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Autore: MadLucy    13/12/2021    0 recensioni
[Neku/Joshua | slash | one-shot | post!NEO: TWEWY | reunion | grown-up!Neku&Joshua]
Neku si sentì attraversare da un brivido irragionevole lungo le braccia. «Ti sei fatto sentimentale.»
Le labbra di Joshua si tesero in un sorriso insinuante, come se l’avesse notato. «Ti ho salvato la vita, no? È di per sé sentimentale.»
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Neku Sakuraba, Yoshiya Joshua Kiryu
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Il sole macchiava la superficie dello Shibuya River, facendolo sembrare di ferro ossidato, e Neku riusciva a malapena a distinguerci la propria sagoma. La terrazza panoramica di Joshua era quasi a sfioro rispetto al pelo dell’acqua, e sporgersi dalla balaustra di bambù dava la sensazione di essere in barca. 

«Eri un piccolo, ingenuo lupetto solitario.» Joshua giaceva sdraiato sotto un baldacchino di candide lenzuola bianche e cuscini, e indicava Neku con una flûte di champagne. La voce aveva un’inflessione beffarda. «E guardati adesso. Non hai più bisogno del mio aiuto.»

Neku approvò con un sorriso ironico. «Nè dei tuoi sabotaggi letali.» 

«Non so a cosa tu ti riferisca.» Joshua sorseggiò lo champagne, pensosamente. «Vedi, il fatto che tu sia ancora qui–»

«–che tu mi abbia portato di nuovo qui–» 

«Mi fa pensare che tu appartenga in qualche modo a tutto questo.» Fece una pausa drammatica accompagnata da un sorriso pigro. «E di conseguenza, s’intende, a me.»

«Tu invece non sei cambiato» ribatté Neku. «Vuoi una cosa, te la prendi.» Aprì le braccia, ad indicare la propria presenza fuori contesto. 

Joshua fece un cenno di grazia noncurante con la mano affusolata. «Ce l’hai ancora con me per la storia di Shibuya. Ma le mie intenzioni erano le migliori.» Colmò una flûte e glie la offrì, ma Neku la respinse, così bevve anche da quella. «Guardavo il mio mondo e non mi piaceva più. Non ti capita mai?» alluse con civetteria. 

Neku incassò la stoccata. «Non ho il potere di distruggerlo, però.»

Joshua si alzò dal baldacchino per raggiungerlo sul limite della terrazza. «A volte la differenza la fa una mera questione di opportunità. La cosa migliore da fare, mi parve allora, era ripristinare una tabula rasa.» Lanciò un sassolino –comparso nel suo pugno– sulla superficie del fiume, e rimbalzò sette volte prima di affondare. «Forse nemmeno io mi piacevo più.»

Neku si voltò per guardarlo, stupito. «Questa non me l’aspettavo.»

«Forse» puntualizzò Joshua, «mi sentivo solo e basta.»

Neku sbuffò. «Un problema risaputamente risolvibile tramite l’omicidio.»

Joshua incrociò il suo sguardo e lo incatenò al proprio con risolutezza. «È del tutto irrilevante che io non ti vada a genio, o che i miei moventi ti appaiano oscuri, perché non cambia ciò che si è creato in quelle settimane –o il fatto che all’ultimo momento, quello della disperazione, contro ogni logica, tu ti sia fidato di me.» Socchiuse gli occhi, e le folte ciglia lunghe velarono gli occhi viola scuro. «I giorni che ho passato con te sono stati i migliori che io ricordi.»

Neku si sentì attraversare da un brivido irragionevole lungo le braccia. «Ti sei fatto sentimentale.»

Le labbra di Joshua si tesero in un sorriso insinuante, come se l’avesse notato. «Ti ho salvato la vita, no? È di per sé sentimentale.»

«Dopo averla messa in pericolo tu stesso» sottolineò Neku, sospirando con una smorfia di indulgenza. Fece un gesto vago verso il panorama. «Tutto deve essere sul palmo della tua mano per farti felice. Shibuya. Io.»

