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Autore: kirax94    21/12/2021    0 recensioni
Clare Smith, un affascinate agente del FBI, sta indagando su una potente famiglia mafiosa di Los Angeles, ma non tutto andrà come dovrebbe, perché si ritroverà a collaborare con un egocentrico affascinate proprietario di un nightclub, il Vanity, Tom Harrison. I due nonostante le continue divergenze di parere, e di stili di vita, si ritroveranno a confrontarsi con i loro segreti più nascosti.
Ma saranno davvero disposti a rimettersi in gioco e riaprire il loro cuore?
Genere: Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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<< Come? >>

<< Come ho fatto? Mi sembrava di averti già detto che un bravo poliziotto non rivela mai le sue fonti... >> rispondo amareggiata

Lui si avvicina nuovamente al bancone della sua penisola per riempire, probabilmente per l'ennesima volta, il suo bicchiere.

Io esco dalla borsa i documenti, e li lancio sul bancone.

Lui osserva la cartellini e subito dopo li apre osservando la prima pagina e chiuderla subito dopo.

<< Conosco benissimo il mio passato, non c'è bisogno che tu me lo faccia leggere >> afferma bevendo un generoso sorso dal suo bicchiere e voltandomi le spalle.

<< Peccato che io non ne fossi a conoscenza >> affermo seguendolo per la casa.

<< Io ti avevo chiesto fiducia >> 

<< E tu l'hai tradita. Avresti potuto dir melo. Io mi fidavo di te, e tu? Mi hai ripagata così? Credevo di aver trovato un amico, una persona di cui potermi fidare... >>

<< Che cosa avrei dovuto dirti? Eh? >> afferma urlando e voltandosi verso di me << Tu non hai idea di cosa si provi ad essere sempre in mezzo a quella merda. Ad essere catalogato, come il figlio di papà che si mette sempre nei guai. O come la pecora nera della famiglia che ha portato alla condanna il proprio fratello. Che cosa ne sai? >> Io l'ho osservo, vedo nei suoi occhi pieni di disperazione e sconforto.

<< Ammettilo, se ti avessi detto chi ero, non ti saresti mai avvicinata a me. Mi avresti catalogato come hanno sempre fatto tutti. Come quello da recupero... Per una volta pensavo di poter ricominciare con una vita nuova, circondarmi di gente nuova, gente che mi avrebbe guardato in modo diverso e no come un tossico. Invece no, loro sono tornati, mi hanno trovato. E poi sei arrivata tu e quella speranza, che pensavo si fosse sgretolata, è tornata perchè tu eri diversa e... >>

<< Io posso ancora aiutarti >> gli dico avvicinandomi a lui.

<< Tu devi starmi lontano, perchè chi mi sta troppo vicino poi si fa male. E io non voglio questo per te >> conclude, avvicinandosi a me e guardandomi negli occhi.

<< Ma io non voglio lasciarti solo, non adesso >> replico decisa.

<< Ma io non voglio metterti in pericolo, perchè se ti succedesse qualcosa io non potrei mai perdonarmelo >> dice, guardandomi negli occhi e spostando una piccola ciocca di capelli dal viso, per farmi subito dopo una carezza.

<< Mi hai ferito! perchè mi hai mentito? Sai quanto mi fanno male le bugie >>

<< Io volevo solo proteggerti >>

<< Da chi? Da tutto quello che ci circonda o da te? >> chiedo con gli occhi pieni di lacrime

<< Se solo sapessi, quanto è stato difficile andare avanti, ricominciare. Sopratutto se porti sulla coscienza un peso così grande come il mio >> afferma sconfortato unendo la sua fronte alla mia e chiudendo gli occhi come se sentisse schiacciare da questo peso di cui probabilmente si fa carico da troppi anni.

<< Ma io sono qui con te... Non sei solo >> dico accarezzandogli il viso

<< Perchè non scappi, perchè non vai via? Cosa ti tiene ancora qui? >>

<< Beh... Sei tu... >> dico guardandolo negli occhi. I nostri sguardi sono uniti come due calamite. Siamo occhi negli occhi. Occhi che questa volta, non nascondano nulla, ma riescono solo mostrare quanta paura e timore abbiano nascosto fino ad ora.

