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Autore: eddiefrancesco    29/11/2021    1 recensioni
Incuriosita dall' inaspettata eredità che le ha lasciato la sua madrina, un'eccentrica signora conosciuta come la strega di Wychford, la contessa Octavia Petrie decide di andare a dare un' occhiata alla nuova proprietà.
Ma arrivata in quella splendida villa di campagna a causa di un equivoco viene scambiata per una istitutrice dal tenebroso Edward Barraclough, il nuovo affittuario e dalle sue nipotine.
Ma ancora non sa in che guaio è andata a cacciarsi!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Edward disse in tono amabile: «Meglio che seguiate Monteith in sala da gioco, Arandez. Non ho alcun desiderio di fare una scenata, ma non sono sicuro di potermi trattenere ancora per molto dal mettervi le mani addosso. Inoltre, restate alla larga da Lisette in futuro. Come sappiamo entrambi, potrei rendervi inviso a tutta Londra, se volessi.» Per un attimo Arandez parve sul punto di protestare, poi si strinse nelle spalle e si allontanò. Edward si girò verso Octavia. «Avete organizzato tutto voi» la accusò. «No, ma l'avrei fatto se avessi immaginato che Mr. Arandez sarebbe stato qui questa sera» ribatte' lei in tono di sfida. «Non mentite, Octavia! Avete architettato tutto con vostro cognato, anche se sapevate molto bene che sarei stato contrario. Come diavolo siete riuscita ad allontanare Lisette da Julia ed Henry?» «Non ho dovuto fare nulla. L'avevano lasciata con Harry.» «Non ci credo! Julia non avrebbe mai fatto una cosa simile. Soprattutto, con Arandez in casa.» «Mrs. Barraclough non sapeva che Ricardo Arandez fosse qui. Ma Harry è un ottimo partito, Mr. Barraclough, e vostra cognata non vede motivo di scoraggiarlo! Perciò li ha lasciati insieme. Sono stata io a portare Arandez da loro. Voleva parlare con Lisette e io... gliel'ho permesso.» Edward si rabbuio'. «Se dovesse succedere qualcosa a Lisette a causa di quello che avete fatto, vi farò pentire di essere nata!» Octavia provò una fitta di paura, ma lo affrontò coraggiosamente. «Non siate cieco! È esattamente come ho detto. Lisette è maturata da quando ha lasciato Antigua. Pochi minuti in compagnia di Arandez sono stati sufficienti a convincerla che non vuole più avere a che fare con lui. Invece di minacciarmi, guardatela ora! Vi sembra una ragazza a rischio di cadere di nuovo in suo potere?» Edward si girò e la vide venire verso di loro, scortata da Harry. Ridevano. Lui non vedeva sua nipote così spensierata da molto tempo. «Edward! Il tenente Petrie mi dice che vi siete già conosciuti. E io che non vedevo l'ora di presentarvelo personalmente.» La voce ebbe un tremito. «Perché avete quell'espressione così furiosa? La zia Julia si fida di lui. Ci ha lasciati insieme...» «Cosa ti stava dicendo Arandez?» Il viso di Lisette lasciò trapelare il sollievo. Gli venne più vicino e gli prese la mano. «Non occorre che vi preoccupiate più per Ricardo, Edward. Non farò nulla di avventato. Questa sera ho scoperto che mi è totalmente indifferente. Non appena potrò, glielo dirò.» Edward si incupi' ancora di più. «Non gli parlerai affatto, Lisette! Non devi più avvicinarti a quell'uomo!» Octavia si schiari' la voce e lui la fulmino' con un'occhiata. Lei non si lasciò intimidire. «Non vi sembra di essere un po' draconiano, signore? Dato che Mr. Arandez è il prote'ge' di mio cognato, lo incontrerete dappertutto. Sarebbe difficile per Lisette ignorarlo.» Edward strinse i denti e guardò Harry. «Tenente Petrie, avrei bisogno di parlare in privato con vostra sorella. Credete di potervi occupare di mia nipote per qualche istante?» Harry parve dubbioso. «Dipende da Tavy, sir. Desidera sentire quel che avete da dire? Ho l'impressione che non si tratti di un casuale commento sul tempo.» «La tentazione potrebbe essere forte, ma prometto di non strangolarla, se è questo che vi preoccupa.» Octavia intervenne. «Occupati di Lisette, Harry. E non fate quella faccia, tutti e due! Non ho affatto paura di Mr. Barraclough.» Il viso di Harry si illumino'. «In tal caso, non c'è nulla che potrebbe farmi piacere! Miss Barraclough, andiamo a prenderci qualcosa da mangiare?» Quando si furono allontanati, Edward disse: «Dovreste.» «Aver paura? Di voi? Mai!» Un sorrisino gli guizzo' negli occhi e sparì subito. Poi la sua espressione mutò. Si fece grave. «Il fatto che Arandez sia comparso qui, e in compagnia tanto distinta, cambia la situazione. Sembrate così determinata a rifiutarvi di attenervi alle mie istruzioni che mi costringete a rivelarvi qualcosa di più sul suo conto.» «Vorrei che lo faceste.» «C'è un posto in cui possiamo parlare?» «La biblioteca di mio cognato? Nessuno ci disturbera', là.» «Non temete i pettegolezzi, se ci vedranno insieme? Mi pare di ricordare che eravate morbosamente preoccupata al riguardo, poco