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Autore: Shireith    01/12/2021    1 recensioni
Marinette organizza un Babbo Natale segreto coinvolgendo tutti i suoi amici ed escono fuori degli accoppiamenti interessanti. E più complessi del previsto. Ma è Natale, e a Natale non si possono fare regali brutti.
‣ Storia partecipante all’iniziativa Regali di inchiostro tra i tavoli del pub organizzata dal gruppo Facebook L’angolo di Madama Rosmerta.
‣ Storia scritta per il Calendario dell’avvento organizzato da Cora sul forum Writing games – Ferisce più la penna.
Per Mari.
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Kagami Tsurugi, Luka Couffaine
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prompt: Babbo Natale segreto
Per Mari ♥

Spartito a dicembre


 Marinette gli aveva lasciato tre messaggi.
Arrivo tra dieci minuti, diceva il primo.
Ho avuto un problema, farò tardi, scusa!, lo contraddiceva il secondo.
Ho una sorpresa!, aggiungeva, due minuti dopo, il terzo.
 Luka sapeva che se anche le avesse chiesto spiegazioni Marinette non avrebbe potuto rispondere, perché il “problema” era l’ultima akuma di Papillon che aveva preso d’assalto una zona limitrofa al giardino di Tuileries. Ladybug e Chat Noir erano già sul posto. Luka decise di rimanere nei dintorni nel caso avessero bisogno del potere di Viperion, anche se al momento, a giudicare dal reportage di Nadja Chamack che stava seguendo dal cellulare, la situazione sembrava sotto controllo.
 Con un sospiro, Luka si lasciò alle spalle le strade di Parigi illuminate a festa ed entrò nel centro commerciale.
 Dentro, i riscaldamenti donavano una temperatura più mite e Luka poté tirar fuori le mani dalle tasche del giaccone senza che perdesse la sensibilità nelle dita. Si sedette su una panchina nell’aria di ingresso e iniziò a spulciare le note dove aveva appuntato tutti i possibili regali per… Kagami.
 Eccolo, il suo problema. Non Kagami di per sé. Di lei, Luka non pensava male (era quasi impossibile che uno come Luka pensasse male di qualcuno, a meno che quel qualcuno non fosse il male reincarnato). Piuttosto, di Kagami non sapeva cosa pensare, ed era quello il problema: come si può fare un regalo a qualcuno se nemmeno lo conosci?
 Aveva chiesto consiglio ad Adrien, che gli aveva elencato le più grandi passioni di Kagami di cui era a conoscenza. Ed era già un inizio. Poi era intervenuta Marinette che, sentendosi forse in colpa per la situazione in cui aveva incastrato Luka, gli aveva promesso di accompagnarlo alla ricerca del regalo perfetto. Solo che ora entrambi i suoi salvatori erano impegnati a salvare Parigi.
 Certo Luka avrebbe potuto rivolgersi a qualcun altro, magari sua sorella (quanto sapeva di Kagami, Juleka?), ma sbandierare ai quattro venti che era il Babbo Natale segreto di Kagami annullava la magia del Babbo Natale segreto stesso. L’opzione migliore sembrava aspettare che Marinette e Adrien…
 «Luka.»
 Luka riconobbe subito quella voce. Sollevò lo sguardo e lo ancorò a quello di Kagami, in piedi di fronte a lui, infagottata in un lungo cappotto beige. Da dietro i ciuffi che spuntavano dal cappello di lana lo sguardo era neutro, come se il suo nome sulle labbra di Kagami risuonasse più come una sfida che come un gesto d’amicizia.
 Le sorrise. «Kagami. Che coincidenza.»
 «Non è una coincidenza. Marinette mi ha costretta, cioè, esortata, a venire comunque. Ha dato buca anche a te?»
 Luka comprese allora che Marinette aveva avuto intenzione fin da subito di invitare sia lui che Kagami. Non sapeva se fosse per aiutare Kagami a scegliere il suo, di regalo, o per permettergli di conoscere Kagami a sufficienza da capire, solo dopo un’uscita, che cosa le piaceva.
 «Temo che Marinette non si libererà molto presto», disse Luka senza rivelare troppi dettagli. «Possiamo stare qui ad aspettare, oppure andare a farci un giro. Posso aiutarti col tuo regalo, immagino tu sia qui per questo.»
 Kagami assottigliò appena gli occhi e Luka si sentì studiato. «Pensavo che il punto del Babbo Natale segreto fosse, sai, la segretezza.»
 «Giusto. Posso aiutarti anche se non mi dici chi è il…»
 «Sono il Babbo Natale segreto di tua sorella.»
 … o forse no.
