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Autore: Funlove96    21/12/2021    0 recensioni
Piccola raccolta di fanfiction partecipante alla Xmas Countdown Challenge indetta dal Fairy-Piece Forum.
Spero vi piacciano, buona lettura e buone feste^^
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Avviso: Purtroppo per alcuni problemi non sono in grado di pubblicare il secondo e ultimo capitolo che avevo preparato per questo evento, per cui la raccolta diventa una one shot. Grazie a tutti per aver letto questa fanfic e scusatemi per l'inconveniente.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Hermit, Rebecca, Shiki/Rebecca, Sorpresa, Weisz Steiner
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Fanfiction partecipante alla Christmas Countdown 2021, indetta dal forum FairyPiece-Fanfiction&Images.

Giorno: 21 Dicembre.
Numero pallina: 2.
Citazione: A Natale dovremmo essere più bravi, non più stupidi! (Carl William Brown)
Situazione: A crede ancora a Babbo Natale, toccherà a B svelargli/le la verità.
Prompt: Biscotti.

Allerta spoiler per chi non è al pari col manga (capitolo 172)!

~A quiet night (more or less)~





Il proiettile raggiunse il suo obbiettivo, colpendo in pieno la bionda che, in un urlo di dolore, cadde al suolo senza vita in poco meno di qualche secondo, nel frattempo che nella mente si faceva spazio la consapevolezza della sconfitta definitiva...

La ragazza esultò mentre l'altra grugniva di disapprovazione a causa dell'ennesima partita persa a quello che era pure il suo gioco preferito, e che l'aveva vista imbattuta per lungo tempo contro diversi giocatori da tutto il Cosmos. Almeno finché non aveva deciso di giocare con la biondina quella sera...
Battere Rebecca Bluegarden a un videogioco si stava rivelando un'impresa ardua anche per lei, che giocava già quando la B-Cuber era ancora in fasce, e per Hermit e il suo orgoglio quell'ulteriore sconfitta bruciava come il disinfettante su una ferita. Almeno, quello era il paragone che le veniva in mente, sebbene non fosse certa della sensazione poiché il suo corpo non aveva mai necessitato di tali cure, e mai aveva potuto provare su sé stessa qualcosa che conosceva sulla base di informazioni e dati che le erano stati immessi moltissimi anni prima, quando aveva aperto gli occhi per la prima volta, trovando ad accoglierla il bianco scheletrico di quella maschera che un tempo nascondeva il volto del loro creatore, oggi nemico mortale...
"Voglio la rivincit-" "Devi fare assolutamente qualcosa!" la porta si spalancò, lasciando entrare la furia bionda che l'aveva appena interrotta. "Weisz!" lamentò l'androide, che gli avrebbe lanciato il joystick molto volentieri se solo non avesse rischiato di romperlo nell'impatto con la testaccia dura del ragazzo...
"Ti sembra il modo di entrare? Potevamo star facendo di tutto! Anche cambiarc-" il rimproverò della B-Cuber si interruppe nel vedere il volto livido di rabbia del giovane lasciar trasparire l'espressione perversa che conoscevano molto bene, e per un attimo la ragazza si chiese quale oggetto potesse lanciagli. "Devi fermare Shiki, sta mettendo sottosopra la cucina!" rinsavì però l'altro, ricordando la catastrofe imminente che uno Shiki ai fornelli stava per scatenare sulla Edens e il suo intero equipaggio. "Ma di che parli?" Hermit lo sapeva che era strano, lo aveva pensato sin da quando lo aveva visto su Digitalis provare a dire qualcosa di serio, venendo però bannato proprio in quel momento -a causa sua-, ma non immaginava che lo fosse fino a tal punto. "Shiki sta facendo i biscotti! I biscotti per Babbo Natale... ci credi che pensa che sia reale? E ha deciso, già che c'è, di farli anche per gli altri..." ridacchiò nervosamente con un improvviso tic all'occhio nel pensare a come era stato cacciato dalla cucina quando aveva provato a dirgli la verità sull'omone vestito di rosso. Il ragazzo aveva riso, liquidandolo con un 'se non fai il bravo avrai del carbone quest'anno', probabilmente in una non molto velata presa in giro -e per un attimo rimpianse l'innocenza del moccioso di qualche tempo prima- tornando poi a dargli le spalle per continuare a cucinare. O meglio, attentare alla vita dei poveri malcapitati che avrebbero dovuto assaggiare quell'intruglio marroncino, quello che lui aveva appena intravisto nella ciotola e no, non aveva un bell'aspetto. Per niente...
"Devi fermare il tuo ragazzo gattina!" disse, e per fortuna fu abbastanza svelto da spostarsi prima che il cuscino che Rebecca gli aveva lanciato lo colpisse in pieno Avrebbe rischiato sicuramente la decapitazione da quanto forte lo aveva tirato, tanto da crepare il vetro della foto appesa alla parete, quella che l'oggetto aveva colpito prima di cadere al suolo -la stessa che li ritraeva sorridenti poco prima di intraprendere il viaggio verso l'Aoi Cosmos. Rebecca stessa ci aveva tenuto a farla, quasi in virtù di un ricordo atto anche a tracciare il loro viaggio-, proprio accanto alla porta, che la ragazza prese subito, urlando un "Shiki non è il mio ragazzo, e tu non chiamarmi così!" mentre usciva di lì di corsa per raggiungere la cucina. Meglio impedire un incendio a bordo che restare lì, rossa come un peperone, a farsi ridere dietro da Hermit. L'aveva visto il sorrisino che aveva acceso il volto dell'amica, quasi sicuramente pronta a farle qualche battutina per dare man forte al giovane professore.
Quei due si prendevano in giro di continuo, quasi in competizione per dimostrare chi fosse il migliore tra loro con le macchine, ma quando c'era da far impazzire qualcuno andavano d'accordissimo, pronti a seppellire la fittizia ascia di guerra solo per godersi lo scompiglio causato dalle loro battutine...

