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Autore: Longview    02/12/2021    1 recensioni
[Extra! Tratto dalla storia principale Bad Blood]
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Ryoko racconta a All Might un fatto successo quando era più piccola, e fa una piacevole scoperta.
Genere: Azione, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: All Might, Dabi, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Bad Blood'
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Terza OS dedicata a Bad Blood. Non ho molto da dire, se non che mi son divertita molto a scrivere di una Ryoko un po' più piccolina e del suo rapporto con Dabi, insomma, era una cosa che volevo approfondire da molto tempo ma che non ho mai avuto occasione di trattare come avrei voluto (per esigenze di trama ovviamente ahah). Quindi beccatevi 'sta storia, e se vi va fatemi sapere cosa ne pensate!
P.S. Titolo un po' casuale, ero a corto di idee e quindi nulla







Foolish







-Quando ti dico "scappa", tu scappa più veloce che puoi-
La piccola ragazzina lo fissò con un'espressione spaurita e supplichevole, gli occhi grandi spalancati nella speranza di farlo desistere da quell'idea malsana.
-No Dabi, non voglio fare questa cosa-
Quello sbuffò sonoramente, era stufo delle sue lamentele. Erano giorni che la sentiva piagnucolare "Non voglio farlo", "È troppo pericoloso", "Ho paura". Diamine, ma di cosa aveva paura? Se l'erano sempre cavata loro due, e se la situazione fosse precipitata ci sarebbe stato lui a coprirle le spalle. Come sempre.
-'Ko, chiudi il becco e fa' solo quello che ti ho detto. In meno di dieci minuti sarà tutto finito-
Ryoko storse il naso e si arrese. Sapeva di non poter discutere con lui: Dabi era più grande di lei, più esperto e molto prepotente, quindi era lui a dettare le regole.
Erano in corso i festeggiamenti di fine anno, e infatti le strade erano estremamente affollate; le persone erano varie, alcune passeggiavano tranquille tenendo per mano dei bambini piccoli, altre si fermavano a chiacchierare con dei conoscenti, e altre ancora si infilavano nei bar ancora aperti alla ricerca di un po' di tepore in quella fredda serata di dicembre.
Ryoko era stretta in un'impermeabile nero, enorme, ma che la teneva bene al caldo: il giubbottino che aveva utilizzato fino all'inverno precedente era diventato ormai troppo piccolo per lei, e, trovatasi improvvisamente senza niente da indossare per sopportare le temperature rigide di Tokyo, aveva accettato di buon grado quel gentile prestito da parte di Dabi. "Ci crescerai dentro", l'aveva rassicurata, ma era certa che non sarebbe mai diventata tanto grande! 
Iniziò a camminare sul marciapiede, mettendo su la sua migliore espressione da cucciolo smarrito, e con il cuore in gola si diresse verso un gruppo di eroi intenti a controllare la zona: non riposavano nemmeno a Capodanno. 
Non appena fu loro vicino, abbassò lo sguardo con finto fare triste e picchiettò leggera sul braccio di una donna dai capelli viola e con un costume alquanto succinto, facendola fermare.
-Mi scusi, signora eroina...-, iniziò, i lunghi capelli neri a coprirle completamente il viso, -Ho perso la mia mamma-
Quando sollevò lo sguardo per incontrare quello dell'eroina, aveva già gli occhi lucidi e le guance imporporate, fatto che scatenò immediatamente un moto di compassione generale nel gruppo. 
Dannazione, era un'attrice nata.
-Oh, tesoro, come ti chiami?- le chiese quella, piegandosi un po' per trovarsi alla sua altezza. L'aveva presa dolcemente per mano, e Ryoko aveva subito iniziato a tirar su col naso, come una bimba moccolosa e tanto tenera. E pensare che aveva dodici anni: senza dubbio il suo fisico gracile e la sua statura sotto la media avevano ingannato alla grande tutti gli eroi presenti; se le davano dieci anni era già tanto. 
