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Autore: Yujo    25/11/2021    0 recensioni
Una non sobria discussione di argomento amoroso porta Watson a scoprire un dettaglio del tutto inaspettato del passato di Holmes, e a comprendere il perché di certi suoi atteggiamenti.
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“Di che stai parlando?” mormorò Watson “Tu non sei mai stato sposato”
“Mmm-hmm” fece Holmes “Lo sono stato”
“Mi prendi in giro” rispose l’altro.
“No”, assicurò Holmes, ma poi sghignazzò, sorridendo stupidamente sotto l’effetto dell’alcol.
“Non ne ho mai parlato perché sapevo che non mi avresti creduto. E poi non voglio che qualcuno pensi che sono un romantico.”
“Ma come hai fatto a sposarti se non sai nulla dell’amore o del romanticismo? Come faceva ad andare d’accordo con te? Doveva essere follemente innamorata.”
“Non mi serviva sapere qualcosa dell’amore” rispose Holmes agitando la mano libera in aria come se fosse stata un’affermazione ovvia.
“Hmm?” mormorò Watson per poi guardare il suo amico “Stai scherzando”
Holmes allungò il collo per guardare Watson fermamente. “Sono molto serio.”
Genere: Hurt/Comfort, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Piccola nota prima di leggere: questa storia non è mia, è una traduzione dall'inglese, con il permesso dell'autrice. Potete trovare l'originale a questo indirizzo: 

https://www.fanfiction.net/s/13924808/1/I-felt-a-Funeral-in-my-Brain?__cf_chl_jschl_tk__=RMqmWDLYd2nmW_HHFFucf9tHegVpgIgV7yuz8OI7mpE-1637877538-0-gaNycGzNCBE

TW: riferimenti NON grafici a violenze sessuali.

Vi auguro una buona lettura. 

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Era sempre la solita vecchia discussione, eccetto il fatto che questa volta erano leggermente ubriachi. Holmes era drappeggiato sul divano, una mano che reggeva un bicchiere di brandy sul petto e l’altra abbandonata sul pavimento. La sua testa era appoggiata su un cuscino e stava guardando pigramente dentro il caminetto. Watson era sulla sua poltrona, le gambe sollevate e il suo libro abbandonato sul tavolino a fianco. Anche lui aveva un bicchiere di brandy in mano, e guardava contento la neve che cadeva fuori dalla finestra.

“Sto solo dicendo,” biascicò Watson, con la sua pronuncia leggermente scozzese che lo faceva riconoscere, “che le donne sono… morbide.”

“Morbide?” rispose Holmes con uno sbuffo. “Se voglio morbidezza, ho questo cuscino proprio qui. O forse potrei prendermi un cagnolino che mi si acciambelli sulle gambe come se fossi una vecchia signora che non ha altra compagnia.”

“Non solo morbide” insisté Watson “Le donne sono… irresistibili, ma nel migliore dei modi. E quando trovi quella giusta… è davvero come trovare quella che chiamano “la tua parte migliore”. È come guardare il cielo notturno. Non ne sono mai stanco, o meno affascinato. Mi sento sempre più vivo, più completo. Quando Mary è morta, una parte della mia anima è morta con lei. Non sarò mai più lo stesso, e non voglio esserlo.”

“Può darsi. Ma questo è perché tu eri davvero suo marito. Sai, mente e corpo, e finché morte non vi separi, e tutte quelle altre cose che la gente dice ai matrimoni perché siano melensamente romantici. L’amavi, questo voglio dire.”

“E questo cosa vorrebbe significare?” chiese Watson “Certo che l’amavo! Se avessi potuto fare qualcosa per salvarla, l’avrei fatto.”

“Non volevo dire nulla contro di te” lo rassicurò Holmes “Sto pensando a me stesso. Quando mia moglie è morta, non ho sentito nulla di così potente. Ma questo perché non ero un buon marito, ero solo l’uomo che aveva sposato.”