"È veloce..." fu l'unico commento che riuscì a fare l'androide, con tanto di risatina sommessa, nel vedere l'amica sparire lungo il corridoio della nave. "Spero lo sia anche per fermare quell'idiota..." e detto ciò il giovane fece per andarsene -il suo lo aveva fatto, Arsenal aveva salvato delle vite pur senza l'ausilio della sua armatura, ed era pronto a prendersi un meritatissimo premio, in camera sua, in mezzo alla sua collezione di riviste speciali, acquistate come regalo personale per un Natale particolare- ma qualcosa, un cuscino per la precisione, lo colpì alla nuca, facendolo voltare di nuovo. "Dove credi di andare? Voglio la rivincita, e qualcuno me la darà, che sia Rebecca o chiunque altro!" e se uno sguardo avesse potuto uccidere, il biondo sarebbe stato stecchito al suolo da un bel pezzo per come gli occhioni azzurri lo stavano fulminando, pieni di una rabbia che non avrebbe trovato sfogo se non sparando a qualcuno, anche se solo in un videogioco...

"Non ci penso nemmeno!" nonostante il terrore di una Hermit furiosa e con libero accesso ad Arsenal, il biondo provò coraggiosamente ad opporsi, ricordando perfettamente quanto bruciasse una sconfitta da parte sua, che non si risparmiava in fatto di esultanze al limite della pazzia -come lui del resto, quelle poche volte che riusciva a batterla- nonostante, secondo lui, l'androide imbrogliasse ogni singola volta...

"Non era una domanda Weisz. E ricordati di Sun Jewel..." gli disse in un mezzo sorriso, facendogli tornare alla mente quando l'armatura si disfò lasciandolo nudo come un verme in mezzo al campo di battaglia, ormai mesi prima.
Hermit non aveva atteso un secondo di più, una volta tornati sulla Edens, per rivelargli di essere stata l'artefice di quel malfunzionamento che aveva esposto la sua identità -e anche altro- a tutti, sebbene poi si fosse già capito chi si nascondeva dietro Arsenal. Le era bastato impostare un timer interno quando aveva inserito il programma di riproduzione vocale per i comandi. Che tra l'altro aveva dovuto registrare lei, siccome egli, stanco dall'enorme lavoro svolto sull'armatura quel giorno, era finito per addormentarsi nel laboratorio e all'androide non era sembrato il caso di svegliarlo per quel dettaglio. L'importante era che funzionasse in fondo...
Certo, Hermit non aveva neanche lontanamente immaginato che l'armatura sarebbe servita così presto e in una situazione così grave, senza considerare che non aveva neanche potuto godersi lo spettacolo di lui che rimaneva in mutande -e neanche quelle alla fine- davanti a tutti, magra consolazione per l'eroe...

