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Autore: hapworth    20/12/2021    3 recensioni
Il piccolo Hitoshi deve fare una commissione, peccato che sia ancora troppo basso per arrivare a certi scaffali.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Hitoshi Shinso
Note: AU, De-Aging, Kidfic | Avvertimenti: nessuno
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Ma buongiorno! Lo ammetto, non mi sarei mai aspettata di buttarmi a scrivere qualcosa su questi due personaggi... ma, di fatto, è sempre stato un po' nel cassetto di scriverci su, e ho finalmente trovato la giusta motivazione – e il giusto prompt e la giusta idea – con cui approcciarmi alla cosa. Sono parecchio soddisfatta del risultato, anche se è il mio primo esperimento con questi personaggi insieme e... niente.
Auguro a chi avrà voglia di leggere una buona lettura!

hapworth

Questa storia partecipa al “Calendario dell'Avvento 2021” indetto da Fanwriter.it.
giorno: lunedì 20 dicembre 2021
Questa storia partecipa alla challenge “Calendario dell'avvento” indetta da Coraline su Writing Games.
20 dicembre: #1 'Non riesco ad arrivare a quella confezione di palline dorate e tu sei altə (e mooolto carinə), potresti aiutarmi?'


L'arte della gentilezza

Francamente, chi avrebbe mandato un bambino di dieci anni a recuperare delle palline natalizie? Hitoshi si guardava intorno, non sapendo se sentirsi irritato, confuso o assolutamente indifferente alla cosa. I suoi genitori, del resto, erano parecchio fuori dal comune, per cui non avrebbe dovuto sorprendersi che la donna che chiamava “mamma” lo avesse mollato nel reparto natalizio, mentre lei si dirigeva da tutt'altra parte e gli diceva che si sarebbero rivisti alle casse.
Che poi, dove diamine erano le casse?
Ma ormai era lì, tanto valeva fare quella commissione e tanti saluti. Intorno a lui era decisamente scoppiato lo spirito natalizio – e anche una bomba di glitter e brillantini, considerando quanti colori sgargianti c'erano, tra alberi di natale dai colori totalmente folli – chi avrebbe mai comprato un albero rosso? - e addobbi arcobaleno. Più che Natale, sembrava una sorta di festa a chi comprava la cosa più brutta e piena di cosi scintillanti.
Hitoshi superò rapidamente il tutto, individuando lo scaffale da cui cominciavano le palline e le stelle con cui addobbare gli alberi; sua madre non era stata molto specifica: gli aveva solo detto di recuperare qualche palla natalizia dorata, con incluso anche una stella per la punta, poiché lo scorso anno il gatto aveva fatto festa prima che potessero smontare tutto e aveva distrutto una marea di roba a Capodanno. L'albero era sopravvissuto, ma la stella e gran parte delle palline natalizie si erano rotte in mille pezzi.
Hitoshi non amava particolarmente il Natale, forse perché non aveva mai creduto alla storia di Babbo Natale, ma era più probabile che il problema fosse da ricercarsi nei suoi genitori, che adoravano il periodo natalizio. Non che ci fosse chissà cosa da festeggiare, lui andava comunque a scuola, quindi...
Finalmente il suo sguardo viola individuò ciò che stava cercando. I box erano impilati in alto sullo scaffale, in scatole trasparenti in cui c'erano probabilmente una decina di palline e una stella natalizia, proprio quello che cercava. Sbuffò infastidito: avere dieci anni non era il massimo, specie se non eri alto come un bambino di quell'età, ma un pochino di meno – non che nel caso ci sarebbe arrivato comunque, ma era irritante.
Avrebbe dovuto cercare qualcuno che lo aiutasse, magari un adulto, ma poi nel suo campo visivo entrò un ragazzo più grande. Era alto, magrolino e ricoperto di tatuaggi, il tipo di cosa che lo avrebbe dovuto indirizzare verso un'età adulta, ma il viso era poco affilato e, anche se era sicuramente più grande di lui, era più giovane dei suoi genitori. Hitoshi lo guardò ancora per un po': indossava una canotta con sopra una felpa, ma i tatuaggi sporgevano dal petto e dal poco di braccia che riusciva a intravedere; segni scuri e apparentemente senza senso; aveva la pelle chiara, gli occhi azzurri e i capelli scuri, senza considerare gli anelli alle dita e sulle orecchie; non avrebbe saputo dire se aveva dei piercing altrove, ma sembrava decisamente il tipo.
Hitoshi avrebbe dovuto evitare un ragazzo di quel genere, ma i suoi genitori erano sempre stati molto spensierati e non avevano mai avuto pregiudizi di alcun tipo, pertanto il loro figlio non si ritrovava nella situazione di sentirsi a disagio, anzi, era decisamente affascinato dal ragazzo più grande.
Si avvicinò con circospezione, più per timidezza e imbarazzo che per timore, prima di rivolgergli la parola. «Ehm, scusa...» l'altro gli rivolse immediatamente lo sguardo azzurro; era intenso, tanto che avrebbe potuto inchiodarlo sul posto. «Dovrei prendere delle palline dorate, ma sono troppo in alto. Me le prenderesti tu, per favore?»
Il ragazzo sbatté le palpebre qualche volta, prima di alzare le spalle. «D'accordo.»
Hitoshi sorrise appena, facendo i pochi passi che li separavano dallo scaffale e indicandogli la confezione. Quello afferrò la suddetta, mostrandogliela. «Questa?»
«Sì!» esclamò Hitoshi, allungando le braccia, mentre l'altro ragazzo gli metteva tra le mani la confezione trasparente. «Grazie.»
«Mh.» fu tutto ciò che disse quello, come se non fosse stato chissà cosa e, in effetti, non era stata una richiesta particolarmente problematica, ma Hitoshi apprezzava davvero tanto la gentilezza – un po' come tutta la sua famiglia, in effetti – così quando quello fece per andarsene, gli afferrò il lembo dei jeans che indossava, tirando leggermente. «Come ti chiami? Io sono Hitoshi.»
Quello lo guardò di nuovo col suo sguardo azzurro profondo e, se in un primo momento parve intenzionato a strattonarlo e andarsene, il momento dopo fece un lieve cenno di sorriso. Aveva i denti affilati e bianchissimi. «Touya.»
Avrebbe voluto dire ancora qualcosa, ma il suo nome, detto forte da sua madre, lo fece voltare e mollare la presa sul ragazzo. «Beh, ci vediamo.» fu tutto ciò che gli disse quello, scompigliandogli i capelli color indaco, che già di per sé non erano così diffusi, ma se si aggiungeva che erano poco collaborativi e crespi erano... beh, un incubo.
«Ciao!» lo salutò, prima di correre verso la madre, che lo attendeva proprio dove lo aveva lasciato pochi minuti prima.
La donna sbuffò. «Pensavo ti fossi perso.»
«No, beh... mi sono fatto aiutare.» le porse la confezione, che la donna mise nel cestino. «Ah sì?» non c'era alcun tono di accusa, solo curiosità e Hitoshi sorrise. «Sì, un ragazzo gentile. E alto.»
«Oh, beh meglio così. Le persone gentili sono così rare, dopotutto.»
Hitoshi annuì con vigore: era vero, c'erano davvero poche persone gentili e lui aveva incontrato un ragazzo davvero gentile, malgrado l'aspetto fosse tutt'altro che indicativo di quella sua peculiarità. Sperava tanto di rivederlo, un giorno. Ma per il momento, aveva un dannatissimo albero di natale da preparare... visto che sua madre aveva riempito il cesto di roba natalizia. Argh.


Fine
   
 
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