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Autore: Allen Glassred    13/12/2021    0 recensioni
DALLA DICIOTTESIMA LUNA
Euphemia Landcaster trova il coraggio di entrare nella vecchia stanza dei genitori, anche dopo la scomparsa del padre. Cosa troverà in essa, l'erede del Clan della Luna Viola? Leggete e lo scoprirete.
Genere: Fluff, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'La diciottesima Luna '
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La fanciulla dalla chioma rosa entra in una stanza, nella quale non è mai entrata. Non le è mai stato proibito, tuttavia ha sempre esitato: è come se qualcosa o qualcuno le impedisse di varcare quella soglia, almeno fino a quel momento. In quella notte di Luna Viola, qualcosa in lei è mutato: una strana sensazione, la necessità di scoprire cosa ci sia in quella stanza che non ha mai voluto esplorare. “ Chissà cosa troverò qui dentro… “. Sussurra solamente la giovane erede dei Landcaster, la secondogenita di Re Castiel e della Regina Megara. Da quando il padre è scomparso, ucciso dal Re del Clan della Luna Rossa, suo fratello non fa altro che cercare vendetta mentre lei, prima principessa del regno, crede che in questo modo non si possa ottenere nulla. Che la vendetta non faccia altro che consumare e distruggere chi vuole attuarla, che il sentimento di rabbia divora senza risparmiare chiunque lo prova. Teme per suo fratello: teme che si possa mettere nei guai e commettere qualche follia. La fanciulla chiude la porta alle sue spalle, sospirando pesantemente. “ Oh, padre… “. Sussurra solamente, scoraggiata. “ Se solo foste qui, forse Charles vi darebbe retta e… “. Si interrompe: è la prima volta che inizia un monologo simile, non ha mai “ parlato “ con il padre in quel modo. Passa un dito su un mobile, scostando così la polvere che ormai lo ricopre da anni ed anni. “ Vi prego: aiutatemi a far ragionare mio fratello. Io… io non voglio che si metta nei guai e che si faccia eliminare “. Fa la rosa, mentre senza che si renda conto alcune lacrime scendono dai suoi occhi. “ Padre… “. Mormora solamente Euphemia Landcaster mentre, improvvisamente una sferzata d’aria gelida fa muovere i suoi capelli e la fa volgere di scatto.

 

Un mantello viola. Un mantello viola che, giurerebbe la Principessa prima non era lì, su quella sedia. La sedia? Nemmeno quella aveva notato, mentre entrava nella stanza. Incuriosita, la giovane erede di Megara e Castiel si avvicina. “ E questo cos’è…? “. Chiede più a sè stessa, dato che di fatto, nella sala non c’è nessuno. “ Ma questo è… “. Si blocca, come se una nuova consapevolezza l’avesse raggiunta. Si inginocchia, mentre alcune lacrime rigano il suo viso senza nemmeno che lei possa rendersene conto. “ Padre… “. Sussurra, mentre una volta inginocchiata, prende tra le mani la stoffa viola del mantello: il mantello che distingue i membri della famiglia Landcaster dagli altri nobili, il mantello che simboleggia l’appartenenza alla casata reale. Ed ovviamente, Euphemia ha già capito a chi appartenga. “ Il mantello di mio padre… “. Sussurra solamente, incredula: credeva che Castiel fosse stato seppellito con il proprio mantello, ma evidentemente così non è. La ragazza rimane in silenzio qualche istante, singhiozzando silenziosamente e persa in quei ricordi dell’infanzia, un’infanzia passata con quel padre amorevole che lei adorava. Quel padre che le è stato strappato sin troppo presto, pensa. Poi, passati i primi momenti di smarrimento la fanciulla si impone di smettere di singhiozzare: con la mano libera si asciuga le lacrime, il trucco lievemente sciolto non sembrerebbe recarle particolare disturbo. In quel momento infatti, il make up è l’ultimo dei suoi pensieri: risoluta si alza in piedi, osservando il ritratto di Re Castiel che, solo ora se n’è accorta, è sempre stato appeso al muro e la “ osservava “ silenzioso. “ Padre… “. Sussurra solamente la rosa, per poi guardare lo stemma sul mantello viola: lo stemma della famiglia Landcaster, lo stemma della sua famiglia. “ Padre: vi giuro che indosserò questo mantello ogni giorno, portandogli tutto l’onore che merita “. Fa, mentre nota che il mantello è lievemente impolverato. Ma non le importa: lo appoggia sulle spalle con orgoglio mentre, improvvisamente e senza un’apparente ragione la finestra si spalanca. La luna viola regna sovrana nei cieli di Meridian, riflettendosi in seguito negli occhi della Principessa che, a quell’apparente semplice gesto avverte il potere del suo clan scorrere nelle sue vene, più forte e dirompente che mai. Il mantello ed i capelli della fanciulla, ora sfuggii dall’acconciatura elaborata e totalmente liberi vengono smossi da una brezza gelida, che tuttavia non sembra più turbarla e nemmeno sembrerebbe provocarle freddo. Euphemia Landcaster ha finalmente capito come mai, proprio in quella notte abbia trovato il coraggio di entrare nella vecchia stanza di suo padre e sua madre, stanza nella quale nemmeno la stessa Megara è più voluta entrare dopo la morte del marito. Ora pensa Euphemia, sa cos’è che l’ha attratta: è stato senza dubbio lo spirito di suo padre, che le ha voluto donare il proprio mantello e farle coraggio per affrontare una battaglia che, ancora la fanciulla non può saperlo, è più vicina di quello che crede. E forse, non solo il Clan della Luna Rossa sarà coinvolto sul fronte opposto. Ma una cosa è certa: lei proteggerà il clan della Luna Viola, a tutti i costi. Farà lei le veci di suo padre, dimostrando di essere degna del mantello che indossa.



Euphemia Landcaster trova il coraggio di entrare nella vecchia stanza dei genitori, anche dopo la scomparsa del padre. Cosa troverà in essa, l'erede del Clan della Luna Viola? 
   
 
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