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Autore: Stekao    25/11/2021    10 recensioni
Ed eccomi tornata alla mia croce e delizia... Ennesimo what if che riparte dal post Kaibara perché che quel capitolo è il mio cruccio, ormai lo sanno anche i muri.
E mi diverto nell'immaginare mille reazioni di Kaori, mille modi in cui se ne va, mille tentativi di Ryo di riprendersela e mille situazioni diverse in cui tutto questo accade.
Stavolta alcune ALLEANZE, più o meno strane, la faranno da padrone...
Una storia leggera, che spero vi farà anche un po' divertire.
Non resta che scoprire cosa accadrà.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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1.CAMBIAMENTI

“Ora tornerai con Ryo vero?”

Quella domanda, pronunciata da Mick, cominciò a rimbombarle nella testa confondendola al punto da non riuscire a dare una risposta.

Kaori aveva deciso di separarsi da Ryo dopo l’ennesima umiliazione subita... Aveva preferito diventare la partner di Mick per poi ritrovarsi a lavorare sia con lui che con Ryo per cercare di risolvere il caso di Hazuki.

Ma durante quell’incarico, era risultata ancora piuttosto evidente la profonda intesa tra Kaori e Ryo al punto che l’americano, su quel letto di ospedale, si era convinto che le cose tra i suoi amici si sarebbero sistemate immediatamente e invece eccoli tutti lì, in quella camera nella quale Mick era stato ricoverato, con Kaori immobile a fissarlo senza riuscire a rispondere alla domanda che le aveva appena rivolto.

Tornare con Ryo dopo quanto accaduto? Dopo l’ennesima ferita che le aveva inferto?

Si ridestó in fretta dai suoi pensieri e sorridendo amaramente in direzione di Mick, Kaori scosse lievemente il capo in senso di diniego prima di cambiare repentinamente discorso…

“Torneró a trovarti presto Mick, ciao Kazue e ciao anche a te Hazuki…Mi ha fatto molto piacere conoscerti nonostante tutto quello che è successo...”

Poi, voltandosi verso Ryo e forzandosi di guardarlo negli occhi, si rivolse anche a lui.

“Ciao Ryo e… grazie per avermi salvato ancora una volta...”

E così dicendo, abbassando lo sguardo, si avvió verso la porta chiudendosela alle spalle.

Ryo rimase turbato di fronte a quel comportamento. In realtà era già rimasto abbastanza scosso nell’averla vista negare con un cenno del capo, la possibilità di tornare a casa da lui, ma quella freddezza con la quale gli si era rivolta poi, lo aveva definitivamente steso lasciandolo imbambolato a fissare la porta che la ragazza aveva varcato pochi secondi prima.

Mick cercó di riportarlo alla realtà emettendo un colpo di tosse.

Ryo si voltó a guardarlo e la sua espressione gli fece capire di dover fare qualcosa subito. Uscì così dalla stanza e vedendo Kaori in lontananza la chiamò…

La ragazza si voltó stupita nel ritrovarselo davanti.

“Kaori...allora…” Ryo, in imbarazzo, non sapeva come affrontare la questione, avrebbe voluto dirle così tante cose e invece, nel guardarla in quei suoi grandi occhi luminosi, si era bloccato come al solito, non riuscendo ad ammettere apertamente la verità… sapeva di essersi comportato molto male nei suoi confronti e sperava in cuor suo che la ragazza riuscisse a capirlo e a toglierlo dall’impiccio…

Kaori, che non si sarebbe mai aspettata che lui riprendesse in qualche modo il discorso di sua spontanea volontà, titubó per qualche secondo prima di rispondere.

“Tu mi hai ingannato Ryo...mi hai tenuto nascosto un incarico solo per uscire con una donna e a quanto pare non è la prima volta che succede…” gli rispose mantenendo una voce pacata che, proprio perché tale, a Ryo non piacque per niente. Avrebbe preferito di gran lunga sentirla sbraitare, sentirsi urlare contro tutte le brutte parole che sapeva di meritarsi, ma invece Kaori stava mantenendo un invidiabile sangue freddo e tutta quella situazione cominciò ben presto a risultargli preoccupante.

