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Autore: pilafchan    05/12/2021    2 recensioni
Cal voleva solo rivestirsi e tornare a casa. Chi avrebbe mai pensato che un'innocente serata solitaria, a cui aveva solo voluto dare un po' di brio, si sarebbe trasformata in un’esperienza così nefasta?
***
One shot appartenente alle serie "Risorgere dalle ceneri di Herbay" con Cal e Benson come protagonisti.
Personaggi: Cal, Benson, Raoul e Guy
Genere: Comico, Demenziale, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Guy, Nuovo personaggio, Raoul Am
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
- Questa storia fa parte della serie 'Risorgere dalle ceneri di Herbay'
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Racconto scritto per l'Advent Calendar 2021 del gruppo Facebook "Hurt/Comfort Italia - Fanart and Fanfiction - GRUPPO NUOVO". Onde evitare spoiler indesiderati, ne consiglio la lettura solo a chi ha letto la serie "Risorgere dalle serie di Herbay" fino alla fine.

Attenzione: presenza di procedure mediche per estrarre un corpo estraneo dal retto.

***

Benson non era un tipo ansioso, ma dopo oltre 24 ore che Cal non rispondeva alle sue telefonate e ai suoi messaggi, iniziò a preoccuparsi un po'.

Per fortuna, ricevette una sua e-mail in serata: - Non posso usare il telefono, non chiamarmi. Arriverò domattina col volo delle 10. Aspettami a casa. Ti amo, Cal. -

La mattina dopo, Benson si alzò molto presto come suo solito per preparare le ordinazioni del giorno e portarle al gestore della pasticceria per cui lavorava su commissione.

Cal arrivò verso le 11 come previsto.

“Bentornato!” Lo accolse Benson, accingendosi a prendere la sua valigia. “Hai già fatto colazione? Ti preparo qualcosa?”

Ma Cal sembrava a disagio, forse indisposto. “Non prepararmi niente, non ho fame.”

“Che hai? Non ti senti bene?”

L’hacker scosse la testa negativamente. “No, ho solo bisogno di usare il bagno.” Lasciò cappotto e borsa vicino all'ingresso e corse verso la toilette.

‘È comprensibile,’ pensò Benson, affatto infastidito per non essere stato salutato col dovuto calore. ‘Non essendo abituato al cibo di altri pianeti, forse è un po' costipato. Non avrà voluto usare i bagni dell’astronave e dello spazioporto. Magari se la tiene da un po'.’

Eppure, dopo tre quarti d'ora che il suo partner non dava segni di vita, decise di bussare. “Tutto bene lì dentro?”

Pallido e sudato, Cal aprì la porta dall'interno.

‘È stato in bagno per così tanto tempo, eppure sembra non aver fatto niente,’ pensò Benson. Il bagno era privo di odori e lo sciacquone non era stato tirato. “Hai problemi di stitichezza?”

“Benson, io… ho un altro tipo di problema,” confessò nervosamente l'hacker.

“Che è successo?”

“Non è facile da raccontare …” Sembrava davvero in difficoltà. Benson gli accarezzò affettuosamente la guancia. “Dai, non farti pregare. Cosa ti è successo?”

“Prometti di non arrabbiarti e non prendermi in giro?”

Il pasticcere sospirò. “Non mi arrabbierò e non ti prenderò in giro, sputa il rospo!”

Il racconto che seguì, ebbe l'effetto di mutare l'espressione di Benson in incredulità assoluta.

“Ricordi quello che ti ho scritto nella mail di ieri, cioè di non poter usare il cellulare? Beh… l'altra sera, in hotel, mi sentivo un po' solo e annoiato, così ho deciso di dare un'occhiata a quel sito che di solito guardiamo insieme, amoi.eunuch.porn.”

Benson annuì. Era un famoso sito di video porno per eunuchi.

Cal cercò di giustificarsi. “Ero molto eccitato, tu non c'eri e io non avevo portato nessuno dei nostri giochini. Lo sai che non sono molto bravo con le mani …”

Iniziando a immaginare che fine potesse aver fatto il cellulare, Benson deglutì e si appoggiò sulla più vicina sedia. “Continua.”

