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Autore: katyjolinar    30/11/2021    2 recensioni
[OMEGAVERSE] Storia di un giovane guerriero che si imbatte in una sua compagna d'infanzia.
Storia partecipante a "luoghi dell'orrore" indetto dal gruppo Facebook Il Giardino di EFP
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nota: questo capitolo partecipa alla #singastorychallenge del gruppo Facebook Better than Canon

Nota 2: eventuali ipotesi sull'identità di un personaggio riferitemele in privato o attendete il capitolo in cui verrà rivelato

What we doing? What we chasing? 

Why the bottom? Why the basement?

(Beggin' by Måneskin)

 

E ci sei adesso tu

Al centro dei pensieri miei

La parte interna dei respiri tu sarai

La volontà

Che non si limita

Tu che per me sei già

Una rivincita

(Adesso tu by Eros Ramazzotti)

 

Forever is a long time, but I wouldn’t mind spending it by your side

(Wouldn’t mind by He is We)

 

Era l'alba quando Danhum si svegliò, percependo un leggero peso sul petto.

Aprì gli occhi, ritrovandosi di fronte Erya ancora addormentata addosso a lui, con l'espressione serena e i capelli scompigliati che le cadevano sul viso.

La spostò senza svegliarla e si tirò su, coprendola meglio. Avevano dormito nello stesso letto, nonostante fosse stato preparato un giaciglio anche per lei; la sera prima si era alzata e si era sistemata accanto a lui, lamentandosi di aver freddo, e lui l'aveva lasciata fare.

Era metà settembre, e lì vicino alla Catena Demoniaca iniziava a far freddo la notte già da metà agosto, per cui poteva capirla, e l'aveva stretta a sé tutta la notte, scaldandola nel suo abbraccio, nonostante gli anni di odio reciproco.

Si abbassò su di lei, passandole una mano tra i capelli.

"Io devo andare, tu dormi ancora." sussurrò al suo orecchio "Quando ti alzi, se hai fame, vai nel grande edificio al centro del villaggio, lì ti daranno qualcosa."

La giovane mugugnò qualcosa di incomprensibile, raggomitolandosi nella coperta in posizione fetale, mentre lui si alzava e si preparava per la giornata.

Si diresse immediatamente alla canonica, dove il dottore e il chierico stavano già esaminando il tomo portato dai due giovani, discutendo tra loro.

"Avete scoperto qualcosa?" chiese, entrando nella sala.

"Ha un lucchetto. Bisogna trovare la chiave." spiegò Padre Alfar, passando le dita sulla placca metallica che chiudeva la copertina "Non c'è modo di forzare l'apertura, chi l'ha scritto sapeva il fatto suo."

"Questo documento è molto importante." continuò Candal "È l'unica speranza per la Resistenza per riuscire ad avere la meglio sul Re."

"Questo lo sappiamo, ma non si sa cosa dica la profezia?" insistette il giovane, indicando il libro.

"Si hanno solo pochissime informazioni." ammise il chierico, bevendo dalla tazza che gli porse il medico "Neanche la Famiglia Reale stessa sa tutto, e si dice che gli unici a sapere cosa contenesse questo libro fossero i Signori del Granducato di Hae."

"Grandioso!" esclamò Danhum, portandosi le mani alla testa, in preda alla frustrazione "Quindi gli unici a sapere cosa c'è scritto lì sono i membri di una casata estinta!"

I due uomini si scambiarono uno sguardo d'intesa, che non sfuggì al moro, il quale li incitò a parlare.

"Non è del tutto esatto quello che hai detto." spiegò Candal "È giusto dire che chi conosceva il segreto della Profezia è morto..."

"Ma non che tutti i membri del Granducato sono deceduti." continuò Alfar, facendo il giro del tavolo per avvicinarsi al giovane e guardarlo negli occhi. Fece un respiro profondo e riprese a parlare "Vedi, quando ho creato il Falco, cinque anni fa, il mio intento era raccogliere il maggior numero di sacche di Resistenza in una coalizione organizzata. Devi sapere che da bambino, prima di venire all'orfanotrofio dove sei cresciuto anche tu, vivevo al castello del Granduca, e ho imparato molte cose, tipo che l'erede della casata viene chiamato, per l'appunto, Falco, ed è da qui che ho preso il nome del fantomatico capo della Resistenza Organizzata. Quello che non sai è che, quando ho deciso di dare il ruolo del capo segreto a una persona reale, un anno e mezzo fa, perché questa potesse mantenere l'ordine e nel caso farsi carico di tutto, anche decidendo di uscire allo scoperto... beh, l'incarico è andato al vero Falco del Granducato. Per cui, di fatto, il capo segreto della Resistenza è il Signore di queste terre."

