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Autore: God_Eden_Imperial    03/12/2021    0 recensioni
Dal testo:
Giurò di poter ancora sentire il fantasma del suo tocco anche dopo che se ne fu andato, ed era una sensazione costante e piacevole...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gilbert Nightray, Vincent Nightray
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Gilbert era stanco. Non era una sensazione fisica che veniva da una rissa o dal bere a tarda notte. Era uno sfinimento che sentiva profondamente nelle ossa, nato dal peso di tutto ciò che comportava essere un servitore del nuovo Glen. Leo era un ragazzino ma si lagnava un po’ troppo spesso nell’ultimo periodo, almeno per i suoi gusti.
Gilbert aveva trascorso il giorno prima nascosto nel suo appartamento, a letto, e non aveva intenzione di fare altro. Sentì bussare alla porta e sapeva istintivamente chi fosse. Vincent aveva un talento innato nel riuscire a trovarlo ovunque si trovasse. Il giorno precedente, il minore non aveva fatto altro che portargli cibo accompagnato da un sorriso, ma non avrebbe permesso al fratello di starsene a non far nulla per due giorni di fila o più.
La porta si aprì e Gilbert chiuse gli occhi.
"Nii-san"
Mormorò Vincent mentre si avvicinava. Il ragazzo rimase fermo, gli occhi chiusi, fingendo di dormire nonostante la facilità con cui Vincent riusciva a leggere il contrario.
"Nii-san!"
Ha detto di nuovo. Delicatamente, passò la parte posteriore delle dita lungo la guancia del fratello. Gilbert non riuscì a capire come il suo tocco potesse essere ancora così dannatamente potente, anche dopo aver acquisito una così profonda familiarità con Vincent e dopo tutti quegli anniNon aveva voluto altro che stare da solo eppure, adesso sembrava molto meglio tenere Vincent nel suo nascondiglio. Gilbert lasciò che i suoi occhi si aprissero e, incontrando quelli di Vincent, lo afferrò, tirandolo nel letto, vicino a sé.
Vincent rise, anche perché non se lo aspettava.
"Scendi oggi?"
Gilbert sospirò.
"Forse"
Vincent ridacchiò ancora e fece intrecciare le loro dita. Si sporse verso di lui e posò le sue labbra lungo la guancia di Gilbert, poi sull'altra guancia, poi sulla fronte. Si tirò indietro e Gilbert non poté fare a meno di aggrottare le sopracciglia per la presa in giro delle labbra di Vincent contro la sua pelle. Vincent aveva l'abitudine di offrirgli questa dolcezza e di lasciare che Gilbert decidesse cosa voleva farne. La mano che stava ancora reggendo quella di Vincent si alzò per incorniciare il suo viso. Il ragazzo lo lasciò fare in modo che il maggiore potesse unire le loro labbra.
"Gil"
Mormorò Vincent, quasi rimproverandolo, perché sì, Gilbert avrebbe potuto cercare di distrarlo dal trascinarlo di sotto. Ma Vincent non si muoveva per alzarsi, quindi Gilbert fece scivolare una mano sul fianco del fratellino e lo accarezzò, sfiorando il ventre e facendolo avvampare.
"Ok, ok, ho capito”
Disse arrendendosi alla volontà del maggiore. Si arrampicò sul letto e si raggomitolò al fianco di Gilbert, con la faccia appoggiata all'incavo del collo. Appoggiò la testa sul suo petto, sul suo cuore. Il solletico dei capelli di Vincent contro il mento, la pressione del naso sulla sua gola, il calore della sua mano sulla sua pelle, il groviglio delle gambe sotto le lenzuola...
Una parte della tensione che lo aveva tormentato negli ultimi giorni si estinse mentre si concentrava sul fratellino al suo fianco. Gli occhi di Gilbert si fecero pesanti e avrebbe potuto sonnecchiare un po', fino a quando il suono di una voce che gridava con entusiasmo echeggiò dal piano di sotto. Entrambi risero quando sentirono Leo.
"Vincent sei qui?"
Vincent si spostò leggermente e Gilbert sospirò perché non poteva ignorare quegli occhi, quel lieve broncio. Gli diede un colpetto sulla fronte, ma Vincent rise e premette un bacio veloce sulle sue labbra.
"Dovresti scendere, ma prima fatti una doccia"
Disse mentre rotolava giù dal letto. Gilbert non si mosse finché l’altro non ebbe chiuso la porta alle spalle con un occhiolino. Giurò di poter ancora sentire il fantasma del suo tocco anche dopo che se ne fu andato, ed era una sensazione costante e piacevole.
   
 
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