Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Filia martis    29/11/2021    0 recensioni
Quando il fratello perde la guerra contro il Nord, Sveva sa che deve agire in fretta per evitare che i suoi nemici invadano il suo regno. Persino scendere a patti con chi è totalmente diverso: il suo nemico.
Ma gli dèi hanno in mente altri piani ...
Genere: Guerra, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Thromos

L'inverno sta ormai terminando nella regione di Moolor e presto porterà con sé la tanto agognata primavera, con le sue giornate più lunghe, più luminose e gioviali. Le feste saranno numerose nel Nord, destinate a celebrare la grandezza degli dèi e quella della mia famiglia; tuttavia i festeggiamenti non sono di mio interesse: la cattura dell'Erede dell'Ovest è la mia priorità ora.

Il bamboccio dei Leoni ha osato troppo invadendo i miei confini e dovrà essere punito.

Mio padre mi ha sempre redarguito a non offendere in alcun modo la città-stato dell'Ovest, ma l'attacco dell'Erede dei Leoni nei confronti di Irmye non può e non deve essere ignorato: Kyrill Turnaxes ha tirato troppo la corda e questa si è spezzata.

Non c'è voluto molto a fermare l'avanzata dei Leoni all'interno delle mie terre, ma più faticoso è stato farli desistere: messi a confronto con tutti gli altri miei nemici, i Leoni hanno dimostrato molta più resistenza e tenacia, ma nulla è servito per frenare il mio esercito dal travolgerli. So che mio fratello Gund ha ferito il figlio minore dell'Imperatore dell'Ovest, Darios Turnaxes, durante l'ultimo fatidico scontro e questo ha permesso al mio esercito di sfondare l'ala destra delle milizie nemiche. Una gran fortuna per i miei uomini, che così hanno sbaragliato le linee più forti dell'esercito di Irmye: la Guardia Leonina.

Peccato solo che, prima di poter mettere le mani sull'Erede dell'Ovest, egli sia fuggito come un coniglio impaurito, abbandonando anche i suoi uomini, che finiranno per rinfoltire il mio esercito o la mia servitù; tutto dipenderà da ciò che decideranno i soldati di Kyrill Turnaxes e, una volta presa una determinata strada, non potranno più tornare indietro.

Osservo i Dragoni di fuoco mentre incendiano alcuni alberi, comandati dal determinato Edan, Signore del Fuoco e mio fratello minore.

«Thromos!»una voce familiare riecheggia nella valle.

Mi volto verso destra e vedo mio fratello Xcoros, Signore delle Tempeste d'aria, venirmi incontro a grandi falcate. Il suo fisico è alto e possente quanto il mio, merito degli estenuanti e infiniti allenamenti a cui ognuno di noi fratelli è stato sottoposto fin da piccolo da nostro padre. È proprio la nostra figura la prima delle cose che incute timore nel nemico ed è grazie al nostro corpo resistente che possiamo marciare per giorni e giorni senza sentire fatica e stanchezza.

Intreccio i miei occhi con quelli azzurri di mio fratello. «Che notizie porti, Xcoros?»

«Pare che l'Erede dell'Ovest sia sparito subito dopo aver messo in salvo suo zio, ferito da Edan in combattimento.»mi informa lui, fermandosi di fronte a me con le gambe divaricate, come se attendesse da un momento all'altro di muoversi velocemente ad un mio ordine d'attacco. «Crediamo si sia nascosto all'interno della foresta.»

Faccio una smorfia. «Quindi, per catturarlo, dobbiamo invadere Sphores ...»

«E nostro padre non è d'accordo.»

Sposto di scatto il mio sguardo a sinistra, dove si è appena fermato Gund, quartogenito dei Vhoranys e Signore delle Foreste. Gund reca con sé una pergamena con il sigillo della nostra famiglia, che sicuramente non porta ottime nuove, stando alle parole di mio fratello.

«Cosa scrive il vecchio?»domanda Xcoros, indicando con un cenno del mento la pergamena tra le mani di Gund.

«Ci proibisce di varcare i confini di Sphores.»risponde il più piccolo tra di noi, porgendomi il pezzo di pelle ovina, che srotolo e leggo d'un fiato.

