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Autore: Jeremymarsh    03/12/2021    10 recensioni
Akane amava l’aria natalizia, percorrere le strade affollate, osservare la gente che faceva shopping e acquistare regali per le persone a lei care. Era convinta che quella routine sarebbe stata ancora più bella e speciale insieme a Ranma.
Non poteva sbagliarsi più di così.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Questa One-Shot è stata scritta per Il calendario dell'Avvento indetto da Coraline sul forum "Ferisce la penna".
Prompt: Primo appuntamento nel periodo natalizio ma va tutto storto.

 
Non va tutto poi così male
 

Grazie a uno strano allineamento degli astri, dopo ricatti da parte di Nabiki, aver messo k.o. i rispettivi padri e in seguito a tanto, tanto incoraggiamento, Akane Tendo e Ranma Saotome erano finalmente sul punto di avere un primo appuntamento degno di quel nome.

Era un freddo giorno di Dicembre ma il sole splendeva alto nel cielo e l’aria profumava di bevande calde.

Akane si era svegliata piena di ottimi propositi e nemmeno le pagliacciate di suo padre e del signor Saotome a colazione erano riuscite a rovinare il suo umore.

Ranma, invece, era rimasto silenzioso e di certo non a causa della bocca costantemente piena di riso. Nulla del genere lo aveva mai fermato.

Quando era arrivato finalmente il momento di lasciare la casa, il ragazzo, vestito del suo miglior completo e la treccia perfettamente ordinata, aveva aspettato di girare l’angolo e lontano dalla famiglia per afferrarle con più forza – e più imbarazzo – del dovuto la mano e condurla verso le strade piene di negozi.

“Andiamo,” mugugnò a voce bassa, cercando di nascondere le guance scarlatte.

Akane fu presa in contropiede, poi abbassò lo sguardo sulle loro mani unite e arrossì. Lisciando ulteriormente la gonna del vestito nuovo con la mano libera sospirò felice e si lasciò condurre.

“Andiamo,” ripeté lei.

Amava l’aria natalizia, percorrere le strade affollate, osservare la gente che faceva shopping e acquistare regali per le persone a lei care. Era convinta che quella routine sarebbe stata ancora più bella e speciale insieme a Ranma.

Peccato solo che non poteva sbagliarsi più di così.
 


 
I guai erano iniziati poco dopo essere giunti ai primi negozi. Ranma le aveva da tempo lasciato la mano e stava camminando con la solita posa tranquilla, braccia incrociate dietro la testa, mentre Akane si muoveva in continuazione per guardare meglio questo o quello.

Le nuvole avevano coperto il cielo terso tutto d’un tratto e piccoli fiocchi di neve erano caduti uno dopo l’altro. Non sarebbe stato un grosso problema normalmente, soprattutto perché lei avrebbe detto che rendeva il tutto più romantico. Peccato solo che la temperatura non era sufficientemente bassa affinché attecchisse e, in breve, la neve era diventata pioggia.

Pur trovando abbastanza presto riparo, quei pochi secondi erano bastati affinché Ranma si trasformasse da uomo a donna sotto lo sguardo da ebete di alcuni passanti. Il ragazzo li aveva fatti immediatamente scappare con qualche frase rude, mentre Akane sospirava già in parte disperata.

Era troppo desiderare un po’ di tranquillità.

In realtà, di norma nemmeno quell’incidente sarebbe stato un problema esagerato, se non che Ranma aveva avuto la brillante idea di deviare “leggermente” il loro percorso e dirigersi nella sua gelateria preferita per procurarsi del gelato gratis. E lei non aveva avuto nemmeno il tempo di comprare il primo regalo!

“E dai,” le disse, approfittando del suo aspetto da donna e facendole gli occhi da cerbiatto. Come se su di lei avessero mai funzionato. “Dopo ti accompagno a comprare tutte quelle cose che ti servono per diventare più donna e meno maschiaccio.”

E siccome si era avviato senza aspettare nemmeno un risposta, non aveva notato l'occhiata omicida che gli aveva mandato lei.

Appena seduti, non ci volle molto affinché Ranma attirasse l’attenzione del cameriere, i cui occhi avevano qualche difficoltà a focalizzarsi sui loro volti.

Akane alzò lo sguardo al cielo e fece per liquidarlo il prima possibile, ma Ranma non le diede alcuna possibilità. Il ragazzo si sporse ancora di più sul tavolo con la scusa di voler aggiungere qualcosa al suo ordine. Nel mentre, incrociò le braccia sotto il petto, mettendo le tette ancora più in vista.

