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Autore: sharia    17/12/2021    1 recensioni
[Goyuu]
Durante una delle consuete lezioni all'Istituto di Arti Occulte, Yuuji non riesce ad ignorare le continue provocazioni di Sukuna e le conseguenze delle parole della maledizione si manifestano in un modo alquanto particolare sul giovane stregone. O in alternativa: Sukuna fa eccitare Yuuji nel bel mezzo di una lezione e Gojo risolve il problema.
Traduzione dall'inglese della Fanficution "Inconvenience" di Megubutt su Archive of Our Own.
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Itadori Yuji
Note: Lemon | Avvertimenti: PWP
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Yuuji, con una mano appoggiata sul mento, guardava disinteressato fuori dalla finestra dal suo posto in prima fila ed ascoltava a stento le parole del suo professore.
Non aveva dormito molto a causa del continuo borbottare di Sukuna nella sua testa, ed era rimasto sveglio praticamente tutta la notte. Persino in quel momento la maledizione non smetteva di parlare, lamentandosi sguaiatamente delle cose più insulse e di come avesse bisogno di un po’ sana azione prima di morire dalla noia.
Per quanto tutto quello lo infastidisse, Yuuji decise di ignorarlo con la speranza che presto o tardi quello si sarebbe stancato, lasciandolo in pace.                                                                                                                                     Ma, chissà perché, aveva anche la sensazione che quel giorno la maledizione sarebbe stata parecchio insistente con sue lamentele.
Mentre la lezione procedeva come da programma, Yuuji si accorse che Sukuna era diventato sospettosamente silenzioso e una brutta sensazione gli artigliò la bocca dello stomaco.
Se c’era una cosa che aveva imparato dalla convivenza con Sukuna era che il silenzio prolungato non prometteva mai nulla di buono, poiché significava che la maledizione stava progettando qualcosa di diabolico che avrebbe creato problemi a lui e alle persone che lo circondavano.
E anche questa volta non fu diverso: Yuuji, infatti, sentì la familiare voce rimbombargli nella testa ancora una volta e il suo volto crucciarsi di conseguenza. Maledetto Sukuna.

“ Hey Moccioso, quando finirà questa stupida lezione? Non dirmi che non sei annoiato almeno quanto me. Sono convinto del fatto che tu non sappia nemmeno di cosa il tuo Sensei stia parlando.”
Yuuji continuò ad ignorarlo, ma la sua attenzione all’improvviso fu catturata da altro: una scarica di eccitazione che lo colpì improvvisamente alla bocca dello stomaco.
Il panico iniziò a manifestarsi sul suo volto quando lentamente realizzò cosa stava accadendo. I pantaloni già iniziavano a farsi troppo stretti. Cazzo.
Se lo sarebbe dovuto aspettare, davvero. Considerando quanto poco avesse dormito la sera precedente, era inevitabile che sarebbe successo, eppure ne era ugualmente sorpreso. Cercò di scrollarsi quel “piacere” di dosso. Cazzo, non poteva avere una erezione in classe, Nobara non glie l’avrebbe mai fatta passare liscia.

Così, concentrato com’era sul sulle sue elucubrazioni, quasi non si accorse della risata di scherno che si diffuse nella sua mente. Il cuore quasi si fermò non appena realizzò cosa quel ghigno stava a significare. Pensava che la situazione non potesse essere peggio di come era, ma questo prima di prendere in considerazione un possibile intervento della maledizione che, aimè, dimorava dentro di lui.