“Ho cercato nella stanza qualcosa di adatto. C’era un soprammobile, ma era troppo liscio e dritto. Poi, mi sono ricordato del telefono. Le dimensioni e la forma erano quelle giuste, così l'ho impostato sulla modalità vibrante, l'ho infilato in un preservativo trovato nell'armadietto del bagno dell'hotel e ho chiuso il tutto con un nodino sotto …”

Benson non poté più rimanere in silenzio. “Cal, non dirmi che ti sei infilato il telefono nel culo!”

Sempre più imbarazzato, l'eunuco minore annuì e continuò il racconto. “Dopo averlo lubrificato per bene, l'ho inserito. Mi sono alzato un momento per comporre il numero dal telefono della stanza, ma quando mi sono steso e ho provato a riprenderlo, ho scoperto che non riuscivo più a raggiungerlo. Ci ho provato in tutti i modi!”

Benson non sapeva se ridere o piangere. Era lui il più sfrontato e sessualmente curioso dei due, quello che cercava di rendere più interessante gli incontri intimi proponendo video e riviste spinte, giochini erotici e idee stravaganti. Il fatto che Cal, notoriamente timido, avesse preso una simile iniziativa, aveva il suo lato positivo, ma arrivare al punto di infilarsi dentro un cellulare…

‘Sicuramente, non è il momento adatto per fargli una ramanzina sul fatto che nell'ano vadano inseriti solo sex toys specifici e certificati,’ pensò. “Da quanto ce l'hai dentro?”

“Due giorni,” rispose l'altro, picchiettando nervosamente un piede contro il pavimento.

“Due giorni?” Gli fece eco Benson, alzandosi di scatto dalla sedia. “E perché non sei andato in ospedale? Cal, bisogna assolutamente tirarlo fuori!”

“Lo so!” Gridò il programmatore esasperato. “Non ho quasi mangiato niente da quando è successo per paura di intasarmi. Ci ho provato in ogni modo possibile, ma non riesco a prenderlo! Quel che è peggio, è che il telefono era acceso e ogni volta che ricevevo una telefonata o un messaggio iniziava a vibrare. Durante la conferenza di ieri, tutti mi fissavano cercando di capire da dove provenisse il ronzio! Che dovevo fare? Ero da solo e in quel pianeta non parlano neanche la mia lingua!”

Benson roteò gli occhi al cielo. Che situazione! Eppure, nonostante fosse abbastanza arrabbiato con Cal per essersi comportato in modo così sconsiderato, mantenne un tono di voce comprensivo. “Dai, vediamo se riesco a prenderlo io.”

***

Tubo formato xl di gel lubrificante in mano, Benson indicò il letto. “Dai, togliti le mutande e stenditi.”

“Come devo mettermi?”

“Proviamo a pancia in su. Allarga le ginocchia, piegale contro il petto e abbracciati le gambe.”

Mentre assumeva la posizione, Cal si sentiva tremendamente stupido. Non c'era proprio niente di sexy in quello che stava facendo.

Benson notò con dispiacere quanto il suo ano fosse gonfio e arrossato. Aveva davvero provato in tutti i modi a recuperare il corpo estraneo, quasi al punto di ferirsi.

Inserì delicatamente due dita ben lubrificate. Ma per quanto sforbiciasse e le affondasse il più possibile, cercando di acchiappare qualsiasi cosa, non riuscì a trovare proprio niente. “Sei sicuro di non averlo già espulso?”

“Certo che sono sicuro! Ti sembra forse possibile che possa averlo cagato fuori senza accorgermene?!” Obiettò l'hacker un po' offeso.

Per comprovarlo, Benson prese il suo telefono e fece partire una chiamata. Quasi contemporaneamente, la parte bassa della pancia di Cal iniziò a vibrare e ad emettere uno ‘zzzz’ intermittente. Definitivamente, il telefono era ancora lì. Stupito, posò la mano sotto al suo ombelico. “È davvero dentro di te …”

“Ma certo, te l'avevo detto! Ora spegnilo ti prego!”