Impreco contrariato e lancio la pergamena nel fuoco. «Se non posso sconfinare, non troverò mai quell'idiota!»

Il divieto di mio padre di invadere Sphores non mi consente di catturare Kyrill Turnaxes né di vendicarmi del torto subìto!

«Per quale motivo nostro padre non ci permette di dare una lezione ai Leoni?»chiede Xcoros, mentre fissa la pergamena ardere con espressione accigliata.

Vorrei proprio sapere cosa passa per la testa del vecchio! Che razza di figura farei con i miei uomini se ora fermassi l'avanzata? E se i prigionieri ridessero di me perché interrompo l'azione? Non posso permettere una cosa di tal genere, né obbedirò agli ordini di mio padre! Ormai è giunto il momento, per me, di lasciare la presa sul mantello paterno e di camminare con le mie gambe, a costo di disobbedire all'Imperatore!

«Continuate con l'attacco.»ringhio, mentre i miei fratelli mugugnano.

«Ci toccherà una lavata di capo peggiore di una marcia di tre settimane!»sbruffa Gund.

«Ma Sphores deve pagarla.»gli ricorda Xcoros, schierandosi quindi dalla mia parte senza alcun ripensamento.

«E chi ha detto che Sphores non deve pagare?»ammicca Gund, afferrando i suoi pugnali e sorridendomi. «Allora, da che parte devo fare avanzare i miei uomini?»

Ringrazio il grande dio Moten per i fratelli che ha messo al mio fianco e ringrazio mia madre per averci fatto crescere tutti uniti e per averci insegnato ad essere rispettosi l'uno dell'altro. L'Imperatrice ci ha sempre ribadito che noi fratelli siamo spada e scudo dell'Impero e che solo sostenendoci l'un l'altro porteremo molta altra prosperità al Nord. E avere Sphores nelle mie mani farà di me un signore ancora più potente di mio padre.

Sorrido ai miei fratelli e faccio per parlare, quando Edan intima ai suoi di smettere di fare sputare fuoco ai Dragoni. Gund aggrotta la fronte confuso e si volta per guardare nostro fratello, mentre Xcoros ed io rimaniamo impassibili e in attesa di comprendere il motivo per cui Edan ha fermato l'attacco.

Ha forse trovato quell'imbecille di Kyrill Turnaxes? No, dubito; altrimenti Edan avrebbe anche dato l'ordine di cattura.

«Chi diamine sono?»fa Gund, cercando di scorgere qualcosa attraverso le alte fiamme che divampano nella foresta.

Anch'io guardo nella stessa direzione e noto immediatamente alcune figure stagliarsi tra le lingue di fuoco che danzano sul terreno, fino a sparire in nuvole di fumo nero: è la figura al centro del gruppo a spegnerle con un gesto della mano, mentre cammina con fare incerto e guardingo verso di noi, avvolta in un'armatura luccicante e recante arco e frecce.

Xcoros e Gund si armano immediatamente e si mettono tra me e il gruppo appena arrivato, scortato da Rafael e Gunnar.

«È uno scherzo ...»mormora Gund, osservando incredulo la minuscola figura circondata da alcuni uomini e da una donna. «È ...»

Rafael si ferma a distanza di sicurezza e mi rivolge un inchino. «Mio Signore! La Principessa Reggente chiede un incontro per fermare la tua avanzata nei territori dei Leoni.»

Assottiglio gli occhi. La Principessa Reggente? L'Imperatore non ha perso tempo a diseredare il nipote e a detronizzarlo, così da salvaguardare Sphores: è risaputo infatti che, tra le città-stato, una guerra iniziata da uno, non può essere risolta da qualcun altro al suo posto, perciò viene interrotta e "amici" come prima.

Astuto il Signore dell'Ovest!

Studio la figura centrale del gruppo, in sella ad una Leonessa bianca con un'armatura di argento più grande e pesante della persona che si trova al suo interno.

Scoppio a ridere e anche i miei fratelli non possono fare a meno di sghignazzare per la scena: la Principessa dei Leoni crede davvero di impressionarmi così?

«Trovo di cattivo gusto ridere durante una situazione così delicata.»dice una voce piena di insicurezza e paura da sotto l'armatura.