“Di che stai parlando?” mormorò Watson “Tu non sei mai stato sposato”

“Mmm-hmm” fece Holmes “Lo sono stato”

“Mi prendi in giro” rispose l’altro.

“No”, assicurò Holmes, ma poi sghignazzò, sorridendo stupidamente sotto l’effetto dell’alcol.
“Non ne ho mai parlato perché sapevo che non mi avresti creduto. E poi non voglio che qualcuno pensi che sono un romantico.”

“Ma come hai fatto a sposarti se non sai nulla dell’amore o del romanticismo? Come faceva ad andare d’accordo con te? Doveva essere follemente innamorata.”

“Non mi serviva sapere qualcosa dell’amore” rispose Holmes agitando la mano libera in aria come se fosse stata un’affermazione ovvia.

“Hmm?” mormorò Watson per poi guardare il suo amico “Stai scherzando”

Holmes allungò il collo per guardare Watson fermamente. “Sono molto serio.”

D’improvviso, Watson si sentì molto sobrio e Holmes deglutì pesantemente, sentendosi stranamente sobrio a sua volta. Si tirò un po’ su, finì il suo brandy, guardò di nuovo nel fuoco.

“Quindi era un… matrimonio combinato?”

Holmes scosse la testa negativamente. “No, ma quasi”

“Intendi un matrimonio di convenienza?”

“Si” affermò Holmes.

“Chi era?” chiese a bassa voce il dottore.

“Un’amica di famiglia. Beh, non è del tutto vero. Era una amica mia, in verità. Forse l’unica che abbia mai avuto durante l’infanzia. Ci vedevamo spesso quando la mia famiglia era a casa, e mi piaceva perché mi seguiva in qualunque idea mi fosse venuto in mente.”

Fece una pausa, un piccolo sorriso stava sulle sue labbra mentre ricordava. Watson era in silenzio e aspettava che continuasse.

“Poi sono stato malato per molto tempo” disse infine Holmes sospirando “e quando sono stato forte abbastanza da poter uscire di nuovo, abbiamo scoperto che all’improvviso eravamo rispettivamente un giovane uomo e una giovane donna, e che giocare insieme nei boschi non era più molto appropriato.”

“Non sapevo fossi stato malato da bambino” disse Watson.

“Oh, si” rispose con una scrollata di spalle “Non si vede perché sono guarito completamente e non ho avuto effetti persistenti sulla mobilità o le abitudini. A parte, certo, la mia tendenza a non mangiare o dormire per giorni e giorni, ma quello è soprattutto per scelta. È stato durante quei lunghi mesi in cui non sono stato bene che ho acquisito alcune delle conoscenze che mi sono state indispensabili durante i miei casi, tutto dalle pratiche di varie tribù africane a diversi tipi di piante velenose. Ho letto ogni libro su cui potessi mettere le mani.”

Watson finì il suo drink. Non voleva costringere Holmes a dare più informazioni, ma era incredibilmente curioso. Ciò che Holmes aveva già detto era più di quando Watson pensava che potesse sapere sul passato del suo amico, e se lo impresse nella memoria. Fortunatamente, non dovette chiedere, perché Holmes continuò da solo.

“Quando tornai a casa dalla scuola preparatoria, era un ragazzo ben piantato, se non è una cosa poco modesta da dire. Come ho detto, ero guarito fisicamente dalla malattia e avevo imparato a tirare di boxe, di scherma e a recitare. Soprattutto, ero colto e pronto per l’università. Nel mentre, il padre di Violet aveva fatto diversi buoni investimenti ed era diventato benestante. Naturalmente, lei aveva molto corteggiatori. Attirava molti ragazzi ad ogni occasione, era bella, gentile e di buona famiglia, e piaceva a tutti quelli che la conoscevano. Ma quando all’improvviso c’è stata una grande eredità sul piatto, quegli ammiratori sono raddoppiati, e non per il meglio.”