Fatto stava che Weisz non era intenzionato a rischiare un'altra figuraccia, soprattutto ora che la fama di Arsenal era accresciuta, e per questo, sbuffando, si trascinò a sedere sul letto, afferrando il joystick usato dalla B-Cuber e iniziando a maneggiare con le impostazioni -non voleva certo giocare con 'NekoGirl' come nickname, ne andava del suo onore di supereroe- e... "Pronto!"

"Uh, pronto!" l'aveva interrotta sentendo il trillo del forno che lo avvertiva che i biscotti erano pronti, e Rebecca avrebbe davvero voluto tornare da Weisz solo per trascinarlo lì e mollargli la patata bollente.

Parlargli si stava rivelando più dura del previsto, e poi era Weisz che voleva dirgli la verità no?
"Shiki, ascolta... Babbo Natale entra dai camini, e noi non ne abbiamo... sarebbe difficile per lui entrare, soprattutto con un sistema di sicurezza che attiva i cannoni appena avverte un intruso..." provò con un'altra tattica, tentando di fargli prima capire che il simpatico signore barbuto avrebbe rischiato di finire peggio di un pollo sul girarrosto se avesse provato a mettere piede sulla nave, nel mentre malediceva ancora una volta il professore per averla infilata in quella situazione -sebbene anche lei ci avesse messo il suo, pensando che sarebbe stato più facile avere a che fare con quello che con la combo Hermit-Weisz a farla impazzire-, e sperando che almeno quello funzionasse. Non era proprio la verità, ma meglio andare per gradi...
"Witch una volta mi ha detto che lui trova sempre il modo di entrare, anche se non ha un camino a disposizione..." una nota malinconica si sentiva distintamente nella voce di Shiki nel ricordare la Stella. "E poi i cannoni possono essere calibrati, se inseriamo alcuni dati potrebbe entrare senza proble- ahi!" agitò la mano ustionata dalla teglia in cerca di sollievo dal bruciore. Si era distratto nel rivedere il sorriso di Witch nella propria mente quando gli aveva parlato di quella tradizione, che già in parte conosceva, promettendogli poi che avrebbero preparato i biscotti insieme a Natale, sentendo qualcosa spezzarsi nel petto al ricordo di quell'ultimo sorriso che aveva dedicato loro poco prima di scomparire per sempre. Non vi era più neanche un corpo da seppellire, perché distrutto dalla potenza delle bombe che avevano messo fine all'impero di Poseidon Nero, e che se non li avevano uccisi era solo grazie a quella che era stata a tutti gli effetti la madre di tutti loro...
La realtà era che non c'entrava nulla la tradizione o la leggenda di quel simpatico vecchietto...
In realtà quella mattina si era svegliato con una strana malinconia, ricordando la promessa scambiata ormai tre anni prima con Witch, e decidendo di porre fine alla negligenza perpetrata durante tutto quel tempo. In fondo, aveva fatto varie promesse nel tempo, dallo sconfiggere Ziggy al portare tutti dalla Madre, ed era deciso a mantenerle tutte...

Sentì una presa delicata sul polso, e voltandosi si rese conto che Rebecca gli si era avvicinata, guardandolo con gli occhioni azzurri appena lucidi -forse dallo stesso ricordo-, e gli sorrideva mentre lo tirava da parte per portarlo accanto al tavolo al centro della stanza, invitandolo poi a sedersi. "Ci penso io..."

"Ci penso io... hai fatto un casino!" gli strappò il joystick dalle mani, furiosa per quella loro prima partita finita coi loro avatar al suolo perché quell'idiota aveva manomesso tutte le impostazioni, finendo per impedire loro di usare le proprie armi, venendo uccisi subito...

