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Autore: Soly_D    05/12/2021    0 recensioni
#01. Happy 2nd wedding anniversary
#02. Red – as Christmas, as Ian Gallagher
#03. A night to remember
«Oggi a pranzo mi è bastato fingere di piangere di fronte a lui. Mi ha chiesto cosa avessi e io gli ho accennato di noi. Alla fine l’ho impietosito talmente tanto che è stato lui stesso a promettermi quel lubrificante. Solidarietà tra gay, suppongo».
[Raccolta di flashfics/oneshots Gallavich♥]
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ian Gallagher, Mickey Milkovich
Note: Lemon, Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Jack Daniels and orange juice
mix better than I would have imagined. 



#01. Happy 2nd wedding anniversary

«Voglio il divorzio».
Ian glielo disse di primo mattino senza nemmeno guardarlo negli occhi, le mani indaffarate a preparare la colazione come ogni giorno da quando erano sposati – due anni per l’esattezza.
Mickey sperò che stesse scherzando, perché la parola divorzio equivaleva a dire niente più convivenza, niente più scopate – e che scopate – in ogni angolo della casa, niente più tavola apparecchiata quando tornava dal lavoro (o meglio, da furti e rapine, ma questa era un’altra storia). In poche parole, niente più Ian Gallagher nella sua vita, e la cosa non gli sembrava… fattibile.
«Mi prendi per il culo?», chiese con una nota stridula nella voce.
«No», rispose tranquillamente Ian, lo sguardo ancora fisso sui fornelli.
«E me lo dici il giorno del nostro secondo anniversario di matrimonio?», replicò ancora Mickey, ora furibondo. «Dopo che abbiamo scopato tutta la notte?».
Ian alzò finalmente lo sguardo ed era così serio in volto, così deciso, che Mickey sentì chiaramente un crack al centro del petto.
«Il fatto che voglio il divorzio non significa che non ti amo più o che non sono più attratto da te. Semplicemente, da quando siamo sposati, la mia vita oscilla tra il rischio di finire nuovamente in prigione e quello di morire in una sparatoria. Mi sono stancato, quindi sì, voglio il divorzio».
Mickey ingoiò a vuoto cercando di mandare giù il fastidioso groppo alla gola. Okay, forse non era il marito migliore del mondo, ma pensava che Ian lo avesse ormai accettato e che la cosa, in fondo in fondo, lo divertisse.
«Stai prendendo le tue medicine?», chiese infine Mickey in un ultimo barlume di speranza. Magari si trattava solo di un attacco di bipolarismo temporaneo, curabile con qualche nuovo farmaco, una bella dormita e una sana scopata – un po’ come facevano dopo ogni litigio, giusto per ricordargli le fondamenta della loro relazione.
«Non ricominciare con questa storia», sbuffò Ian distogliendo nuovamente lo sguardo. «Sto prendendo le mie medicine e mi sento benissimo. Non è una decisione dell’ultimo minuto. Ci rifletto da giorni e sono arrivato alla conclusione che non possiamo più stare insieme».
Seguì un lungo attimo di silenzio dopo il quale «’Fanculo, Gallagher», concluse Mickey voltandosi e abbandonando la cucina a passo di marcia. Lo sguardo lucido di Ian gli aveva tolto qualsiasi dubbio. E pensare che gli aveva pure preso un regalo degno di una stupida adolescente in calore: una cornice in legno intarsiato con una foto di loro due uniti in un bacio nel giorno del loro matrimonio, dato che si era accorto che in casa non avevano nessun ricordo del genere… Magari, al ritorno, ci avrebbe fatto un bel falò.
Qualche attimo dopo, Mickey era già in strada con una lacrima impigliata tra le ciglia e la pistola incastrata tra il fianco e la cintura al di sotto della maglia. Non avrebbe sparato a nessuno, questo no, ma era certo che far saltare in aria qualcosa come ai bei vecchi tempi lo avrebbe fatto sentire meglio – o perlomeno lo avrebbe distratto dal pensiero che il fottuto amore della sua vita volesse definitivamente lasciarlo.