<< So che dovrei starti lontano... Ma non ci riesco >>

<< Ma io non voglio che tu vada via >> subito dopo avvicina il suo viso ancora di più al mio. Sento il suo respiro sulle mie labbra. Vedo i suoi occhi osservarle, e dopo avermi guardato un ultima volta, come a chiedermi il consenso, si avvicina poggiando le sue labbra sulle mie. Ad un tratto tutto intorno a noi si annulla, come se fossimo entrati in un mondo solo nostro, non riesco a sentire più nulla, se non le sue labbra che continua a baciare le mie, con delicatezza, con dolcezza, come se avesse paura che possa andare via, o che tutto possa finire da un momento all'altro. Pian piano, riesco a lasciarmi andare anche io, avvicinandomi di più a lui, sentendo sempre di più l'esigenza dei suoi baci. Ad un tratto, lui poggia le mani sul mio viso, come se non volesse lasciarmi andare, approfondendo sempre di più il nostro contatto. Man mano, che il bacio si fa più ardente, inizio a sentire le farfalle volare dentro il mio stomaco, come se fosse la prima cotta, come se fosse il primo bacio. Continuiamo a baciarci per non so quanto tempo, come se nessuno riuscisse a fare a meno dell'altro, ma per quanto vorrei continuare a bearmi delle sue labbra, mi stacco da lui. Avviciniamo nuovamente le nostre teste e ci riguardiamo negli occhi rimanendo in silenzio. Un silenzio che vale più di mille parole, perchè orami non c'è più bisogno di altre parole.

<< Non sai per quanto tempo ho aspettato questo momento >> dice improvvisamente

<< Anche io >> ammetto

Lui si allontana un po da me, per guardarmi meglio << Davvero? >> io annuisco semplicemente, avvicinandomi al suo petto e circondandogli con le braccia la vita. In automatico ricambia l'abbraccio, avvolgendomi con le sue braccia le spalle e appoggiando la sua testa sulla mia.

Il suo profumo, la prima cosa che mi colpì fin dal primo giorno. Mi ricordo che all'inizio, sentirlo mi mandava sempre in confusione, ma adesso potrei anche non farne più a meno.

<< Senti io devo dirti una cosa... >> afferma ad un tratto staccandosi da me e interrompendo la nostra magia. Io alzo il volto per guardarlo e per l'ennesima volta vedo preoccupazione e paura.

<< Siediti pure... >> mi invita a sedermi sul divano vicino a noi, per poi sparire in delle altre stanze e tornare subito dopo con una busta in mano.

Me la porge e io l'apro scaraventando il suo contenuto sul tavolino di fronte a me. Non appena vedo il contenuto, il panico mi assale. Vedo foto  mie, della mia quotidianità, foto di me mentre vado a lavoro, con mia sorella, con Ana.

<< Ma queste... >>

<< Per questo non volevo dirti nulla, per questo sono sparito. Volevo proteggerti >>

<< Come hai fatto ad avere queste foto? >> chiedo stupita

Lui mi osserva, come se fosse combattuto, si versa nuovamente un bicchiere di liquore e subito dopo si accende una sigaretta. Ha paura di rispondere.

<< Tom... >> lo richiamo

Lui butta un po di cenere su un posacenere li vicino, e per quanto la sua figura si possa dimostrare affascinante al momento, non posso sorvolare sulla cosa

<< Allora? Chi ti ha dato queste foto? Chi ti sta ricattando... >>

Lui beve un generoso sorso del suo liquore e dopo aver posato il bicchiere lo vedo osservarmi, come se non sapesse veramente cosa fare

<< Ti prego, solo se ti fidi di me potrò aiutarti >> lo rassicuro

Lui fa un grosso sospiro e subito dopo si alza dalla sua poltrona per andare dietro la vetrata della sua finestra