«Ebbene, vi presentate al mio cospetto con un'armatura più grande di voi e credete che io possa prendervi sul serio, Principessa?»ghigno io.

Lei posa con eleganza e leggiadria i piedi a terra, poi si toglie l'elmo e lo lascia ad un uomo alla sua sinistra; peccato però che non è il suo viso ciò che vedo, ma un cappuccio bianco che le avvolge il capo, consentendomi di vedere solo il suo collo sinuoso ed elegante.

«Avete ragione!»concorda lei, facendomi pensare che stia trattenendo una leggera risata. «Non sono nata per combattere e non ho mai indossato la mia armatura per capire se mi calzasse bene o meno.»

«Deduco che abbiate capito che dovrete rivedere le misure dei vostri indumenti da guerra.»continuo, cercando di scorgere il suo viso da sotto il cappuccio.

Assottiglio gli occhi, provando a immaginarmi il suo volto sotto la pesante stoffa che lo nasconde alla vista di tutti. Chiudo le mani in due pugni e stringo i denti, irritato dal non poter guardare i suoi occhi. Le voci sul conto della figlia di Seiros Turnaxes decantano la bellezza della fanciulla e la dolcezza del suo visoperciò per quale motivo la Principessa si nasconde al mondo intero?

Gund mi si avvicina. «Perché ha il volto coperto?»

«Cosa posso fare per voi, Erede del Nord?»mi domanda lei, lasciando me e i miei uomini di stucco. «Ditemi come posso risolvere ciò che mio fratello ha causato.»

Le sue parole mi sorprendono, ma non lo do a vedere: per quale motivo la fanciulla vuole "risolvere" ciò che il fratello ha iniziato? La colpa non è sua. È stato Kyrill ad avanzare nei territori di Irmye, non la Principessa dei Leoni. È l'Erede dell'Ovest che dovrebbe presentarsi davanti a me e affrontarmi da uomo.

«È stato vostro fratello a costringervi a presentarvi al mio cospetto?»le chiedo, provando a carpire ogni suo movimento.

«No, Distruttore.»scuote la testa lei. Al solo udire il mio nome di battaglia pronunciato dalle sue labbra, ogni fibra del mio corpo si tende e si rilassa, pregando affinché lei ripeta il mio nome. «Sono venuta qui per mia decisione, perché non ho intenzione di portare avanti una guerra che non è di interesse per me né per Sphores.»

«Non lo è nemmeno per me, Principessa.»concordo. «Tuttavia, vostro fratello Kyrill ...»

Ammutolisco nel vederla avvicinarsi ancora di più a me, seguita da Rafael e Gunnar, tesi come delle corde di cetra. Xcoros e Gund si irrigidiscono e avanzano verso la fanciulla, facendo sussultare tutti coloro che sono giunti fin qui con lei.

«Sveva, non ti avvicinare!»le ordina il Re delle Fenici. «Resta qui!»

Gli ordini che le dà suo zio mi infastidiscono: per la prima volta in assoluto nella mia vita, desidero che la fanciulla mi venga vicino per sentire il battito del suo cuore e il suo profumo. Tuttavia lei sembra ora indecisa tra il restare dove si trova - e quindi troppo lontana da me - e il continuare a camminare.

Digrigno i denti e sento il mio viso storpiarsi in una smorfia brutale. «Non ho intenzione di farle del male, Fenice!»

Lei sussulta per il tono incattivito che ho usato nei confronti di suo zio, mentre quest'ultimo mette mano alla sua spada, indispettito dal mio modo di rivolgergli parola. Nessuno dice o fa nulla, rimaniamo tutti sospesi in una bolla di silenzio assordante e fragile inerzia.

La sento schiarirsi la voce, poi consegna il suo arco e le sue frecce a Gunnar, ringraziandolo con una dolcezza che non ho mai ricevuto nemmeno da mia madre; infine la Principessa si rivolge nuovamente a me. «Così posso avvicinarmi a voi senza irritare i vostri uomini?»

Inarco un sopracciglio, mentre un angolo della mia mente registra i sussulti di sorpresa dei miei fratelli: questa fanciulla è o troppo stupida o fin troppo coraggiosa se vuole venirmi vicina disarmata; e forse devo ammettere con me stesso che la Principessa dei Leoni inizia a stuzzicare il mio interesse e la mia curiosità così tanto che sarebbe un peccato non esaudire la sua richiesta.