Danhum sgranò gli occhi, afferrando la sedia più vicina, e lentamente si sedette, facendo dei respiri profondi e portandosi le mani al volto, visibilmente sconvolto.

Fece un respiro profondo, passandosi le dita sugli occhi, e si alzò nuovamente una volta che si fu calmato.

"Ho bisogno d'aria." riferì, uscendo in strada.

Inspirò di nuovo, incamminandosi verso la piazza centrale, e si sedette su una panca di fronte al grande edificio che serviva da mensa, sala riunioni e, all'occorrenza, sala per feste.

Posò i gomiti sulle cosce e congiunse le mani, chiudendosi nei suoi pensieri per poter elaborare le notizie appena ricevute.

Era lì da un po', quando una leggera folata di vento portò alle sue narici un profumo famigliare, che lo ridestò.

Alzò gli occhi, vedendo Erya camminare nella sua direzione, reggendosi alla stampella.

Le fece spazio sulla panca e le indicò di sedersi, cosa che lei subito fece, continuando a guardarsi intorno.

"Sembri pensieroso…" osservò la bionda "Il che è strano, visto che di solito gli idioti non pensano."

"Devo elaborare alcune informazioni appena ricevute." rispose lui, non raccogliendo la provocazione "È una cosa abbastanza tosta."

"Di che si tratta?" chiese lei, facendosi seria "È qualcosa di brutto?"

"Sì… no…" sospirò, frustrato, il giovane, portandosi le mani dietro la testa "non lo so… ma è una cosa complicata, questo è sicuro."

"Vuoi parlarne?" insistette Erya.

Danhum la guardò, indeciso. Non sapeva esattamente che fare, non poteva ancora rivelarle troppe informazioni sensibili, ma effettivamente aveva bisogno di sfogarsi.

"Riesci a camminare?" domandò, dopo qualche secondo.

"Con l'aiuto della stampella sì, ma non a lungo…" rispose lei, indicando l'oggetto in questione.

"Non andiamo lontano." riferì il moro, tirandosi su e aggiustandosi i pantaloni "Al massimo ti aiuto, se non ce la fai."

Le porse la mano e lei l'afferrò, alzandosi in piedi e seguendolo.

La accompagnò fino alla palizzata, sotto una delle torri di guardia, in quel momento deserta; una volta lì, la afferrò per i fianchi e la fece salire, seguendola subito. Una volta che furono entrambi saliti, si avvicinò al parapetto esterno e guardò l'orizzonte, oltre le rocce che delimitavano la vallata nascosta.

"Sai, queste terre appartenevano a una famiglia molto influente." raccontò "Erano i fornitori delle Pietre di Luce, come ho già detto, e si dice che trattassero Alpha, Beta e Omega tutti come loro pari. Credo che sia stato questo l'inizio della loro rovina, perché li metteva in competizione con la Famiglia Reale, che professavano la supremazia degli Alpha sui Beta e, soprattutto, sugli Omega."

"Questo accanimento dei Reali sugli Omega è il motivo per cui il dottore mi ha fatto passare per Beta all'orfanotrofio." ammise Erya, scrutando il profilo del compagno.

"La cosa peggiore è che questa situazione li ha fatti cadere nel baratro." continuò il ragazzo, quasi senza aver sentito le parole della bionda "I Reali erano riusciti a mettere loro contro altre famiglie nobili, e gli ultimi anni hanno cercato di togliergli certi privilegi, finché, venti anni fa, uno strano incidente ha sterminato l'intera famiglia degli Hae." fece un respiro profondo, passandosi una mano tra i capelli "L'incendio al palazzo del Granducato. Ne hai mai sentito parlare?"

"Qualcosa… se non sbaglio, poco dopo la nascita del primogenito del Granduca e di sua moglie, delle candele accese nella stanza del bambino hanno innescato un incendio, in cui sono morti i Signori del castello, il piccolo erede e la nutrice stessa." spiegò lei, pensierosa.

"Questa è la storia ufficiale." annuì Danhum, facendo un respiro profondo e guardandosi intorno "Secondo questa versione, quindi, il territorio in cui sorge questo accampamento è attualmente terra di nessuno, seppur sotto la giurisdizione del Re. Però ho appena scoperto una cosa…" si avvicinò all'orecchio della ragazza, abbassando la voce "Il bambino si è salvato, ed ora guida la Resistenza."

