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Autore: Maggiechan_75    27/11/2021    0 recensioni
“Sto tornando… tornando da te… Ma quanto è difficile! Qui dove mi trovo sto talmente bene, che una parte di me vorrebbe rimanere qui per sempre!
Sarebbe tutto perfetto se ci fossi anche tu.
Ma tu non ci sei ed io voglio stare con te in qualsiasi posto tu sia!
Aspettami sto arrivando…”
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
Capitoli:
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Rinnovo i miei ringraziamenti per l’entusiasmo con cui state accogliendo questa storia.
Volevo fare un piccola premessa per spiegarvi la scelta del titolo “This House not my home”. L’ho scelto in inglese perchè secondo me rende meglio il concetto che ho cercato di sviluppare in questo capitolo.
Per chi non lo sapesse
House e Home sono due termini che in italiano vengono tradotti come casa ma hanno due significati completamente diversi in inglese. 
House è un termine che viene usato per descrivere la
Casa a livello fisico (se è grande, piccola, confortevole, ….)
Home è viene usato in modo più astratto. La casa non sono solo le 4 mure, ma il luogo dove abito con i miei ricordi, la casa  è la mia famiglia, è il luogo che mi fa sentire al sicuro.

Home sweet Home … Casa dolce casa 

 
This House not my home

Casa…Sto tornando a casa

Era il tramonto quando la mini rossa era giunta alle porte della metropoli. All’orizzonte si iniziarono a intravedere i primi grattacieli di Tokyo. 

Nel giro di poche ore il paesaggio era molto cambiato. 
Tokyo era molto diversa dalla tranquilla cittadina di Kakamuro, meta preferita delle vacanze estive dei giapponesi.
Per molti di loro era un luogo ideale per staccare e rilassarsi cullati dal rumore delle onde dell’oceano che si infrangevano sulla spiaggia.
Per Kaori in poco tempo era diventato qualcosa di più. Kaori e Takuya avevano deciso di sposarsi e trasferirsi lì.

La ragione del trasferimento era la medesima, aveva un nome e un cognome, Ryo Saeba
Vivere nella stessa città di colui che non riusciva a dimenticare sarebbe stato troppo doloroso e difficile, per lei ma anche per Takuya.
Il suo futuro marito sperava, che lontano da Tokyo, lei riuscisse finalmente ad essere felice. Non sopportava vedere i suoi occhi così tristi e nostalgici, avrebbe fatto di tutto per tenerla lontana dalla fonte del suo dolore. Da Ryo Saeba.  

Sembrava la soluzione perfetta, ma nessuno dei due aveva però fatto i conti con la reazione di Ryo Saeba.
Nemmeno i loro amici più intimi, avrebbero mai immaginato che Ryo Saeba avrebbe varcato la soglia del tempio Kase Dera Kannon, il tempio scelto per le loro nozze.
Nessuno avrebbe pensato che la tranquilla cittadina di Kamakura avesse assistito alla “morte” di Ryo Saeba.

City Hunter era morto! 

Erano queste le voci che giravano tra gli Yakuza nelle ultime settimane. In molti si erano fermati all’apparenza e lo credevano deceduto letteralmente; Pochi di loro invece erano andati più a fondo scoprendo la verità.
Tra loro Seichi Hisaishi. Quell’uomo aveva trascorso gli ultimi venticinque anni in prigione con il rimorso di essere la causa non solo della morte del fratello, ma soprattutto per aver lasciato che un’innocente bambina ne pagasse le conseguenze. 
Da anni lavorava per una delle casate più importanti della mala giapponese, aveva trascinato con sé anche suo fratello minore. Gli aveva promesso fama e ricchezza, quella che però non aveva raggiunto nemmeno lui.

Aveva comprato suo fratello con poche promesse, lo aveva addirittura convinto a partecipare alla rapina che avrebbe entrambi portati al successo, o almeno era quello che Seichi credeva.
Quello che non si aspettava era l’attaccamento che suo fratello aveva per sua figlia minore, Kaori.
Entrambi sapevano che una volta eseguito il colpo avrebbero dovuto fuggire all’estero, ma quello che non si aspettava era che suo fratello avesse deciso di portare con sé anche la piccola Kaori.