Annuisco lentamente, posando le mani sulle spalle dei miei fratelli e aprendomi un varco tra i loro corpi. La tensione è talmente pesante, che posso percepirla schiacciarmi il capo, le spalle, il petto, mi circonda le gambe e le braccia, stritolandomi gli arti con forza e sparendo appena mi ritrovo a pochi centimetri da lei.

Riesco finalmente a udire il battito accelerato del suo cuore e il suo profumo di pesca leggermente attenuato dalle fragranze che si usano per pregare; deve aver pregato gli dèi prima di raggiungermi nella Foresta. Inspiro di nuovo, trovando l'odore acre della sua paura, che quasi mi fa venire voglia di prenderla e portarla al mio castello, per tenerla al sicuro dal mondo intero.

Sgrano gli occhi e scuoto la testa, come a scacciare questo pensiero. Che diamine mi prende? Portarla al sicuro dal mondo intero? Nel mio castello? Il mio nemico nel mio castello? Forse sto impazzendo.

«Devo ... Devo ringraziarvi, Distruttore.»

Chiudo gli occhi ed espiro lentamente. Eccolo di nuovo, il mio nome sulle sue labbra. Come può essere così interessante sentirlo pronunciare da lei? Il mio nome di battaglia, che per troppi è stato e sarà sempre motivo di terrore, detto da lei assume una connotazione più positiva, quasi stesse chiamandomi "amico mio", non con ironia, quanto con sentimento.

«Vostro ... Vostro padre mi disse, alle esequie del mio, che lo stavate vendicando, ad Anderon.»continua lei, ignara della tempesta in atto nella mia testa e anche più giù della mia testa. «Vi ringrazio per avergli reso giustizia.»

Il suo capo si china leggermente, quasi impercettibilmente ed io non posso sopportare che sia lei a chinare il capo. «Alzate lo sguardo, Principessa. Il terreno non è degno dei vostri occhi.» Lei sussulta sorpresa dalle mie parole e forse sorpreso lo sono un po' anche io, ma non do il tempo né a me né a lei per rielaborare ciò che ho appena detto. «Ad Anderon, i miei fratelli e io abbiamo vendicato vostro padre e tutti coloro che hanno sacrificato la loro vita per difendere Moolor, per cui non dovete ringraziarmi: è stato un dovere a cui il mio onore di guerriero doveva rispondere.»

Lei rimane in silenzio e immobile, probabilmente fissandomi. «Ebbene, io voglio comunque ringraziarvi. Lasciate che mi sdebiti con voi, chiedendovi cosa posso fare per rimediare a ciò che mio fratello ha fatto.»

Assottiglio gli occhi e la fissò intensamente. «Volete davvero sdebitarvi con me, Principessa?»

Lei annuisce con decisione, portando la mano destra al petto. «Sì, vi prego!»

Deglutisco e quasi mi strozzo con la mia stessa saliva, immaginandola mentre mi ripete queste stesse esatte parole in un altro contesto e con tono ancor più supplichev ... Scuoto la testa con energia, sentendo i denti sbattere tra di loro: non ci troviamo né nel luogo più consono né nel momento più opportuno perché io lasci andare la mia immaginazione come fosse un cavallo selvaggio. Siamo nel bel mezzo di uno scontro, anche se più diplomatico che fisico ormai; e se questo scontro deve terminare, allora terminerà come voglio io e cioè con il Nord vittorioso come sempre.

«Consegnatemi vostro fratello Kyrill.»le dico, col tono di voce di chi ammette solo una risposta, quella dell'obbedienza.

«La Principessa non sa dove si trovi suo fratello!»ringhia uno dei damerini che la fanciulla si è portata dietro.

Lei sussulta, ma non si volta verso i suoi uomini, mentre io lancio un'occhiataccia all'uomo che ha preso parola senza essere invitato a farlo. «Nessuno ha chiesto il vostro intervento, Leone! La vostra Reggente è capace di rispondermi da sola. Un'altra intromissione e ordino ai miei uomini di percorrere da cima a fondo i vostri territori.»

