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Autore: Nao Yoshikawa    13/12/2021    5 recensioni
Breve one shot Aro/Renesmee, un po' vaga, un po' sognante, velatamente erotica.
Renesmee si trovava al mondo da troppo poco tempo, venticinque anni ad essere precisi. Che erano nulla rispetto alla lunga vita di Aro, che aveva visto tanto, conosciuto tanto. Lui le aveva offerto il suo braccio e lei gli si era aggrappata, ubriacandosi delle sue parole e dei suoi racconti.
Storia partecipante all'iniziativa "Regali d'inchiostro" del gruppo facebook L'angolo di Madama Rosmerta.
Genere: Erotico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aro, Renesmee Cullen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Dedicata a aivy_demi, che come me adora i Volturi e il multishipping sfrenato.

Era stato solo un attimo fugace, un istante che aveva cambiato tutto.
Renesmee Carlie Cullen aveva sempre saputo, sin da quando era venuta al mondo, sin da prima di nascere, che il suo destino sarebbe stato intrecciato a quello di Jacob Black.
Quello che però non poteva sapere era che i fili potevano sciogliersi, intrecciarsi, spezzarsi. Fece sua tale consapevolezza quando incontrò Aro Volturi.
Lo aveva già conosciuto tanti, tanti anni prima, quando era bambina. E nonostante la giovane età non aveva avuto paura di avvicinarsi, sfiorarlo e mostrarsi. Lui l’aveva trovata straordinaria, già allora. Una bambina per metà umana e per metà vampira, il cui cuore batteva, le cui guance erano rosa, le cui doti erano uniche.
Ora quella bambina aveva lasciato posto ad una donna bellissima, affascinante e silenziosa. Renesmee amava parlare poco, ma quando si era ritrovata davanti ad Aro, anche volendo non sarebbe riuscita a trovare le parole giuste.
«Renesmee Cullen, mia cara. Sei un incanto. E sei cresciuta.»
Lui era come ricordava. Galante, immortale, fascinoso ed elegante.
Lei aveva sorriso ed era arrossita. Aro era venuta a controllare come procedessero le cose, lui e i Volturi tornavano ogni due anni o tre. Ma questa volta c’era stato qualcosa di diverso, il come l’aveva guardata, il modo in cui le aveva baciato una mano, l’aveva fatta tremare.
E per la prima volta, le sue certezze erano crollate.
 
 
Renesmee indossava un abito di raso color rosa antico e beveva dal calice qualcosa che doveva essere champagne. La piacevano le feste, solo quelle grandi, perché in quelle piccole non c’era mai privacy[1]. Amava quelle un po’ vecchio stile, dove si ballava il valzer e le donne avevano gonne svolazzanti. Renesmee era oramai abbastanza grande da viaggiare da sola. Senza i suoi genitori, senza Jacob.
Jake, gli aveva detto, voglio andare da sola.
Lui non aveva risposto, perché ultimamente le cose andavano male. Ma non ci aveva badato troppo. I problemi arrivavano anche per una coppia unita come loro e Renesmee aveva un’indole molto particolare. Ma anche se avesse avuto da finire, sarebbe comunque scappata e partita per l’Italia. Proprio quel paese magnifico, patria dell’arte e di cultura. Terra abitata anche dai suoi simili, da uno in particolare.
Lui doveva aver saputo che lei era lì, Aro Volturi sapeva sempre tutto. Nessuno badava a lui, ai suoi occhi rossi come il sangue. Renesmee lo vide, fece un cenno col capo e poi arrossì di nuovo, mentre mandava giù un sorso di champagne.
«Renesmee, mia cara, allora non mi sbagliavo. Avrei sentito il tuo odore a mille miglia di distanza, è inconfondibile.»
Sì, l’odore di una creatura unica. Che in sé aveva qualcosa di umano, fragile.
«Non sapevo che anche i Volturi frequentassero certi luoghi» lei si guardò attorno. Si trovavano dentro un bellissimo castello risalente forse al medioevo.
«Ahimé, questa non è che una pallida imitazione delle feste che facevano un centinaio d’anni fa. Io sono su questa terra da molto tempo.»
E questo era bastata ad affascinarla.
 
Renesmee si trovava al mondo da troppo poco tempo, venticinque anni ad essere precisi. Che erano nulla rispetto alla lunga vita di Aro, che aveva visto tanto, conosciuto tanto. Lui le aveva offerto il suo braccio e lei gli si era aggrappata, ubriacandosi delle sue parole e dei suoi racconti.
«Noto che il ragazzo lupo non è con te» aveva detto lui ad un tratto.
Lei s’imbronciò e Aro allora le aveva preso le mani, stringendole.
«Ah, capisco. Le cose non vanno poi così tanto bene.»
Doveva allontanarsi, Renesmee. Avrebbe potuto farlo, non era debole. Ma non voleva.
«Le cose non vanno mai come previsto» sussurrò la ragazza. Il suo cuore batteva a differenza degli altri vampiri e in quel momento batteva per lui. Aro la percepì, avvertì nell’aria l’odore del desiderio.
«Hai ragione, mia cara. Nemmeno essere qui, per me, era previsto.»
Renesmee si voltò e se lo ritrovò a pochi centimetri dal viso.
Allora è questa la passione, pensò mentre Aro le baciava il collo.
Allora è questo il fuoco che divampa, pensò mentre lui affondava il viso tra i suoi boccoli.
Mentre avvertiva l’albero a cui si era poggiata, la corteccia contro la pelle, mentre respirava e ansimava. Non era una vittima delle circostanze o una povera stupida.
Era l’eccitazione a guidarla.
Aro risaliva sulle sue labbra, la baciava e lei ricambiava con foga, rabbia, mordendolo.
«Ho capito sin dalla prima volta in cui ti ho visto quanto tu fossi diversa» le sussurrò all’orecchio.
Renesmee con le guance rosse assottigliò lo sguardo, strinse i suoi capelli e avvicinò il corpo al suo.
«Questa è una cosa che non sa nessuno» sussurrò, lasciandosi andare ad un gemito.
Nessuno sapeva che Renesmee la bella, la dolce, la timida, non era né timida, né buona, né giusta.
Era una che tradiva. Forse il tempo per pentirsi ci sarebbe stato. Ma quel lato oscuro del suo carattere poteva essere abbracciato solo da uno come Aro.
Una parte di sé chiedeva perdono. Ai suoi genitori, alla sua famiglia a Jacob, a cui era legata, ma che ora era così lontano.
Aro percepì i suoi pensieri quando la toccò e sorrise.
Solo uno come lui poteva stringere un’anima così straordinaria.

 

[1]
Citazione da Il grande Gatsby
 
 
   
 
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