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Autore: inzaghina    01/12/2021    3 recensioni
Fin dalla sua infanzia, Bill Weasley ha saputo che essere il figlio primogenito di una delle Sacre Ventotto non ti rendeva migliore degli altri, ti dava anzi responsabilità che altri ragazzi non avevano.
Scopriamo come la curiosità ereditata dal padre e la fame di avventure hanno condotto questo Caposcuola dall'aria perfetta a diventare uno Spezzaincantesimi per la Gringott, nel torrido deserto egiziano, svelando lungo la strada i momenti che hanno caratterizzato la sua vita, trasformandolo nel mago figo incontrato da Harry alla vigilia della Coppa del Mondo di Quidditch, il mago che ha saputo conquistare una strega per 1/4 Veela nonchè campionessa del Torneo Tremaghi e che non si è dato per vinto nemmeno quando Greyback ha tentato di trasformarlo in un mostro.
Genere: Avventura, Commedia, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Weasley, Charlie Weasley, Famiglia Weasley, Nimphadora Tonks, Ordine della Fenice | Coppie: Arthur/Molly, Bill/Fleur
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Capitolo 5 – Sbagli e ferite  

 
 

 

“Diffidate delle persone che puzzano di perfezione,  

perché la vita è fatta di sbagli e di ferite. 

Anna Magnani 

 

 
 

Il pub londinese brulicava della tipica folla del fine settimana, eppure Bill non fece affatto fatica a rintracciare la zazzera di capelli sfavillanti che stava cercando. Gli ci vollero poche falcate per raggiungere il tavolino rotondo addossato all’angolo più lontano dal bancone al quale era seduta la sua migliore amica, con ancora indosso la sua divisa da recluta Auror. 

“Eccoti, finalmente!” lo salutò Tonks, alzandosi per dargli un rapido abbraccio. 

“La Passaporta da Ankara era in ritardo,” ribatté Bill, passandosi una mano tra i capelli, prima di lasciarsi cadere sulla sedia. 

“Ho difeso questo misero tavolino con le unghie e con i denti, quindi il primo giro spetta a te,” dichiarò Dora, strizzandogli l’occhio. 

“Quel che è giusto è giusto... hai già cenato? Perché io muoio di fame.” 

La ragazza fece segno di no con la testa. “Mentre ti aspettavo ho bevuto solo una Burrobirra.” 

“Bene, allora cerchiamo di attirare un cameriere visto che non mangio da stamattina...” 

“In effetti il tuo stomaco brontola così forte da coprire il brusio dell’intero locale,” ghignò Tonks, prima di voltarsi e richiamare una giovane cameriera bionda che aveva finito Hogwarts un anno prima di loro. 

 

Dopo una doppia porzione di arrosto, con carote, pastinache e purè di patate annegati in una generosa dose di salsa, Bill si sentiva decisamente meglio. 

“Ma non mangiavi da stamattina, o dalla settimana scorsa?” lo prese in giro l’amica. 

“Spiritosona! E pensare che volevo proporti anche un dolce...” 

“Sai bene che non rinuncio mai al dessert!” 

Ordinarono torta di mele con crema calda e altre due Burrobirre, approfittando dello stomaco finalmente silenzioso di Bill per aggiornarsi sui rispettivi impieghi. 

“Novità sulla tua richiesta di trasferimento in Egitto?” 

Bill scosse la testa. “Credo che mi diranno qualcosa con l'inizio dell’anno nuovo...” 

“Terrò le dita incrociate.” 

“La Turchia mi ha un po’ deluso a livello di tesori nascosti, spero davvero di avere occasione di esplorare le piramidi quanto prima, perché ho idea che gli antichi stregoni egizi abbiano celato qualcosa che valga davvero la pena di essere svelato.” 

“Io non capisco questa tua smania di rinchiuderti in un vecchio edificio pericolante pieno di maledizioni di dubbia origine volte a proteggere tesori nascosti secoli fa,” borbottò Dora, assaporando la prima forchettata del dolce che avevano appena posato davanti a loro. 

“Le piramidi non sono affatto pericolanti e comunque non passo tutto questo tempo rinchiuso...” 

“Mhmm, ho come idea che Charlie dissentirebbe,” ridacchiò l’amica. 

“Beh Charlie non riusciva a sopportare di fare lezione al chiuso nemmeno in pieno inverno,” bofonchiò Bill, scuotendo la testa. 

“Quando torna?” 

