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Autore: Donatozilla    03/12/2021    0 recensioni
Dopo la battaglia di San Francisco nel 2014 tra Godzilla e i due MUTO, l'umanità ha finalmente compreso di non essere sola sul pianeta, che i mostri sono reali. In questa nuova era del pianeta nuovi mostri, nuovi Titani iniziano ad apparire man mano per il mondo... con un nuovo Kaiju legato a Godzilla che li combatte per difendere l'umanità. I membri della Monarch cercheranno di capire chi sia questo nuovo Kaiju, quale sia il suo legame con Godzilla e cosa voglia, mentre nuovi segreti del passato di Godzilla, che l'organizzazione non aveva mai saputo finora, finiranno a galla.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nessuno dei due Kaiju osava proferir parola.

C’era un tale silenzio che l’unico rumore che si poteva sentire era quello dell’acqua intorno a loro.

C’era inoltre una tale tensione che stava rendendo l’atmosfera tra i due ancor più pesante.

Infatti, se Godzilla si limitava ad osservare il figlio con uno sguardo tra il severo e anche preoccupato, Dz osservava il padre con uno sguardo molto infastidito.

“Che cosa vuoi, papà?” Fece Dz, lanciando uno sbuffo infastidito dalle narici e generando delle bolle d’acqua.

L’Alpha dei Kaiju squadrò il figlio “Credo che tu lo sappia bene… Donumzilla.”.

Dz roteò gli occhi “Usi il mio nome completo? Devo presumere di essere nei guai allora?”.

“Perspicace come sempre” rispose Godzilla “Ti rendi conto di quello che hai appena fatto, vero?”.

“Fatto il tuo lavoro? Non c’è di che, a proposito.”.

Gli occhi di Godzilla divennero due fessure “Ti sei rivelato agli umani.”.

“E allora?”.

“Allora? Spero tu non ti sia scordato il patto che abbiamo avuto, spero.”.

Dz sospirò.

Certo che non se lo era dimenticato.

Come poteva non dimenticarselo dopotutto?

“Tu volevi vivere in mezzo agli umani… usare una delle abilità dimenticate dei Kaiju per sembrare uno di loro e vivere in mezzo a essi. Io te l’ho permesso. Ma cosa avevi promesso in cambio?”.

Dz non rispose immediatamente.

“Allora?”.

Dz tirò un sospiro seccato “Avevo promesso di non combattere altri Kaiju in caso ci fossero stati degli attacchi da parte loro.”.

“Bene. E tu cos’hai fatto quest’oggi?”.

“… ho combattuto un altro Kaiju quando ha attaccato.”.

Godzilla annuì tirando uno sbuffo dalle narici, e proprio come con Dz, delle bolle d’acqua si formarono per ciò “Esattamente. E ora che ti sei rivelato, gli umani sanno che esisti. Quando in tutti questi anni ho provato a tenerti nascosto.”.

“Già, gran bel padre che prova a nascondere il figlio al resto del mondo, eh?”.

Godzilla tirò un sospiro “L’ho fatto per proteggerti, e lo sai bene.”.

“Proteggermi? Non farmi mai uscire dall’oceano, tenermi sempre qua sotto… per proteggermi?!” Ringhiò Dz.

“Sì” rispose Godzilla senza alcun pelo sulla lingua “L’ho sempre fatto per proteggerti. Il mondo là fuori… non è più come lo era anni fa, Dz.”.

“Oh, lo so bene. Ho vissuto in mezzo agli umani abbastanza a lungo da capirlo da solo. Ma ciò non significa che sia pericoloso.”.

“Tu non capisci. Gli umani dei tempi antichi… coloro che ci veneravano… non esistono più. Gli umani di oggi sono diversi… e molto più inclini nell’attaccarci.”.

“Eppure tu non ti sei mai difeso contro di loro… non li hai mai combattuti, neanche quando ti sparavano addosso durante la tua caccia contro i Jinshin Mushi.” Replicò il Kaiju blu.

Silenzio.

Dz non potè non sogghignare “Saranno diversi rispetto ai vecchi umani, ma non faresti mai loro del male, uh?”.

Godzilla scosse la testa “In ogni caso, ciò che dico è vero. Il mondo è diverso rispetto a come era in passato. Lasciarti andare… farti andare a vivere in mezzo agli umani con te travestito come uno di loro… è stata una decisione dura da prendere per me. E l’usare la tecnica del travestimento umano che noi Kaiju usavamo millenni fa quando volevamo interagire con gli umani… era un idea rischiosa da parte tua.”.