“Dobbiamo andare in ospedale,” dichiarò il pasticcere, interrompendo la telefonata.

E per quanto Cal avrebbe preferito mettersi in una caverna piena di mosche col corpo cosparso di miele, piuttosto che spiegare a un dottore il suo problema, non c'era davvero altro da fare.

***

Dopo aver lasciato l'auto volante nel parcheggio dedicato alle emergenze del Gran Ospedale di Guardian, i due eunuchi si accinsero ad attraversare il portone. Durante il viaggio, la pancia di Cal aveva ronzato altre due volte, sicuramente si trattava di qualche cliente impaziente.

“Che gli dico?”

“Che diavolo vuoi dirgli? La verità, no? Che volevi usarlo per masturbarti e che non sei più riuscito a tirarlo fuori.”

Cal non ne aveva davvero il coraggio. “Non posso dirgli che è stato un incidente? Non so … magari che mi ci sono seduto sopra, oppure che l'ho ingerito per sbaglio.”

“Oh, certo, molto credibile. Chi non ingerisce per sbaglio un telefono avvolto in un preservativo o non ci si siede sopra senza pantaloni?” Commentò Benson acidamente.

“Posso dire che me l'hai messo dentro tu, allora?” Suggerì l'eunuco minore.

“Non provare a darmi la colpa!” Seccato, Benson indicò una sedia vuota. “Aspettami lì, vado a cercare Guy.”

Guy era un loro vecchio e caro amico che lavorava a Guardian come infermiere. Era anche il compagno di Lord Raoul Am, stimato biologo e micro chirurgo nonché primario e fondatore dell'ospedale. Benson ebbe la fortuna di trovarlo quasi subito nella saletta del personale al piano terra.

Spiegatagli la situazione, Guy strabuzzò gli occhi. “Ti prego, dimmi che è uno scherzo.”

“Magari lo fosse! Che faccio? Si vergogna da morire.”

L'uomo sospirò. “Cercherò di farlo ammettere senza che dobbiate passare per l'accettazione del pronto soccorso. Vai da lui, verrò a chiamarvi dopo aver parlato con Raoul.”

***

Vestito con un camicie bianco - i lunghi boccoli dorati raccolti in una coda di cavallo e parzialmente coperti da una cuffietta di tessuto verde - il primario fece stendere Cal sul lettino chirurgico e gli alzò la maglietta. “Così… un telefono cellulare…” affermò distrattamente, palpandogli la parte bassa dell'addome. “Dovevi essere parecchio disperato per non poter rimediare qualcosa di più adatto.”

Benson, che stringeva la mano del suo pallido e spaventato compagno, prese le sue difese. “La prego, Maestro Raoul, non lo prenda in giro. Non aveva mai fatto niente del genere prima d'ora e mai lo rifarà.”

“È così, Cal?” Domandò il chirurgo. “Puoi parlare o ti sei forse infilato anche qualcosa in gola?”

L'eunuco dai capelli castani, vergognoso come un bambino sorpreso nel bel mezzo di una marachella, vocalizzò poche incerte parole. “Non lo rifarò più. La prego, Lord Am, me lo tiri fuori.”

“Farò il possibile. Spogliati e girati sul fianco con le ginocchia contro il petto.”

Per una persona discreta e riservata come Cal, tutto ciò era un vero incubo. Solo Benson poteva capire quanto fosse terribile per lui mostrarsi così esposto. In generale, gli eunuchi tendono ad essere più timidi e impacciati nel mostrare il loro corpo rispetto agli uomini non genitalmente modificati.

Raoul infilò le mani in un paio di guanti di lattice usa e getta, si cosparse le dita di gel e iniziò l'esplorazione. Dopo un po', le estrasse con disappunto. “Non ci arrivo. Guy mi porteresti il sondino?”