 «Non so che cosa piace a tua sorella.»
 Comprensibilmente, rifletté Luka. Lui e Kagami erano i partecipanti più ostici del Babbo Natale segreto, idea di Marinette in cui rientravano tutti i suoi compagni di classe più Marc e, per l’appunto, Luka e Kagami. Juleka non aveva segreti per lui, chiaramente; poteva vantare una certa conoscenza di Marinette, Adrien, Ivan e Rose; quanto agli altri, non li conosceva abbastanza da sentirsi sicuro delle sue scelte.
 «Però devi partecipare!» aveva detto Marinette. «Se sei fortunato ti esce qualcuno che conosci.»
 Luka ne aveva dubitato.
 «In caso contrario ti aiuto io!»
 E Luka non aveva saputo dire no perché, davvero, non si può dire no a una persona che anche a Natale cerca di mettere il bene degli altri davanti al proprio. Sapeva che Marinette aveva voluto includerlo a tutti i costi perché non voleva che nessuno venisse tagliato fuori, per quanto marginale fosse il suo ruolo all’interno del gruppo. Perciò si erano riuniti tutti in un unico posto e avevano pescato un bigliettino con su scritto il nome della persona cui si doveva fare un regalo.
 La sua gli stava proprio di fronte.
 «Io sono il Babbo Natale segreto di Adrien», mentì – odiava mentire, ma era per una giusta causa. «Anche se suoniamo insieme non so davvero cosa gli piaccia.»
 Marinette aveva ricordato a tutti che la cosa davvero importante era il pensiero, il gesto, ma in verità nessuno vuole fare regali che rischiano di non piacere. Soprattutto a Natale.
 «Una fortunata coincidenza», commentò Kagami. «Andiamo.»
 Kagami prese a camminare e non si fermò per vedere se Luka la stava seguendo. Lui si alzò e le andò dietro.
 «A mia sorella piace molto la musica», snocciolò per rompere il ghiaccio.
 «La tua famiglia è alquanto monotematica.»
 Luka capì dal suo tono che non era un’accusa o una presa in giro, solo una semplice costatazione. Conosceva poco Kagami, ma da quel che aveva avuto modo di vedere era una ragazza onesta, qualità che i meno attenti avrebbero potuto confondere con l’arroganza. Ma Kagami non gli sembrava arrogante, né una ragazza dalle cattive intenzioni.
 Luka provò a immaginarsi la sua melodia e si stupì di se stesso quando riuscì a individuarne solo una vaga traccia, come note appena accennate su uno spartito tristemente vuoto.
 Sorrise. «Sì, ci piace molto la musica. Non c’è qualcosa che la tua famiglia ha in comune?»
 La vocina dentro di sé che faceva il tifo per lui gli diede il cinque: bella mossa! Una domanda vaga e giustificata dal contesto. Kagami non poteva sospettare nulla.
 «La scherma. È un’arte che mia madre padroneggia brillantemente.»
 A Luka non sfuggì la mancata menzione di suo padre, benché potesse trattarsi di una semplice distrazione o di un’omissione casuale. Per rispetto, non volle indagare oltre.
 La scherma era una passione di Kagami di cui era già a conoscenza; quando l’aveva conosciuta per la prima volta, alla pista di pattinaggio, Adrien gliel’aveva presentata come una sua amica e compagna di corso. Dubitava però che gradisse un fioretto, o una sciabola (non aveva mai capito la differenza), come regalo di Natale. Era una scelta tristissima, il modo più evidente per dire: “Non ti conosco, accetta questo regalo e fa’ finta che ti piaccia, ti prego, è una situazione imbarazzante per entrambi!”.
 Ora Luka capiva perché Kagami non volesse ripiegare sulla musica, con Juleka. Sembrava starsi impegnando più di quanto gliene avesse dato atto all’inizio. Dal canto suo, Luka conosceva sua sorella così bene che dieci minuti sarebbero bastati a indicare a Kagami il regalo perfetto, ma doveva sfruttare il tempo che avevano a disposizione per imparare a conoscerla. Che era lo stesso piano ideato da Marinette quando gli aveva scritto di avere una sorpresa per lui, immaginava.
 «Juleka ama la moda. È una cosa che piace a tante ragazze… e a tanti ragazzi. Pensi che ad Adrien potrebbe interessare un regalo di questo tipo?»
 «Non particolarmente.» Vide, per la prima volta, Kagami stringersi nelle spalle e mostrare segni di una più accesa umanità. «Per Adrien è più un lavoro imposto da suo padre, che un vero e proprio hobby.»