“Tra tre giorni, mamma non gli perdonerebbe mai di non essere a casa per Natale...” 

“E se c’è una cosa che tutti sanno bene è che non bisogna far arrabbiare tua madre!” 

“Credo che i gemelli non abbiano ricevuto questa comunicazione... a quanto pare hanno fatto incetta di Strillettere in questa prima parte dell’anno a scuola.” 

“Chissà perché non ne sono affatto sorpresa,” ridacchiò Tonks, rischiando di farsi andare per traverso un boccone di torta. 

“Mamma può sempre sperare che Ron e Ginny seguano le orme di Percy,” chiosò Bill. 

“O le tue! Del resto sei stato Prefetto e Caposcuola, non peccare di modestia...” 

“Beh, ma loro non avranno occasione di vedermi nei panni di studente, mentre passeranno qualche anno sia con Percy che con i gemelli.” 

Dora annuì pensosamente, ingoiando un sorso di Burrobirra. 

“Come procede l’addestramento?” 

“Benissimo! Da un paio di mesi stiamo seguendo dei seminari tenuti dal vecchio Malocchio e devo dire che è un insegnante con i fiocchi, nonostante il caratteraccio che si ritrova...” 

“Non oso immaginare come reagirebbe ti sentisse parlare di lui in questi termini,” la prese in giro Bill con un sorriso divertito che gli piegava le labbra. 

“E tu che ne sai di lui e delle sue reazioni, scusa?” 

“Mio padre lo conosce bene, ci ha raccontato alcune delle sue avventure... voglio sperare che non seguirai le sue orme per quanto riguarda la perdita delle parti del corpo più disparate.” 

“Fare peggio di lui sarebbe davvero un’impresa,” biascicò Dora, roteando gli occhi. 

“Beh, che si racconta nei corridoi ministeriali?” 

“Mah, con l’avvicinarsi delle festività sono tutti occupati a parlare dei piani per le vacanze e delle feste a cui parteciperanno...” 

Bill annuì, assaporando l’ultimo pezzo di torta. 

“Dimmi un po’, l’hai ricevuto l’invito per la festa di fidanzamento dell’anno?” 

“E da quando ti interessi di eventi mondani, Dora?” 

“Da quando la festeggiata è l’unica ex degna di nota che tu abbia mai avuto...” 

L’ex Grifondoro sorseggiò la Burrobirra, tentando di dissimulare indifferenza. “Ma non avevano già festeggiato durante le vacanze di Natale del settimo anno?” 

“A quanto mi dici tu, ma all’epoca io non ero a conoscenza dei dettagli...” 

“È incredibile che, dopo tutti questi anni, ancora mi fai pesare il fatto di non averti raccontato di Ivy quando stava succedendo...” 

“Quello che è incredibile è che tu sia riuscito a far tenere a Sam Waters la bocca chiusa! Non esiste nessuno più pettegolo di lui.” 

Bill riuscì a stendere le labbra in un sorriso. 

“Comunque sono piuttosto certa che quella risalente al nostro settimo anno fosse la festa che seguiva la firma del contratto, questa invece è quella che precede l’evento vero e proprio; ora che Parkinson è pronto a seguire le orme paterne nel commercio di famiglia.” 

“Allora quando sarà il grande evento?”  

“La notte di capodanno nella tenuta dello Yorkshire dei Parkinson.” 

“Buon per loro...” 

“Non sarà mai felice con quel decerebrato di Richard Parkinson, lo sai vero?” 

“Non sarebbe stata felice nemmeno con me.” 

“Ne sei così convinto?” 

“È stata una sua scelta e non mi risulta che abbia mai tentato di tornare sui propri passi.” 

“Accontentare i genitori Purosangue e le loro aspettative non deve essere molto facile,” commentò con un’insolita delicatezza la futura Auror. 

“E da quando ti preoccupi dei problemi di cuore degli eredi delle Sacre Ventotto?” 

Dora sbuffò. “Non sono più la ragazzina con cui Miss Perfezione si è scontrata sull’espresso al primo anno; capisco che non deve essere stato affatto facile accettare la scelta che le è stata imposta...” 

“Tu non l’avresti fatto.” 

“In effetti no, sono pur sempre la figlia di mia madre... ma non tutti sono disposti ad abbandonare la propria famiglia d’origine per amore, soprattutto se non credono che l’altra persona sia disposta a lottare accanto a loro.” 