L'infermiere uscì dalla stanza per rientrare pochi minuti dopo con un carrellino. Il kit sopra di esso comprendeva un tubicino flessibile dotato di videocamera e un piccolo schermo.

“Effettuerò una colonscopia,” spiegò il chirurgo. “Ciò significa che userò questo tubo per penetrare i tuoi interni. Non dovresti sentire alcun dolore, ma dato che sei abbastanza irritato in quella zona applicherò comunque della lidocaina per desensibilizzarla.”

“Va… va bene.” Acconsentì l'eunuco. Non ne poteva più, voleva solo rivestirsi e tornare a casa. Chi avrebbe mai pensato che un'innocente serata solitaria, a cui aveva solo voluto dare un po' di brio, si sarebbe trasformata in un’esperienza così nefasta? Per fortuna, da quando era entrato nell'ambulatorio, Benson non aveva mai smesso di stringergli la mano.

Il sondino venne inserito e spinto in profondità fino a scontrarsi col corpo estraneo. Sia Raoul che Guy torsero la bocca. Era salito troppo! Dovevano assolutamente farlo scendere, altrimenti sarebbe stato impossibile rimuoverlo senza ricorrere alla chirurgia.

Dopo aver estratto il sondino, Guy pulì i glutei di Cal con un pezzetto di carta e lo coprì con un lenzuolo.

“Allora? L'avete trovato?” Domandò Benson, dando voce anche ai pensieri del suo compagno.

“Sì,” rispose il primario. “Purtroppo è molto in alto e al momento non è possibile estrarlo. Hai detto che è ancora acceso, giusto? Sicuramente sono state le vibrazioni a farlo muovere.”

Entrambi gli eunuchi ebbero un sussulto. “Questo significa che dovrà aprirgli la pancia, Maestro Raoul?” Chiese ancora Benson.

“La chirurgia è un opzione, ma vorrei evitare di ritrovarmi con gli intestini di Cal tra le mani.”

“Raoul, non spaventare i ragazzi,” intervenne Guy, elargendo una pacca amichevole sulla spalla del giovane ancora disteso sul fianco. “Non preoccuparti, Cal, non sei il primo e non sarai l'ultimo a presentarsi in ospedale con qualcosa di strano infilato nel retto. Ne arrivano praticamente tutte le settimane, e la maggior parte di loro se la cava con un gran dolore al culo ma l’addome integro. Sono pochi quelli che finiscono in sala operatoria.”

L'eunuco si asciugò con la mano un paio di lacrime cadute a tradimento. Era sull'orlo di una crisi nervosa, ma le parole di Guy l'avevano rincuorato un po'. “Davvero non sono il primo?”

“Assolutamente no,” confermò l'infermiere. “Bottiglie, soprammobili, giocattoli per bambini, ortaggi, utensili di vario tipo. È incredibile ciò che la gente è disposta a fare per un momento di gloria. La maggior parte delle volte si tratta di eunuchi poco informati, che non conoscono l'esistenza dei sex toys oppure si vergognano di andare a comprarli, e quindi si arrangiano con ciò che trovano in casa.”

“È molto pericoloso, Cal,” aggiunse il chirurgo. “L’auto-esplorazione va benissimo, e non c'è nulla di male nella masturbazione, che aiuta a conoscere il proprio corpo e a vivere al meglio anche la sessualità di coppia, ma non puoi mettere lì dentro la prima cosa che ti passa per la testa. Dato che per voi eunuchi la prostata è la principale zona erogena, l'utilizzo di sex toys per facilitarne la stimolazione è praticamente d'obbligo, ma devi usare solo oggetti sicuri, certificati e creati appositamente per questo scopo. Spero davvero che tu l'abbia capito.”

Cal aveva imparato la lezione, non avrebbe mai più corso un simile rischio. Mentre annuiva afflitto, Benson gli accarezzava amorevolmente il dorso della mano.

Tutti pendevano dalla bocca del primario, che dopo averci pensato un po' prese la sua decisione. “Guy, vai a prendere del Laxotan e dì all'inserviente di portare patate lesse condite con molto olio e banane.”