“Ma davvero? Farti venire un’erezione in classe? Cosa sei, un verginello delle scuole medie?”
Non potendo più ignorare le parole di Sukuna, gli rispose per le rime, intimandogli di stare zitto e di non peggiorare una situazione già tragica di per sé. Tuttavia, non appesa concluse la sua intimidazione, si pentì immediatamente delle parole spese. Diavolo, ma a cosa stava pensando? Dopotutto quello era il Re delle maledizioni, ovviamente avrebbe fatto tutto ciò che era in suo potere per rendere la sua vita un inferno in terra.
“Beh, non è che stavi pensando nuovamente di succhiare il cazzo al tuo dannato Sensei, muh? Ho forse torto? Fottuto pervertito. Non riesci nemmeno a controllare le tue pulsioni in pubblico.”
Yuuji cercò con tutto se stesso di ignorare il fuoco che stava divampando nel suo basso ventre, ma l’immagine che Sukuna gli aveva instillato nella mente non lo aiutava affatto. E’ che era vero, aveva fantasticato più di una volta su quella fantasia: mettersi in ginocchio e farsi fottere la bocca come meglio preferiva Gojo-Sensei. Essere penetrato senza nemmeno avere la possibilità di respirare, mentre lacrime di piacere gli scendevano dagli occhi e un misto di saliva e liquido pre-orgasmico gli imbrattavano il mento.
Non riusciva nemmeno più a ricordare quante volte si fosse masturbato con quei pensieri in testa, eppure non l’aveva mai fatto in pubblico.
Sukuna stava ridendo sguaiatamente ora, cattivo e diabolico come sempre. Perché questo è quello che era.
“Dovresti proprio risolvere il tuo problemino prima che qualcuno se ne accorga, non credi? Immagina la vergogna che proveresti se il tuo amato Gojo dovesse scoprire quanto sei perverso… eccitarti così nel bel mezzo di una lezione”.
Le parole di Sukuna stavano avendo uno strano effetto su di lui, un effetto che era al di là della sua comprensione. Un brivido di languida eccitazione gli scese lungo la spina dorsale e i pantaloni divennero ancora più stretti. Poteva percepire il rossore fare capolino sul suo volto, mentre la testa iniziava ad essere sempre più leggera, rendendogli molto difficile pensare in modo lucido adesso. L’immagine di Gojo- Sensei che lo dominava e le parole di Sukuna si erano trasformate in una profonda eccitazione.
Non riusciva bene a capire cosa stesse succedendo, tutto ciò che sapeva era che doveva uscire da lì prima che qualcuno si accorgesse del suo piccolo problema. Megumi già gli stava lanciando delle occhiate indagatrici dal banco al suo fianco.
Ovviamente tutto questo non passò inosservato alla maledizione dentro di lui, la quale, per suo conto, aveva compreso che le sue parole avevano avuto un effetto leggermente diverso da quello che pensava. Il tutto per suo grande diletto. La situazione si stava facendo davvero molto interessante.
Il volto di Juuji divenne ancora più rosso e lacrime di frustrazione iniziarono a fare capolino dai suoi occhi a causa della dolorosa erezione costretta nei pantaloni.
“Ammettilo, stai godendo di tutto questo, non è così? Cazzo, non ti facevo uno capace di arraparsi in una situazione del genere”.
Juuji stava fremendo dal suo posto sulla sedia, cercava qualche frizione, qualcosa che gli desse sollievo, qualsiasi cosa. Aveva bisogno di toccarsi e doveva farlo adesso.
“Patetico. Ma guardati, sei completamente impazzito per qualche parolina sconcia… per quanto tempo ancora credi di poter resistere?”
Yuuji si morse la lingua per non gemere disperatamente, il respiro che già iniziava a farsi affannato.
Raccogliendo tutto il controllo che gli era rimasto, alzò la mano.
“Yuuji-kun! Vuoi rispondere tu alla domanda che ho fatto?”
Non fidandosi affatto della sua voce, si lasciò sfuggire solo un piccolo sbuffo mentre stringeva le gambe per dar sollievo alla sua eccitazione.
Qualcosa nella mente di Yuuji si era decisamente bruciato, come se ci fosse stato un corto circuito, e l’ultima cosa che comprese fu il suo rapido gesto nell’alzarsi dalla sedia e correre velocemente fuori dall’aula, lasciando Gojo-Sensei con una faccia abbastanza sgomentata.
“Io, ehm… probabilmente dovrei andare a controllare che stia bene. Megumi, Nobara, voi fate una pausa di qualche minuto.”
Gojo non perse altro tempo e seguì il suo studente.