“… e non dimenticare la panna, mi raccomando,” sussurrò, timido, mettendo troppa enfasi sulla parola panna e osservando gli occhi dell’altro allargarsi e la sua bocca spalancarsi, accumulando un po’ di saliva a lato. Dopo un paio di secondi, fece finta di accorgersi finalmente del suo errore. “Oh,” esclamò ancora, tutto rosso. Con lentezza calcolata, riallacciò lentamente ogni bottone della camicia, costringendo maggiormente il seno, ora più evidente dietro il tessuto verde.

Il cameriere deglutì, boccheggiò, e infine scappò nelle cucine prima di fare qualche figuraccia.

A quel punto il viso di Akane era già diventato di cinque colori diversi mentre osservava quello che doveva essere il suo fidanzato durante il loro appuntamento fare gli occhi dolci al cameriere e donargli una visione migliore del suo generoso balconcino.

“Insomma,” sibilò, il tono di voce più acido di quel che avrebbe voluto, “ne hai per molto o, invece, ti va di renderti ancora più ridicolo?”. Lanciò uno sguardo al vetriolo alle tette di lui, come se fossero le principali colpevoli. Per quanto la riguardava lo erano.

“Tranquilla,” rispose Ranma scrollando le spalle, “se riesco ad avere una coppa di gelato in più vai bene anche tu, Akane. Poi, tra l’altro, non è che tu potresti offrire tanto alla causa.” Fece un cenno al petto di lei e si sistemò di nuovo la camicia in attesa che il cameriere tornasse.

Il corpo di Akane cominciò a fremere dalla rabbia mentre stringeva le mani a pugno e ripeteva mentalmente che non valeva la pena fare una scenata in pubblico. Tuttavia, si sa, così come Ranma non era capace di tenere la bocca chiusa, così Akane aveva un temperamento piuttosto volubile.

Quindi, un secondo dopo, un pugno partì verso la testa ora rossa del fidanzato. Le urla indignate di lui, insieme ai soliti complimenti, la seguirono mentre si dirigeva verso il bagno, sbattendo i piedi arrabbiata.

 



Un po’ di minuti dopo, quando si fu calmata, Akane tornò al tavolo con un Ranma tornato uomo e due coppe di gelato davanti al suo posto. Una era per metà già mangiucchiata, testimone del fatto che il fidanzato ce l’aveva messa davvero tutta per non finirla e lasciarle il più della sua porzione.

Ranma stava cercando di non incontrare il suo sguardo, ma al tempo stesso, osservava attentamente le reazioni di lei. Lei gli sorrise, nonostante tutto, e accettò l’offerta senza alcun riferimento al diverbio di poco prima. “Grazie,” sussurrò prima di prendere il cucchiaino e assaggiare il gelato.

Non c’è nulla di male, si disse. Lei e Ranma, d’altronde, litigavano in continuazione. Avrebbe ancora potuto far funzionare quell’appuntamento.

Quelle, però, si rivelarono essere le ultime parole famose.

Stavano per lasciare il ristorante quando il tutto cominciò a precipitare sul serio. Dal tavolo più vicino alla porta d’ingresso un bambino fu capace di rovesciare tutta la sua coppa di gelato che finì – ovviamente – addosso ad Akane e al suo bel vestito scelto appositamente per l’appuntamento.

Per acquistarlo si era addirittura indebitata con sua sorella Nabiki e Ranma non le aveva fatto nemmeno un complimento da quando erano usciti!

Sentì gli occhi riempirsi di lacrime di tristezza e rabbia mentre macchie marrone e rosa andavano a confondersi con il bel blu del vestito. Marrone e rosa! Che caspita di accostamento era cioccolato e fragola? Chi sceglieva una roba simile? Un bambino incapace di tenere in mano un cucchiaino da dolce, ecco chi!

La rabbia che aveva con fatica ingoiato nel bagno tornò con insistenza mentre correva via da quel ristorante maledetto. Si stava asciugando furiosa le lacrime con il dorso della mano quando Ranma le corse dietro. Cercò di calmarla e farle capire che non tutto era perso. “Dai, Akane, non prendertela. È solo un vestito, dopo tutto.”

“Solo un vestito?” sbraitò lei, una vena che scoppiava sulla tempia, facendo una perfetta imitazione del padre nei suoi momenti più macabri. “Mi fa piacere che tu non abbia nemmeno il buonsenso di guardarmi davvero durante quello che dovrebbe essere il nostro appuntamento e renderti conto che mi ero fatta carina solo per te!” Voltò la testa e continuò a camminare imperterrita verso il parco più vicino. “Ma tanto perché dovresti fregartene? Io sono solo un maschiaccio, non posso essere carina!”


 


 
Alla fine, trovata una panchina piuttosto isolata, Akane lasciò che lui la aiutasse alla bell’è meglio, anche se ormai il danno era fatto. Chissà se il vestito sarebbe mai tornato bello com’era quando lo aveva visto nella vetrina del negozio.