"EH?! STAI DICENDO CHE…" esclamò, ma abbassò il tono quando lui le fece il gesto con la mano di non farsi sentire "Stai dicendo che il Falco è… ma come fai ad esserne certo?! Insomma, potrebbero essere dicerie messe in giro così, magari per screditarlo…"

"Diciamo che ho una fonte affidabile. Fatto sta che il Falco non è solo la speranza della Resistenza, ma è anche l'unico che può riabilitare gli Hae… e questo è un gran bel fardello… vorrei tanto non essere nei suoi panni, se questa informazione arrivasse alle orecchie della Corona saremmo in guai seri, perché si accanirebbero maggiormente su chiunque possa anche solo essere sospettato di far parte della Resistenza."

Abbassò la testa, massaggiandosi gli occhi con le dita; Erya restò in silenzio, pensierosa.

Non lo aveva mai visto così sconvolto, tanto che aveva avuto bisogno di parlarne con qualcuno, e gli stava andando bene perfino lei, con cui non è che andasse così d'accordo.

Gli afferrò la mano, sperando che quel gesto potesse rassicurarlo, e lui la strinse.

Danhum alzò di nuovo lo sguardo, incrociando quello di lei.

Nello stesso momento una leggera brezza scompigliò la sua chioma bionda, trasportando l'aroma della ragazza alle narici del giovane uomo.

Chiuse gli occhi e inspirò a lungo.

Gli vennero in mente gli anni dell'infanzia, l'orfanotrofio, e le loro continue liti, che sfociavano praticamente sempre in aggressioni fisiche, in cui nessuno dei due aveva mai la meglio, nonostante l'evidente superiorità fisica di lui.

Da bambino era un bullo, ma lo era principalmente con lei. Erya, quella piccola bimbetta dai lunghi capelli color oro, era la sua vittima preferita, ad una certa era la sua unica vittima.

E poi gli venne in mente quanto accaduto negli ultimi tempi, il marchio fatto per salvarle la pelle, il legame creato, e poi la notte passata a consolidarlo.

Gli venne in mente la sua espressione serena mentre facevano l'amore, il sapore delle sue labbra, lei che si abbandonava completamente a lui…

E si sentì un verme.

Come poteva, lui, meritarsi quei gesti dalla ragazza che aveva tormentato per tutta l'infanzia? Come poteva anche solo meritarsi la sua presenza accanto a lui, dopo averla trattata in quel modo?

Eppure era lì, nonostante tutto le stringeva la mano, e si era scoperto amare il suo profumo, un'essenza che si era fatta più dolce dopo che si erano uniti due giorni prima; lui, un mercenario senza casa, segretamente un militante della Resistenza, che aveva sempre detto di non volere una famiglia, adesso non poteva più farne a meno di tenersi accanto quello scricciolo apparentemente indifeso.

Non voleva più litigare con lei. Non sarebbe mai riuscito a cancellare il passato, non voleva farlo, voleva ricordarsi di quanto era stato stronzo con lei… ma almeno voleva andarci un po' più d'accordo, a prescindere dal legame che avevano creato.

Senza mollare la sua mano si sedette sulla panca contro il muretto, posandole la mano libera sul fianco, con attenzione.

"Erya…" sussurrò "Senti… so che questa storia del legame non ti va a genio, e credimi, per me è lo stesso… ma almeno possiamo mettere da parte i dissapori e provare ad essere amici? Lavoriamo entrambi nella Resistenza, ora, dobbiamo cercare di andare d'accordo."

La giovane, in tutta risposta, si sedette sulle sue gambe, passandogli le mani attorno al collo.

Danhum affondò il volto nell'incavo del collo, venendo di nuovo investito dal suo aroma.

Lei gli passò una mano sul volto, quasi a volerlo rassicurare, e in un gesto automatico le baciò i polpastrelli.

Si guardarono per qualche secondo, unendo le loro fronti.

"Se era vero che per i Signori di queste terre io dovrei avere diritti pari ai tuoi, allora combatterò per il Falco." enunciò lei, decisa "Combatterò al tuo fianco, non importa quanto ci vorrà, ma starò qui ad aiutarti e sostenerti, non importa cosa è successo prima, il futuro è più importante."

Il moro sorrise, passandole una mano tra i capelli biondi.

Averla con sé era già la cosa più bella, ma combattere con lei al suo fianco sarebbe stata la migliore delle rivincite, sia che la lotta fosse finita domani o che fosse durata per sempre.

   
 
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