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Autore: elenabastet    29/11/2021    2 recensioni
Una vita sentimentale un po’ più lunga per Oscar e André, partendo da un what if, se le cose fossero andate diversamente. Può essere letta come un seguito di Frantumi, ma anche come storia indipendente. Chiedo scusa se è un po' melensa, ma è un periodaccio e avevo bisogno di tirarmi su.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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AGONIA E GIOIA

 

Rating: tematiche adulte, amore fisico, sentimenti, un po’ OOC

Fandom: Lady Oscar.

Note: una vita sentimentale un po’ più lunga per Oscar e André, partendo da un what if, se le cose fossero andate diversamente. Può essere letta come un seguito di Frammenti, ma anche come storia indipendente.

 

Un giorno dissi a Fersen che l’amore può portare alla felicità completa o ad una lenta e triste agonia. In quel momento, vivevo una lenta e triste agonia, perché lui mi aveva fatto capire di provare solo amicizia per me e respingeva il fatto che fossi una donna innamorata di lui. Mi notò in abiti femminili, ero la più bella di tutte le dame di Versailles, come fui definita a mia insaputa, ma non riusciva ad amarmi e mi disse Se avessi saputo che donna eravate io forse vi avrei amata.

Il sentimento che provai per il conte Hans Axel di Fersen era un amore che mi causava dolore, per quello volevo annullarmi, lasciare tutto, soffocare la donna che ero e sono, sentirmi un uomo, come se un uomo non soffrisse e non amasse.

Non volevo più sentire dolore, sentire questa angoscia che mi distruggeva, l’angoscia di non essere contraccambiata, in quello che credevo un amore assoluto.

Ma le cose cambiano, e se i percorsi del dolore e dell’angoscia sono infiniti, anche quelli della felicità possono esserlo.

Ero a pezzi, il mio cuore era distrutto e il mio animo era pieno di rabbia: per questo la scatenai su chi mi era più vicino, il mio amico fraterno André, con me da quando eravamo piccoli, in ogni giorno lieto e in ogni giorno triste.

La sua presenza, preziosa da sempre per me, mi era diventata di colpo fastidiosa, non volevo appoggiarmi più né a lui né a nessun altro, e quindi, poco dopo che aveva perso il suo occhio sinistro colpito in duello per non essersi riguardato ed essere venuto a salvarmi, lo congedai in modo brusco.

Non l’ho guardato in volto, perché non ne avevo il coraggio, volevo essere superiore a tutti, pur sapendo quanto André tenesse a me, e pur sentendomi ferita anch’io da me stessa, in quel momento decisi che l’avrei cancellato dalla mia vita. Ricordo le parole fredde e orgogliose che gli rivolsi:

“Dal momento che ho deciso di vivere come un uomo, volevo dirti che non intendo più continuare ad avere il tuo aiuto André. Vedi, io ancora non so quale sarà il mio prossimo incarico, ma appena lascerò la Guardia Reale, credo che non avrò più alcun bisogno di te. Devo imparare a vivere senza dovermi appoggiare a nessuno. Buona notte, André”.

Oggi mi sento in colpa per averlo ferito così, anche se lui alza le spalle e dice che ha dimenticato tutto: ma in quel momento anche lui mi ferì, dicendo quelle parole spiazzanti:

“Anch'io ti devo dire una cosa: una rosa è una rosa, anche se essa sia bianca o rossa. Una rosa non sarà mai un lillà, Oscar.”

A volte. penso con dolore allo schiaffo pieno di rabbia che gli dieci, penso che tutti i baci e le carezze che posso donargli non lo cancelleranno mai, senza contare poi come lo afferrai. Per contro, André non riesce a perdonarsi quello che mi fece dopo, i polsi stretti dalle sue mani per ricordarmi che come uomo era sempre stato più forte di me, anche quando se le prendeva da ragazzo, quel bacio invasivo che non fu brutto ma che mi sconvolse al momento, quell’abbraccio selvaggio, quella caduta sul mio letto, dove per la prima volta capii cosa voleva avere a che fare con la passione cieca di un uomo. E poi, quell’umiliazione, che io ho dimenticato e lui no, la camicia strappata, il mio corpo a nudo.

Tutto degenerò, con il mio pianto di orgoglio ferito, lui che mi chiedeva perdono, distrutto e che mi dichiarava il suo amore. E in quel momento sentii mio il suo dolore, perdersi dietro a qualcuno che non ti voleva, e non potei non chiedergli perdono per averlo fatto soffrire per tutti quegli anni.

La mia rabbia e la sua passione frustrata si incontrarono in quell’alterco, che di colpo cambiò di tono: io volevo essere a tutti i costi un soldato senza sentimenti, ma non era possibile, e quello che accadde dopo cambiò tutto tra di noi.