<< La sera che ti riaccompagnai in centrale dopo che Peter ti aveva richiamato, ero deluso per quello che era successo tra noi e dopo aver recuperato la mia auto, andai al locale, per bere qualcosa. Avevo bisogno di spegnere il cervello... Rimasi li fino a tardi tutti erano andati via, ero rimasto soltanto io. Finché, non arrivò Jonny. Inizialmente mi accusò di averlo rovinato, mi disse che gli dovevo la sua parte, che avrei dovuto riscattare il mio debito con lui. Inizialmente non capì di cosa stesse parlando, avevo pagato tutto quello che gli spettava qualche mese fa, chiudendo ogni accordo con lui. Subito dopo mi disse che aveva fatto un patto con i Parker promettendogli un grosso affare con me, e che se non avrebbe mantenuto la parola data, lo avrebbero fatto fuori. Ero la sua garanzia di vita >> afferma sorridendo sarcastico, prendendo il suo bicchiere, che precedentemente aveva lasciato sul tavolino, e spegnendo quello che era rimasto della sigaretta. Io l'osservavo attendendo il proseguimento del suo racconto.

<< Inizialmente mi rifiutai, poi mi mostro quelle >> fece nuovamente una pausa bevendo, in un sorso, il resto contenuto nel bicchiere. 

<< Li per li, non sapevo che fare, poi mi minaccio che ti avrebbe rivelato chi ero e tutto quello che riguardava il mio passato e per paura che potesse succederti qualcosa, accettai l'accordo. Solo ieri Paul è venuto a conoscenza dei fatti e stanno già agendo per creare un piano di arresto... >>

<< Paul? >> chiedo cercando di fare memoria, se in passato mi avesse parlato di questa persona.

<< Giusto... non lo puoi sapere >> afferma, buttandosi sulla poltrona difronte a me.

<< Paul, è diciamo la mia ombra che in questi anni mi ha tenuto sott'occhio per evitare mi possa succedere qualcosa. Sai dopo l'incidente di mio fratello... >>

<< Quindi hai una guardi che ti sorveglia giorno e notte >> specifico 

<< Diciamo di si. Lui è un detective, fa parte dei corpi speciali. >> cerca di spiegarmi.

<< Un detective, che sta in prima linea... >>

<< Diciamo, che ormai è più un amico >> afferma con voce stanca, premendo pollice e indice sul setto nasale, indicando quanto fosse esausto.

<< Quindi... immagino sia qui... >>

<< No, lui non è qui. Ma sa che sei qui, sa tutto di te, di me, di ogni nostro singolo spostamento. Vedi sono sorvegliato in ogni singolo secondo della mia giornata >>

<< Allora mesi fa... sapevi tutto di chi ero, della nostra irruzione, di tutto quello che avremmo fatto... >>

<< No sfortunatamente no... Non avevamo previsto una vostra irruzione, ma non nego che la vostra presenza non abbia sconvolto i nostri piani. Anzi penso anche, che se non fosse stata per la vostra irruzione, probabilmente a quest'ora alcuni di loro sarebbero in carcere e io un uomo più libero. Ma non avrei conosciuto te, quindi per quanto possa sembrare assurdo, preferisco che le cose siano andate così >>

Io mi alzo dal divano e inizio a camminare in circolo per la stanza. Tutto questo è un casino, come ho fatto a non capire nulla. Forse questa situazione è davvero più grande di me, delle mie capacità.

<< Io non so che dire... >> 

<< Benvenuta nel mio mondo >> afferma alzando, credo il quarto bicchiere di whisky da quando sono li, come se volesse brindare.

Io mi avvicino subito a lui, togliendogli il bicchiere dalle mani << Adesso basta bere >> lui in risposta sbuffa in merito al fatto che io gli abbia appena rovinato i programmi per una sbronza colossale.

Io mi risiedo difronte a lui e l'osservo << Ok... >> affermo confusa

<< Senti mi dispiace so che tutto questo è un gran casino... >> dice avvicinandosi a me sedendosi sul divano accanto a me 

<< E so che tutto questo è un grande fardello e non ti fermerò se vorrai andare via e tirarti indietro, perchè se io fossi al posto tuo lo farei. E l'unica cosa che voglio, al momento, è saperti al sicuro >> conclude prendendo la mia mano e stringendola tra le sue.