“Veramente io ho cercato di convincerla che non avevamo bisogno del benestare della sua famiglia per essere felici, che avrebbe dovuto combattere per noi, perché io ero disposto a farlo... ti dimentichi che è stata lei a spezzarmi il cuore e non viceversa.” 

“Lo so, ma non è detto che lo abbia fatto per farti del male. Magari non voleva esserti d’intralcio mentre inseguivi i tuoi sogni e ha avuto paura che poteste finire con il rinfacciarvi la vostra relazione...” 

“Da quando sei diventata così saggia?” 

Dora gli strinse brevemente la mano. “Sono più che convinta che abbia sofferto molto quando ti ha dato il due di picche, ma credo anche che abbia avuto il coraggio di lasciarti andare e dovresti ringraziarla per questo.” 

“E dire che in quel momento mi ha ricordato che, tra noi due, quello coraggioso ero io...” 

“Certo, il tuo è un coraggio più appariscente e impossibile da non notare, ma anche chiudere con te è stata una scelta molto coraggiosa.” 

“Non l’avevo mai guardata in questo modo, ma in effetti hai ragione...” 

“Io ho sempre ragione, Weasley!” sorrise sfacciata Dora, strizzandogli l’occhio. 

Bill scosse la testa, richiamando il cameriere per ordinare del Whiskey Incendiario. “Dobbiamo brindare!” 

“Al matrimonio della tua ex?” 

“Io direi di brindare a noi e alla nostra amicizia... anche se mi auguro di vero cuore che Ivy sarà felice.” 

“Questo è decisamente un brindisi che mi voglio concedere!” 

 

* 

 

Enormi fiocchi di neve turbinavano nell’aria, illuminando la notte gelida, mentre Bill camminava lungo la High Street dopo aver lasciato i Tre Manici di Scopa al termine di una serata in compagnia di ex compagni di scuola, la sera del 30 dicembre. Dora e Sam erano dovuti scappare a metà serata per iniziare il turno di notte, dettaglio che li avrebbe lasciati liberi durante la notte di Capodanno, e Bill aveva deciso di far due passi nella neve per sgranchirsi dopo la serata passata seduto. 

Stava per smaterializzarsi, quando riuscì a evitare per un pelo di scontrarsi con una donna che pareva correre senza meta. 

“Mi dispiace immensamente io... io non stavo guardando dove andavo e... Bill?” 

Quella voce, che non aveva mai dimenticato, riuscì a congelarlo più dei fiocchi di neve che si erano intrufolati tra la sciarpa e il cappotto. “Ivy!” 

“Sei proprio tu.” 

“Già... ma dove stai correndo? Sembra quasi che tu stia scappando dall’Ardemonio.” 

“Magari fosse così semplice,” mormorò la ragazza, battendo furiosamente le palpebre nel vano tentativo di fermare le lacrime che avevano già iniziato a scorrere lungo le guance. 

“Stai piangendo.” Non era una domanda e questo non fece altro che aumentare le lacrime di Ivy. 

“Non è niente.” 

“Non credo proprio, ti va di parlarne?” 

“Davvero non hai niente di meglio da fare che dar retta alla stronza che ti ha spezzato il cuore?” 

“Proprio non mi conosci se sei convinta che ti lascerei sola dopo averti incontrato in questo stato...”  

“Ti credevo in Turchia, a darti alla pazza gioia.” 

“Non potrei mai perdermi il Natale con i miei,” sorrise Bill, porgendole un fazzoletto. 

“Giusto, è così che funziona nelle famiglie non disfunzionali come la mia...” 

“Vuoi parlarne?”  

Ivy si soffiò il naso e si tamponò gli occhi umidi, tentando di darsi un contegno, prima di scuotere la testa. “Veramente preferirei dimenticare.” 

“Che cosa?” 

“Tutto quanto!” 

“Cos’è successo di così terribile?” 

“Non è cambiato assolutamente niente, ecco cos’è successo. Domani ci sarà la festa di fidanzamento e Richard è lo stesso porco di quando eravamo a scuola e l’abbiamo beccato che mi tradiva con un’altra...” 

Bill posò una mano guantata sulla spalla tremante di Ivy. “Credevo che fosse maturato.” 

“Ironia della sorte lo credevo davvero anch’io, ma evidentemente è solo diventato più bravo a nascondermi le sue tresche.” 

“Cos’hai intenzione di fare?” 

