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Autore: Jason_Trth Hrtz    23/12/2021    2 recensioni
Madara non riesce a sopportare la distanza che lo separa da Sasuke, anche se condividono lo stesso letto.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Madara Uchiha, Sasuke Uchiha
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Titolo: Risveglio
Autore: Jason_Trth Hrtz
Fandom: NARUTO
Pairing: MadaSasu
Rating
verde
Parole: 1053
Avvertimenti: accenni rapporto D/s, Modern!AU
Disclaimer: Questi personaggi non mi appartengono, sono proprietà di Kishi-sensei.
Note: questa doveva essere una drabble sul risveglio di Sasuke e Madara accoccolati sotto le coperte, ma alla fine è diventata una specie di studio/bozza da aggiungere a una Modern!AU che sto scrivendo su loro due. Quindi immagino che questa possa essere considerata una piccola anteprima del clima che intendo impostare intorno alla relazione di Madara e Sasuke.
Oltre a essere doveroso da parte mia, ci tengo a citare chi mi ha spronato a scrivere questa breve OS (più di atmosfera che altro, ma spero di avervi “acceso” qualcosa lo stesso).

Parlo ovviamente di 
@ame tsuki (su EFP).
Sto seguendo la sua raccolta “Perché sono uno lo specchio dell’altro” (su EFP), attualmente in corso, sulla MadaSasu e la sua drabble “#14 – Dopo” mi ha convinto a mettere nero su bianco questa scenetta tra Sasuke e Madara.
 
Fatte queste premesse, vi auguro una buona lettura!
Ringrazio inoltre @ame tsuki per avermi aiutato con questa OS.
 
                                                                  
Jason.



 

RISVEGLIO

 

 
Madara si rigira nel letto dopo aver fermato il trillare della sveglia analogica.
 
Preferisce tenere il cellulare lontano da lui, almeno di notte. Non è altro che una “scatola emana radiazioni versione portatile”.
 
Sasuke invece sembra ancora dormire. È steso sul fianco destro e dà le spalle a Madara, a un solo braccio di distanza, accanto a lui nel letto matrimoniale.
 
«Svegliati, giovane». Madara lo schiaffeggia sull’esterno della coscia attraverso il piumone blu in piuma d’oca.
 

—ooOoo—

 
 
Sakura e Hinata glielo avevano regalato in seguito alla notizia che Madara e Sasuke avrebbero ufficializzato la loro relazione andando a vivere insieme.
 
Le due donne si trovavano in luna di miele in Norvegia quando Sasuke aveva confidato alle sue uniche ex la novità. Si erano dette contente e avevano augurato a entrambi felicità.
 
L’esatto giorno in cui erano tornate in Giappone, si erano presentate alla loro porta con enormi scatoloni incartati, colmi di souvenirs e altri regali vari per la casa e i due fidanzati.
Hinata, figlia maggiore di Hiashi Hyuga, si era scusata, imbarazzata, per essere piombata all’improvviso in casa dei due senza avvisare.
 
Al contrario, Sakura, la ragazza dai capelli rosa tinti, aveva mostrato tranquilla e soddisfatta a Sasuke e Madara tutte le cose che avevano acquistato, appositamente per loro, durante il loro soggiorno nel paese scandinavo. La maggior parte era biancheria da letto, oltre a una batteria di pentole e padelle per piani a induzione.
 
Le due donne erano le prime, forse uniche, sostenitrici di quella relazione.
Il ricordo della reazione degli altri componenti della famiglia Uchiha era ancora fresco nella mente di Madara:
 
Ha solo ventidue anni, Madara. Mio figlio è ancora un ragazzino!” gli aveva praticamente urlato in faccia Fugaku, il padre di Sasuke, davanti a tutta la famiglia riunita.
In trentotto anni di vita nessuno si era mai permesso di accusarlo di ciò che Fugaku sembrava aver voluto intendere con quella frase. A quanto pare c’è davvero una prima volta per tutto, aveva pensato Madara.
 
