un'altra parola! Non voglio sentire. Se sapeste quanta vergogna provo ogni volta che ci penso...» Abbassò le mani e lo affrontò con fiera disperazione. «Non posso aspettarmi che ci crediate, ma mai, prima di allora mi era successa una cosa simile. Mai avevo provato un'emozione tanto forte. Ed ero sicura che mi disprezzaste per come mi ero comportata.» «La vergogna sarebbe stata mia se vi avessi tradito, Octavia. Eravamo tutti e due in preda a una forza molto potente in quella stanza. Come potrei condannare voi?» «Ma l'indomani...» «L'indomani, dopo aver ascoltato le accuse di Julia e aver sentito ciò che aveva da dire la cameriera della locanda...» Scosse la testa rabbiosamente e continuò: «Il pensiero che poteste già aver avuto un amante, che non foste la creatura innocente che avevo pensato, mi rese folle di gelosia. E quella era un'emozione che io non avevo mai provato.» Aspetto' un attimo. Vedendo che lei restava in silenzio, continuò: «Spero che potrete perdonarmi. Spero che riusciremo a lasciarci tutto questo alle spalle e a iniziare da capo, come se vi avessi incontrato in qualità di nipote di Mrs. Carstairs e di proprietaria della casa che ho affittato. Comunque vada, sappiate che non vi ho mai disprezzato.» Octavia lo guardò incerta. «Iniziare da capo? Scordare quello che è successo? Se solo potessi... Non sarebbe meglio comportarci come se non ci fossimo mai conosciuti? Andare in direzioni opposte?» Mai, fu il pensiero che gli attraversò la mente. Ma chiese con calma: «E ciò che volete?» Lei esitò e lui aspetto' rigido di tensione, spiando il conflitto interno che le si rispecchiava sul viso. Quando lei disse: «Credo che sarebbe molto difficile, se non impossibile. Cosa direbbero Pip e Lisette?» Edward tirò un sospiro di sollievo. «Esattamente. Non credo affatto che sia la soluzione. Allora, ricominciamo? Questa volta da amici? Almeno, è qualcosa di più che casuali conoscenti.» «Ci proverò. Ma non saltate più a conclusioni sbagliate su di me.» «Non riesco sempre a essere razionale quando mi siete vicina, Octavia, perciò non farò promesse avventate. Ma prometto che mi sforzero' di non farlo. E ora, di cosa volevate parlarmi ieri sera? Sembravate nervosa.» «Temevo mi avreste detto che non erano cose che mi riguardavano. Ho parlato con Lisette dell'uomo che ha conosciuto ad Antigua.» «Ah! Ricardo Arandez. Mi ha accennato alla vostra conversazione. Avete cercato di aiutarla.» «Il problema era che mi muovevo nel buio. Una volta mi avete detto che il padre di Lisette aveva scoperto qualcosa che non gli piaceva sul conto di Arandez. Per questo aveva ritirato il suo consenso. Si trattava di una questione seria?» Il viso di Edward si rabbuio'. «Molto.» «Dunque, è improbabile che vostro fratello avesse cambiato di nuovo idea?» «Più che improbabile. Impossibile!» «Non pensate che sarebbe stato meglio dire a Lisette cosa c'era che non andava?» «Certamente no. Era una bambina.» «Ma non è più una bambina, ora, e anche se sa di non esser più fidanzata, ha ancora il dubbio che Arandez dicesse la verità sostenendo che il loro matrimonio fosse l'ultimo desiderio di suo padre.» «Pensavo che questo fosse stato chiarito.» «No, vostra cognata si è limitata a dire a Lisette che non avrebbe più dovuto fare il nome di Arandez. Non le ha spiegato il perché.» Edward rimase in silenzio. Alla fine disse: «Non vedo la necessità di turbare Lisette con i dettagli della storia. Non è innamorata di Arandez e in questo momento ha tante cose con cui occupare la mente. Se non lo ha ancora dimenticato, lo farà presto. Inoltre, nonostante i timori di Julia, lui non ha più cercato di avvicinarla. No, non dirò nulla a Lisette. Davvero, non è necessario.» «Credo che vi sbagliate.» «Allora me ne dispiace. Ma non cambierò idea.» «Lo direste a me, invece?» «Certamente no!» «È per proteggere Lisette. Come posso aiutarla se non so perché suo padre non le avrebbe mai permesso di sposare Arandez? Dovete dirmelo!» L'espressione di Edward si incupi'. Disse in tono rigido: «È fuori questione. Vorrei che lasciaste cadere il discorso. Lisette è protetta dalle persone che ne hanno la custodia legale. E se Arandez si azzardasse mai a mostrare la faccia, saprei cosa fare, credetemi!»
   
 
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