“Eppure eccomi qua” fece Dz allargando le braccia “Sono apposto, sto bene, non c’è bisogno che ti preoccupi.”.

“Per ora” rispose Godzilla “Perché ora gli umani sanno della tua esistenza. Quegli umani che si occupano di cercarci e osservarci… ora cercheranno te, e faranno chissà che cosa una volta che ti avranno trovato.”.

“Non lo faranno” rispose Dz “Sanno solo che c’è un grosso mostro simile a te là fuori. Non sanno però che quel grosso mostro sono io, e che sto vivendo in mezzo a loro travestito come se fossi parte della loro specie. Non mi troveranno, e anche se lo facessero sia io che te non abbiamo nulla di cui preoccuparci. Gli umani non sono del tutto malvagi, e lo sai pure tu nella tua diffidenza nei confronti di alcuni di loro.”.

Godzilla non seppe come rispondere a ciò.

“Bene allora” fece Dz, voltandosi in modo da poter nuotare via “E con questo spero che la nostra discussione sia finita.”.

“Affatto Dz” continuò Godzilla, bloccando il figlio prima che se ne potesse andare “Dobbiamo ancora discutere del fatto che hai rotto il nostro patto per proteggere un umano da un altro Kaiju.”.

Dz si voltò nuovamente verso il padre “Il nome di quell’umano è Chikao Tanaka!”.

Godzilla inclinò la testa “Ha importanza?”.

“Sì che lo ha! Per me! Lui era in pericolo! Avevo avvertito la presenza di un altro Kaiju nelle vicinanze, e sapevo che Chikao era nello stesso punto in cui si trovava quel serpente troppo cresciuto! Se non fossi intervenuto lui sarebbe morto!”.

“Sarei intervenuto io.” Rispose Godzilla con tono di fatto.

“Forse, o forse no. Se tu fossi intervenuto ci avresti messo troppo tempo, e Chikao sarebbe morto insieme a molti altri umani! Uomini, donne e bambini morti perché o tu ci avresti messo troppo ad arrivare o perché non saresti arrivato affatto! Io ero l’unico lì vicino che poteva fare qualcosa e fermare quel Kaiju da causare un disastro!” Ribatte Dz digrignando i denti e stringendo i pugni.

Godzilla tirò un sospiro “Volevo soltanto che tu non combattessi altri Kaiju potenzialmente pericolosi. Non voglio che ti succeda qualcosa. Non voglio che tu muoia proprio come…”.

Non finì la frase.

Non c’era bisogno di farlo perché Dz capì immediatamente.

Padre e figlio rimasero in silenzio senza che nessuno dicesse qualcos’altro per vari secondi, che per i due sembravano minuti interi.

Istintivamente Dz si portò la mano alla spalla destra dove vi era una cicatrice che gli fu causata quando era solo un cucciolo, che ogni volta gli riportava brutti ricordi, ricordi di un evento doloroso che non avrebbe mai scordato per il resto della sua vita: la cicatrice di un morso.

Scosse immediatamente la testa, cercando di cacciare dalla mente quei ricordi maledetti, poi si rivolse nuovamente al padre “Non… non sono più un cucciolo, papà. Posso cavarmela da solo ora. Posso combattere contro altri Kaiju e vincere. Ho sconfitto quel Kaiju che ha provato ad attaccare l’isola, quindi non devi preoccuparti di questo.”.

“So bene che puoi combattere, Dz” rispose Godzilla “Voglio solo che che ti…”.

“Basta.” Disse poi secco Dz voltandosi nuovamente per nuotare via “La discussione è pure durata abbastanza per i miei gusti, papà. Puoi andartene ora.”.

Dz fece per nuotare via ma fu nuovamente fermato dal padre “Dz, aspetta!”.

Il giovane Kaiju si fermò, ma non si voltò neanche per guardare il padre.

“Ascolta… io…” Godzilla sospirò “Se avrai bisogno di me… sai dove trovarmi, okay?”.

Dz non gli degnò neanche una risposta. Iniziò semplicemente a nuotare via, col padre che lo osservava sconfortato. Tirò un sospiro e nuotò via anche lui.

Quando Dz iniziò ad arrivare nei pressi della parte isolata dell’isola da cui se ne era andato ricominciò a trasformarsi in umano, e non appena arrivato sulla riva la sua trasformazione era completa.

Arrivato sulla riva si rimise addosso i vestiti ed iniziò ad incamminarsi verso il villaggio, le mani nelle tasche lo sguardo serio. Rivedere suo padre e l’aver avuto quella discussione non era stato certo come voleva continuare la giornata dopo aver combattuto Manda.