 Un’imposizione da parte di un genitore intransigente – un dilemma comune che legava Kagami e Adrien in una tacita intesa. Luka aveva una madre un po’ bizzarra ma eccezionale, un padre che era sempre stato assente ma che ora, quantomeno, ci stava provando. Non sapeva cosa si provasse ad avere un genitore che anziché guidarti ti indica la strada già prefissata; un genitore che anziché insegnarti a respirare è pronto a strapparti i polmoni dal petto se t’azzardi a respirare nel modo sbagliato.
 Provò un moto d’affetto nei confronti di Kagami. Scrisse alcune note sul suo spartito.
 «Anche per te è lo stesso? Con la scherma, intendo.»
 Kagami lo squadrò con la coda dell’occhio, quasi stesse fiutando l’olezzo della menzogna. «Perché ti interessa?»
 Luka alzò le spalle. «Volevo solo fare conversazione», rispose, ed era comunque vero. «Facciamo così: per ogni risposta che mi dai, io ne do una a te. Così saprai che non ho cattive intenzioni. E potrai scegliere il regalo perfetto per mia sorella.»
 Kagami si concesse un breve silenzio per valutare la sua offerta.
«Ho iniziato a praticare scherma su richiesta di mia madre, ma è una cosa che mi piace», concesse infine, ricevendo in cambio un sorriso di Luka.
 Buono a sapersi. Nondimeno, regalarle un fioretto, o qualsiasi cosa avesse a che fare con la scherma, era un’idea poco allettante. Doveva esserci dell’altro.
 «A tua sorella piace la moda.»
 «Sì.»
 «Non sono molto esperta in questo. E non credo di avere gli stessi gusti di tua sorella.»
 In effetti, Luka faticava a immaginare Kagami con indosso leggings strappati e maglie goticheggianti dalle tinte scurissime. Però una ciocca di un colore diverso le sarebbe stata bene, pensò.
 «Qual è la sua tagl…?»
 «A te cosa piace?»
 «Eh?»
 «Cosa ti piace?» ripeté Luka. «Sei una ragazza, e hai solo un anno in meno di noi, ci saranno delle cose che tu e Juleka avete in comune. Basta trovarne una ed è fatta.»
 Dopo essersi concessa un altro breve silenzio, Kagami sembrò convincersi del fatto che non fosse un’idea tanto tremenda.
 «Tu, però, non hai risposto ad alcuna domanda.»
 «Fammene qualcuna.»
 Un altro silenzio. Mentre Kagami guardava fissa davanti a loro, in Luka nacque il sospetto che di domande su di lui o la sua famiglia non ne aveva. Si chiese se Kagami sapesse che Jagged Stone era suo padre e se, in tal caso, non avanzasse domande scomode per evitare di metterlo con le spalle al muro. D’altronde sapeva che Kagami non aveva peli sulla lingua, ma un limite ce l’hanno tutti.
 Qualunque fosse la verità, di suo padre non ve ne fu accenno.
 «A te cosa piace? A parte la musica.»
 Luka dovette pensarci un attimo, prima di dare una risposta concreta: si considerava un ragazzo come tanti, eccetto per il piccolo dettaglio di essere un supereroe che conosceva le identità di Ladybug e Chat Noir, ma questo non poteva certo essere argomento di conversazione. «Gli animali.»
 «Gatti o cani?»
 «Tutti e due.»
 «Sì, ma se proprio dovessi sceglierne uno?»
 «Cani.»
 «Ah. Peccato. Preferisco i gatti.»
 «Ne hai uno?»
 «Purtroppo no.»
 Luka annotò mentalmente il purtroppo.
 «Mi piacciono gli animali», proseguì, «e anche i videogiochi. E i fumetti.»
 Una scintilla d’interesse guizzò nello sguardo di Kagami. Luka era certo di non essersela sognata. «Fumetti nel senso di manga?»
 Luka alzò un sopracciglio. «Non è la stessa cosa?»
 «Immagino di sì. I manga sono fumetti giapponesi. Solo che di fumetti occidentali non ne conosco.»
 «Quindi conosci quelli giapponesi?»
 «Ovviamente.»
 Kagami calcò la parola con fierezza, come se avesse appena rivelato di conoscere una verità straordinaria capace di mozzare il fiato all’intera umanità.
 La vocina dentro la testa di Luka aveva chiamato a sé mille altre vocine e tutte insieme ora tifavano per lui acclamando il suo nome a gran voce, alcuni sventolando striscioni, altri agitando pompon, altri ancora sgolandosi fino a farsi bruciare la gola.
 “Vai!” gli urlavano in coro, “sei sulla strada giusta!”
 «Adoro i manga», commentò, e anche questa era la verità.