Io chiudo gli occhi e faccio un grosso sospiro, so che questa decisione mi peserà molto e che non sarà per nulla facile, ma questa è la cosa giusta da fare. 

Mi rialzo da divano e mollo la sua presa, mi volto a guardarlo è sconvolto, devastato.

<< Bene da questo momento in poi voglio essere tenuta al corrente di tutto, ogni singolo indizio, scoperta o pedinamento. Voglio conoscere questo detective, e parlerò con mio zio in modo da creare una collaborazione tra il loro dipartimento e il nostro. Uno dei nostri è coinvolto nella cosa, quindi non possiamo rimanere indifferenti >> 

Tom mi guarda stupito, probabilmente non riesce a capire veramente quello che sta succedendo. Solo dopo pochi secondi si alza dal suo posto e si avvicina a me, poggiando le sue mani sul mio viso. Io non posso che bearmi di quel tocco, chiudendo gli occhi, immaginando che forse tutto questo poteva essere diverso, che forse noi potevamo essere diversi. Che forse era meglio che tutto questo casino non fosse mai esistito. Che forse avremmo potuto avere una vita diversa, con meno dolori, con meno responsabilità. Eppure siamo qui, pronti a tutto, pronti ad affrontare un destino che non avremmo mai voluto. Le nostre vite si sono trovate e incrociate, diventando l'uno il riflesso dell'altra. Da quando ci conosciamo, ci siamo dovuti mettere spesso in gioco, dovendo affrontare anche le nostre paure. Questa vita che ci ha costretto a guardarci ad uno specchio riflettendo la nostra vera immagine. Quell'immagine che per tanto tempo abbiamo tenuta nascosto, a tutti. Un'immagine che credevamo imperfetta a gli occhi degli altri, ma soprattutto ai nostri. Un'immagine che abbiamo dovuto trasformare per essere all'altezza a gli occhi di qualcuno che probabilmente non era interessato veramente a noi, perchè troppo impegnato ad addossarci etichette o responsabilità di cui non avremmo dovuto farci carico.  

<< Che c'è perchè mi guardi così? >> chiedo 

<< Perchè fai tutto questo? >> mi chiede, prendendo le mie mani.

<< Questo cosa? >>

<< Tutto questo. Ti ho dato possibilità di mollare tutto, andare via, scappare da questo inferno. Magari farti la tua vita la tua carriera. Senza affrontare pericoli, salvare i tuoi affetti, proteggere la tua famiglia. Invece sei qui, pronta a rischiare il tutto e per tutto per... uno come me... >>

<< Uno come te che mi sconvolto la vita. Uno che mi ha fatto rimettere in gioco, uno che mi ha fatto capire che nella propria vita vale la pena rischiare. Uno che mi ha fatto capire che nella vita non si può sempre scappare da tutto, o che non bisogna restare fermi a guardare che qualcuno continui a dirti quello che è meglio per te o dirti quello che sei in grado o meno di fare. Uno che mi ha insegnato a lottare, a saper alzare la testa davanti alle difficoltà, uno che mi ha insegnato che niente e nessuno potrà dirmi qual'è il mio vero valore, perchè soltanto io sarò in grado di poterlo dimostrare >> concludo con voce tremante e per riuscire a trattenere le lacrime che premono per uscire.

<< Ho fatto davvero tutto questo? >> mi chiede poggiando una mano sul mio viso, raccogliendo una lacrima solitaria che era riuscita a sfuggire al mio controllo.

<< E molto di più >> mi avvicino a lui cercando nuovamente la sua bocca. Avevo bisogno delle sue labbra. Di risentire quel tocco, di risentire il suo sapore, la sua dolcezza, la sua delicatezza. Aveva bisogno di lui.

Ma questa volta è diverso. Diventa esigente, diventa di più, come se il nostro corpo bramasse l'uno dell'altro. E io non mi sento pronta, forse ho ancora troppa paura. Paura di tutto questo, di questo cambiamento, di questa svolta, paura di questi sentimenti, che incuranti, stanno crescendo dentro di me. Così a malincuore, mi allontano, ma non del tutto, perchè continuo ad abbracciarlo.