“Non ne ho idea, dopo averlo beccato in compagnia di ben due donne nude, dopo una serata passata insieme a parlare dei nostri progetti futuri, me ne sono semplicemente andata facendo perdere le mie tracce. Ho pensato di passare la notte in una delle stanze del pub e sperare che mi porti consiglio...” 

“Vuoi compagnia?” 

“Sei proprio certo di voler passare il tuo tempo ad ascoltare le mie lamentele, Weasley?” 

“Stavo per tornare a casa di Sam, ma lui tanto è impegnato in un turno di notte, quindi non ho alcun piano.” 

Le loro iridi s’incontrarono alla luce fioca dei lampioni e Ivy si mordicchiò il labbro inferiore, chiedendosi quanto diversa sarebbe stata la sua vita se avesse seguito il proprio cuore.  

“Ti prometto che mi comporterò da perfetto gentiluomo.” 

“Lo sei sempre stato...” 

“Cosa? Un gentiluomo?” 

“No, perfetto.” 

“Non esagerare dai,” si schermì Bill. 

Ivy scosse nuovamente la testa, tentando invano di trovare le parole giuste, ma finendo con il restare zitta a contemplare il viso in penombra di Bill — a dimostrazione che il silenzio sapeva essere molto più eloquente di mille parole. 

“Che ne dici se andiamo a chiedere se hanno una stanza?” 

“Forse è meglio di sì, sto congelando,” sussurrò lei, incamminandosi al suo fianco. 

 

Dopo aver ricevuto la chiave di una stanza al terzo piano dell’edificio e una bottiglia di Whiskey Incendiario, Ivy fece strada a Bill lungo le scale e si chiuse la porta alle proprie spalle, tentando invano di convincersi che quella non fosse una cattiva idea. Perché ritrovarsi da sola con Bill Weasley la riportava indietro a quando tutto era più semplice, a quando si era data la possibilità di credere al lieto fine, prima che lo lasciasse sgretolarsi tra le sue mani. Aveva scelto di accettare ciò che i genitori avevano deciso per lei e non si era più guardata indietro — o per lo meno era stata decisamente brava a fingere che fosse così. Ora però, osservando Bill adoperarsi per accendere il fuoco, Ivy si chiese per l’ennesima volta per quale ragione non avesse insistito con i suoi genitori per rifiutare il matrimonio con Richard. 

Bill, ignaro che i pensieri e le incertezze che si stavano facendo strada nella sua mente fossero i medesimi che affollavano quella di Ivy, si voltò per incrociarne lo sguardo e indirizzarle un sorriso. 

L’ex Serpeverde posò la bottiglia sul tavolino posto di fronte al camino acceso, togliendosi il mantello nero bordato di argento e avviandosi alla ricerca dei bicchieri. 

“Adesso ti va di parlarne?” si decise a domandare Bill, quando Ivy fu riapparsa con due tazze smaltate che aveva trovato nel mobiletto del bagno. 

“In realtà non c’è molto da dire... non trovi?” 

“Beh, se ti vuoi sfogare puoi contare su di me.” 

“Cosa dovrei fare secondo te?” chiese Ivy, versando una dose generosa di Whiskey in entrambe le tazze. 

“Non credo di essere la persona più adatta a darti un consiglio.” 

“E perché no?” 

“C’è decisamente un conflitto d’interessi, mi mi hai lasciato per fidanzarti con lui.” 

“Solo perché i miei genitori hanno deciso di firmare un contratto con i suoi.” 

“E sei disposta a passare la tua vita con un uomo che non ti rispetta?” 

“Ho un’altra scelta?” 

“C’è sempre un’altra scelta, Ivy,” le ricordò Bill, sorseggiando il liquido ambrato. 

La ragazza annuì pensosamente. “Forse dimentichi che io non sono te, che non ho il tuo coraggio...” 

“Che buffo! Dora sostiene che tu sia stata molto coraggiosa a lasciarmi andare, invece.” 

“E così adesso parli di me con la tua amica Tonks?” 

“È capitato, non montarti la testa!” 

Ivy scoppiò a ridere, rendendosi conto solo in quel momento di quanto avesse avuto bisogno di allentare la tensione. 

“Ho sbagliato tutto e ora è troppo tardi per tornare indietro.” 

“Hai ragione, indietro non si torna, ma puoi andare avanti scegliendo tu la tua strada.” 

“Avrei dovuto farlo anni fa...” 

“Forse, però non significa che tu non possa farlo ora.” 

