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Autore: eddiefrancesco    27/11/2021    1 recensioni
Incuriosita dall' inaspettata eredità che le ha lasciato la sua madrina, un'eccentrica signora conosciuta come la strega di Wychford, la contessa Octavia Petrie decide di andare a dare un' occhiata alla nuova proprietà.
Ma arrivata in quella splendida villa di campagna a causa di un equivoco viene scambiata per una istitutrice dal tenebroso Edward Barraclough, il nuovo affittuario e dalle sue nipotine.
Ma ancora non sa in che guaio è andata a cacciarsi!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Dopo aver chiacchierato per un po' con Lisette di questioni più leggere, Octavia la riportò in South Audley Street. Era sorpresa per l'intransigenza di Edward Barraclough. La disputa sui confini doveva essere stata davvero aspra per aver causato tanti problemi in famiglia. Comunque, forse, per Lisette era stato meglio così. La sera del ricevimento di Gussie, il duca rientrò in ritardo proprio mentre lei stava per rinunciare alla sua presenza dando inizio alla cena senza di lui. Era accompagnato da un giovanotto alto e attraente, con i capelli chiari e gli occhi azzurri. Le presentazioni furono affrettate, ma il duca sorrise alla moglie e presentò il suo protetto come il pronipote di Billie Farquhar, Richard Aransay. «Siete il benvenuto, sir. Dovete perdonare la mancanza di formalità di questa sera. La casa è stata preparata per la festa che seguirà, e ceniamo nella sala della prima colazione. Potreste scortare a tavola mia sorella Octavia Petrie? Questo è mio fratello, il tenente Petrie. Immagino che due giovani come voi troveranno molte cose da dirsi! Andiamo?» intervenne Gussie. Octavia trovò Mr. Aransay un piacevole compagno di tavola. Aveva appena passato alcune settimane con il suo prozio, e l'irriverente resoconto delle attività dell'eccentrico gentiluomo le ricordò Tom Peyne. Per un po' scordo' le sue ansie per Lisette e l'offesa per la mancanza di fiducia di Edward Barraclough e poté ridere alle storie di Mr. Aransay che si intrecciavano con quelle del duca, il quale aveva i propri aneddoti da raccontare sul conto di Lord Farquhar. Il tempo passò allegramente e fu una sorpresa quando Gussie si alzò da tavola e annunciò che gli invitati sarebbero arrivati presto. Era ora di prepararsi a riceverli. Le sale da ricevimento di Monteih House erano magnifiche, e quella sera erano state sontuosamente preparate per gli ospiti di Gussie. Un buffet al cui centro troneggiava un'enorme coppa di punch alla frutta era stato allestito nella sala da pranzo tutta stucchi, e valletti in livrea circolavano nelle sale con vassoio di vino e champagne. Non si ballava, ma una piccola orchestra suonava una piacevole musica di sottofondo. Il salone scintillava della luce di centinaia di fiammelle che si riflettevano all'infinito negli specchi che rivestivano i muri, e nell'aria si alzava un brusio di conversazioni punteggiate di risate, sicuro segno del successo della serata. Il duca si era allontanato con Aransay dopo cena, presumibilmente per scambiare con lui altre reminiscenze, perciò Harry, che aveva saputo da Octavia che Lisette sarebbe stata presente, fu libero di girare per le stanze salutando vecchi amici e persone di famiglia, senza mai perdere d'occhio l'atrio in attesa dell'arrivo dei Barraclough. Octavia faceva lo stesso. Questa volta non ci sarebbero stati incontri casuali come quello di Wychford. Quella sera Harry sarebbe stato ufficialmente presentato alla famiglia di Lisette come il tenente Harry Petrie, figlio del Conte di Warnham. Henry Barraclough e signora arrivarono con Lisette, deliziosa in giallo giunchiglia. Quando Octavia presentò suo fratello, Julia sorrise con affettazione. «Abbiamo sentito parlare di voi, naturalmente, tenente Petrie. Vostra sorella ci ha detto che avete lasciato recentemente l'esercito. Le Guardie, vero?» Harry strappò gli occhi da Lisette e si girò con uno dei suoi sorrisi più affascinanti. «Si, Mrs. Barraclough. Mio padre desidera avermi più vicino. Ho sentito che venite da Antigua. Dev'essere un' isola bellissima...» Octavia aspetto' finché non fu certa che Harry avesse in pugno la situazione, poi si scuso'. Girò per le sale, ammettendo finalmente con se stessa che stava aspettando l'arrivo di