“Kaori io…” cercó di dire lui prima che la ragazza lo interrompesse.

“No Ryo aspetta...lasciami finire per favore… io non sono arrabbiata con te… non lo sono più” gli disse lei sorridendogli dolcemente e quel sorriso fu in grado di trafiggergli il cuore all’istante.

“Ci ho pensato molto in questi giorni e… la verità è che tu sei così… non posso chiederti di cambiare, nessuno può chiederti di farlo, non sarebbe giusto. Potrei dirti che ingannandomi mi hai mancato di rispetto, lo sai anche tu che in fin dei conti è così, ero la tua socia del resto, ma la verità è che tu hai vissuto gran parte della tua vita senza dover rendere conto a nessuno e capisco che possa risultare difficile per te mantenere a lungo un impegno di questo tipo con qualcuno...forse con me ci hai provato, ma la cosa non fa per te perché tu sei così…sei uno spirito libero...sfuggente, solitario… indipendente…”

Kaori si interruppe un attimo per prendere un bel respiro prima di proseguire.

“Quando sono entrata nella tua vita ho cercato di rimettere un po’ di ordine in tutta quella confusione che avevo trovato… ma… ma ora ho capito che in fin dei conti era un ordine che volevo solo io. Tu sei felice e sereno così… senza dover rendere conto a nessuno, con i tuoi incarichi che vanno e vengono, con le tue tasche a volte piene a volte vuote, con la tua sregolatezza, libero da qualsiasi impegno e con… con… le tue donne diverse ogni giorno” disse abbassando timidamente lo sguardo per poi farsi forza e tornare a guardarlo fermamente negli occhi.

“Hai vissuto gran parte della tua vita affrontando situazioni difficili, nonostante la maschera che mostri a tutti so che hai sofferto molto e ora… beh, ora è giusto che tu faccia ciò che vuoi, ciò che ti rende felice. Va avanti facendo tutto quello che ti rende felice e io…io lo saró per te…” disse lei sorridendogli di nuovo cercando di trattenere il più possibile tutte le emozioni che sentiva scoppiargli nel petto…

“Ci rivedremo in giro… ciao Ryo… ” continuó, prima di voltarsi e correre via in fretta lasciando l’uomo immobile e profondamente turbato da tutto l’amore che le parole di Kaori erano state in grado di trasmettergli.

Erano passati quattro giorni da quel loro ultimo incontro. Inutile dire che Mick, dopo aver saputo quanto accaduto, aveva rivolto all’amico un gran numero di offese per non essere riuscito in alcun modo a fermare Kaori e a dirle ció che davvero provava.

Una mattina la ragazza si era presentata a casa dell’americano con l’intenzione di riprendere tutte le sue cose, lui aveva cercato di farla desistere assicurandole di poter stare da lui tutto il tempo che voleva, ma Kaori, anche per rispetto nei confronti di Kazue, aveva deciso di andarsene. Per quanto avesse tentato di nascondere la sua sofferenza, a Mick non era sfuggito il suo reale stato d’animo e non poteva quindi che provare una immensa delusione nei confronti di Ryo, unico e solo responsabile di tutta quella situazione.

Aveva rinunciato a Kaori per lui e anche se ora era profondamente innamorato della sua Kazue, avrebbe sempre voluto molto bene al suo primo vero amore e la consapevolezza che Ryo fosse riuscito nuovamente a spezzarle il cuore, lo aveva mandato completamente fuori di testa.