«Se pensi di esserlo, non ti conosci bene come ti conosco io» ridacchiò Joshua, «partner.»

Lo aveva costretto con le spalle contro la ringhiera, e Neku cercò qualcosa con cui riempire il vuoto, ora abbastanza risicato, tra i loro volti. «Tu credi di essere innamorato di me, ma lascia che ti dica io qualcosa su te stesso. Tu giochi con le altre persone e quando ti stanchi le… cancelli. Non c’è niente dell’amore che tu possa capire. È troppo distante da te.»

Joshua soppesò il suo discorso con sguardo felino. «Chi ha parlato di amore? Magari avevo in mente qualcosa di più terreno.» Osservò la sua espressione e rise. «Sei arrossito. Esercito ancora questo ascendente. Molto bene.» Lo disse quasi con affetto. Giocherellò con il bavero della sua giacca, distrattamente. «Potremmo ricostruirlo insieme. Questo mondo. Pensaci, Neku. È molto potere per un ragazzino senza amici che ama i murales.»

«Non sono più quel ragazzino» sentenziò Neku con decisione nello spazio tra loro, «e non voglio quel potere. Non vorrei che nessun mio amico lo avesse.» Il suo sguardo ora era velato di qualcosa di simile alla compassione. 

«Noi non siamo amici.» Joshua scrollò il mento. «Non mi hai nemmeno perdonato.»

Neku cedette e sorrise. Ricordò quando, qualche anno prima, aveva pronunciato quelle parole sperando che lui le avesse sentite. «Non ti sei nemmeno pentito.»

«Di averti ucciso?» Joshua sfiorò le sue labbra parlando. «Lo rifarei anche adesso.» 

Neku lo baciò in conflitto, la fronte contratta in una remora ma le labbra schiuse. Joshua lo accolse con sollievo e frenesia, attirandolo avidamente a sé. I loro corpi avvinti tornarono al baldacchino bianco, mentre il vento gonfiava le cortine leggere e li ritagliava via da tutto il resto di Shibuya ai loro piedi. 

Un’ora più tardi, Joshua faceva mulinare sopra la propria testa uno stormo di piumette sfuggite alla trapunta, mentre ci stava avvolto dentro. «Perché non mi hai sparato?»

Neku si rigirò con indolenza tra i cuscini. «Te lo stai ancora chiedendo, dopo tre anni?» replicò divertito. 

«Shibuya in cambio del sottoscritto. Mi sembrava un compromesso accettabile.» Il tono della sua voce lasciava intendere quanto fosse lieto del suo fallimento. 

«Perché non sei stato ai patti, visto che ho perso?» ribaltò la domanda Neku, strappandogli un lembo di trapunta. 

Joshua lo lasciò fare, intenerito. «Perché non mi hai sparato.»

Neku gli baciò una spalla, sornionamente. «Perché sapevo che non mi avresti ucciso.»

Joshua si appoggiò sulla sua, allacciandogli le braccia al collo, in balia delle temperatura della sua pelle e del ritmo del suo respiro. «Sai» esordì qualche minuto più tardi, «anch’io sto lavorando su me stesso. Non ho dato per scontato che avresti accettato la proposta. Di rimanere con me, intendo. Ho considerato come reagire nel caso di un tuo rifiuto, caro partner.»

Neku lo fissò con incomprensione. «Aspetta un attimo. Perché me lo stai dicendo?…»

«Non riesco proprio a togliermi un vecchio vizietto» sorrise Joshua. 

«Quale?» Quando dal mucchio dei cuscini estrasse una pistola, Neku sbarrò gli occhi, di colpo terribilmente consapevole. «Oh, no, Josh, non–» Lo sparò tagliò l’aria, e le piume bianche svolazzarono ovunque impazzite.

«È sempre bello come la prima volta» commentò Joshua soddisfatto, accarezzandogli la guancia, mentre l’alone di sangue rosso scuro si allargava sulla biancheria del letto. «Per questa volta consideriamo pagata l’iscrizione al gioco, sì?»

  
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