Edward Barraclough. «Incantevole. Davvero incantevole.» Octavia si girò. Dietro di lei c'era Richard Aransay, gli occhi fissi su Lisette. «Lo è davvero. Una delle stelle della Stagione.» «Vedo che vostro fratello è con lei in questo momento.» «Lisette ha molti ammiratori, sir. Volete che vi presenti?» Richard Aransay sorrise. Octavia si chiese perché questo le diede un senso di disagio. «Dubito che sia necessario, contessina Octavia. Lisette e io ci conosciamo bene. Anzi, oserei dire molto bene.» «Prego?» «Perdonatemi, contessina, il mio nome è Arandez. Richard Arandez. Temo che ci sia stato un equivoco nelle presentazioni, questa sera.» Octavia lo stava fissando allibita. «Voi siete Richard Arandez? Ricardo Arandez?» «Vedo che avete sentito parlare di me. Lisette vi ha raccontato di noi? Mi dicono che vi è molto affezionata.» «Mr. Arandez, perdonatemi, ma non credo che dovreste essere qui! I Barraclough...» «Per qualche motivo noto solo a loro mi hanno allontanato da Lisette. È questo che volevate dire? Ma sono qui su invito, contessina Octavia. Da quando i Barraclough possono decidere chi viene o non viene accolto a Monteith House? Il mio prozio era un carissimo amico del padre dell'attuale duca.» Octavia gli lanciò un'occhiata severa. «Eravate a conoscenza del fatto che Lisette sarebbe stata qui questa sera, sir?» «Diciamo che lo speravo. Devo parlarle.» Guardò Lisette, che stava tra Harry e sua zia Julia. Henry Barraclough era nelle vicinanze. «Ma non ora. C'è un luogo in cui voi e io possiamo scambiare due parole?» Octavia lo fissò per un momento, poi senza aggiungere altro lo precedette tra la folla sino al giardino d'inverno, a cui si accedeva dall'ultima delle sale. «Credo che sia abbastanza privato, sir. Ma vi avverto, non si può dire che io sia ben disposta verso di voi.» «Certo che non lo siete! I Barraclough avranno avvelenato la vostra mente per mettervi contro di me. Ho saputo che siete molto vicina alla famiglia. Ma ritenete di essere giusta, contessina Octavia? Io amo Lisette. Per molti anni l'ho guardata crescere e, incoraggiato dai suoi genitori, ho aspettato con ansia il giorno in cui sarebbe stata abbastanza grande da sposarmi. La morte dei suoi genitori è stata una tragedia per me, oltre che per quelle povere bambine. Non solo ho perduto due dei miei cari amici, ma una promessa di futura felicità con la ragazza che amavo.» Octavia fu colpita suo malgrado, ma chiese a bruciapelo: «Perché siete inviso agli zii di Lisette?» «Mi vedono come una minaccia al loro controllo della fortuna dei Barraclough.» «Dubito che si tratti solo di questo, sir.» Arandez si irrigidi'. «Mi... mi spiace. Non capisco» disse, quasi con cautela. «Non c'è stata una rottura? Una disputa riguardo a certi confini?» L'espressione si rassereno'. Si strinse nelle spalle. «Ah, sì! Quel confine. Ha causato gravi tensioni. Molte più di quante meritasse. Il padre di Lisette si rese conto che non era un vero problema, alla fine.» Guardò Octavia con i chiari occhi dall'espressione schietta. «Ora che mi avete conosciuto, contessina Octavia, pensate che sia il cattivo che sostengono i Barraclough? Lisette e io ci amiamo. Lei non sarà mai felice senza di me e io... Più di ogni altra cosa al mondo desidero avere il diritto di prendermi cura di lei, secondo i voleri di suo padre. Se solo potessi parlarle!» Octavia era combattuta. Provava una certa simpatia per Richard Arandez. Sembrava abbastanza sincero. Le ricordava Tom Payne, e Tom era stato limpido come il giorno. D'altra parte, Edward Barraclough le aveva detto senza mezzi termini che non voleva che Lisette avesse contatti di alcun tipo con Arandez. Cosa doveva fare? Ricardo era in apparenza un giovane rispettabile, introdotto in società dal marito di sua sorella. Sarebbe stato accettato ovunque e alla fine e Lisette avrebbero finito per incontrarsi. Se non lì, certamente da qualche altra parte. Non sarebbe stato meglio che si fossero veduti quella sera, sotto il suo sguardo attento? Avrebbe rischiato le ire di Edward Barraclough, ma del resto a questo era abituata! «Molto bene, signore. Vi porterò da Lisette. Ma non occorre che vi ricordi che è una delle ospiti di mia sorella, questa sera. Non dovete turbarla, né farle alcuna pressione.»
   
 
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