Talmente era immerso nei suoi pensieri che neanche si accorse di essere arrivato al villaggio e che stava per andarsi a scontrare contro qualcuno.

“Dz!”.

La voce della signora Kimura fece riprendere Dz dal turbinio di pensieri ed emozioni in cui si trovava, e il ragazzo dai capelli blu si fermò prima che finisse addosso alla donna.

“Oh, signora Kimura!” Disse Dz con occhi sbarrati e agitandole mani dinanzi a sé “Scusi, non l’avevo vista.”.

“E ci credo. Si vedeva lontano un miglio che stavi con la testa tra le nuvole .” Fece la donna “Ma dove sei andato? Un attimo prima eri qui, e poi sei scomparso.”.

“Oh! Ecco, io…” cominciò Dz. Solitamente aveva sempre delle scuse pronte in certe situazioni, ma dopo la discussione con suo padre non aveva avuto il tempo di trovarne una buona.

“Ah, lascia stare” scosse la testa la signora Kimura “Piuttosto io devo andare a fare alcune commissioni… e dunque mio figlio Akio resterà solo a casa. Volevo giusto chiederti se potevi fargli da babysitter se sei disponibile.”

“Oh! Sì, sì, non c’è problema” annuì Dz con un sorriso, che era più un sorriso grato del fatto che la signora Kimura aveva cambiato discorso subito prima che lui potesse trovare una scusa alla sua improvvisa sparizione.

“Benissimo allora” sorrise la donna porgendogli delle copie delle sue chiavi “Ecco a te. La strada per casa mia la conosci. A dopo.” E se ne andò.

“A dopo signora Kimura.” Salutò a sua volta Dz, per poi iniziare. Dirigersi verso la casa della donna.


“DZ!” La voce del figlio della signora Kimura, Akio, entrò immediatamente nell’orecchio del ragazzo dei capelli blu non appena entrò a casa.

“Ehilà campione” salutò Dz con un sorriso non appena vide correre verso di lui figlio di 8 anni della signora Kimura “Come va oggi?”.

“Alla grande! Hai saputo di cosa è successo con il signor Tanaka?” Fece elettrizzato il bambino.

“E chi non lo sa?” Rispose divertito Dz mettendo una mano in testa al bambino per scompigliargli i capelli, mentre con l’altra chiudeva la porta dietro di sé “A quanto pare due grossi mostri si scontrati non molto lontano dall’isola.”.

“Ohhhh scommetto che per il signor Tanaka deve esser stato fantastico!”.

“Uh, ne dubito fortemente” rise Dz incamminandosi verso la sala ansime al bambino “Quando ho incontrato il signor Tanaka sembrava tutto tranne che eccitato nell’aver interagito con due di quei cosi.”.

“Sarà, ma sono sicuro che è stata un esperienza indimenticabile per lui!” Disse Akio con delle stelle letteralmente negli occhi mentre si sedeva sul divano… e con sedeva, intendo ci saltò su.

Dz gli si sedette accanto ridacchiando mentre prendeva il telecomando “Indimenticabile, questo è sicuro” e accese la TV “Allora campione, cosa vorresti vedere esattamente?”.

“Oh oh, stanno facendo le repliche di One Piece! Possiamo vedere quelle? Ti prego Dz!”.

“Come vuoi, campione. Sei tu il padrone di casa, non di certo io.” Fece Dz alzando una mano in aria con segno di resa, ma sempre con quel sorriso divertito dipinto sulle labbra, mentre con la mano che teneva il telecomando cambiò sul canale  in cui di solito mandavano in onda anime come il sopracitato One Piece.

E mentre Akio guardava la TV con occhi eccitati e la bocca semi-spalancata, Dz rimase in semplice silenzio a fissarlo. Tanto Akio  era così preso dal programma che non se ne sarebbe neanche accorto.

Quando Dz decise di travestirsi da umano per vivere in mezzo agli umani dovette abituarsi a molte cose che come Kaiju non faceva o addirittura non conosceva. Ci mise molto a capire come comportarsi come un umano vero e propio ma alla fine ne valse la pena.

Visitò molti posti, molte città, villaggi e così via , conoscendo molte persone e capendo sempre di più l’umanità finché non arrivò nell’isola di Sado, in questo piccolo villaggio.

E fu proprio qui che Dz conobbe Akio che, in un certo senso, divenne il suo primo amico umano.