Kaori aveva deciso di alloggiare in un hotel per qualche giorno…aveva bisogno di stare da sola giusto per rimettere in ordine le idee e decidere il da farsi. Le era costato molto allontanarsi definitivamente da Ryo, ma sapeva che non avrebbe potuto comportarsi diversamente, non più. Anche se in un certo senso Ryo era riuscito ad aprirle un po’ il suo cuore durante la faccenda di Kaibara, era stato tutto irrimediabilmente rovinato dal suo successivo comportamento… Ryo non sarebbe mai stato in grado di impegnarsi davvero con qualcuno e men che meno con lei alla quale sì, forse voleva bene, ma non avrebbe mai potuto competere con tutte le ragazze in grado di fargli girare davvero la testa. E per quanto riguardava il lavoro… beh, era certa che alla prima occasione il suo bisogno di donne e libertà lo avrebbe condotto ad ingannarla di nuovo…

Per quanto lo amasse non aveva più la forza di lottare da sola per quell’amore e dopo tutti quegli anni insieme, non le era rimasto altro che arrendersi all’evidenza dei fatti.

Ryo d’altro canto aveva cercato di mantenere una parvenza di normalità continuando ad uscire tutte le sere e cercando di annegare nell’alcol i suoi pensieri, ma la verità era che Kaori gli mancava terribilmente e non sarebbero stati un bicchiere di whisky o la vista di uno striptease a cambiare le cose.

Ripensava spesso a ciò che gli aveva detto quel giorno in ospedale e a quanto, per l’ennesima volta, lei si fosse dimostrata più matura di lui.

L’aveva ingannata nel modo più bieco possibile, erano finalmente riusciti a manifestare i loro sentimenti su quella nave, Kaori sarebbe stata pronta a morire con lui e lui? Non appena usciti da tutta quella situazione si era tirato nuovamente indietro fingendo che nulla fosse avvenuto, approfittando della sua momentanea perdita di memoria per mancarle di rispetto non solo come donna, ma anche come socia… nascondendole un incarico.

Ma nonostante questo, Kaori era stata comprensiva…ancora una volta. Certo, era ovvio che non volesse più stare con lui dopo l’ennesima umiliazione subita… una umiliazione ben più pesante di tutte le altre perché su quella nave, nonostante quel vetro, lui l’aveva baciata per poi fingere di non averlo mai fatto… ma lei era riuscita ugualmente a perdonarlo augurandogli di essere felice.

Felice…Prima di lei non conosceva neanche il significato di quella parola e ora si ritrovava di nuovo da solo, abbandonato, a ragion veduta, dall’unica persona che davvero contasse per lui, e doveva solo ringraziare se stesso per questo.

Kaori meritava di più, meritava un gesto concreto che in tutti quegli anni non era mai stato in grado di compiere e adesso, dopo quei giorni senza vederla, stava cominciando seriamente a capire che cretino colossale fosse.

Una mattina Kaori fu svegliata di soprassalto da una telefonata della reception.

“Signorina mi duole disturbarla ma c’è una persona che chiede urgentemente di parlare con lei”

“Di chi si tratta?” chiese la ragazza incuriosita.

Non appena sentì il nome pronunciato dal receptionist, spalancò gli occhi dalla sorpresa.

“Sì, può salire nella mia camera” si limitó a dire, uscendo poi dal letto indossando in fretta i primi abiti che riuscì a recuperare.

Quando sentì bussare alla porta, aprendola, rimase per un attimo a fissare la persona davanti a lei.

“Ciao Kaori” le disse semplicemente.

“Ciao… Reika. È una sorpresa vederti qui. Cosa posso fare per te?” le chiese Kaori facendola accomodare all’interno della sua stanza. Di tutte le persone che avrebbe mai pensato sarebbero andati a trovarla, lei era di certo l’ultima della lista.

“Ho saputo tutto quello che è successo… le voci girano in fretta. So che tu e Ryo avete definitivamente concluso la vostra partnership”

“Se sei venuta perché vuoi lavorare con Ryo, lo apprezzo ma non devi chiedermi niente. Hai detto bene, non siamo più soci…Puoi farti avanti con lui senza più alcun problema”. Le era costato molto pronunciare quelle parole ma era la semplice verità, se ne era andata e Ryo sarebbe stato finalmente libero di gestire il lavoro come voleva e con chi voleva.