Delle calde e pesanti lacrime avevano preso a rigarle il viso, e tra un singhiozzo e l'altro si inventò: -Emiko...-
-D'accordo, Emiko. Io sono Midnight, mentre lui è Eraserhead-, disse, indicando un uomo dall'aria scocciata al suo fianco, -Che ne dici se andiamo a cercare la tua mamma tutti insieme?-
Ryoko tentennò un attimo, spostando lo sguardo dalla donna e tutti gli altri eroi presenti: erano in quattro, e si erano tutti fermati ad ascoltarla non appena si era avvicinata. Si sentiva molto a disagio, avrebbe dato un pugno dritto in faccia a Dabi non appena si fossero rincontrati, ma ormai non poteva allontanarsi dicendo di essersi sbagliata. Stava interpretando la parte di una bimba smarrita, dopotutto.
Tuttavia, non aveva mai parlato con degli eroi professionisti prima d'ora, e non era affatto tranquilla; uno di loro, in particolare, le stava incutendo parecchio timore. Midnight lo percepì, perché la rassicurò: -Ehi, so che questo mio amico qui può fare un po' paura, ma ti assicuro che è un tipo molto gentile!-
Il diretto interessato allargò ancor di più quel fintissimo sorriso che gli decorava il viso contratto, e le scompigliò i capelli con la sua enorme mano: -Io sono All Might, cara Emiko! Non temere, in men che non si dica troveremo la tua mamma!-
Ryoko spalancò gli occhi, non riusciva davvero a trattenere quel senso di spaesamento che l'aveva colta tutto a un tratto. Annuì con forza, stropicciandosi un po' il viso con il pugno chiuso.
Alla fine si unirono tutti a quella ricerca: la donna dagli abiti provocanti, l'uomo infastidito, la montagna di muscoli e infine un ultimo tizio dagli strani capelli biondi e la voce acuta e fastidiosa.
Tutto andava secondo i piani, aveva l'attenzione di tutti gli eroi nella zona e Dabi avrebbe potuto agire indisturbato.
-Allora, Emiko, che aspetto ha tua madre?-
Ryoko prese tempo, guardandosi intorno in modo frenetico e strattonando l'eroina di qua e di là.
-Mmh, la mia mamma ha i capelli neri, come i miei, e ha addosso un bel cappotto-
"Ben fatto, Ryoko, rimani sul vago", pensò soddisfatta.
-Oh, certo, descrizione molto accurata- sbuffò Eraserhead, ricevendo subito una gomitata da Midnight.
All Might, dall'alto della sua popolarità, aveva iniziato a fermare tutte le donne di mezza età che rispecchiavano vagamente la descrizione della ragazzina, domandando loro se la conoscessero. Ogni volta riceveva una risposta negativa.
L'eroe dalla strana capigliatura -scoprì che il suo nome era Present Mic- propose di usare il suo quirk per richiamare l'attenzione di tutti i presenti nella zona e individuare i genitori della piccola; tuttavia, i suoi colleghi non furono della stessa opinione: avrebbero allarmato i civili per un fatto troppo futile.
Mentre proseguivano in quella ricerca senza fine, improvvisamente, dal fondo della strada si alzò un vociare dapprima sommesso, arrabbiato e spaventato, e poi via via sempre più forte, fino ad arrivare a delle vere e proprie urla.
-Fermatelo!-
-La mia borsa!-
-Ehi tu, il mio portafoglio!-
Ryoko si irrigidì sul posto mentre i quattro eroi si voltarono in contemporanea verso la fonte di quella confusione: qualcuno correva, qualcuno scappava, e delle fiamme blu iniziarono a serpeggiare per la strada nel tentativo di creare scompiglio.
Vide Dabi correre nella direzione opposta alla sua, e subito All Might si slanciò al suo inseguimento, pur non riuscendo a usare il suo quirk -c'erano troppi civili, e avrebbe potuto ferire qualcuno. Quando si incrociarono, il ragazzo le rivolse velocemente uno sguardo e urlò: -'Ko, scappa!-
Ryoko non se lo fece ripetere: attivò il suo potere per liberarsi dalla presa dell'eroina -la ferì su un braccio, lasciandola sconvolta e incapace di reagire- e in seguito prese a correre a tutta velocità, saltando in mezzo ai piedi dei passanti e facendone cadere molti come birilli. 
Aveva quasi raggiunto Dabi quando in un attimo le mancarono le forze e cadde a terra di faccia; il suo quirk era scomparso. Mentre cercava di rialzarsi in tutta fretta, le sue gambe vennero bloccate e letteralmente stritolate da delle strane bende bianche e spesse, e voltandosi leggermente vide che erano comandate da Eraserhead.