Violet. Quindi è così che si chiamava, e Watson se lo appuntò nella memoria. Come ha fatto, con così tanti corteggiatori, a finire con Holmes?

“L’uomo che vinse la sua mano non era l’uomo che lei aveva scelto, ma piuttosto l’uomo che suo padre aveva scelto per lei. Ed era una canaglia.”

Il viso di Holmes si torse di disgusto, e Watson sapeva che parlava sul serio.

“Lei venne da me” continuò piano. “Sapevo che qualcosa non andava, c’erano dei lividi sulle sue braccia e sui suoi polsi. Mi pregò di aiutarla ad andarsene e a scappare dal suo fidanzato. Suo padre era accecato dal suo fascino e dalla terra della sua famiglia e rifiutava di ascoltare una sola parola contro di lui. Ma Russel era orrendo con lei, la picchiava quando erano soli e fece dei tentativi per prenderne la virtù prima del loro matrimonio.”

Watson rabbrividì, ma Holmes non lo stava guardando.

“Oggi avrei potuto farlo” disse “Oggi avrei potuto farla sparire. Ma allora ero giovane e inesperto, non sapevo come. Ero combattuto, non sapevo cosa fare. L’unica cosa che sapevo per certo era che non potevo lasciarla a quel bruto. Così la sposai.”

“Per salvarla da lui” disse Watson.

“Si” confermò Holmes “Ero un ragazzo determinato. Non ero intimidito da lui, né da nessun altro. Dimostrai presto che non potevo essere persuaso ad annullare la nostra unione con le minacce e le corruzioni che misero in atto, maledetti. Non mi interessavano le conseguenze.”

“Conseguenze?” chiese Watson.

“Lei ed io fummo entrambi esiliati e diseredati dai nostri rispettivi padri” rispose Holmes con leggerezza.
“Eravamo rimasti senza casa e senza soldi, e così andammo a vivere con Mycroft, che non mi aveva rinnegato, fino a quando non fummo in grado di vivere da soli. Mycroft, per fortuna, non era interessato a chi io sposassi o quando o perché. Violet ed io programmammo di vivere separatamente quando avremmo potuto permettercelo e di rimanere sposati solo legalmente, visto che io non l’amavo e a lei non serviva un vero marito.”

“Le hai concesso il divorzio?” domandò Watson.

“Lo avrei fatto se lo avesse voluto,” rispose “ma come ho detto, non era così. La terribile esperienza con quell’uomo le fece perdere ogni interesse nello sposare qualcuno che non fossi io. La sola idea di essere alla mercè di uomo così ogni giorno della sua vita la faceva tremare, e quindi avere me a proteggerla da attenzioni non volute funzionava bene per entrambi.”

“Ma sicuramente qualcosa è successo” insisté Watson “Non sei più sposato”

“No”, disse Holmes spostando tristemente lo sguardo su Watson. “Quando il suo fidanzato la picchiava nei giorni prima che riuscissi a portarla via, lui… Lui l’aveva ferita pesantemente. Io non ero lì, e non potevo fermarlo, ma giuro su Dio che avrei voluto. Ancora adesso, dopo aver risolto così tanti casi e aver portato così tanti assassini alla giustizia, se potessi, tornerei indietro in quel dannato villaggio e affronterei quel maledetto uomo ancora e ancora! Lo fermerei in un modo o nell’altro, anche se dovesse costarmi la vita o la libertà!”

Watson lo guardò ad occhi sbarrati, osservando la smorfia sul viso del suo amico ammorbidirsi molto lentamente, osservando come Holmes prendesse diversi respiri tremanti e la sua faccia tornasse al suo colore.

“Ho provato a prendermi cura di lei” mormorò infine “Ma non stava bene. Il danno che lui aveva fatto persisteva nonostante i tentativi dei medici. La sua salute peggiorò soltanto più andava avanti la gravidanza.”

Watson si strozzò. “Tu… Tu hai un figlio?”