Mentre l'uomo usciva per eseguire quella richiesta, Raoul spiegò alla coppia cosa sarebbe accaduto. “Stai per bere un potente lassativo e mangiare un po' di cibo, Cal. Non potendo afferrare l'oggetto dal basso, cercheremo di spingerlo dall'alto. Se siamo fortunati, la massa fecale lavorerà per noi. Per ottimizzare la procedura, dovrai alzarti in piedi, bere acqua e camminare il più possibile. In questo modo, il movimento e la forza di gravità aiuteranno la discesa. È tutto chiaro?”

Raoul non avrebbe potuto spiegarsi meglio. Benson e Cal annuirono speranzosi, avrebbero seguito le istruzioni alla lettera.

***

Era il momento del verdetto. I due giovani avevano passeggiato per ben due ore, percorrendo in lungo e in largo ogni sala, corridoio e giardino del Gran Ospedale di Guardian. Cal era stato ogni tanto costretto a fermarsi perché in preda a forti spasmi addominali, ma aveva proseguito senza demordere. Non voleva finire sotto i ferri! Per fortuna, il telefono non aveva più vibrato.

Al posto del sondino, Raoul verificò la posizione dell'oggetto con l'RX portatile. Con gran sollievo di tutti, comunicò la notizia che era sceso abbastanza da poter procedere con l'estrazione.

Per quello scopo, fecero intervenire Janine, un'infermiera dalle mani piccole e affusolate, specializzata in esplorazioni rettali. Nell'apprendere che sarebbe stata una donna a farlo, per di più sconosciuta, Cal raggiunse l'apice della desolazione, ma chiuse gli occhi e finse di essere da qualche altra parte mentre l'abile professionista, con l'ausilio di grandi quantità di lidocaina e gel lubrificante, inseriva tutta la mano nel suo ano, afferrava l'oggetto o lo tirava fuori.

La mezz'ora che seguì fu ugualmente terribile. Cal aveva lo sfintere maltrattato e anestetizzato, e il lassativo gli aveva rivoltato le viscere. Una volta rimosso il corpo estraneo, non c'era più niente che facesse da tappo. Corse in bagno con le natiche strette e la materia fecale che gli scivolava giù per le gambe. Credeva che la vergogna l'avrebbe ucciso.

Eppure, quando ebbe finito di svuotarsi e gli spasmi furono cessati, dopo essersi rialzato in piedi, lavato e aver indossato le mutande e i pantaloni che Benson aveva lasciato per lui vicino alla porta, si rese conto di essere guarito.

Era vero, si era coperto di ridicolo e tutti avevano guardato nel suo culo, ma non era passato per il bisturi e stava per tornare a casa. L'incubo era finito.

Fuori dalla porta del bagno, lo attendeva il suo compagno.

“Guy e Raoul sono andati via?” Domandò il programmatore.

“Sì, torneranno tra un paio d'ore per controllare come stai e ti rimanderanno a casa. Hanno lasciato un tubo di pomata da applicare al bisogno, ti consiglio di iniziare subito. Nel frattempo, devi riposare.” Benson estrasse un oggetto dalla tasca e lo porse al suo compagno. “Questo è tuo, è ancora caldo. La batteria si era scaricata.”

“Grazie a Giove,” Cal prese l'odiato telefono e lo appoggiò sul comodino. “Pensi che io sia uno stupido, vero?”

L'eunuco dai capelli verde bosco accarezzò il suo viso e lo baciò sulle labbra. “No, penso che tu sia molto dolce, ma la prossima volta che parti per un viaggio lascia che ti aiuti a fare le valigie.”

“Non credo di voler infilare qualcosa lì sotto tanto presto,” gemette il giovane. L'anestetico aveva esaurito i suoi effetti. La zona era rimasta un po’ sanguinante e bruciava da morire.

“Riuscirò a farti cambiare idea,” sussurrò Benson, accingendosi a baciarlo di nuovo.

   
 
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