Dopo minuti, che sembravano quasi infiniti, ci stacchiamo, osservandoci nuovamente.

<< Adesso che faremo? >> chiede

<< Tel'ho detto, domani mattina parlerò con mio zio, e chiederò un incontro con questo tuo amico detective, per trovare degli accordi e iniziare una collaborazione. Dobbiamo agire al più presto, probabilmente Jonny, si farà vivo presto e fisserà un appuntamento per farti incontrare con i Parker, ed allora che dovremmo intervenire... >> spiego, ritornando al mio ruolo di poliziotta.

<< E con Peter, che farai? Continuerai a fare la fidanzata modello? >>

Ecco qual'era il punto, Peter.

<< Con lui... penso che chiuderò tutto. Non sono brava a fingere, e poi a prescindere da tutto, credo che avrei comunque chiuso con lui >>

<< Davvero? >>

<< Si... diciamo che un altro uomo aveva già annebbiato la mia mente >> affermo scherzando

<< Oh! Deve essere un uomo super affascinate, per crearti questo effetto >> afferma stando allo scherzo.

<< Beh, è affascinante, donnaiolo, egocentrico, pensa di avere tutto il mondo ai suoi piedi... Ma quella è soltanto una facciata, perchè in realtà è molto romantico, buono, gentile e mette il bene degli altri a primo posto. Ma c'è una cosa che lui non sa >>

Lui non risponde e continua ad osservarmi

<< Che nella vita, tutti siamo degni di essere amati. Non importa il nostro passato, o cosa abbiamo fatto. Nessuno è perfetto, ma questo non ci può negare il diritto di essere amati. Quindi mi piacerebbe che capisse questo... >> 

Tom continua a guardarmi senza rispondermi, ma mi sorride. Un sorriso pieno di gratitudine, un sorriso che vale più di mille parole.

Ad un tratto, il suono del mio cellulare si propaga nella stanza, riportandoci entrambi alla realtà. Così cerco tra le tasche del giubbotto il cellulare, che continua a squillare imperterrito, ma non appena lo trovo vedo subito che si tratta di Meg

<< Oh, scusami... è mia sorella devo rispondere >> 

Lui annuisce, prendendo le distanze da me

<< Pronto? >>

<< Cristo, Clare... si può sapere dove sei? >>

<< Perchè è successo qualcosa? >>

<< Sono quasi le 2 e sei sparita senza dare tue notizie... >>

<< Ti ho detto dove stavo andando >>

<< Ho chiamato pochi minuti fa nostro zio e mi ha detto di non essere più in centrale da diverse ore ormai. Quindi si piò sapere dove sei? >>

Io mi volto verso Tom e vedo che si sta riempiendo nuovamente un bicchiere di liquore e subito dopo esce fuori in balcone sorreggendosi al davanzale del suo balcone

<< Tranquilla, torno tra un po. Ora devo andare >> e senza farla replicare le chiudo la chiamata.

Io lo raggiungo, e mi avvicino a lui.

<< Era mia sorella, era in pensiero per me. Sai sono uscita un po di corsa da casa... >> cerco di giustificarmi

<< Certo, forse è meglio che tu vada... non vorrei che si preoccupasse oltre >>

<< Si... forse hai ragione. Allora io vado >> affermo con imbarazzo non sapendo cosa fare.

<< Ti accompagno... >> afferma, anche lui in evidente imbarazzo.

Io annuisco e vado verso l'ingresso della casa, recuperando tutte le mie cose.

Chiamo l'ascensore, e restiamo entrambi uno di fronte a l'altro a guardarci. Lui ha le mani dentro le tasche dei suoi jeans e mi osserva. Io non riesco a mantenere il suo sguardo e spesso lo svio altrove.

<< Senti... voglio che tu sappia che quello che è successo questa sera... >>

<< Senti se ti sei pentito, se preferisci far finta di nulla, per me... >>

<< Lo rifarei altre mille volte! Non c'è cosa più bella di tutto quello che ho provato questa sera, insieme a te! >> 

<< Anche io... non mi pento di nulla! >> affermo guardandolo questa volta negli occhi. 