tempo fa.» «È cosa di poco conto in confronto alla questione che riguarda Lisette. Volete seguirmi?» Una volta in biblioteca, una stanza usata raramente e certo mai dal duca, Octavia si girò ad affrontarlo con un'espressione di sfida negli occhi. «Mr. Barraclough, vi ascolto. Ma vi avverto, continuerò a fare ciò che ritengo più giusto, quali che siano i vostri pregiudizi nei confronti di Mr. Arandez. Se devo essere sincera, non capisco perché vi preoccupiate tanto. Lisette vi ha detto che non prova più nulla per lui, come io avevo previsto. Non appena lo rivedrà e avrà chiarito tutto con lui, dubito che sarete ulteriormente disturbati da quell'uomo.» «Pregiudizi!» Edward si mise a camminare per la stanza. Ogni suo movimento esprimeva rabbia e frustrazione. Alla fine, si fermò davanti a lei e sbotto' in tono brusco: «Non so proprio come dirvelo. Neanche Julia conosce l'intera verità. Ma mi rendo conto che, se non lo farò, voi vi ostinerete a fare di testa vostra, compromettendo l'incolumità di Lisette.» «Oh, andiamo! Una disputa riguardo a un confine non può essere tanto grave!» «È questo che pensate sia?» «È ciò che ritiene Lisette.» «E non dovrà mai credere nulla di diverso. Voglio la vostra parola, riguardo a questo.» Octavia ebbe un attimo di esitazione. «Molto bene.» Lui la guardò, come se non fosse ancora sicuro. Poi prese una decisione. «Due anni fa Ricardo Arandez percosse e violento' una ragazza di sedici anni in Giamaica. La ragazza morì.» Octavia lo fissò inorridita, poi si sedette. «Non ci credo!» «Vi assicuro che è vero. È sempre stato noto per la durezza con cui trattava i braccianti della sua piantagione, ma ad Antigua la crudeltà nei confronti degli schiavi non è considerata un crimine. È uno dei motivi per cui me ne sono andato e sono diventato un banchiere. Ma questa è un'altra storia. La ragazza non era una schiava. Sarebbe dovuto essere punito, naturalmente, ma la famiglia della vittima era tutt'altro che abbiente e il padre di Arandez poté pagare il suo silenzio.» Aspetto' che Octavia avesse riflettuto per un attimo. «Ora capite perché non voglio che Lisette abbia a che fare con lui?» «Sì, io... io... Ne siete sicuro?» «Certo che lo sono. Credete che muoverei un'accusa di questo genere se non ne avessi l'assoluta certezza? Ho parlato con i genitori della ragazza personalmente. Oltre che con le autorità dell'Isola.» Sbotto' lui con impazienza. «Ma... sembra una persona così perbene!» «È questo che lo rende più pericoloso.» «Mio Dio! E io ho incoraggiato Lisette a parlare con lui...» Octavia si nascose il viso tra le mani. «Già!» Lui la guardò per un attimo, poi disse: «Avrei voluto risparmiarvi la verità, ma...» Octavia alzò la testa e lo guardò negli occhi. «Non vi avrei dato ascolto, altrimenti. Avete ragione a essere così arrabbiato. Io... vi chiedo perdono.» Il cipiglio di lui si appiano', sostituito da un sorriso mesto. Prendendola per una mano, la attirò in piedi. «Ci siete riuscita di nuovo, Octavia. È molto strano. Mi mandate su tutte le furie, ma non riesco a restare in collera a lungo. Come fate?» Octavia aveva difficoltà di respiro. «Non lo so» sussurro' rauca. Gli occhi fissi sulla bocca di lei, Edward le confessò: «Vi sogno ancora, sapete? Ho ancora improvvisi ricordi di quella stanza nella torre...» «Anch'io» sussurro' lei. Lui la attirò lentamente a sé. «Octavia» mormorò, chinando la testa per baciarla. Per un attimo furono perduti, l'uno tra le braccia dell'altro, la passione che aumentava tra di loro... Ma lentamente tornarono sulla terra, incapaci questa volta di scordare per lungo tempo chi e dove erano. Octavia lo fissò. «Cos'è successo?» chiese, disorientata. «C'è ancora quella magia. Eppure mi sono sforzata tanto di dimenticare. Voi negate di disprezzarmi, ma...» «No!» disse lui aspro. «Non dovete dire certe cose, non dovete neanche pensarle. Non vi disprezzo, Octavia. È me stesso che disprezzo. La mia debolezza.» «Ma non è debolezza amare qualcuno.» Le braccia di lui si strinsero attorno a lei. Per un attimo, Octavia pensò che l'avrebbe baciata di nuovo. Poi, quasi con violenza, Edward esplose: Lo è per me!» Si strappò da lei. «No, Octavia! Provo per voi un sentimento che non ho provato per nessun'altra. Qualcuno lo chiamerebbe amore, forse. Ma non è abbastanza. Non ho alcun desiderio di sposarmi. Dubito che lo avrò mai. Non voglio legarmi, annegare in un mare di domesticita', nemmeno con voi. E vi rispetto troppo per offrirvi qualunque altra soluzione.» Era più determinato che mai. Era la fine della speranza. Per un attimo Octavia ebbe voglia di protestare, di urlare, di dirgli che era stupido rifiutare tutto ciò che potevano darsi a vicenda per un motivo tanto futile. Ma l'orgoglio glielo impedì. Non avrebbe implorato l'amore di nessuno.
   
 
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