Dopo essersi allontanato abbastanza dall’aula e aver girato per diversi corridoi, finalmente trovò il ragazzo appoggiato contro il muro con le gote arrossate e le gambe strette l’una contro l’altra. Non appena si avvicinò si accorse del tremore del giovane. Gojo ora si trovava proprio di fronte a lui, poco meno di un metro a separarli.                                                                                                                                                                                        Era così alto che Yuuji si sentiva come un topolino in trappola.
“Yuuji-Kun,” disse con voce profonda, poco più di un sussurro, “mi dici cosa sta succedendo?”
Anche se aveva la benda a coprirgli gli occhi, Yuuji poteva sentire lo sguardo di Gojo leggergli dentro come se fosse un libro aperto. Si sentiva incredibilmente esposto e vulnerabile.
Il vero problema, però, era la sua erezione che prese a pulsare in modo piacevolmente doloroso mandandogli scariche elettriche lungo la spina dorsale, il tutto solo per la vicinanza del suo Sensei. Un gemito quasi disperato gli sfuggì dalle labbra.
Cavolo, era davvero un maledetto pervertito. Il suo pensiero fu accompagnato dalla risatina di Sukuna.
Il volto di Gojo adesso era davvero troppo vicino al suo, il respiro gli si infranse sui lineamenti del viso. Non si era nemmeno reso conto di quando questi si fosse avvicinato così tanto, troppo impegnato nel suo rimuginare. La preoccupazione di Gojo mutò velocemente in qualcosa di oscuro, quasi diabolico.
“In realtà,” incominciò avvicinandosi ancora di più, “penso di sapere esattamente quale sia il problema, Yuuji.” Gli sussurrò direttamente all’orecchio, mettendogli improvvisamente una gamba tra le cosce e iniziando a premere sulla sua erezione. “O forse sbaglio?”                                                                                                  Ovviamente aveva fottutamente ragione, e lo sapeva benissimo.
Non potendo più controllarsi, si abbandonò alla presenza di Gojo e si lasciò cadere sulla coscia del suo Sensei freneticamente, gemendo ad alta voce per la tanto agognata frizione. Ogni pensiero coerente abbandonò la sua mente e tutto ciò che sapeva era il dover ricercare il sollievo che il suo corpo tanto agognava.
Gojo non ritirò la sua gamba da quelle del ragazzo, premendo anzi più insistentemente per andare in contro alle disperate spinte di Yuuji.                                                                                                                                                          Stava tremando sempre di più, i suoni del piacere e piccole suppliche gli sfuggivano dalle labbra, incurante di tutto ciò che non riguardasse il semplice lasciarsi andare proprio lì ed in quel momento.
“Hey, hey, non così in fretta. Ancora non hai risposto alla mia domanda. Come diavolo sei finito in questa situazione?” Gojo ripetette nuovamente, rimarcando le sue parole con una spinta più significativa, facendo quasi strozzare Yuuji con la sua stessa saliva. Una mano raggiunse il fianco del ragazzo e giocosamente si spostò sul suo fondo schiena, afferrando una natica con forza e facendo gemere di sorpresa il giovane.
“Avanti, puoi dirmelo, Yuuji-kun.” Strinse nuovamente la natica con la mano solo per ricordare al ragazzo quanto volesse tutto ciò. “O magari vuoi che mi fermi?”
“N-no! Ti pre-prego non smettere! Io n- e va bene. Sukuna non ha smesso di blaterare per tutta la notte e non mi ha fatto chiudere occhio ovviamente, e beh… poi è successo questo.” Yuuji sentiva le gote accendersi ancor di più e, non volendo guardare in faccia Gojo-Sensei, continuò a tenere la testa bassa.
“Davvero è solo questo? Quando ti ho trovato in questo stato, sembrava che fosse per qualcos’altro.” Replicò il più grande con ilarità, chiaramente divertito da tutta la situazione.
“Beh, come ho detto, Sukuna non è proprio bravo a tenere la bocca chiusa, quindi ha tipo iniziato a… testarmi credo.” Continuò Yuuji, ora guardando volutamente lontano dal suo Sensei.
“E a te è piaciuto, eh?” Con una mano sollevò il mento di Yuuji, costringendolo a guardarlo in viso. “Interessante.”
Ancora intrappolato al muro, Yuuji si ricordò improvvisamente della dolorosa erezione fra le gambe.
“Beh, ecco la tua risposta. Ora potresti, per favore, co- hhng.” La mano che prima era impegnata a palpargli una natica ora era aperta e premeva sulla sua erezione, muovendosi sullo spesso strato dei vestiti. L’improvvisa attenzione lo stava rendendo sempre più duro e impaziente di lasciarsi completamente andare.
 