“Non era figlio mio, temo” rispose dolcemente “Uno degli… attacchi di lui ebbe successo.” All’improvviso, Holmes sembrava piccolo e sconfitto.

“Oh. Mi dispiace tanto…”

“So di aver detto che non l’amavo, ma non è proprio vero. Lei era… Un’amica. E, credici o meno, avrei fatto il mio dovere come suo marito e consumato il nostro matrimonio se fosse stato necessario. Ma, quando accadde, dopo ciò che lui le aveva fatto, lei detestava essere toccata da un uomo. Il mio tocco non la infastidiva più di tanto, ma non andammo mai oltre lo stare abbracciati. E si, era… morbida. Non è vissuta molto, morì di parto. Lui l’ha uccisa, con la sua crudeltà. Mia moglie.”

Watson taceva, digerendo le informazioni.

“Non c’era nulla da fare perché potesse essere punito dalla legge” continuò Holmes “Avrei fatto il mio dovere e l’avrei vendicata, ma lei era una devota cristiana che credeva che il Signore avrebbe preso la Sua vendetta sul dannato con i Suoi tempi, ed io avrei mancato di rispetto alla sua memoria se avessi regolato i conti da solo. E io ero giovane, non sapevo che altro fare, così, invece, ho… spinto le cose a favore del buon Dio al meglio che potevo. Nel frattempo, vedi, quel bruto è caduto preda del suo potenziale suocero. Ero stato in grado di convincere suo padre, attraverso alcune lettere di lei, che Russel era una bestia. È stato lui ad ucciderlo, e poi si suicidò. Non è troppo, credo, presumere che si incolpasse del destino di Violet. E avrebbe dovuto, visto che la sua cecità aveva giocato una parte importante. Spero che marciscano entrambi all’inferno.”

“Mio Dio” mormorò Watson, le mani che tremavano leggermente “Mio Dio…”

“Mio figlio ha vissuto poche settimane dopo la sua morte” continuò piano Holmes. Era come se venisse tutto fuori, ora che stava finalmente parlando di questo. “Era troppo piccolo e troppo debole, e presto morì. Il dottore disse che i suoi polmoni erano sottosviluppati. È sepolto accanto a sua madre, entrambi sotto il nome Holmes, il mio nome. So che Sherlock II non era davvero mio figlio, ma lo avrei tenuto e cresciuto come mio e lo avrei amato. L’ho amato, in un certo senso, anche se era una strana sensazione, sapendo che mio figlio sarebbe morto da lì a poco.”

“Perché mi stai raccontando tutto questo?” chiese Watson con la voce che si spezzava.

“Perché io so che posso sembrare… non empatico, a volte, Watson. E non sempre sono stato elogiativo nei confronti delle donne o del romanticismo. Ma io… cerco di capire. Il mio punto, credo, è che ho avuto… morbidezza. Se la volessi di nuovo, potrei averla. Dopo tutto, non sono un pessimo partito. Ma il matrimonio, per me, non ha significato altro che dolore e non vedo una ragione per cercarlo di nuovo. Io credo che se Violet avesse… incontrato un uomo come te, avrebbe potuto vedere che l’amore vero era possibile, che un marito e una moglie possono condividere un amore equo. Ma per come è andata, è morta amareggiata e distrutta. È morta senza credere nell’amore.”

Holmes sbuffò. “E anche io non ci credo. Nell’amore, intendo. Io ho continuato ad aspettare…” si strofinò il viso con le mani.
“Buon Dio” mormorò “Perdonami, amico mio. Ma, onestamente, ho continuato ad aspettare di odiarti. Io semplicemente sapevo che un giorno saresti venuto a trovarmi e avrei dedotto che l’avevi picchiata. Mary, tua moglie. Ero pronto a cacciarti via e a bandirti dalla mia vita per il meglio. Ma non lo hai fatto. Tu l’hai amata.
“Non ho mai conosciuto un matrimonio felice, prima di vedere il tuo, Watson. Non sapevo che fosse possibile! Per me, ogni donna era o un debole oggetto di pietà costretta a subire le botte, oppure unna fredda criminale calcolatrice pronta ad uccidere il marito alla prima occasione. Per me, ogni uomo era o un bruto o un opportunista, che sfrutta la moglie per qualsiasi cosa. Io non lo sapevo quando mio padre… Santo Dio, Watson, non lo sapevo!”