“E cosa dovrei fare quindi?” 

“Dovresti pensarci, chiediti cosa davvero ti rende felice e fai di tutto per ottenerlo.” 

“Fare lo Spezzaincantesimi ti rende felice?” 

“Molto! Soprattutto se riuscirò a ottenere il trasferimento in Egitto,” ribatté Bill, sollevando le iridi cerulee in quelle acquamarina di Ivy. 

“Tu parli di spostarti in un altro paese esotico e io non ho nemmeno mai lasciato il Regno Unito...”  

“Sogni di viaggiare?” 

Ivy trangugiò dell’altro Whiskey, prima di annuire. “Immagino che sembri sciocco...” 

“Nient’affatto. E credo anche che sia un desiderio piuttosto semplice da realizzare.” 

“Dici?” 

“Beh, l’Europa è vicina e molto semplice da girare...” 

“Quindi secondo te dovrei dare il benservito a Richard?” 

“Questo lo devi sapere tu, Ivy.” 

“Non credo di poterlo sposare sapendo che continua e continuerà a tradirmi con altre donne...” 

“Ecco la tua risposta.” 

“Io voglio sposarmi con qualcuno che amo, non con qualcuno che mi è stato imposto.” 

“Parlane con i tuoi genitori, racconta loro quanto è successo, spero che potranno capirti.” 

“Non ci conterei, ma sai che c’è? Non mi interessa nemmeno più, ho già sprecato troppo tempo!” 

“Questo è lo spirito! Proporrei un brindisi a questa tua decisione!”  

Ivy procedette a versare altro Whiskey, prima di far tintinnare le loro tazze l’una contro l’altra. 

“Chi l’avrebbe mai detto che avrei passato la penultima notte dell’anno a confessare i miei sogni e a ubriacarmi con il mio primo amore...” mormorò Ivy, dopo aver svuotato la tazza. 

“Credevo che il tuo primo amore fosse stato Richard,” si stupì Bill. 

“Avevo creduto di amarlo, ma dopo i mesi insieme mi sono resa conto che ciò che avevo avuto con lui impallidiva in confronto a quanto ho provato con te.” 

Le parole pronunciate dalla ragazza rimasero in sospeso tra i due, dando vita a un silenzio che si prolungò per qualche secondo. 

“Non c’è bisogno che tu dica che è stato lo stesso anche per te,” lo rassicurò Ivy. 

“Anche tu sei stata il mio primo amore, credevo lo sapessi...” 

Dopo aver pronunciato quelle parole Bill si sentì più leggero, come se avessero liberato il suo cuore da una morsa che lo teneva prigioniero. 

“Direi che il tempismo non è proprio il mio forte.” 

“Ivy, io...” 

“Non c’è bisogno che tu aggiunga altro, Bill. So bene che le cose sono cambiate ormai e non mi aspetto nulla da te. Tra l’altro sarebbe davvero di cattivo gusto se io lasciassi Richard per sostituirlo immediatamente con un altro uomo...” 

Bill scoppiò a ridere. “Non hai idea di quanto io sia sollevato di sentirti parlare così, mi era mancato il tuo sarcasmo!” 

“Non sarà certo Richard a rovinarmi la vita.” 

“Così si parla," dichiarò Bill, abbracciandola. 

Una volta annullata la distanza che li separava, la corazza di Ivy crollò e si ritrovò nuovamente a trattenere a fatica le lacrime. 

“Hey, credevo che avessimo deciso che Richard non meritava le tue lacrime...” 

“Purtroppo è più facile a dirsi che a farsi.” 

Bill la strinse più forte, arrischiandosi poi a posarle un bacio tra i capelli profumati di rosa e vaniglia. 

Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso, Ivy abbandonò ogni cautela e inclinò il viso per poter incontrare le labbra di Bill in un bacio che aveva desiderato ardentemente sin dal momento in cui lo aveva quasi mandato a gambe all’aria nella strada principale di Hogsmeade. 

“Non penso che sia una buona idea, Ivy,” riuscì a dire Bill, nonostante anche lui fosse percorso dallo stesso desiderio che permeava ogni fibra del corpo di Ivy. 

“È proprio questo il punto, Bill. Non ho alcuna voglia di fermarmi a pensare in questo momento...” 

“Ma...” 

“Niente ma, dimmi solo se non ne hai voglia. In caso contrario, ti chiedo di continuare, perché ho un estremo bisogno di contatto...” 