Morbidi gemiti iniziarono a diffondersi come un eco lungo i corridoi dell’istituto mentre Gojo lo accarezzava da sopra i vestiti. “T-ti prego, di più!” Yuuji si lamentò disperatamente, intensificando con le spinte la frizione data dalla mano di Gojo.
 
“Se continui ad essere così rumoroso qualcuno finirà con il sentirci.” Rispose lui, fermando definitivamente il movimento lento della sua mano, producendo di rimando un gemito di protesta dal ragazzo.
 
“Vedi, io sono abbastanza gentile da aiutarti, ma preferirei che qualcuno non si imbattesse in noi… A meno che l’idea non ti fa eccitare ancora di più. Non ne sarei tanto sorpreso.” Disse, e le sue parole furono accompagnate da una risatina di scherno, quella di Sukuna.
 
Dopo aver compreso a pieno le parole pronunciate dal suo Sensei, le ginocchia di Yuuji cedettero inevitabilmente e Gojo dovette cingere la vita del ragazzo per evitare che questi si accasciasse al suolo e rimise una gamba tra le sue cosce, nel caso in cui Yuuji non fosse rimasto stabile.
 
“Ma guarda, sembra proprio che io avessi ragione, mh? Però non possiamo lasciare che questo accada, non è vero?” Disse, ritirando il braccio che gli circondava il fianco e infilando due lunghe dita nella bocca di Yuuji, quasi colpendo direttamente la fine della gola, facendolo tossire.
L’altra mano si infilò tra i pantaloni del ragazzo, scivolando sotto l’elastico dei boxer fino ad afferrare propriamente la sua l’erezione, iniziando a muovere il polso in modo deciso. L’espressione del suo viso era di pura beatitudine, mentre emetteva versi incoerenti con le dita di Gojo ancora in bocca e la saliva che iniziava a sfuggirgli dalle labbra.
Gojo intensificò il movimento della sua mano e in pochissimo Yuuji venne, mordendo involontariamente le dita del suo Sensei, producendo di rimando un lamento dal più grande che, senza mai smettere di accarezzarlo, continuò ad accompagnare il suo orgasmo fino a quando il suo respiro non si calmò. Poi, con noncuranza, ritirò entrambe le mani, una dalla bocca e una dai pantaloni di Yuuji, e le asciugò sull’uniforme del suo studente.
 
“Beh, è stato veloce, ma non mi sorprendo considerato quanto eri eccitato quando ti ho trovato.” Disse con tono compiaciuto accarezzando la testa di Yuuji. Il gesto di riguardo fece riprendere il ragazzo dallo stato di beatitudine post-orgasmo in cui era calato, facendogli però salire un forte imbarazzo.
 
“E’ meglio che vada, Megumi e Nobara sono ancora in aula, meglio non fargli insospettire. Tu dovresti tornare in stanza per oggi. Ci vediamo, Yuuji-kun.” E detto quello, Gojo si girò e iniziò ad allontanarsi senza dare la possibilità a Yuuji di replicare. Non aveva ancora effettivamente compreso quello che era successo.
Ma che cazzo…
  
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