E fu proprio con Akio che Dz arrivò alla conclusione del pensiero che per tutto il tempo in cui aveva vissuto con gli umani gli si era formato: l’umanità era degna di essere protetta.

Certo, vi erano umani malvagi, ma Dz aveva visto pure il buono che c’era in loro, la loro bontà… ed fu proprio Agio a confermare tutto ciò.

Per questo quando Manda si era risvegliato Dz era entrato in azione.

Per questo aveva deciso di mandare all’aria la sua ‘esistenza segreta’ che suo padre aveva tanto volto che mantenesse.

PEr proteggere Akio.

Per proteggere gli abitanti di questo villaggio.

Per proteggere gli abitanti dell’isola.

“E se ne avessi l’occasione…” pensò il ragazzo dai capelli blu “Lo rifarei ancora.”.

“Dz?”.

La voce di Akio lo distolse dai suoi pensieri, facendogli scuotere la testa. Il ragazzo vide il bambino che lo guardava con un espressione incuriosita “Tutto ok? Sembravi incantato.”.

“Uh… tutto ok campione, non preoccuparti” sorrise Dz “Sono solo con la testa tra le nuvole di questi tempi. Continuiamo vedere la TV, e nel mentre tu potresti anche spiegarmi alcune cose sui personaggi di One Piece” indicò lo schermo “Sai, non sono un esperto e…”.

“Ma certo!” Fece entusiasta il bambino, iniziando a spiegare a raffica tutto ciò che riguardava i personaggi che apparivano sullo schermo, mentre Dz si limitava ad ascoltare e ad annuire con un sorrisetto in faccia.

Tutto questo durò fino al ritorno della signora Kimura, che annunciò il suo ritorno dopo aver aperto la porta di casa con le sue di chiavi “Sono a casa!”.

“MAMMA!” Disse Akio correndo verso la madre che, aspettandoselo, lo accolse a braccia aperte.

Il bambino le saltò in braccio abbracciandola mentre Dz, che aveva seguito Akio, osservava il tutto.

“Wow, me ne vado per quanto? Un oretta e sembra che tu non mi veda da anni.” Rise la donna.

“Tu mi manchi sempre quando te ne vai, mamma” rispose Akio quasi come se fosse un dato di fatto.

“Sei proprio un bambinone.” Sorrise la signora Kimura.

“Ma mamma, io SONO un bambino.” Rise Akio.

Nel mentre Dz osservava il loro interagire senza dire una parola. 

L’interagire tra Akio e sua madre.

Le loro risate e i loro sorrisi.

Gli ricordavano tanto…

“Dz?”.

La voce di Akio lo distolse dai suoi pensieri, e notò come sia lui che sua madre lo fissavano preoccupati.

“Uh… che cosa c’è che non va?”.

“Perché stai piangendo?”.

Solo allora Dz si accorse di qualcosa di bagnato sulla guancia sinistra. Se la toccò con un dito: era una lacrima.

“Va tutto bene, Dz?” Chiese preoccupata la signora Kimura “è da prima che ti vedo così soprappensiero… c’è qualcosa che non va?”.

“Uh…”.

Ecco. Proprio ciò che non voleva: che gli si chiedesse se fosse tutto ok, che qualcuno si preoccupasse e gli facesse troppe domanda.

“Um… sì, sì, sono solo…” Dz finse uno sbadiglio mentre si stiracchiava “Un pò stanco, tutto qui. Credo sia stata una giornata un pò lunga per tutti qui sull’isola.”.

Appoggiò su un comodino la copia delle chiavi che la signora Kimura gli aveva dato ed iniziò ad incamminarsi verso la porta.

“Ora dovrei andare. È stato un piacere stare con te, campione” disse con un sorriso rivolto ad Akio per tranquillizzarlo. Non bastò, dato che il bambino lo osservava preoccupato.

Dz uscì immediatamente dalla porta ed iniziò a dirigersi velocemente verso casa sua.

Cristo, da quando aveva avuto quella discussione con suo padre aveva sempre la testa pieni di pensieri.

E il vedere Akio insieme a sua madre gli aveva fatto tornare in mente…

Ancora una volta si portò istintivamente una mano sulla spalla destra dove vi era la sua cicatrice, che era presente pure quando era in forma umana.

Sempre presente, sempre a prenderlo in giro, sempre a ricordargli di quel giorno maledetto che aveva segnato sia lui che suo padre.

Arrivò dinanzi a casa sua, e svogliatamente prese le chiavi per aprire la porta.

“Mi manchi tanto… mamma.” Pensò Dz entrando in casa.

   
 
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