“Starai scherzando vero?” rispose lei lasciando Kaori per un attimo basita di fronte a quella reazione.

“Non voglio lavorare con Ryo… insomma, che razza di uomo è uno che, approfittando della tua perdita di memoria, ti inganna continuando a fare lo stupido in giro?”

Kaori, nel sentire quelle parole, sbarró gli occhi per la sorpresa.

“Beh lo so, ma insomma… è complicato”

“Poco importa… Ryo sa benissimo ciò che provi per lui, lo sanno tutti ormai…non ha avuto rispetto di te né dal punto di vista personale né lavorativo. Beh, donne come noi non meritano uomini del genere...”

Kaori arrossì. Era inutile negare… Reika aveva ragione, tutti sapevano ormai ciò che provava per Ryo, lui compreso, ed era proprio per questo che non sarebbe più stato possibile rimanere con lui dopo quanto accaduto. Cercó di ridestarsi in fretta dai suoi pensieri…avrebbe dovuto solo dimenticare il prima possibile.

“Ma allora perché sei qui?” le chiese Kaori all’improvviso sempre più stranita da quella visita.

“Voglio farti una proposta. Ti offro di collaborare con me… ho diversi incarichi sotto mano e non mi dispiacerebbe se potessi offrirmi il tuo aiuto”

Kaori non poté fare a meno di spalancare la bocca per lo stupore.

“Tu mi stai davvero chiedendo di lavorare con te?”

“Sei sorda o cosa? Certo… e se ti va sarei felice di ospitarti a casa mia... Ho una camera per gli ospiti a disposizione e poi non credo potrai permetterti questo posto ancora per molto… O sbaglio?”

Kaori arrossì in preda all’imbarazzo. Dovette ammettere che Reika aveva ragione… I suoi risparmi stavano quasi finendo e non sarebbe stato poi così semplice trovare un nuovo lavoro. Inoltre cosa avrebbe mai potuto fare? All’idea di un lavoro ordinario veniva assalita dal panico… ma con Reika sarebbe potuta rimanere in quel mondo che negli anni aveva imparato ad amare…

Rimase in silenzio per qualche secondo, riflettendo sul da farsi.

“Ma sbaglio o alcuni anni fa, quando Shoko distrusse col suo aereo l’appartamento in cui vivevo con Ryo, ti eri offerta di farlo dormire in casa tua affermando di avere un solo letto…?” chiese guardandola maliziosa.

“Oh ben, lascia stare quello che ho detto anni fa… ho davvero una camera per gli ospiti e sarei davvero felice se accettassi di collaborare con me…”

“Perché stai facendo questo Reika?” le chiese Kaori che non si sarebbe mai aspettata un così strano evolversi degli eventi…

“Ho bisogno davvero di una donna in gamba che collabori con me e tu sei l’unica che conosco che potrebbe davvero fare al caso mio. Non siamo mai state amiche Kaori, ma mi sono detta… perché no? Cosa ci vieta davvero di diventarlo?”

Reika sembrava sincera, ma Kaori non poté che mettere comunque tutti i suoi sensi in allarme…

“Sei pur sempre una Nogami… dove sta la fregatura?” le chiese all’improvviso sollevando un sopracciglio e rivolgendole un mezzo sorriso…

Reika non poté fare a meno di sorridere a sua volta, imbarazzata di fronte a quella domanda. La signorina Makimura era davvero migliorata parecchio in quanto a perspicacia...

“Beh… in realtà…c’è qualcos’altro che vorrei chiederti, ma non c’entra niente col fatto di averti proposto di lavorare con me… e poi… non è una fregatura… o almeno non la definirei tale… ma…ecco… visto che ci sono pensavo che magari…tu, beh…”

“Cosa stai cercando di dirmi Reika?”

“Posso chiederti un favore?”

   
 
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