Anche qui mi sfogai e ci sfogammo, come quella volta al lago, quando lo presi a pugni perché non volevo diventare capitano della guardia della regina, ma dovevo sottostare al volere di mio padre anche se André diceva che dovevo essere libera di scegliere: facemmo però altro che prenderci a pugni, un qualcosa mai successo tra di noi, l’unica cosa tra di noi che non era mai successa.

Con André avevo diviso anche momenti imbarazzanti, come le sbronze, ma quello che facemmo era qualcosa di nuovo, qualcosa a cui non pensavo, nemmeno con Fersen, che tanto non mi avrebbe mai voluta come una donna. Non ci fu violenza, non ci fu sopraffazione, non dissi di no alla sua passione e le poche lacrime che piansi non erano di orgoglio e paura, ma di solievo e appagamento. Anzi, dopo la sberla che aveva scatenato tutto, fui di nuovo io quando mi strinse per confortarmi e amarmi a tirargli dei pugni sul petto, neanche tanto leggeri, urlando:

“Perché non mi ha voluta per quello che sono! Perché non posso essere un uomo!”

André mi lasciò sfogare, e poi mi fece capire che oltre alla lenta e triste agonia e alla felicità completa ci sono altre possibilità, anche soltanto provare desiderio e piacere, sentirsi voluti da qualcuno per quello che si è, appartenersi e cominciare a non sentirsi più a pezzi.

Da allora è passato un po’ di tempo, sono cambiate tante cose nella mia vita, ma André è rimasto con me. André che non si perdona di aver ceduto alla passione, ma senza quello oggi non avremmo questo, André che soffre pensando alle mie lacrime di spavento e umiliazione, anche se da quelle sono scaturite altre emozioni. André a cui devo dire che l’unica cosa che danneggiò quella sera è stato il mio orgoglio, e solo per poco, non certo una mia integrità fisica che sono felice di avergli donato, perché solo lui era degno di averla, dopo tanti anni insieme.

Non rinuncerò mai a essere quella che sono, non mi interessa se sono una rosa, un lillà o entrambi, ma so che di quello che sono fa parte anche André. Faceva già parte prima della mia vita, ma ora ne sono consapevole. Ora che dormiamo insieme, ora che ci amiamo con il corpo e con il cuore.

“Tu non sei un ripiego”, gli dissi qualche giorno dopo.

“Sono felice che me lo dici, ma sai a me non importerebbe, essere unito a te ormai anima e corpo mi basta”.

“Ma io voglio che tu capisca che ogni giorno che passa io sto meglio. Sono sempre stata bene insieme a te, e non riesco a capire come per tanti anni non mi sia mai accorta di te...”

“Ma tu sapevi che esistevo! Quando affrontasti re Luigi XV per salvarmi la vita, quando mi promettesti che se fossi morta in duello avrei tenuto il tuo piccolo tesoro, quando mi hai coinvolto nell’educazione di Rosalie, quando hai voluto dividere con me momenti di festa… C’era solo una cosa che mancava tra di noi, e ora c’è”.

A volte mi chiedo cosa amassi tanto in Fersen, che era irraggiungibile e impossibile? André c’è invece da sempre o quasi, conosce tutto di me, come mi ripete quando stiamo abbracciati a darci calore reciproco:

“Conosco il tuo sguardo di quando volevi colpirmi da ragazzina, conosco il tuo sguardo quando sei indignata, conosco il tuo sguardo quando qualcosa ti appassiona, conosco il tuo sguardo quando sei felice, conosco il tuo sguardo quando sei preoccupata, e ora conosco anche altri tuoi sguardi e reazioni, molto intimi ed eccitanti… non ho bisogno che tu confermi il tuo amore per me, io so già tutto. So quanto hai sempre tenuto a me”.

L’amore non è solo lenta e triste agonia o felicità completa, è anche ridere insieme, per stupidaggini, ricordando che lo fai da sempre con quella persona. L’amore è condivisione di tutto da una vita, e adesso sai perché lo fai, l’amore è svegliarti vedendo chi è nel tuo cuore e andare a dormire sapendo che è sempre con te. L’amore è dedizione, è capire l’importanza della gentilezza e della tenerezza, oltre che lasciarsi trascinare dalla passione e dal desiderio, è vivere tanti bei momenti insieme, intensi e travolgenti, pezzi di una vita che si ricompone.

L’amore è chi ti ama per cosa sei, non pretendendo che tu cambi e diventi qualcosa che non senti di tuo, l’amore è chi ti supporta qualunque cosa tu faccia, l’amore è vita insieme, senza se e senza ma. L’amore è quello che mi sta dando André da una vita, e che io cerco di contraccambiare, perché so che non posso fare altrimenti, e non è gratitudine la mia, e nemmeno un ripiego, ma è alla fine un destino, il destino mio, di una donna strana, in bilico tra tante cose ma che in lui ha trovato la sua ragione di vita.

Non rinuncerò mai a cosa sono, ma la mia vita di soldato non esiste senza André, ora lo so.

 

  
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