Mentre si lanciava in strada all’inseguimento di suo marito, a Ian non venne affatto da ridere come aveva immaginato. Non pensava che Mickey ci avrebbe creduto così facilmente e soprattutto era fermamente convinto del fatto che gli avrebbe urlato contro parolacce e insulti fino a fargli vuotare il sacco. Di certo non si aspettava che se ne sarebbe andato via così, rosso in volto per la rabbia e senza dire una parola – tutto per colpa sua e della sua stupidissima voglia di vendicarsi dell’anno prima, quando Mickey aveva finto per tutto il giorno di essersi dimenticato del loro primo anniversario spezzandogli il cuore ora dopo ora (salvo poi avergli organizzato una fantastica festa a sorpresa, ma questi erano dettagli).
«Mickey, aspetta, non dicevo sul serio», tentò Ian con calma accelerando il passo per raggiungerlo. Ma evidentemente Mickey non aveva alcuna intenzione di restare calmo perché si voltò di scatto in mezzo al vicolo e, piantando saldamente i piedi per terra, sparò un colpo a pochi centimetri dal piede destro di Ian con una pistola tirata fuori da chissà dove, incurante del fatto che qualsiasi passante avrebbe potuto assistere alla scena e chiamare la polizia.
«Ma che cazzo!», urlò Ian spaventato saltando letteralmente da terra.
«Non rimangiarti le parole», lo minacciò Mickey, sollevando il braccio e puntandogli la pistola dritto in volto. «Ormai l’hai detto. Se vuoi il divorzio, allora divorzieremo. Non c’è nessunissimo cazzo di problema».
«Mickey…», sussurrò Ian a quel punto facendo qualche passo avanti verso di lui. Da quella distanza poteva vedere chiaramente gli occhi azzurri di Mickey velati di una patina lucida e la cosa lo fece sentire ancora più in colpa di quanto già non si sentisse. «Stai piangendo».
«Non sto piangendo, è che mi sono fumato una canna appena sveglio», ribatté Mickey passandosi il dorso della mano sugli occhi per asciugarli. «Tu stai piangendo, coglione».
«Io non…», tentò Ian portandosi a sua volta una mano agli occhi e sorprendentemente li trovò tanto bagnati quanto quelli di Mickey, se non di più. Suo marito aveva ragione: stava piangendo e non se ne era nemmeno accorto. La verità era che l’inaspettata reazione di Mickey al suo scherzo lo aveva letteralmente destabilizzato, dandogli la conferma del fatto che Mickey lo amasse molto più di quanto desse a vedere e che la sola idea di divorziare lo mandasse fuori di testa.
Che stupido era stato. Se avesse potuto tornare indietro, quella mattina non lo avrebbe accolto con quel falsissimo «Voglio il divorzio» ma con un sincero «Buon anniversario, ti amo» e un lungo bacio appassionato.
In un attimo Ian gli fu vicino e, incurante delle proteste di Mickey, lo strinse a sé così forte da impedirgli di dimenarsi e sbracciarsi.
«Scherzavo prima, davvero», gli sussurrò all’orecchio. «L’anno scorso hai fatto finta di dimenticarti di che giorno fosse. Volevo fare qualcosa di simile, pensavo che sarebbe stato divertente ma… ho esagerato, mi dispiace. Non voglio il divorzio, Mickey, te lo giuro. Non sopporterei una vita senza di te».
«Bello scherzo di merda, stronzo. Potresti fare l’attore, sai? Pornografico e non», commentò ironicamente Mickey e finalmente Ian lo sentì rilassarsi contro il proprio corpo abbandonando il piede di guerra.
Restarono stretti in quel modo per qualche minuto, Ian con le braccia avvolte intorno alle spalle di Mickey e Mickey con le proprie abbandonate lungo i fianchi, fin quando Ian non si staccò da lui per prendergli il volto tra le mani e guardarlo dritto negli occhi, ora asciutti.
«Avevo prenotato un massaggio e una cena al ristorante. Basteranno a farmi perdonare?», chiese speranzoso.
Mickey roteò gli occhi schioccando la lingua sul palato con fare fintamente scocciato. «Ti perdonerò solo se prima mi farai il pompino migliore che io abbia mai ricevuto in tutta la mia vita…».
Ian sorrise sollevato stampandogli un veloce bacio sulle labbra screpolate. «Facile».
«…E poi ti farai scopare come una troia», concluse tuttavia Mickey andando a sfiorargli il fondoschiena con la punta della pistola ancora stretta nella mano e scoccandogli un’occhiata così maliziosa che Ian sentì chiaramente rimescolarsi tutto all’altezza dello stomaco. Non gli piaceva particolarmente il ruolo del passivo, ma non poteva negare che, le poche volte che aveva permesso a Mickey di stare sopra, aveva goduto da matti. Oltretutto, per lui avrebbe fatto questo e altro.
«Ci sto», acconsentì prima di trascinare suo marito in casa, sbatterlo contro la porta chiusa senza incontrare resistenza e slacciargli freneticamente la cintura, pronto a farsi perdonare e a rendere quell’anniversario assolutamente memorabile.








  
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