Non riusciva a credere che qualcuno come lui, che aveva addirittura la fama di essere un genio, fosse così negato per una semplice azione come quella di modificarsi il nickname di un videogioco che esisteva da ancora prima che nascesse.
Knives Out era un gioco che, da ciò che sapeva, era stato creato da qualche anno quando lei era 'nata', ed erano già stati rilasciati vari speciali all'epoca, tra cui il suo preferito, che stava giocando con Rebecca poco prima.
"Ecco qui, prendi!" gli restituì il joystick avviando subito la partita nel mentre il ragazzo grugniva di disapprovazione nel ritrovarsi improvvisamente in mezzo al campo di battaglia... con un avatar che gli piaceva sì, ma solo perché aveva un bel davanzale e non certo per ritrovarsi lui con un corpo da donna...

"Che diavolo hai fatto?" sbraitò sparando ad un tizio appostato tra i cespugli, probabilmente per tendergli un agguato, mentre inveiva contro l'idea sciagurata dell'androide. "Che c'è? Su Digitalis non mi sembrava ti desse fastidio..." ridacchiò l'altra, ricordandogli come tempo prima lui stesso avesse creato il proprio avatar con delle sembianze femminili, piuttosto entusiasta della propria scelta tra l'altro. Se poi la bellezza dai lunghi capelli albini e il fisico mozzafiato si era rivelata un'arma fondamentale per sconfiggere l'allora nemico spirito dell'acqua, allora non vedeva cosa avesse da lamentarsi Weisz...
In più, lei voleva riprendersi il rosato, personaggio fortissimo anche lui -oltre alla biondina in fucile che aveva rifilato all'altro, che comunque le aveva permesso di finire a giocarsi il livello finale poco prima, che non era poco considerando che erano collegati un'altra novantina di giocatori in totale e lei era arrivata ad essere una delle due superstiti insieme a Rebecca-, oltre che suo personaggio preferito...

"Smettila di fare la mocciosa!" "Tsk! Ha parlato quello arrabbiato perché qualcuno ha più spirito natalizio di lui!" lo zittì facendo fuori altri due giocatori, rimanendo così a giocarsi il livello finale proprio contro di lui, che, lo ammetteva -anche se non gliel'avrebbe mai detto in faccia-, se l'era cavata davvero bene con la Heartfilia...
"È diverso..." grugnì cercando di colpirla, senza successo perché Hermit era veloce a muoversi tanto quanto lo era a sparare, e lui doveva stare davvero attento perché l'altra non aveva una ma ben due pistole a disposizione, e in contemporanea per giunta...
"In cosa? Shiki non fa del male a nessuno credendo a quella leggenda, e tu non sei certo costretto a mangiare i suoi biscotti..." rispose lei schivando un colpo che avrebbe rischiato di ferire il suo avatar a un braccio, impedendole così di sfruttare il proprio vantaggio ad avere due armi puntate su di lui. "E poi, non sei tu che vuoi fare il supereroe? Non è per niente diverso. E ti ricordo che siamo alla ricerca di un essere che nessuno ha mai visto..." aggiunse. Se dovevano fare un discorso su esseri esistenti solo attraverso leggende e senza che mai nessuno li avesse visti, dovevano mettere in dubbio anche uno dei culti su cui si fondava la loro intera società. Era un discorso troppo complicato ed era decisamente meglio muoversi sul crederci o meno, e senza rompere l'anima agli altri come invece stava facendo quel moccioso. Perché sì, Weisz era il vero moccioso tra i due se proprio volevano mettere i puntini sulle i...
"Dovresti davvero smetterla di fare il Grinch della situazione..." finì citando quel vecchio film che aveva fatto fatto vedere a Rebecca giusto qualche giorno prima -Weisz somigliava davvero a quell'essere verde e peloso che odiava il Natale, pure l'espressione infastidita era identica e prima o poi, si ripromise, gli avrebbe fatto vedere quel film solo per il gusto di prenderlo in giro tutto il tempo-, colpendo a morte il suo avatar una volta che il ragazzo si era fermato per chiederle di cosa stesse parlando.

