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Autore: Ciarax    09/12/2021    2 recensioni
Il buio. Il silenzio. Fedeli alleati di ogni predatore.
Anche di creature come la tigre il cui ruggito è in grado di paralizzare le proprie prede per la ferocia del sua voce.
Dal testo:
'È bello morire per ciò in cui si crede; chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola.'
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Nuovo personaggio, Shredder/Shrell/ Oroku Saki
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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PROLOGO
 
In un fiocco di neve,
che presto si scioglie,
c'è tutto l'universo;
da tutto l'universo
scende un fiocco di neve.
 
Un affondo preciso, lento, calcolato.

La lama rifletté a malapena il riflesso della lampada che illuminava fiocamente la stanza, sgomberata il più possibile di ogni cosa superflua in quel momento. Non c’era spazio per la distrazione quando sentiva la mano stringersi attorno al manico in legno del kaiken, il pugnale lungo meno di una ventina di centimetri e di cui era tanto abile. Se il primo era stato buttato in avanti in un colpo frontale, il secondo giaceva immobile nel proprio fodero sul fianco sinistro.

L’unica cosa di cui era cosciente Ayame era il proprio respiro affannato dopo l’ennesimo movimento repentino, le gambe tese fino allo sfinimento e le braccia che tremavano impercettibilmente nello sforzo di mantenere la posizione corretta. Attese qualche altro attimo prima di richiamare la posizione di partenza, con ancora il kaiken saldamente tenuto in mano. Fece un breve, rispettoso inchino e poté finalmente rilassarsi.

Ayame si guardò a malapena intorno, gettando l’occhio su parte dei mobili che aveva spostato nel pieno della notte. Aveva nostalgia del vecchio dojo del nonno, che aveva messo tanta cura in quel piccolo spazio personale condiviso prima col figlio, e poi con lei. Il vecchio Sato aveva l’occhio lungo e anche nella sua rigidità era stato in grado di trasmettere lo stesso rispetto ad Ayame.

Le arti marziali e il Karate-do, “la via della mano vuota” che prediligeva il combattimento a mani nude. Il corpo come veicolo d’espressione, mezzo di difesa e di attacco dove ogni arto e giuntura era una possibile arma fatale.

La ragazza ripose finalmente con cura il kaiken nel suo fodero e mise entrambe le armi al loro posto, con delicatezza. Per quella sera l’allenamento sarebbe terminato prima del previsto.
Rimase ferma a contemplare il fodero riccamente decorato, senza girarsi quando sentì la finestra lasciata aperta della sua camera scorrere lentamente sugli infissi. Passi leggeri seguirono poco dopo che si fermarono a poca distanza da lei.

«L’allenamento inizia e finisce con il rei, giusto?» domandò la voce dal timbro inconfondibilmente basso, alle sue spalle.

Ayame sorrise.

«Sei giusto in tempo per il saluto infatti, Leo»




--- Note ---
Prologo, dunque brevissimo di natura. Non è una storia che programmo di aggiornare nell'immediato visto che ho ancora 'Burning Bright' in corso e che mi sta facendo veramente sudare, specialmente per il cross-over a quattro mani con Made of Snow and Dreams.

Detto questo, piccolo appunto:
Rei -è il tipico saluto utilizzato nelle arti marziali, in particolare mi riferico a quello usato nel Karate. Non è solo un saluto, è una forma di rispetto verso i compagni e verso il proprio maestro. Umiltà, accettazione.


Ciarax
   
 
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