Noto con la coda dell'occhio che la ragazza rabbrividisce per la paura, poi mi dà le spalle. Inarco un sopracciglio: possibile che sia così sprovveduta da non pensare che potrebbe darmi modo di avvolgerla tra le mie braccia per farne la mia prigioniera? Essere coraggiosi non è un difetto, anzi; tuttavia la Principessa dei Leoni esagera nel non prestare attenzione alla sua sicurezza personale.

«Generale Henea, vi prego!»la sento dire con un filo di voce. Stringo di nuovo le mani in due pugni, infastidito dal fatto che ora la fanciulla stia supplicando quell'idiota, anche se non dà a quello scimunito il tempo di replicare, poiché ella si rivolge nuovamente a me. «Mi angustia non potervi aiutare, Distruttore: da che ho aperto gli occhi, questa mattina, non ho visto nemmeno per un secondo Kyrill. Persino mio zio, che ora si trova nel Castello di Fehu a Reegolot con i nostri medici, non ha incrociato il mio cammino.»

Respiro l'aria attorno a noi e dalla fanciulla giunge un odore di brezza marina, cristallino e puro: dice la verità. Perciò Kyrill è fuggito sia dal suo nemico sia dalla sua famiglia. Un perfetto stronzo che abbandona sua sorella alla mercé del suo nemico. Ma che diamine di uomo è uno che lascia dietro di sé solo guai, senza pensare al benessere e alla sicurezza della propria famiglia?

«Permetteteci di entrare a Sphores e di cercarlo.»si intromette Xcoros, avvicinandosi alla Principessa, che sussulta allarmata e spaventata.

Un ringhio si leva nella Foresta e mio fratello diventa di ghiaccio, bloccandosi immediatamente sul posto. Non capisco per quale motivo si volta verso di me finché non realizzo che sono stato io a ringhiare come una bestia selvaggia. Impreco e cerco di controllarmi, ma questo non basta a farmi distendere i nervi e ad evitare lo sguardo arcigno che lancio a mio fratello.

«Cosa ti prende, Thromos?»domanda con un filo di voce Gund, venendomi vicino.

Ecco e ora cosa rispondo? Posso forse dire che mi infastidisce che Xcoros si sia avvicinato troppo alla fanciulla? Assolutamente no. Fuori discussione. No, no. Non posso espormi così, sebbene la Principessa mi faccia uno strano effetto ...

Mi schiarisco la voce quando mi accorgo che tutti stanno attendendo che io dica o faccia qualcosa, proprio come Gund aspetta una mia risposta. «Xcoros, resta indietro o spaventi la Principessa.»

Ah certo, bravo coglione! Questa secondo te è una giustificazione per il ringhio che hai rivolto al tuo pistos, al tuo braccio destro, davanti a degli estranei che al momento sono tuoi nemici?

*Grandioso, ora parli anche da solo?*, Mi schernisce il mio dragone Thanter.

«Dovrò parlarne con mio fratello Raebert, ma credo non ci siano problemi.»dice la Principessa dei Leoni, sorvolando l'imbarazzo e la confusione del momento. «Vi chiedo solo di non spaventare il mio popolo: Kyrill è il solo colpevole per tutta questa vicenda e la sua pena è già stata decisa dalla nostra famiglia. Se egli dovesse venire punito, i Turnaxes non interverranno, poiché è stato disconosciuto da mio nonno.»

Sgrano gli occhi sorpreso. Devo riconoscere che, per i Leoni, le pene per le colpe di ogni singolo individuo sono le stesse anche per la famiglia imperiale: il disconoscimento è una scelta grave, difficile e non reversibile, una scelta che, una volta presentata agli dèi, non può più essere revocata dai mortali.

Ora vorrei studiare i suoi occhi per capire cosa le passa per la testa, ma il cappuccio bianco che indossa non me lo permette. Per quale motivo poi ha il viso coperto?! Questa cosa mi innervosisce e mi irretisce allo stesso momento. Voglio sapere cosa pensa del disconoscimento del fratello, anche se già mi ha fatto capire che è d'accordo con la scelta di suo nonno ...

«Zio Igor!»fa lei, voltandosi verso i suoi uomini. «Fate venire qui Raebert, per cortesia.»

 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Filia martis