Quel film era uscito così tanti anni prima che Weisz, appassionato praticamente solo di roba che avesse a che fare coi supereroi, non aveva neanche idea della sua esistenza...
"Gli altri si divertono mentre tu sei così impegnato a pensare a quanto la cosa ti dia fastidio, che non trovi niente di meglio da fare che rompere le scatole anziché godertela. Nel frattempo Pino è ancora lì che aspetta te..." spiegò una volta posato il joystick sul letto, proprio accanto a quello di Weisz, finito lì dopo che lui lo aveva lanciato con stizza per poi incrociare le braccia indispettito, stiracchiandosi e sistemandosi i capelli legati alla base della nuca in due lunghe code...

"È diverso..." ripeté il ragazzo, non sapendo in verità come controbattere dato che Hermit aveva appena descritto alla perfezione il suo comportamento, e solo in quel momento riuscì a vedere le cose per come stavano realmente...
Erano giorni che si aggirava per la nave, circondato dall'atmosfera di festa che si respirava in ogni angolo, passando quelle giornate come qualunque altro giorno dell'anno, con l'unica differenza che vari addobbi erano sistemati qua e là e a lui le lucine a intermittenza iniziavano a dare seriamente sui nervi. Un paio di giorni prima poi Pino gli si era avvicinata con in mano una qualche decorazione a cui non aveva dato molta attenzione, tentando di contagiarlo nella sua innocenza, finendo così per carpirgli quella promessa mai mantenuta...
"Non è molto cool da parte di un supereroe non mantenere le promesse Arsenal..." lo apostrofò col suo pseudonimo mettendo via i joystick dopo aver spento il gioco. "A Natale dovremmo essere tutti più bravi, non più stupidi Weisz. Soprattutto noi, che non sappiamo cosa ci ritroveremo davanti domani mattina, e dovremmo decisamente godercela un po' di pace quando ne abbiamo l'opportunità..." finì uscendo dalla stanza, lasciando il biondo a riflettere meglio su ciò che gli aveva detto -perché era vero, quello che era stato il loro creatore era adesso il nemico e un altro pezzo importante della famiglia era ormai sparito, tutto questo nell'arco di pochissime ore e anche a distanza di anni faceva male-, mentre raggiungeva gli altri.
Presto sarebbe stata ora di cena, e il pensiero tornò a Rebecca, sperando vivamente che avesse fermato Shiki. Perché in fondo -molto in fondo- Weisz aveva ragione, e neanche lei ci teneva a farsi avvelenare dal re demone...

Ce l'aveva fatta!
Beh, non aveva proprio impedito a Shiki di combinare un disastro, ma aveva limitato i danni. Almeno adesso quei biscotti, caldi e appena usciti dal forno, avevano un aspetto commestibile e, sempre grazie a lei, lo erano davvero...

Aveva medicato la mano del ragazzo, constatando che non vi era bisogno dell'intervento di Sister -che come minimo avrebbe ammazzato entrambi per come avevano ridotto la cucina della nave-, per poi infilarsi il grembiule e rifare praticamente tutto daccapo, sfornando delle vere e proprie delizie al cioccolato, come le aveva definite Shiki assaggiandone un pezzo. Di certo quei cosi appallottolati, dall'aspetto -e la consistenza- duro come la pietra, a pois marroni e neri per via del cioccolato e delle bruciature, tutto si sarebbero potuti definire meno che biscotti e mai, per il bene di tutti, sarebbero dovuti uscire da quella cucina...
Non avevano più parlato di Babbo Natale, come del resto, ricordi troppo dolorosi e che per nulla si addicevano allo stato d'animo dello stesso ragazzo, che Rebecca aveva visto sorridere -sorridere davvero, non come quando trovavano qualche indizio su Ziggy o come quando voleva rassicurare la piccola Pino, spaventata per un possibile esitò negativo di una missione- forse per la prima volta da tre anni a quella parte.
Perché la verità era che lo Shiki Granbell che si ritrovava davanti non era più il ragazzino amichevole e talvolta strano che aveva incontrato su quel pianeta dimenticato. Quello che aveva affianco era ormai un uomo deciso a portare da solo il peso di un viaggio che avevano deciso di fare insieme...

