La porta è stata aperta con un calcio e poi sbattuta nell'arco di un secondo. Gilbert si fece strada precipitosamente attraverso la stanza, osservando Vincent che ridacchiava e si agitava sul suo letto. Aveva bevuto un po' troppo ed era insopportabile. Correndo per la casa, cantando canzoni senza senso, cercando di togliersi i suoi dannati vestiti ad ogni angolo così, alla fine, Gilbert mise fine a tutto questo, catturando l'idiota felice e portandolo nella sua stanza.
Ora Vincent si stava rotolando sul letto, ridendo ancora all'idea di essere catturato da Gilbert, e Gilbert, da parte sua, era combattuto. Metà di lui voleva dargli un colpetto alla testa e farlo calmare, e l'altra metà trovava la gioia sfrenata e ubriaca di Vincent così dannatamente tenera che non poteva resistere.
Ringhiò, balzando in avanti e inchiodando Vincent contro il letto, tenendolo per i polsi, le ginocchia su entrambi i lati del suo corpo snello, inscatolando efficacemente il suo fratellino. Ciò fece sì che Vincent si immobilizzasse, guardando fisso negli occhi di Gilbert.
Così vicini, il maggiore non poté fare a meno di notare il leggero rossore sulle guance di Vincent, il suo respiro leggermente affannoso, da tutta la corsa fatta, i suoi capelli arruffati, la sua camicia già parzialmente sbottonata, le sue labbra umide socchiuse e il morbido, ansimante bisognoso che emerse mentre le mani di Gilbert sfioravano la sua carne esposta.
Tenendo ancora le braccia del minore con una mano, con quella libera Gilbert prese a sbottonare la camicia di Vincent. Una volta che fu liberato dall’indumento, Gilbert si mise al lavoro. Le sue mani si muovevano lentamente sulla carne esposta di Vincent, facendolo contorcere, gemere e ansimare, la sua pelle che diventava elettrica, formicolante ad ogni tocco, rendendolo ultra sensibile.
Le mani furono presto seguite da una bocca calda mentre Gilbert iniziò a tracciare un delizioso bacio dopo l'altro lungo il petto e lo stomaco di Vincent, finché non arrivò all’elastico dei pantaloni che furono rapidamente tolti.
Ora Gilbert stava toccando, baciando, accarezzando i fianchi di Vincent, le sue cosce, e il più piccolo si stava sciogliendo nel tocco del suo amato fratello, la pelle in fiamme, bramando di più, la sua voce che arrivava sempre più frequentemente in gemiti e miagolii, le dita che stringevano il tessuto della camicia di Gilbert, le sue spalle, i suoi capelli, qualsiasi parte su cui potesse mettere le mani.
Gilbert indietreggiò per un momento, guardando in basso per assorbire il disordine contorto, ansimante e bisognoso sul letto davanti a sé, il calore che gli riempiva il petto. Raccolse teneramente Vincent tra le sue braccia, baciandolo lentamente, profondamente, facendo scorrere le dita tra i capelli biondi e sorridendo al brivido che ricevette in risposta.
Il loro amore era lento e deciso. Gilbert ha preso ogni momento per assaporare ogni parte del corpo di Vincent, le sue reazioni, i suoi suoni, il suo profumo. Lo amava, aveva bisogno di lui, lo adorava, lo desiderava.
Il loro fare l'amore era appassionato. Vincent si aprì completamente a Gilbert, e Gilbert non trattenne nulla. Reclamò ogni centimetro del corpo del più piccolo, amandolo ancora e ancora finché non furono entrambi esausti, ansimanti l'uno nelle braccia dell'altro, riluttanti a muoversi.
Schiacciato contro il petto di Gilbert, con le dita del suo amore che scorrevano in modo ipnotizzante, pigramente tra i suoi capelli, lungo la schiena, lungo i fianchi, Vincent si addormentò in fretta. Non riusciva mai a rimanere sveglio a lungo, sempre troppo contento, troppo a suo agio per mantenersi cosciente.
A Gilbert non importava. Baciò dolcemente la sommità della testa di Vincent. 
Almeno adesso se ne stava tranquillo.