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Autore: aurora giacomini    26/11/2021    1 recensioni
Nel buio qualcosa si muove, si nutre di oscurità e paura. Si nutre di colpe e rimpianti.
E' arrabbiata. Non ha pace.
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La pubblicazione riprenderà quest'autunno/inverno; questo è il piano :)
Genere: Mistero, Sovrannaturale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Nicole Haught, Nuovo personaggio, Waverly Earp, Wynonna Earp
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Novembre 2021

 
Il Velo Sottile

 

 

 
1

 
 
 
Nel buio qualcosa si muove, si nutre di oscurità e paura. Si nutre di colpe e rimpianti.
E' arrabbiata. Non ha pace.

 

 
Waverly sapeva di non essere sola.
Il suo corpo rifiutava di muoversi, anche se con tutta l'anima avrebbe voluto raggiungere l'interruttore della luce; dissipare le ombre, vedere che effettivamente non c'era nessuno, nulla. E se invece qualcosa ci fosse stato davvero? Se avesse visto l'intruso, la presenza, la sua mente avrebbe tollerato di essere violentata a quel modo? Con qualcosa che per definizione, o quasi, è invisibile?
Non era più una bambina, eppure nell'oscurità della sua camera sentiva di essere indifesa. Non era più una bambina, ma si sentiva molto piccola.
Era una notte come molte altre, una notte irrazionale e spaventosa in cui il sonno tardava ad accoglierla. A farle compagnia solo ombre e piccoli rumori di una vecchia casa; tutti lì, tutti attorno a lei. Sgradevoli compagni.
La notte è sempre peggio. La notte intensifica le sensazioni, rende più sensibili. Un discorso, pensò Waverly, è vedere le porte chiudersi, trovare oggetti dove non dovrebbero essere... un altro è sentire la presenza di qualcuno nella propria stanza da letto. Di notte. Al buio.
Uno scricchiolio più forte e vicino degli altri. Il cuore accelerò i battiti, il respiro si mozzò a metà strada fra polmoni e bocca.
Stava trattenendo il respiro, quindi sentì l'urlo di Wynonna in tutta la sua potenza; sentì tutto l'orrore.

 
<)o(>

 
Gli occhi di Wynonna erano aperti nell'oscurità. Spalancati, vigili e umidi. Aveva la sensazione di sentire le sue stesse pupille, che si dilatavano fino a ricoprire l'intera sclera, che cercavano di andare oltre i confini. Era una sensazione quasi dolorosa.
E' qui... Un pensiero angosciante. No, i fantasmi non esistono!, le rammentò una voce dentro la sua testa. Potrei scriverci un romanzo... fantasmi... 'Big Bug's Life', forse, non verrà mai pubblicato... Penso alla pubblicazione e non sono neppure a metà... epico. Pensieri da scrittore. Probabilmente sono un'idiota. Forse non sono più capace di scrivere. E se non sapessi più parlare al mio pubblico? Cazzo, se perdo di fascino e di credibilità ai loro occhi... sono fottuta. Pensieri che certamente non l'aiutavano a dormire. Forse- Cazzo... era un sospiro quello? Sono stata io? Merda, sono... quanto? Tre settimane che questa casa... è impazzita? Una casa può impazzire? Non lo so, ma se contestualizzata, questa frase potrebbe essere interessante. Vorrei avere il blocco degli appunti; non dimenticarla, Wynonna... non- Che cazzo! Questa volta sono sicura: qualcuno ha sospirato. O era un lamento? Waverly? No, non era la sua voce... Merda... Ehi cervello, che ne dici di dormire? No, ah?
Un rumore da qualche parte nell'oscurità, forse ai piedi del letto, costrinse il suo cervello a zittirsi per potersi affidare ai sensi, all'istinto.
Tuttavia, dopo alcuni secondi, l'ammasso ricco di sinapsi di Wynonna tornò in modalità grandi, inutili discorsi:
Stronzate! Sono solo stanca. Sì, è la stanchezza. Dormo, mangio e mi idrato come dovrei? No, sono peggio di un'adolescente... Cristo, non ho più vent'anni! Solo per me è cominciata la discesa dopo i venticinque? A ventotto anni, me lo ricordo, mi sentivo già in un altro corpo... un corpo più debole. Sto per compiere trentaquattro anni... Mi aspetta un altro cambiamento?
Qualcosa afferrò la coperta e la strappò via.
Wynonna urlò. 
Nella foga cadde dal letto, ma si rialzò subito e corse verso la porta.