Gridò a pieni polmoni, terrorizzata.
-Aiuto, Dabi!-
Quello si sentì pervadere da un brivido non appena udì la sua richiesta d'aiuto e agì istintivamente, alzando un muro di fuoco tra gli eroi e la sua piccola amica; non stava ragionando, il suo unico scopo era impedire che lui o Ryoko venissero catturati. Molte persone rimasero imprigionate dalle fiamme, tra urla e una nascente puzza di bruciato, ma non gli interessò; la liberò da quelle fasce ormai incenerite, e sollevandola di peso iniziò a correre lontano. Sterzò veloce verso un vicolo poco frequentato, e sparì tra la folla.
La ragazzina gli stringeva le braccia al collo, mentre cercava di respirare a fondo per scacciare le lacrime -questa volta, vere- che le pungevano gli occhi, fallendo miseramente. Si era presa un bello spavento.
Dabi percorse ad ampie falcate le ultime stradine che li dividevano da un desolato parco pubblico: la fitta vegetazione avrebbe permesso loro di riprendere fiato per qualche momento senza farsi vedere. Si fece cadere a terra stanco e leggermente stizzito, non sopportava il pensiero che avevano quasi mandato a monte tutto il piano perché Ryoko si era fatta prendere dal panico. Senza contare che aveva dovuto trasportarla in braccio fino a lì, con lo zaino pieno sulle spalle, e per quanto lei fosse leggera non era stato comunque semplice! 
Quel suo fastidio, però, scomparve subito, non appena notò l'espressione triste sul suo viso pallido: le diede qualche debole pacca sulla schiena, sospirando sconfortato, mentre quella stringeva maggiormente la presa sul suo collo e nascondeva definitivamente la faccia contro il suo petto. Sentì molto chiaramente dei singhiozzi, e fu un po' in imbarazzo per quella situazione.
Come si calmavano i bambini?
-Dai, 'Ko, ti compro un gelato-
Davvero quello era il massimo che sapeva fare? Sì, tecnicamente doveva suonare come una frase confortante perché di gelato ne aveva mangiato davvero poco nella sua vita: non poteva di certo permettersi il lusso di sprecare i soldi in cose non necessarie. Però Dabi aveva derubato abbastanza persone da poter sfamare se stesso e Ryoko per qualche tempo, quindi un piccolo strappo alla regola poteva anche concederglielo. Soprattutto se poteva tirarle un po' su il morale.
-Pensavo mi avrebbero portata via- mugugnò con la bocca impastata.
Dabi alzò gli occhi al cielo -odiava quando si comportava da mocciosa-, ma comunque si mostrò gentile e la strinse a sé, protettivo.
-Non succederà mai, almeno non finché ci sarò io a difenderti-
Ryoko sollevò il capo, guardandolo speranzosa.
-Me lo prometti?-
Il ragazzo si accigliò un po', perplesso; dannazione, perché aveva deciso di prendersi cura di quella ragazzina idiota? Non era bravo a recitare la parte del fratello maggiore, ma per qualche ragione lei, con quei suoi occhioni verdi e il cipiglio da finta dura -che lasciava il posto a dei grossi lacrimoni ogni volta che le curava qualche nuova ferita-, aveva fatto breccia nel suo cuore di ghiaccio, spingendolo a occuparsi di lei quasi ogni giorno. Faceva molto più di quanto avrebbe dovuto fare, ma non trovava un buon motivo per smettere.
-Sì, te lo prometto-
Improvvisamente, un lieve sorriso nacque sulle labbra di Ryoko. Le asciugò malamente le guance con un pollice, per poi levarsela finalmente dalle gambe; tutto quel contatto fisico l'aveva seriamente stufato.
-Quindi me lo compri davvero il gelato?- chiese a un certo punto, voltandosi a guardarlo. In generale, erano parecchie ore che non metteva niente sotto i denti e aveva molta fame; ma ormai aveva imparato a convivere con quella stretta dolorosa allo stomaco e con la sensazione di svenimento.
-Se trovi una gelateria aperta a quest’ora, sì-
I suoi occhi si illuminarono di gioia, mentre nel cielo cominciavano a scoppiare i primi fuochi d’artificio, grossi e colorati, che facevano da benvenuto a quel nuovo anno appena cominciato.