“Basta!” urlò Watson disperatamente “Smettila, per l’amor di Dio! Non posso più ascoltare!” Si alzò in fretta, la testa gli girava per l’alcol. Andò verso il divano e si accasciò accanto ad esso. Prese la mano di Holmes, affondò la faccia nel cuscino e singhiozzò.

Holmes grugnì, sedendosi abbastanza da poter tirare su Watson così che fossero seduti fianco a fianco.

“Mi dispiace” mormorò Watson. “Mi dispiace”. Lo ripeté ancora e ancora, e tutto il suo corpo doleva per lo strazio.

Holmes non disse nulla, i suoi pensieri vagavano lontani. Ma allungò una mano, girando dolcemente la testa di Watson sulla sua spalla per attutire le sue lacrime. Lasciò andare la testa indietro e chiuse gli occhi, esausto la mente e il corpo, ma prima che potesse addormentarsi sentì Watson dire ancora una cosa.

“L’amavi, non è vero?” mormorò nella spalla di Holmes.

“Si”, bisbigliò l’altro. La sua volontà era spezzata e poteva dire solo la verità. “Credo di sì. L’amavo e non ho potuto salvarla.” Il suo petto si appesantì e strinse i denti. Con un grande sforzo, respinse indietro le sue emozioni, e, completamente stremato, dormì.

Quando si svegliò a mattinata inoltrata, Watson era seduto al tavolo della colazione, reggendosi la testa con una mano e versandosi una tazza di caffè con l’altra.
“Sto diventando troppo vecchio per bere così tanto” grugnì quando vide che Holmes era sveglio. “Tu come ti senti?”

La testa di Holmes doleva, e scosse semplicemente le spalle. Era stato peggio, suppose. Lentamente raggiunse Watson, e il medico gli versò una tazza generosa di caffè, mormorando apprezzamenti per la signora Hudson.

“Voglio del tè” disse Holmes ingrato.

“Peccato. Prima bevi questo,” rispose Watson passandogli un bicchiere d’acqua “e poi il caffè. Mangia la salsiccia, prima, e dopo le focaccine. Questo era il rimedio di mia nonna per la sbornia, e per quanto beveva quella donna? Non poteva avere torto.”

“Watson…”

“Non dobbiamo parlarne” rispose con dolcezza “ma ho bisogno di dirti solo una cosa. Tu l’hai amata, perciò, qualsiasi cosa tu possa pensare, è morta credendo nell’amore.”

Holmes bevve lentamente l’acqua, pensandoci sopra. “grazie, amico mio” disse, alla fine.
“Uh, cosa dovrei mangiare prima?”

“La salsiccia” rispose Watson “E credimi, mia nonna ne friggeva in quantità industriali. E non l’ho mai vista lamentarsi del bere. Ha battuto tutti i record della famiglia Watson per quanto riusciva a berne e per quanto è vissuta. Nota bene, la prima è più difficile della seconda.”

Holmes alzò il suo bicchiere d’acqua. “Alle nostre madri e alle nostre nonne” disse. “Possano sempre essere di una materia migliore della nostra.”

“Brindiamo!” concordò Watson, ed entrambi finirono di bere.

Non parlarono più di Violet, di Russel o della loro conversazione mezza ubriaca, ma Watson non dimenticò mai che l’ebbero avuta e non discussero più dell’argomento con veemenza.

Molto tempo dopo, Watson visitò un cimitero dove non era mai stato prima, chiedendosi se avrebbe dovuto portare dei fiori. “Nessuno ne porterà da molto tempo” pensò.

Fu contento quando vide che si era sbagliato.

   
 
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