 

 
<)o(>

 
Waverly trovò la sorella seduta a terra, nel corridoio, accanto alla porta della sua stanza. Le poggiò le mani sulle ginocchia, che la donna dai capelli neri teneva strette al petto.
“Wynonna...? Cos'è successo?”
“Sei uscita dalla tua stanza...” fu la replica decontestualizzata, o quasi. Erano tre settimane che Waverly tratteneva la pipì fino al mattino -con conseguenti dolori lancinanti- pur di non lasciare il letto durante la notte.
“Ti ho sentita gridare...”
“Non ce la faccio più.” Alzò lo sguardo sul volto di lei: “Non so se sia semplicemente caduta o cosa, ma la coperta... be', non lo so! So solo che non ce la faccio più, cazzo!”
“Andiamo in cucina, vuoi? Ormai non manca molto all'alba. Potremmo guardare un film e poi, dopo che il sole sarà sorto, potremmo dormire un po'... Che ne dici?”
“Voglio guardare Paperino su YouTube e bere del caffè.” Allungò le braccia per farsi afferrare. “Mi fa ridere e capisco tutte le sue frustrazioni.”
“Quel papero piace a tutti...” ne convenne Waverly, tirando Wynonna in modo che si alzasse. “Episodi vecchi?”
“Ovvio!”, esclamò, e la gradita aspettativa le illuminò gli occhi. 

 
“Oh, andiamo!”, sbottò Wynonna, agitandosi e rischiando di rovesciare il caffè sulla coperta che condivideva con Waverly. “Perché quei due piccoli demoni non lo possono lasciare in pace?! Non ho mai visto degli scoiattoli più dispettosi!”
“Ma lui ha tagliato il ceppo dove loro vivevano...” sorrise Waverly, lasciandosi trasportare dal cartone animato e dalle sue dinamiche innocenti e spensierate.
“Stava morendo di freddo! Povero Paperino...”
Waverly sorrise ancora; dopo poco, però, la sua mente si distrasse dalle immagini colorate.
“Wynonna...?”
“Questa è cattiveria!”, urlò la donna, rivolta allo schermo del PC; poi dedicò un buon ottanta per cento della sua attenzione a Waverly: “Dimmi.”
“Stavo pensando... e se chiamassimo qualcuno?”
Gli occhi di Wynonna erano tornati su Paperino e i due malefici scoiattoli; nonostante ciò: “Tipo?”
“Tipo un medium.”
Ora il cento per cento dell'attenzione era per Waverly. 
“Fai sul serio?”
“Sì.” Si leccò le labbra e aggiunse: “E' orribile vivere in una casa che non ti vuole...”
Wynonna gettò di lato la coperta e si alzò. “Geniale!” Corse verso la cucina. “Dov'è il mio blocco degli appunti?”
Waverly sospirò, ma era un sospiro divertito: era solo Wynonna che faceva Wynonna. 
“Qui.”
La donna tornò di corsa, recuperò il piccolo quaderno nero che usava per appuntare idee, frasi e tutto ciò che riteneva avrebbe potuto usare per una storia o un romanzo. Si rimise seduta sul divano e chiese: “Che cosa hai detto? Una casa...?”
Waverly ripeté la frase; poi riprese: “Allora, cosa ne pensi?”
“E' geniale!”, ribadì. “Troverò sicuramente un pretesto per usarla!”
“No, scema, intendevo per il medium...” le sorrise. “Il medium, Wynonna!”
“Oh...” Mise giù il quaderno e si concentrò sulla sorella. “Credi a queste stronzate?”
Waverly alzò le spalle. “Be'... quando siamo insieme, le luci sono accese e magari c'è un cartone animato da guardare, sì, sembrano stronzate anche i fantasmi o quello che sono... ma al buio... Vorrei solo provare a fare qualcosa. Sono tre settimane che succedono cose strane; mi sento a disagio anche solo ad andare in bagno, anche se è giorno. E quando salgo le scale... Dio, ho sempre la sensazione che qualcosa mi stia osservando.”
“Be', pensandoci, prima al buio non mi sembravano stronzate, ma quando sono uscita in corridoio con la luce accesa... Non lo so, mi sono sentita stupida ad aver avuto paura per una coperta che potrebbe essere solo scivolata.”
“Hai detto che ti è sembrato che delle mani la tirassero via...”
“E' quello che ho detto, sì”, ammise la donna. “Ma sai, ero intontita dalla mancanza di sonno, da un cervello che non capisce quando è il momento di fare silenzio. Non so cosa sia successo.”
Le mise una mano sulla spalla. “La condanna dei geni, suppongo”, le sorrise. “Voglio fare un tentativo, Wynonna.”
“Va bene...”sospirò, e posò la mano su quella di Waverly. “Ma dobbiamo fare attenzione: i soldi cominciano a scarseggiare.”
“Mi dispiace di aver perso il lavoro...”
“Ehi, non è stata colpa tua, okay? Troveremo una soluzione.” Sospirò. “Forse sono io quella che dovrebbe trovarsi un vero lavoro...”
“Se tutti quelli che ti criticano sapessero quanto ci vuole a scrivere un testo che loro leggono in un paio di minuti! Se penso a tutte le notti che hai passato a non dormire per fare ricerche... Alle tue dita sulla tastiera per ore e ore... Quante volte hai dimenticato di mangiare, perché eri troppo presa a scrivere? Il tuo è un vero lavoro, Wynonna! Soprattutto è qualcosa che ami fare.”
“Ma ci permetterà di non perdere la casa?” Le sorrise, poi distolse lo sguardo per guardare lo schermo del PC. Guardare senza vedere. “I soldi de La Resilienza del Ghiaccio stanno finendo...” le ricordò.
Waverly si concentrò un momento sul papero incazzato; lo osservò notando particolari sciocchi come i ciuffi che aveva sulla testa o il fatto che non indossava dei pantaloni.
“Non puoi scrivere se non puoi dormire. Non puoi produrre nulla se pensieri inutili e spaventosi ti tormentano.” Prese il PC e aprì una nuova finestra accanto a quella di YouTube. “Cercherò una soluzione economica”, dichiarò.
“Spero che economico non sia sinonimo di truffa...” brontolò Wynonna, abbastanza piano da non farsi sentire da Waverly.