Dopo un po’, abbassò il viso e notò disastro che il ragazzo stava combinando. Cominciò a cacciare fumo dal naso, allo stesso tempo cercando di controllarsi. “Che diamine stai facendo?” urlò infine, facendo balzare Ranma che, immediatamente, mise nuovo spazio tra di loro.

Altre lacrime di rabbia le inumidirono gli occhi, mentre notava la macchia ora più larga. Era ovvio che avrebbe solo peggiorato il tutto cercando di aiutarla.

Ranma, per una volta più giudizioso e per paura che lei potesse staccargli la testa a morsi, se ne rimase zitto mentre lei sospirava sconsolata.

Stava andando proprio tutto male. Non vedeva in che modo sarebbe potuto andare peggio. E proprio perché il destino è sempre pronto a dimostrarti il contrario, dall’altro lato del parco giunsero improvvisamente delle voci che Akane riconobbe immediatamente come le tre spasimanti invadenti di Ranma.

Quest’ultimo si immobilizzò e divenne improvvisamente pallido mentre sentiva l’aura maligna di Akane farsi sempre più grossa. Tra l’incudine e il martello, Ranma decise di scappare con la fidanzata.

Le prese nuovamente il polso, strattonandola, e la condusse di fretta verso l’uscita più vicina.

Per lo meno, si disse mentre le tre pazze si avvicinavano ancora di più, qualsiasi cosa sarebbe successa, Akane avrebbe ricordato che lui si era volontariamente schierato dalla sua parte.

Infine, voltandosi per controllare la situazione, notò che le tre, litigando tra di loro per chi avesse dovuto raggiungere per prima il ragazzo, si erano incastrate. La bici di Shampoo, il carretto di Ukyo e il nastro di Kodachi avevano creato insieme un groviglio che Ranma era sicuro non sarebbero riuscite a districare tanto facilmente.

Tirò un sospiro di sollievo una volta che le ebbero lasciate indietro e solo allora si accorse dei singhiozzi che provenivano da Akane. A quanto pare la fidanzata aveva deciso che era davvero tutto perso; non c’era modo per migliorare quell’appuntamento disastroso. Era evidente che fin quando sarebbero rimasti a Nerima, lei e Ranma non avrebbero mai avuto la possibilità di uscire senza imbattersi in danni e quant’altro.

“Io me ne torno a casa,” dichiarò senza nemmeno avere il coraggio di guardarlo in volto. “Non voglio rischiare di farmi male sul serio dopo tutto quello che è già successo.”

Avevano da poco superato lo studio del dottor Tofu quando sentì un sussulto dietro di sé e una presa salda sul polso che la tratteneva. Alzato lo sguardo, incontrò gli occhi blu di Ranma che si grattava la nuca nervoso e balbettava frasi senza senso.

Dopo un po’ riuscì a mettere insieme un “Non è vero che è stato un completo disastro”. Le guance del ragazzo scottavano tanto che era imbarazzato, ma continuò comunque, riconoscendo il bisogno di conforto della fidanzata. “E… e… e quel vestito ti sta bene anche macchiato, ecco. L’ho detto!”. Distolse subito lo sguardo per paura della reazione che avrebbe potuto leggere negli occhi di lei.

Non vide, dunque, il sorriso raggiante illuminarle il volto né che Akane si era fatta improvvisamente più vicina. Girandosi di nuovo di scatto, Ranma si rese conto di essere a un millimetro dalle sue labbra. Le fissò per un secondo e pensò che, per una volta, poteva usare un po’ di coraggio e osare.

Mentre il suo cuore perdeva un battito e Akane chiudeva gli occhi, accorgendosi di quello che stava per accadere, la solita vecchiaccia cieca scelse quel momento per gettare dell’acqua per strada.

E come una calamita, ovviamente, fu Ranma ad essere colpito. Nello stesso momento, Akane fece, veloce, un salto indietro ed evitò un bagno.

Con i capelli rossi e la camicia improvvisamente troppo stretta per il suo petto da donna, il ragazzo restò lì a stringere i pugni dalla rabbia, mentre constatava che, anche senza fidanzate e parenti invadenti, non era riuscito a concludere nulla con Akane.

Aveva ragione lei: quell’appuntamento era stato davvero un disastro.

Eppure, udendo la risata cristallina della ragazza e alzando lo sguardo verso di lei per vederla piangere dalle risate, Ranma si disse che, alla fine, non era andato tutto poi così male. 


N/A: Salve a tutti! Scrivo in questo fandom per la prima volta e non vi nego che cercavo l'ispirazione già da un po'. Tuttavia, leggendo i vari prompt nell'iniziativa sopracitata questo qui sembrava proprio chiamare Ranma e Akane e mi sono buttata! 
Ringrazio Mora79 ed Elenie87 che mi hanno dato un'opinione in anteprima e tutti coloro che vorranno lasciarmi un commento. 

Spero a presto! 
💞
   
 
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