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Autore: Nazuhi    20/12/2021    0 recensioni
L'acqua ormai gli arrivava al polpaccio. Quanto tempo era passato? Un'ora, due? Forse meno. Decisamente meno. Saliva troppo in fretta, schiantandosi contro le sbarre della prigione e sciabordando sulla roccia umida della caverna. Piccoli mulinelli rabbiosi che gli cingevano le gambe come tentacoli di mostri marini.
***
Raccolta di 13 OS il cui filo conduttore sono gli arcani maggiori dei tarocchi. Le storie sono ambientate prima e dopo la Guerra delle 12 Case, e ciascuna vede come protagonista un Gold Saint e il suo rapporto con la morte in senso lato.
[Lievi accenni Milo/Camus e Dohko/Shion]
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Gold Saints
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti
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XX: Il Giudizio – Samsara

 

«Non credevo che ti avrei visto qui.»

Shaka si voltò.

«Potrei dirti la stessa cosa» disse.

Mu lo affiancò e si inginocchiò davanti alla lapide, il frusciare dei pantaloni tra l'erba alta del prato turbò per un attimo la quiete.

«Tu lo sapevi, vero?»

Shaka emise un breve sospiro.

«No, non lo sapevo.»

«I tuoi occhi non hanno visto la sua vera essenza?»

«L'hanno vista.»

Mu si alzò di nuovo.

«Allora era davvero buona.»

Shaka corrugò la fronte, ma rimase in silenzio. Non c'era nulla che avrebbe potuto dirgli, nulla che avrebbe potuto alleggerire il suo animo. Non si era accorto della vera identità del Gran Sacerdote; se l'avesse fatto, forse avrebbe fatto altre scelte.

O forse avrei compiuto le solite.

Mu gli poggiò una mano sulla spalla.

«Torno alla Prima Casa» disse, e di nuovo il frusciare dei suoi abiti sull'erba riempì il silenzio per qualche minuto.

Shaka tornò a guardare la lapide su cui era stato inciso il nome di Saga. Non la vedeva, in realtà, e non percepiva più niente del Santo di Gemini; sotto, il suo corpo stava venendo divorato dai vermi, ma la sua anima non era più lì. Solo un vuoto che sapeva di tristezza.

Solo sofferenza.

Per un attimo gli sembrò di tornare di nuovo bambino, in quelle fredde sale del tempio dove era cresciuto, dove la sofferenza e il dolore marchiavano i volti dei fedeli. Aveva chiuso gli occhi per non vederli, per non soffrire insieme a loro e più di loro, e da allora li aveva sempre tenuti chiusi.

Per non vedere e per non compatirli.

Per non provare dolore.

Alla fine, però, si era illuso anche lui che si fregiava del titolo di "Illuminato". Lui, che aveva chiuso gli occhi al mondo sofferente, limitandosi a compatire il dolore altrui ma senza accoglierlo davvero. Era questa la strada che doveva percorrere? Era questa la vera via?

Se l'era chiesto a lungo, ma era stato Ikki a mostrargli la risposta. Un tempo credeva che il nirvana attendesse solo coloro che si elevavano sopra le proprie spoglie terrene, che chiudevano gli occhi al mondo e vi volgevano le spalle, ma adesso riusciva a vedere davvero per la prima volta dopo tanti anni. Quel ragazzino era riuscito dove la meditazione aveva fallito e di questo gliene sarebbe sempre stato grato.

Si inginocchiò sull'erba e poggiò un vecchio rosario sul marmo gelido, accanto al mazzo di fiori che aveva lasciato Mu. Diede un ultimo sguardo vuoto alla lapide e tornò verso la Prima Casa.

 

Persino la morte non deve essere temuta da coloro che hanno vissuto saggiamente.

Perché la morte non è la fine, è solo una breve fase nel ciclo continuo del Samsara.

  
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