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Autore: DanieldervUniverse    12/12/2021    3 recensioni
[Dungeons & Dragons]
Un gruppo di fratelli adottivi sta facendo campo nella foresta, e come tutti i fratelli adorano farsi i dispetti.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prompt: "Un sorriso perfetto: una situazione in grado di farti sorridere"

Il sudore scivolò lungo le curve dei suoi muscoli e gli solleticò la pelle, ma senza riuscire a distrarlo dalla rigida routine: all’alba e al tramonto, aprendo e chiudendo una lunga giornata, Rakull meditava attraverso gli esercizi e ritrovava il contatto con il proprio corpo, dalla cima calva della testa alla punta dei piedi. Non gli serviva più un mantra, la sua determinazione si era rafforzata di pari passo col suo corpo trovando quella sincronia che aveva così a lungo inseguito durante i suoi anni di gioventù.
-Rakull- lo chiamò Brot in quel momento. Il mezzorco fece un salto carpiato all’indietro e atterrò sui palmi delle mani, facendo la verticale. La sua lunga treccia, che partiva dalla nuca e arrivava quasi fino a terra quando stava in piedi, l’aveva preventivamente legata attorno alla vita in modo che non strusciasse inutilmente nella polvere.
-Rakull, potresti rispondermi un momento?- insisté Brot, cercando di attirare la sua attenzione. Il nano, con ancora addosso la pesante armatura, lo fissava con un allegro brillio negli occhi: sembrava avesse appena avuto un’idea geniale, e non vedesse l’ora di condividerla. Rakull spostò lo sguardo su Jenikif, lo gromo, ma quello gli sorrise in modo complice. Il che non era mai un buon segno, perché Jenikif fin da quando erano piccoli era sempre stato il migliore a fare scherzi e adorava stuzzicare Brot con i suoi.
-Dimmi Brot- rispose il mezzorco, spostando l’attenzione sul nano senza perdere il ritmo con cui rafforzava i suoi bicipiti -Ti ascolto.
-Facciamo uno scherzo a Nemnes.
Lui rimase in silenzio a fissare suo fratello dal basso verso l’alto, sorpreso.
-Come scusa?
-È in ritardo, quindi possiamo appostarci e fargli un agguato- insisté il nano, annuendo convinto ed eccitato.
-Nemnes? Che senso ha fargli uno scherzo? Sta ancora costruendo la falsa pista per confondere quegli spettri a cavallo.
-Appunto- insisté Brot, entusiasta -Possiamo finalmente fargli un agguato come si deve.
-Non ci rovinerai mica la festa, vero?- gli fece eco Jenikif, con quel tono mellifluo che ti pizzicava come le corde di uno strumento. Imperturbato lui abbandonò la sua posizione e si rimise in piedi, sciogliendo i legamenti.
-Andiamo Rakull! Non vuoi proprio fare niente?- insisté Brot. Lui rispose con uno sguardo di sufficienza, segnalando che non gli importava in quel momento.
-Che noia.
-Almeno non farti vedere- insisté Jenikif. Per tutta risposta lui alzò lo sguardo verso gli alberi dietro il campo, individuando un ramo che faceva al caso suo. Con uno scatto ferino si diede la rincorsa per un gran balzo e, saltando da un tronco all’altro, atterrò con leggerezza sul ramo su cui era interessato.
-Così Nemnes ti vede benissimo. Nostro fratello ha gli occhi di un’aquila!- gli gridò dietro Jenikif.
-Appunto. È inutile che mi nasconda, devo solo fare in modo di non essere la prima cosa che noterà- rispose. I suoi fratelli si scambiarono uno sguardo incerto, e lui ne approfittò per agganciarsi con le gambe al ramo e scivolare all’indietro: era l’occasione perfetta per fare un po’ di addominali aerobici mentre gli altri preparavano i loro scherzi. L’assenza di polemiche da parte di Brot e Jenikif gli fece intendere che gli altri fossero soddisfatti della sua risposta.
Non era stato totalmente sincero con loro: non era vero che non gli interessava, era solo molto più curioso di vedere come le cose sarebbero andate senza la sua interferenza. Per questo, nonostante la sua mente fosse focalizzata sull’allenamento, non perse la cognizione di quello che i suoi fratelli facevano: poteva udire chiaramente sussurri, rami spezzati e un leggero clangore di metallo.
Dopo diversi minuti di caos sul loro piccolo accampamento calò il silenzio. La foresta si faceva ancora sentire, ma tutto il resto taceva. Temette che il leggero battere del suo cuore potesse farsi sentire al punto da rovinare irrimediabilmente lo scherzo, ma scacciò il pensiero mettendo più lena nei suoi addominali.
Nemnes arrivò all’improvviso, silenzioso e accorto come un vero ranger, ma Rakull non ebbe bisogno di girarsi per individuarlo: nel corso degli anni l’umano aveva sviluppato un tipo di passo specifico, che solo i suoi fratelli sarebbero stati in grado di distinguere dai suoni della natura.
Il mezzorco rimase perfettamente immobile, pieno d’aspettativa, in attesa che la trappola scattasse. Per i lunghi secondi in cui si udivano solo i passi di Nemnes Rakull temette che non ce l’avrebbe fatta e si sarebbe fatto scoprire prima del tempo, ma poi Jenikif e Brot scattarono con grida feroci, provocando un breve tafferugio e lui finalmente poté espirare soddisfatto.
-Cavolo ragazzi mi avete spaventato! Non vi avevo proprio visto!- esclamò Nemnes, cercando di sembrare sorpreso. Purtroppo per lui, nonostante fosse un grande e capace ranger, fingere non era il suo forte. Aveva sicuramente individuato l’agguanto con largo anticipo e aveva finto di cascarci.
-L’hai fatto apposta! Accidenti Nemens!- brontolò Brot, fumino perché aveva capito che il suo magnifico scherzo era stato sventato e il suo fratellino aveva cercato di fingere per farlo contento.
La cosa lo fece sorridere. Era di spalle, per cui anche se i suoi fratelli avessero guardato verso di lui non l’avrebbero visto. Cercava di essere distaccato in ogni situazione e porsi come il fratello più responsabile, ma i siparietti come questo lo facevano sempre sorridere. Le loro dinamiche tra fratelli erano ancora impagabili e sinceramente rassicuranti, ricordandogli che non importava come sarebbero cambiate le cose perché il loro rapporto sarebbe rimasto lo stesso.
Interruppe la sua routine e si raddrizzò sul ramo per guardare giù: vide Nemnes cercare di confortare Brot mentre Jenikif intonava l’ennesima filastrocca di scherno sul nano. Era la situazione perfetta, anche se il copione l’aveva visto ripetersi già un sacco di volte: d’altro canto una buona routine era esattamente quello che serviva per restare in forma, anche per il buonumore.

  
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