-Buon anno, ‘Ko- 
Dabi le sorrise appena in mezzo alle cicatrici, e una piccola bruciatura fresca sotto l’occhio sinistro prese a perdere un po’ di sangue. Ryoko ci passò sopra l’indice, facendolo un po’ sobbalzare per il dolore ma impedendo a quella scia rossa di colare e macchiargli il cappotto. Con il polpastrello sporco, andò a imprimere la sua impronta sul dorso della mano del ragazzo, ridacchiando.
-Buon anno, Dabi-
Quello la guardò stralunato.
-Ti stai allenando per quando ti arresteranno?-
-No! Questo è il nostro patto di sangue. Ecco-, e, mentre parlava, attivò il suo quirk e con un artiglio si tagliò il palmo, per poi invitarlo a fare ciò che aveva appena fatto lei. Dabi fece spallucce e intinse un dito nella ferita, -Questa è la promessa che noi ci saremo sempre l’uno per l’altra, qualsiasi cosa accadrà. Il destino ci ha fatti incontrare e solo il destino potrà separarci-
Il ragazzo annuì.
-Sì, ha senso-,  poi si alzò, invitandola a fare lo stesso, -Dai, cerchiamo questa gelateria-
Ryoko balzò in piedi, stringendogli la vita in un goffo abbraccio mentre insieme presero a passeggiare per il parco, Dabi che ammirava la refurtiva della serata ficcata alla rinfusa dentro il suo zaino e la ragazzina che gli avvolgeva un braccio alla ricerca di un po' di calore.
Erano felici in quella loro vita difficile, nonostante i problemi, nonostante la fame, nonostante i crimini. Nulla aveva importanza fintanto che riuscivano a sopravvivere fino a fine giornata e nessuno dei due si faceva male.
Non sapevano, però, che quel destino che li aveva fatti incontrare quattro anni prima presto li avrebbe inevitabilmente separati. E loro avrebbero continuato a crescere, soli e sempre più distanti, come due linee incidenti che, dopo essersi incrociate per un brevissimo attimo, riprendono a correre per la loro strada, proseguendo in silenzio lungo la loro vita.
 
 
Yagi aveva ascoltato quel racconto con attenzione e una punta di commozione.
-Io lo sapevo che ci eravamo già incontrati, Ryoko-
La ragazza spalancò gli occhi stupefatta, i gomiti puntati sul tavolo mentre le mani le reggevano il capo stanco.
-Davvero? Ti ricordavi di quel Capodanno?-
Lui ridacchiò, scuotendo la testa con aria bonaria: -Sì, beh, è difficile dimenticarsi di un incidente del genere, messo in piedi poi da due ladruncoli da strapazzo-
Ryoko si accigliò leggermente.
-Ehi…-
-Quando ti ho vista la prima volta ho avuto la sensazione di conoscerti già, e forse quello ha contribuito a convincermi a prenderti con me. Poi con il tempo ci ho pensato, e mi sono detto “Lei è proprio quella bambina”. Era destino-
Effettivamente, quella storia aveva dell'incredibile. Che esistessero davvero cose come il destino, la sorte, la predestinazione?
Ryoko non sapeva rispondere a quella domanda, onestamente non le interessava neanche: era solo serena per la piega che aveva preso la sua vita dopo quegli eventi. All Might avrebbe potuto semplicemente ignorare il suo caso e lasciare che le istituzioni si occupassero di lei, eppure sapeva che doveva esserci una motivazione forte dietro alla decisione drastica che aveva preso anni prima. 
Se quella sera lei e Dabi non si fossero messi in grave pericolo per qualche piccolo furto, forse Yagi non sarebbe stato spinto dalla sua coscienza a farle da padre da lì a qualche mese. 
-Comunque, per tua informazione, non abbiamo mai trovato una gelateria aperta e non ho mai potuto avere quel gelato- disse Ryoko dopo qualche attimo di silenzio.
Yagi rise di gusto di fronte a quell'affermazione; quel suo modo di fare ironico e un po' pungente gli scaldava il cuore, per quanto altre persone lo trovassero fastidioso.
-Beh, se vuoi compensare questa enorme delusione di sette anni fa, si dà il caso che ce ne sia un po' nel freezer-
Inutile dire che la ragazza non se lo fece ripetere due volte.
 
  
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