Seichi era al suo fianco mentre suo fratello stava sfrecciando per le vie di Tokyo cercando di seminare le volanti della polizia; Kaori non la smetteva di piangere e urlare innervosendo e distraendo suo padre che virò troppo velocemente finendo per provocare un incidente che provocò la sua stessa morte.
A quel tempo, il primo pensiero di Seichi fu quello di scappare; Corse a perdifiato mentre Kaori urlava a squarciagola. Era ormai lontano quando gli uomini della polizia riuscirono a raggiungere l’auto nel dirupo.

 
********

Caos!  

Il rumore assordante del traffico metropolitano; le lunghe ed interminabili code che si formavano dietro ad un semaforo rosso; il via e vai della folla dei passanti in giacca e cravatta che giravano per le vie di Tokyo, lo avevano nuovamente destabilizzato. 
Ryo stava osservando tutto questo con gli occhi spaesati e preoccupati..

Era forse questa la vita che Ryo Saeba voleva fare?

Si stava domandando l’uomo seduto sul sedile passeggero. Era una realtà così lontana e così diversa da quella che dal suo risveglio stava immaginando per sé.

Kaori poteva avvertire molto chiaramente il senso di disagio che provava.

<< Andrà tutto bene vedrai! >>

Gli disse con un sorriso forzato.

Andrà veramente tutto bene?

Si stava invece domandando.

Si sentiva così impotente davanti a quell’uomo. Ryo Saeba l’aveva sempre protetta da ogni pericolo, con lui si sentiva sempre al sicuro.
Ma ora aveva accanto un uomo dallo sguardo spaesato e tremante. Ora era lei che si sentiva in dovere di proteggerlo.
Era consapevole della delicatezza del suo compito; Doveva difenderlo dall’idea che lui stava avendo di se stesso, glielo leggeva in viso.

Era consapevole che il luogo che City Hunter aveva da molto tempo deciso di difendere e considerava casa era diventato la tana dei lupi. Quell’uomo sarebbe riuscito a sopravvivere? Lei sarebbe riuscita a difenderlo?  
Li avvertiva quegli occhi, quelli che si trovavano dietro uno o più mirini. Aveva cercato di tornare a casa il meno possibile proprio per evitarli. Ma dal giorno del matrimonio quegli occhi invece di diminuire aumentarono sempre di più.

Era consapevole inoltre che l’obiettivo non era lei. In un secondo avrebbero potuto ucciderla, ma in tutte quelle settimane non l'avevano ancora fatto. Il loro obiettivo era Ryo Saeba.

Seichi non riusciva a crederlo. Quell’uomo Ryo Saeba era ancora vivo, ma non era lo stesso uomo, quello che era riuscito a tenerlo lontano da sua nipote. Gli stava puntando la pistola proprio al centro della tempia e lui, quell’uomo non aveva mosso un muscolo, possibile che non se ne fosse accorto?
Erano vere quindi le voci che aveva sentito? City Hunter era davvero morto?
Sua nipote però l’aveva percepito subito il pericolo. Seichi non ebbe nemmeno il tempo di pensare se premere o meno il grilletto che la donna lo aveva già portato all’interno dell’edificio.

<< Bentornato a casa!>>

Gli disse con finto entusiasmo che si spense non appena i suoi occhi incontrarono gli occhi di un “bambino spaesato”.
Gli fu difficile ambientarsi, tutto gli era sconosciuto persino il suo letto che lo aveva ospitato per così tanti anni.

La sua camera aveva solo lo stretto necessario. 

Un semplice letto in metallo da una piazza e mezza, con le lenzuola stropicciate testimonianza del fatto che il letto era sempre sfatto. Un comodino di legno spoglio con un cassetto centrale. A far da decoro sopra di esso non era posizionata nemmeno un abat jour o una sveglia. Al posto delle tende delle semplici veneziane. Si sorprese infine nel notare che non c’era nemmeno un armadio ma una semplice cassettiera che nemmeno si abbinava al comodino.