 Un cenno d’approvazione. «Hai molte più qualità di quanto immaginassi.»
 «Grazie…?»
 «Qual è il tuo preferito?»
 «Bugie d’aprile
 «Un manga sulla musica. Scontato. Senza offesa.»
 Luka sorrise. «Non ti piace?»
 «Trovo sia molto bello. La storia d’amore e di amicizia tra i due protagonisti è struggente.»
 «Secondo me è qualcosa che trascende anche l’amore.»
 Notò del vivo interesse nel modo in cui Kagami lo squadrò. «In che senso?»
 Luka osservò un punto imprecisato davanti a loro mentre rincorreva il concetto che voleva esprimere.
 «I protagonisti si sono innamorati l’uno dell’altra senza sapere che l’altro ricambiasse, però non era una banale cotta, c’era una vera e propria intesa tra loro.»
 «Mi ricorda qualcuno che conosco.»
 Luka non ebbe bisogno di chiedere spiegazioni – Adrien e Marinette.
 «Vero.»
 «Quali altra manga ti piacciono?» domandò Kagami.
 «Nana
 Una ruga s’incastonò tra le sopracciglia aggrottate di Kagami. Prima che potesse dar voce ai suoi pensieri, tuttavia, Luka rise.
 «L’ho detto apposta. Cioè, mi piace davvero Nana, ma no, non conosco solo manga sulla musica.»
 Ne elencò alcuni e, quando ne nominò uno di genere spokon, Kagami s’illuminò in volto e fece un altro cenno d’approvazione – e d’apprezzamento. A Luka diede l’impressione di un giudice che valuta segretamente qualcuno.
 «Uno dei miei generi preferiti», rivelò Kagami.
 «Ti piacciono gli shoujo e gli spokon, quindi.»
 «Shoujo è un target, non un genere», rettificò Kagami con più solennità di quanto la situazione non richiedesse. «Ma comunque sì. Anche tu hai buon gusto.»
 Luka notò che avere buon gusto, per lei, significava condividere i suoi. Non riuscì a trattenere un sorriso. Ora le note gli si affollavano nella mente in modo disordinato e con una certa violenza, pregandolo e ripregandolo di essere inserite nero su bianco sul personale spartito di Kagami.
 «Anche a Juleka piacciono i manga?»
 Luka era così preso dalla situazione che dovette rifletterci un attimo prima di ricordarsi che agli occhi di Kagami erano lì per comprare un regalo a Juleka e ad Adrien.
 «Ah… no.»
 Ora che lo spartito era quasi completo, Luka poteva smettere di girarci intorno e consigliare Kagami senza cercare di prendere tempo.
 Adocchiò, tra i tanti negozi che si affacciavano su entrambi i lati del centro commerciale, uno che faceva al caso loro. «Ho un’idea perfetta per mia sorella: seguimi.»
 
*
 
 Kagami osservò la busta natalizia che dondolava a venti centimetri dal suo naso come se non la vedesse davvero. Sbatté più volte le ciglia, poi spostò lo sguardo per osservare Luka che, la busta chiusa in una mano, la guardava con un sorriso.
 «Buon Natale», le disse.
 Era il 22 dicembre, per la precisione. Marinette aveva radunato tutti quella mattina perché era l’unico giorno disponibile prima che qualcuno partisse per le vacanze.
 Kagami prese la busta. «Eri il mio Babbo Natale segreto, non quello di Adrien», disse senza mai staccargli gli occhi di dosso.
 Luka annuì e si strinse nelle spalle. «Scusa se ho mentito, però volevo farti un bel regalo.»
Vista la situazione, non sentiva di potercela avere con lui. Tuttavia si accigliò. «Cosa… cosa n’è stato dell’action figure di Ladybug che hai comprato per Adrien?»
 Che lei lo aveva costretto a comprare, per la precisione. E che gli era costata quaranta euro. A sua discolpa, aveva creduto davvero che Luka fosse il Babbo Natale segreto di Adrien. E, sempre a sua discolpa, sapeva che Adrien era particolarmente entusiasta dell’eroina di Parigi, molto più di quanto Kagami non considerasse normale.
 Luka rise. «Ho dovuto riportarla indietro. La commessa non era convintissima, ma alla fine ha accettato di riprenderla indietro. Anche se penso sospettasse che mi fossi inventato tutto.»
 Kagami annuì. Almeno non doveva sentirsi in colpa per avergli fatto buttare quaranta euro.
 «A Juleka è piaciuto tantissimo il tuo regalo», disse Luka con un sorriso. «Spero che a te piaccia il mio.»
 
   
 
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