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Autore: Ciuffettina    17/12/2021    2 recensioni
Gesù ha appena 40 giorni ma i Farisei sono già in agguato
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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L’anziano Simeone stava leggendo il suo passo preferito del Libro di Isaia: “Udranno in quel giorno i sordi le parole di un libro; liberati dall’oscurità e dalle tenebre, gli occhi dei ciechi vedranno. Gli umili si rallegreranno di nuovo nel Signore, i più poveri gioiranno nel Santo d’Israele(1)” quando gli comparve il suo angelo custode, Requiel.
«Salute a te, Simeone. Oggi è il giorno in cui la promessa che ti è stata fatta, sarà mantenuta».
Erano passati anni ma Simeone se lo ricordava come se fosse successo il giorno prima: tramite Requiel, l’Onnipotente gli aveva promesso che non sarebbe morto senza aver prima visto l’atteso Messia. A quella notizia, aveva provato una gioia immensa e altrettanta ne provò in quel momento, unita a eccitazione. «È qui a Gerusalemme? Dove devo andare per vederLo?»
«Recati al Tempio, Lo troverai lì» rispose l’angelo, sparendo.
Simeone si affrettò a uscire di casa, per quanto glielo permettevano i suoi 112 anni.
L’entrata del Tempio, detto “atrio dei gentili”, era il luogo di convegno per chi abitava o si trovava di passaggio a Gerusalemme. I non-ebrei vi andavano per trattare i loro affari, come nelle loro città sarebbero andati al foro; i giudei vi si recavano per udire famosi dottori della Legge che, circondati dai loro discepoli, tenevano scuola o disputavano fra loro oppure vi erano attirati dalle mille curiosità del luogo frequentatissimo e dalle notizie di ogni sorta che vi si potevano raccogliere.
Simeone cominciò a guardarsi freneticamente in giro: c’erano varie persone che ascoltavano le dissertazioni dei maestri farisei, coppie di genitori coi loro neonati le quali contrattavano il prezzo delle colombe per la purificazione della madre con i mercanti altri che pagavano al sommo sacerdote la somma prevista di 5 sicli per riscattare il neonato(2)… niente che attirasse il suo interesse, perciò decise di entrare. Vide un giovane alto e attraente che pregava con fervore, attirando l’attenzione di molti. Dall’astuccio legato al braccio sinistro e dalle lunghe frange sulle vesti, capì che era un Fariseo(3). «Dev’essere lui» mormorò Simeone, emozionato, e cominciò a camminare lentamente verso di lui.
«No, fermo» lo bloccò Requiel, comparendogli davanti. «Non guardare al suo aspetto né all’imponenza della sua statura. Non vedi che…?» s’interruppe. «È vero, tu non puoi vedere com’è realmente». Levò gli occhi verso l’alto e domandò solo: «Posso?» Sorrise e gli mise una mano sugli occhi. «Ora potrai vedere gli umani come li vediamo noi angeli».
Ora Simeone poteva vederlo com’era realmente e ne rimase sconvolto.
Il giovane non era malvagio e la sua preghiera era sincera ma era talmente impastoiato dalla tradizione della Legge orale, che secondo i Farisei doveva estendersi alle più svariate azioni della vita civile e religiosa (dalle complicate norme per i sacrifici del culto fino alla lavanda delle stoviglie prima dei pasti, dalla minuziosa procedura dei pubblici tribunali fino a decidere se era lecito o no mangiare un frutto caduto spontaneamente da un albero di sabato…), che aveva dimenticato non solo l’amore ma anche la semplice empatia verso gli altri esseri umani, specialmente quelli non giudei, considerati da lui “impuri” e indegni dell’amore di Dio.
«Ora capisci perché non può essere il Messia atteso?»
Deluso, Simeone si guardò in giro e vide una cosa portentosa: c’erano due genitori con un neonato che gli sembrò una colonna di luce, mentre altri angeli gli facevano cerchio intorno, tra cui uno con sei ali dalle punte dorate.
Gli si avvicinò ed esclamò: «Il Signore ha visitato il suo popolo. Dio ha adempiuto la promessa ad Abramo, Isacco e Giacobbe». Poi lo prese tra le braccia e benedisse Dio: «Ora lascia, o Signore, che il Tuo servo vada in pace secondo la Tua parola; perché i miei occhi hanno visto la Tua salvezza, preparata da Te per tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del Tuo popolo Israele».
Mentre i due genitori si stupivano di quelle parole, il giovane Fariseo se ne indignò: di che cosa stava blaterando quel vecchio?
Il Messia avrebbe operato per la salvezza di tutti i popoli, compresi quegli incirconcisi che non facevano parte dell’eletta nazione d’Israele? Siffatte affermazioni erano scandalose e blasfeme! Il futuro Messia doveva apparire soltanto per Israele e gli altri popoli, al massimo, sarebbero stati ammessi come umili sudditi. Si diresse verso il gruppetto per dirgliene quattro a quel vecchio blasfemo.
Simeone era talmente preso dalla contemplazione del Bambino che non si accorse che l’angelo con sei ali aveva puntato un dito contro il giovane fariseo che si stava avvicinando il quale avvertì subito l’impellente bisogno di recarsi altrove. Uscì di corsa dal Tempio.
Questo pargoletto ha soltanto 40 giorni e voi Farisei volete già rovinargli la vita? Aspettate almeno che sia cresciuto!” pensò l’angelo con un sorriso soddisfatto.
*****
Racconto ispirato al vangelo di Luca 2, 25-34
  1. Isaia 29, 18-19
  2. La Legge ebraica prescriveva che la donna, dopo il parto, fosse considerata impura e rimanesse segregata 40 giorni se aveva avuto un maschio e 80 se una femmina; dopo di che doveva presentarsi al Tempio per purificarsi legalmente e farvi un’offerta che per i poveri era limitata a due tortore o due piccioni. Se il bambino era primogenito, per legge apparteneva a Dio, come tutti i primogeniti degli animali domestici e le primizie dei campi; perciò, i suoi genitori dovevano riscattarlo pagando al Tempio 5 sicli. Nm 18,15-16 e Lv 12, 2-8
  3. I farisei prendevano alla lettera le indicazioni contenute in Dt 6,6-8 e 11,18. Con una cinghia di cuoio si legavano un astuccio contenente passi delle Scritture al braccio sinistro e, a volte, alla fronte. Inoltre, non si limitavano a rispettare la Legge indossando vesti con le frange, ma le allungavano perché fossero più vistose Nm 15:38.
   
 
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