Il " DIN " dell'ascensore ci comunica che è arrivato al piano, aprendo le porte, rimanendo in attesa di un nuovo comando, ma nessuno dei due intende prenderlo.

Ci avviciniamo di più, e subito dopo lui si ributta sulla mia bocca. Forse sembrerò strana, ma la verità è che non riesco a fare a meno di lui, non riesco a fare a meno delle sue labbra, dei suoi baci, delle sue braccia. 

Continuiamo a baciarci, senza preoccuparci dei se e dei ma. Siamo stati lontani per troppo tempo, per troppo non abbiamo ascoltato il nostro cuore. 

Tra un bacio e l'altro ci trasciniamo verso il divano, mi ha liberato da giubbotto e dalla borsa. Le nostre mani, si cercano e hanno esigenza di esplorare l'uno il corpo dell'altra. In torno a noi, non esiste più nulla. Siamo tornati nella nostra bolla.

Ad un tratto, il tossire di qualcuno ci interrompe, riportandoci nuovamente alla realtà come una secchiata di acqua fredda.

Io mi volto verso il rumore e vedo un uomo, in piedi davanti a noi, dall'aspetto noto che ha più o meno la nostra età. Dalla carnagione olivastra capisco subito che non è originario di LA. Ha un portamento fiero, e dalla braccia, che tiene incrociate, noto che la muscolatura è molto sviluppata. L'abbigliamento è molto sportivo, e dalla base della giacca noto che ha legata al cinto del jeans una pistola. 

Io non so cosa fare, di certo no possiamo usare la famosa frase di circostanza " NON E' COME SEMBRA " , visto che sono seduta sulle gambe di Tom, e fino a poco prima stavamo per fare altro. Io sento quest'ultimo sbuffare e poggiare la testa sul divano 

<< Paul... potevi chiamare prima di salire >> afferma facendomi spostare per sedermi sul divano

<< Mi spiace... non pensavo di... >> si giustifica.

Io ho bisogno di andare via, non posso restare qui ancora per molto, vorrei essere come uno struzzo in questo istante, per nascondere la testa sotto la sabbia.

<< Io... forse è meglio che vada >> affermo con molto imbarazzo. Mi alzo subito dal divano e raccolgo subito le mie cose, che poco prima aveva gettato a terra.

<< Ah... forse Thomas, ti avrà già parlato di me io sono il detective Lewis >> si presenta porgendomi la mano

<< Io sono Clare Smith >> balbetto ricambiando la stretta 

<< Si tu sei l'agente che ha dato corda al nostro amico. Se non erro reparto omicidi del FBI. Ho letto il tuo fascicolo, sembri molto promettente nel tuo lavoro >>

Io rimango senza parole. Naturalmente aveva snocciolato ogni minima cosa di me.

<< Ho letto, molto altro su di te. Ma non penso che sia ne il luogo ne il momento adatto per parlarne... >>

Ad un tratto, un senso di panico e ansia si impadronisce dentro di me. Ovviamente non si era fermato a prendere solo delle informazioni lavorative su di me, ma anche sulla mia vita.

<< Detective... io... avrei provveduto a contattarla domani, per organizzare un incontro con il Tenente, per aggiornaci su tutti i dettagli. Come ben saprà anche uno dei nostri è coinvolto >>

<< Sarò più che lieto incontrare suo zio. Quindi se per voi non è un problema potremmo fare domani pomeriggio. Ovviamente vi farò sapere dove vederci, qui non è molto sicuro >> afferma deciso.

Io annuisco semplicemente, ancora non riesco a proferire parola per l'imbarazzo di essere stata colta in fallo con le mani nel vasetto della marmellata.

<< Bene, forse è meglio se questa volta vada >> dico, stringendo la mano al detective e avviandomi verso l'ascensore

<< Ehm... ti accompagno >> dice Tom seguendomi.

Io chiamo nuovamente l'ascensore come poco fa, con l'intento di prenderlo per davvero questa volta.

Siamo in silenzio entrambi ad attendere. Per la seconda volta, il suono dell'ascensore ci ricorda di essere arrivato al piano.