 
“Guarda questo! Cosa ne pensi?” Era forse la sesta volta che Waverly puntava il dito sullo schermo del PC per far leggere qualcosa a Wynonna.
“Cos'ha di diverso?”, volle sapere, studiando la pagina fatta di pixel colorati -meno colorati delle altre finestre aperte fino a quel momento, comunque.
“I commenti delle persone: sono molto positivi e pieni di ringraziamenti.”
“Potrebbe esserseli scritta da sola.” Nonostante l'affermazione, Wynonna lesse le prime righe di un commento. Qualcosa di, come aveva detto Waverly, molto positivo.
“Ne dubito. Guarda: ci sono diversi livelli di inglese e istruzione. Qualcuno che non sa usare le virgole o ignora la loro esistenza, qualcuno che sbaglia totalmente la grammatica, qualcuno raffinato e qualcuno che abbrevia qualsiasi termine. Se se li fosse scritta da sola, sarebbe una matta! Una matta laboriosa, certo, ma pur sempre matta! Non trovi?”
“Forse hai ragione”, ne convenne, anche se non del tutto convinta.
“Senti cosa dice questo: La mia famiglia ed io ti siamo molto grati. Siamo liberi solo grazie a te.” Il dito puntò alla fine del commento: “Questa donna non si fa pagare: accetta offerte per non gravare sulle tasche dei meno agiati.”
Wynonna finì il caffè e appoggiò la tazza sul tavolo, stando attenta a non macchiare il quaderno degli appunti.
“Perché mi sembra troppo perfetta?”
“Forse perché è esattamente perfetta per noi!”, rispose Waverly, cominciando a digitare sulla tastiera.
“Che fai?” 
“Le scrivo una e-mail: non ci sono numeri di telefono od altri modi per contattarla. Non sto firmando nessun contratto, voglio solo capire se è disposta a darci una mano. Potrebbe anche decidere di non venire. Io provo.”
“Va bene...”

 “Fatto.” Waverly osservò il risultato del suo lavoro: “E' un testo un po' lungo... forse avrei dovuto lasciarlo scrivere a te. Comunque le ho descritto la situazione abbastanza bene: dovrebbe riuscire a farsi un'idea.”
“Inviala e torniamo a guardare i cartoni animati.”
La giovane annuì e premette il tasto invio. “Non ci resta che vedere se ci risponde...”

 Meno di dieci minuti dopo, un piccolo segnale acustico avvisò loro che una e-mail era arrivata nella cartella di posta elettronica.
“Sarà spam”, brontolò Wynonna, concentrandosi totalmente sul papero, che questa volta stava provando delle tecniche sulla gestione della rabbia... con scarso successo.
Non era spam. La medium aveva risposto:

 
 
Giovedì 15, nel pomeriggio

 
“Be', questa donna ha il dono delle sintesi”, commentò Wynonna. “Ora sono sicura che non se li è scritta da sola, quei commenti...”


---
N.d.A:
I titoli dei romanzi, testi e contenuti di Wynonna sono frutto della mia fantasia e non fanno riferimento a nessuna opera esistente, non intenzionalmente. Ogni riferimento a persone, personaggi e opere è da ritenersi puramente casuale.

Grazie.
  
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