La sua fama da B-Cuber era cresciuta nel tempo -soprattutto grazie all'amica Couchpo, che l'aveva aiutata a sfruttare il talento che aveva visto in lei, nonostante Rebecca fosse una vera e propria rivale-, a pari passo con quella di Generale Galattico di Shiki, che da quando avevano lasciato l'Aoi Cosmos non aveva mai più avuto l'occasione di vedere così spensierato, e forse la ragazza doveva ringraziarlo il buffo signore vestito di rosso...

"Andiamo di là?" gli domandò sistemando i dolci nel grande piatto da portata -non dimenticando di metterne una generosa manciata in un altro piatto più piccolo, dove accanto ai dolciumi il ragazzo pose un bicchiere di latte-, avviandosi poi con lui verso il grande salone della nave, dove trovarono il resto dell'equipaggio intento a finire i preparativi.
E per poco la ragazza non rischiò di far cadere tutto, salvata in tempo da Shiki, pure lui rimasto a guardare inebetito per qualche secondo la scena di Weisz che teneva tra le mani una piccola Pino molto concentrata su ciò che stava facendo -appendere l'ultimo addobbo, in alto, poco sotto la cima, dove la pallina rosa confetto svettava ora sul grande albero di Natale che avevano posto al centro della sala qualche settimana prima-, ma abbastanza svelto da mettere prontamente una mano sotto le sue, aiutandola a reggere il piatto coi dolci e non combinare un disastro all'ultimo momento...

E forse per la prima volta, da tre anni a quella parte, quella nave si riempiva di gioia vera, e poco importava se fosse portata dalla risata di Sister, già mezza ubriaca, oppure dalle frasi davvero poco appropriate di Homura, in uno stato simile a quello della Stella -e solo perché lei, a differenza sua, non reggeva neanche quel mezzo bicchiere che aveva azzardato ingerire-, passando per Kleene che voleva provare a tutti i costi il sakè, venendo letteralmente braccata sia da Kris che da Laguna -gli unici rimasti totalmente sobri della combriccola che aveva libero accesso all'alcol, forse perché più resistenti ad esso, che si chiedevano intanto da dove l'avesse tirato fuori l'albina-, i quali continuavano a rifilarle il succo d'uva.
Oppure ancora le risate di Shiki e Rebecca, mezzi andati anche loro -ed era un mistero come Happy riuscisse a sonnecchiare beato ai piedi dilla bionda-, lasciando ad Hermit il compito di badare a Pino, avvicinatasi troppo pericolosamente al bicchiere di sakè, lasciato incustodito da Sister, la quale aveva iniziato a rincorrere Moscov senza un'apparente motivazione, mentre Couchpo provava a fermarla -nonostante il robot sembrasse apprezzare le minacce ricevute dalla Stella-, intanto che anche Weisz si era attaccato alla bottiglia, ingurgitando uno dietro l'altro gli stessi dolciumi di cui, fino a un'ora prima, non voleva neanche sentir parlare. Unica sua consolazione era l'ulteriore presa in giro di cui si sarebbe servita da allora, pensò l'androide mentre sorrideva alla robottina che sgambettava felice sulle sue gambe, concentrata ora sul biscotto che le aveva dato, ottenendo finalmente di farla stare un po' tranquilla...

Tranquilla?
No! Non vi era nulla che potesse essere definito tale in quella notte...

Si massaggiò la schiena in cerca di sollievo pensando che forse, di un piccolo aggiornamento, ne aveva bisogno anche lui. Non era tanto la difficoltà ad entrare -non era mai stato facile neanche prima, tra lo sforzo fisico e la fuliggine, ma negli ultimi tempi era decisamente più arduo- quanto il fatto che rischiasse di farsi abbrustolire da qualche arma per farlo che gli stava rendendo la vita davvero difficile. E menomale che doveva farlo solo una volta l'anno...