<< Allora io vado >>

<< Si... ci vediamo domani >>

<< Ok... scrivimi quando arrivi >> afferma dandomi un dolce bacio sulla guancia.

Io entro in ascensore e mi volto verso di lui, alzando la mano in segno di saluto che subito dopo lui ricambia.

 

*****

 

<< E' andata via? >> mi chiede Paul, versandosi un drink

<< Già >> rispondo gettandomi sul divano

<< Quando mi hanno detto che era qui... Non mi immaginavo che voi... >>

<< Bhe non potevi scegliere momento peggiore per tornare >>

<< Quindi che farete adesso? >>

<< Non lo so... Io credo che abbiamo molto da chiarire e parlare. E' venuta qui con un mio fascicolo, ha scoperto tutto... >>

<< C'era d'aspettarselo... Adesso sarà tutto più semplice avendo una collaborazione con loro >>

<< Più semplice? >>

<< Si... di certo le loro informazioni per noi saranno molto utili... >>

<< No, no, no e poi no scordatelo... >> dico accendendomi una sigaretta per il nervoso

<< Che vorresti dire? >>

<< Lei deve restarne fuori. Dovete tenerla fuori >>

<< Sai meglio di me che non sarà possibile >>

<< Non importa, dovete trovare una soluzione. Parlerò con suo zio, le spiegherò come stanno le cose >>

<< Per quanto pensi che potrai tenerla lontano? E' testarda, farebbe da sola e... >>

<< Non posso permetterla che le succeda qualcosa... Perché, io non voglio perderla. Non posso... >> dico guardandolo negli occhi quasi con disperazione

<< E poi, farò in modo che lei non possa intervenire >>

<< Hai intenzione di farla trasferire? >>

<< Parlerò con suo zio e gli chiederò un trasferimento momentaneo, o qualcosa del genere, ma lontano da qui, così da poter evitare eventuali pericoli >>

<< Sai che non ti perdonerebbe mai... >>

<< Preferisco saperla lontana ma viva, che lontana per sempre >>

<< Comunque visto la situazione e il fatto che è sotto minaccia, avvieremo un programma di protezione anche per lei e per la sua famiglia. Ormai giocheremo a carte quasi scoperte e di certo sia Jonny che Peter non sono due stupidi. Se c'è un legame tra loro lo scopriremo presto. Lei è il tuo punto debole e loro ne approfitteranno >>

Io non risposi, rimasi seduto sul divano a fissare un punto nel vuoto. Ripensando e cercando di rivivere tutti i momenti passati con lei fino a questa sera. 

Ad un tratto sento il mio telefono vibrare dalla tasca dei mie jeans, non appena lo prendo noto che è un suo messaggio

 

" Qualunque cosa accada, sarò con te fino alla fine "

 

Non posso fare altro che sorridere leggendo queste sue parole. Se ripenso, ancora, a pochi minuti fa, mi sento felice. Per la prima volta dopo tanti anni, il mio cuore è come se fosse ritornato a battere. Probabilmente, se non fosse arrivato Paul, a quest'ora lei sarebbe ancora qui con me, magari avremmo dormite l'uno tra le braccia dell'altro oppure avremmo fatto l'amore. Ma forse tutto questo sarebbe potuto succedere in una vita normale, senza segreti, senza sotto e fuggi, senza pericoli. Rileggo ancora il suo messaggio, e l'unica cosa che riesce a darmi è la sicurezza che questa volta, e forse per la prima volta, sento che andrà tutto bene, che sarà la volta buona che si risolverà tutto. Decido di rispondere

 

" Grazie per aver capito, e per quello che stai facendo per me! "

 

" E' il minimo che potessi fare... "

 

" Non avrei voluto lasciarti questa sera "

 

" Ne anche io sarei voluta andare via "

 

Rimango stupito nel leggere questa sua risposta. Non mi aspettavo di certo questo. Forse davvero posso sperare in qualcosa di più.

 

" Senti, ti andrebbe di parlarne meglio, domani a cena? "

 

" Ok... ti aspetto alle 9! Buonanotte "

 

" Non mancherò! Buonanotte! "

  
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