Chi ero? Chi era Ryo Saeba. Questa stanza non ha nulla di personale, sembra quasi una stanza di albergo. Una camera come tante altre.

L’open Space invece era completamente diverso, quella stanza parlava molto. Raccontava di Kaori.

La donna l’aveva personalizzata con delle tende che si abbinavano con il centrotavola. Alle pareti c’erano appese molte foto che la ritraevano con suo fratello, rare erano le fotografie invece in cui era presente anche Ryo Saeba e tra queste nessuna in cui erano ritratti solo loro due, c’era sempre anche suo fratello Hideyuki.
Sulle mensole c’erano addirittura dei vecchi peluche che sicuramente appartenevano a lei.

Chissà quanti ricordi ci sono all’interno di queste pareti.

Per quanto si sforzasse però non ne riusciva a ricordare nemmeno uno.

Da quel giorno, passarono intere settimane.

Ryo aveva studiato ogni centimetro della casa, ma purtroppo nessun oggetto gli faceva riportare alla memoria nemmeno un frammento di ricordo.

Dove si nascondevano i ricordi del suo passato? sembrava proprio che Ryo Saeba avesse fatto di tutto per celare, ma lo aveva fatto per nasconderli agli altri o a se stesso?
Erano questi i pensieri che, per giorni e notti, lo tormentavano.

Credeva che tornando a casa la sensazione di smarrimento passasse.
Credeva davvero di recuperare la memoria una volta che avesse visto l’appartamento, ma non fu così.

Quell’appartamento era più estraneo della clinica nella quale aveva vissuto fino a poco tempo prima. 


Nei giorni a seguire Kaori aveva fatto di tutto per farlo sentire a proprio agio e cercare di riportarlo alle sue abitudini. Quelle che aveva quando non lavorava.
Ogni mattina andavano a prendere il caffè al Cat’s Eye.
Ogni mattina Ryo si trovava di fronte un uomo alto due metri.
Ogni mattina si domandava come una giovane e bellissima donna avesse potuto innamorarsi di quell’armadio.
Ogni mattina puntava l’occhio all’anello di Kaori tormentandosi sul fatto lei fosse sposata ma passasse il suo tempo con lui.

Dove sarà finito suo marito?

Due grossi dubbi negli ultimi giorni lo stavano assalendo. Kaori forse era stata sposata ma di certo ora non lo era più.

Che fine aveva fatto quell’uomo?

Era forse morto? L’idea che questo potesse essere successo lo tormentava ancora di più accusandosi del fatto che, come per Hideyuki, avrebbe potuto esserne lui la causa.

Era forse separata? E una bizzarra idea stava girando nella sua testa. Era forse stata sposata con lui,  Ryo Saeba
Averla per casa era l’unica sensazione che lo faceva rassicurare. Si sentiva bene con lei a fianco, era una sensazione così famigliare e così intima che si convinse che Ryo Saeba avrebbe potuto tranquillamente essere il suo ex marito.

Il fatto però che lui la fede non la portava lo aveva fatto giungere ad una conclusione. Era stato lui a lasciarla.

L’idea lo faceva sentire sempre più male. Lei Kaori lo doveva amare molto, dopo tutto gli era ancora al suo fianco.


 
******
Rieccomi qui! Volevo lasciarvi un altra piccola "nota" per me molto importante, ma che penso in molti lo abbiano già notate.
Sto chiamando Ryo Saeba solamente l'uomo del passato, ovvero Ryo prima della perdita della memoria. E fino al capitolo precedente lui era solamente un "uomo" che rifiutava di essere stato quel Ryo... Quel Ryo Saeba.

Solo in questo capitolo, se non ricordo male, ho iniziato a dargli un nome "Ryo". Anche quell'uomo è ancora molto confuso sta comunque cercando di reagire, non è più un "uomo senza identità" ha un nome Ryo. Anche se non riesce ad accettare di essre stato quell'uomo Ryo Saeba, ne accetta però almeno il nome Ryo perchè è il primo nome con cui si è sentito chiamare quando si è risvegliato.

alla prossima ^_^
Dany
   
 
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