Vagò per i corridoi qualche minuto, attento a non fare troppo rumore e non cadere in altre trappole, finché non arrivò finalmente alla sala dove faceva bella mostra di sé il grande albero decorato a festa. Si avvicinò ad esso attento a non inciampare nei bicchieri e piatti lasciati in giro per la sala, fermandosi al centro della stanza, proprio sotto alla grande pianta in fibra sintetica -grazie al cielo, pensò. Quello era uno dei vantaggi di quell'epoca, non ne poteva davvero più degli aghi di Pino che gli si infilavano dappertutto- e posò il suo grande sacco sul pavimento, aprendolo e iniziando a sbirciarci dentro, estraendo uno ad uno i doni che aveva riservato a quei ragazzi...
In breve, sotto il grande abete colorato dagli addobbi, trovarono spazio pacchetti di varie misure e colori: Dalla piccola scatolina rettangolare rosa con gli orsetti, che riportava a chiare lettere il nome dell'influencer, fino a quella verde a pois gialli per la dolce robottina, passando per quell'aggeggio infernale avvolto nella carta rossa lucida per quell'androide dall'inquietante passione per quei, ehm, 'giocattoli'...

Ci mise qualche minuto a finire il lavoro e, quando stava per rialzarsi, pronto per raggiungere la prossima destinazione, si ricordò di ripescare l'ultimo dono dal fondo del sacco. Un piccolo pacchetto dalla carta azzurrognola lucida, riportante il nome del ragazzo che negli anni lo aveva tanto fatto penare a ritrovarlo costantemente in cima alla lista dei cattivi, ma che negli ultimi tempi si era ravveduto a tal punto da meritarsi quella piccola soddisfazione.
Certo, non era ancora fuori pericolo, considerando il suo caratteraccio, e quella sera aveva rischiato più volte di ritrovarsi con un pezzo di carbone grande quanto la sua testaccia, ma all'omone barbuto andava bene così...
Lo posizionò al suo posto e si tirò di nuovo su, cercando poi con lo sguardo il piattino posto sul tavolino di vetro al centro della stanza, dove in breve latte e biscotti sparirono con non poca soddisfazione da parte dell'uomo in rosso, che trovò gustoso il dono riservatogli. Anche quella parte spesso non era facile, non tutti pensavano al cioccolato -la risposta più ovvia, secondo lui, a chiunque si fosse chiesto cosa gli piacesse- e spesso si ritrovava dei semplici biscotti, recuperati probabilmente dal fondo del pacchetto, motivo per il quale erano mezzi sbriciolati. E questo solo quando gli andava bene che qualcuno ricordasse quel dettaglio, il che era comunque meglio di quelli dietetici che andavano tanto di moda e che negli ultimi anni si era ritrovato sempre più spesso, forse in un non tanto velato messaggio a dimagrire...

Caricò di nuovo il sacco sulle spalle e fece il percorso a ritroso, timoroso di trovare qualche arma pronta a disintegrarlo scambiandolo per un intruso -in parte lo era, ma ehi, lo aspettavano tutti, alla fine non era colpa sua se tanti non disattivavano i propri sistemi di sicurezza. Prima o poi si sarebbero ritrovati solo un mucchietto di polvere in salotto come unico, e ultimo, regalo del vecchietto e solo allora avrebbero imparato, forse...- e risalì sul tetto della nave, dove lo aspettava la sua slitta, che ripartì, tornando a solcare il cosmos, passando dinnanzi alla grande signora addormentata, che per quella notte poteva riposarsi tranquillamente sapendo che c'era lui a pensare ai suoi figli...



Angolo autrice.
E salve a tutti! Innanzitutto grazie per essere arrivati fino a qui, e in secondo luogo ecco il mio contributo per questa giornata di Christmas Challenge!
Grazie al Fairy-Piece Forum per aver indetto questo evento anche quest'anno, è stato divertentissimo parteciparvi.
Spero che questo sguardo nel Natale di Edens Zero vi sia piaciuto e vi assicuro che ci rivedremo molto presto con un altro capitolo, quindi stay tuned👀 Grazie mille per aver letto questa storia, e alla prossima!❤️
   
 
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