Bill scelse di non rispondere a parole, prendendola nuovamente tra le braccia e assaporando lentamente le labbra che aveva imparato a conoscere nei corridoi della scuola. 

“Mi sei mancato,” sussurrò Ivy. 

“Anche tu.” 

Una volta confessato quanto sentivano, le mani presero a esplorare febbrilmente i corpi coperti da tanti, troppi, strati e le dita s’insinuarono sotto ai vestiti per tornare a sfiorare la pelle che tempo prima conoscevano a memoria. Le parole divennero superflue, sostituite da baci e morsi, da carezze e tocchi sempre più esigenti. L’abbraccio di Bill profumava di muschio e di casa, Ivy si sentiva a sicuro contro il suo petto e sospirò appagata quando, finalmente, i loro corpi tornarono a essere un tutt’uno. Si amarono velocemente e poi ricominciarono con lentezza, prendendosi tutto il tempo che gli restava da passare insieme. 

L’alba li colse in un groviglio di respiri e coperte, chiusi in un bozzolo che nessuno dei due aveva alcuna voglia di abbandonare — nonostante fossero consapevoli che i loro minuti fossero contati. 

Le fronti erano posate l’una contro l’altra, la barba leggermente lunga di Bill aveva graffiato le spalle nivee di Ivy e il e le unghie di lei avevano esplorato ogni centimetro del petto di Bill, tracciandovi segni evidenti. 

“Vorrei poterti dire già ora quando ci rivedremo, ma non sono ancora certa di quello che farò...” 

“Te l’ho detto ieri sera, Ivy, l’importante è che tu faccia ciò che ti rende felice.” 

“Anche se dovessi sposare Richard?” 

Le iridi di Bill s’adombrarono velocemente. 

“Scusa, era una battuta di pessimo gusto... non appena lascerò la stanza andrò a dire ai miei che non posso sposare un fedifrago e poi penserò a come racimolare dei soldi per iniziare la mia nuova vita.” 

“Se ti capiterà di passare per l’Egitto, dovrai venire a trovarmi.” 

“Sei così certo che ti daranno il trasferimento?” 

“Non c’è alcun motivo per cui non lo facciano.” 

“Vorrei avere la tua sicurezza.” 

“L’hai sempre avuta, è solo sepolta da qualche parte,” le disse Bill, accarezzandola con lentezza. 

Si baciarono fino a perdere la cognizione del tempo, iniziando l’ultimo giorno dell’anno nel medesimo modo in cui avevano passato la notte, sugellando così la muta promessa di rivedersi dopo che Ivy avesse iniziato la sua nuova vita

 

*
 

Nel corso dei mesi successivi i due amanti s’incontrarono saltuariamente, mentre Ivy girava per l’Europa e il Nordamerica studiando la traduzione delle antiche Rune — da sempre una sua passione. Inizialmente i loro incontri furono torridi come la notte di dicembre in cui si erano ritrovati; successivamente il loro rapporto maturò fino a trasformarsi in un’amicizia sincera e senza segreti. Ivy fu infatti una delle prime a cui Bill raccontò della studentessa dagli occhi di ghiaccio che era apparsa improvvisamente nella sua vita, sconvolgendo ogni sua idea riguardante l’amore. Al contempo Bill fu felice di scoprire che anche Ivy aveva trovato un uomo degno di lei, un uomo accanto al quale la ragazza percepiva le farfalle nello stomaco proprio come era accaduto ai tempi della relazione con Bill. 

“Avevi ragione quando dicevi che avrei dovuto fare quello che mi rendeva felice... non avrei mai conosciuto Michael se non fosse stato per i tuoi consigli.” 

“Sono davvero felice per te, Ivy.” 

“E io lo sono per te.” 

 


 

 

Nota dell’autrice: 

Felice dicembre! Torno finalmente ad aggiornare questa storia, lasciata in sospeso troppo a lungo, ma ultimamente sono stata decisamente presa con la vita reale. 

Spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimento, ero convinta che Bill e Ivy meritassero un finale migliore di quello dello scorso capitolo e poi ci tenevo tanto a concludere felicemente l’arco narrativo di Ivy. 

La storia è quasi giunta alla sua conclusione, mancano due capitoli più l’epilogo, e dal prossimo Fleur farà finalmente la sua comparsa di persona. 

Sinceramente credo di aver detto tutto e mi auguro davvero di poter concludere le avventure di Bill il prima possibile. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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