Sasuke e la sua segretaria, Karin Uzumaki, avevano dovuto quasi trascinarlo di forza lontano dalla sala riunioni; non senza difficoltà, considerata la mole dell’uomo.
Da allora sia Madara sia Sasuke si erano staccati dalla sede principale di Tokyo e si erano messi in attività insieme, a Kyoto.
 
 

—ooOoo—

 
 
Sasuke affossa ancor di più il volto nel cuscino morbido, abbinato al resto della biancheria letto, e rannicchia le ginocchia al petto.
Il suo braccio pallido spunta da sotto le coperte per afferrare il telefono sul comodino posto dal suo lato del letto. Con gli occhi socchiusi cerca di leggere l’orario indicato sullo schermo. Strizza gli occhi e poi ricaccia la testa sul cuscino, con la “scatola emana radiazioni versione portatile” in mano.
 
«Ieri sera non hai voluto indossare le lenti ortocheratologiche», gli ricorda Madara. «Ecco perché non riesci a mettere a fuoco». Madara punta un gomito sul materasso e si gusta la scena di un Sasuke che, infastidito dal se stesso della sera precedente, sbuffa insoddisfatto e riposiziona a tentativi il telefono sul piano del comodino. Ributta la testa sul cuscino e si chiude in posizione fetale. Un avambraccio gli copre gli occhi, con la mano a penzoloni vicino la testa.
 
Madara non riesce a sopportare la distanza che lo separa da Sasuke, anche se condividono lo stesso letto.
 
«Vieni qui», ordina Madara. «Voglio toccarti». Seppur abbia tentato di far risultare la richiesta come perentoria, la sua voce, naturalmente roca—ancor di più di prima mattina, nasconde a mala pena l’eccitazione intrisa in quelle parole. Rimbomba persino nelle sue stesse orecchie.
 
Sasuke deve averlo notato, perché si gira di poco con il busto per sbirciare il volto di Madara. Forse per capire quanto fosse serio.
Continua a ignorarlo e torna nella stessa posizione di prima. Dopo alcuni minuti, in cui sente gli occhi di Madara scrutare ogni millimetro di pelle scoperta del collo, avambraccio e schiena bassa, si decide a rispondergli verbalmente:
 
«Non darmi ordini», dice in un singolo fiato. Lapidario come suo solito. Eppure Madara non si è mai lasciato scoraggiare dalla freddezza apparente di Sasuke.
 
«Voglio farti venire già di prima mattina e questo è il tuo atteggiamento?» Madara non si sforza nemmeno di nascondere il taglio divertito sulle sue labbra, anche se Sasuke non può vederlo.
 
«Mi chiedo che reazione avresti se invece ti impedissi di venire per tutta la settimana».
 
Un brivido scorre lungo le spalle di Sasuke. A Madara piace pensare di esserne la causa.
 
«Hai freddo?» chiede con melliflua innocenza Madara. «Se ti avvicini ti mostro un modo per riscaldarti». Madara sorride vittorioso quando Sasuke stringe le ginocchia al petto, come a voler comprimere eventuali prove della sua reazione fisica a quella proposta.
 
«Non mi va di spogliarmi», bofonchia assonnato Sasuke.
 
«Sasuke, quando ho mai avuto bisogno di spogliarti per farti venire?» lo provoca Madara. E Sasuke abbocca come un pesce all’amo:
 
«Fottiti».
 
«Hai detto “fottimi”?» Madara infila un avambraccio sotto le coperte, tenendole alzate, come a voler invitare nuovamente Sasuke a unirsi a lui. «È esattamente quello che ho intenzione di fare».
 
Prima che Sasuke possa rispondere alla sua ennesima presa in giro, Madara lo afferra per la vita e lo trascina di peso verso di sé. Più precisamente, sotto di lui. Lo tiene avvolto con un braccio e gli respira sul collo baci lenti e mirati. Gli solleva la maglia del pigiama per infilare una mano al di sotto e carezzargli lentamente lo stomaco piatto e morbido. Si sposta sempre più giù.
 
Sasuke tiene gli occhi chiusi. Probabilmente per impedire alla luce naturale che filtra attraverso le ampie finestre all’inglese di far aumentare il solito mal di testa mattutino di cui si lamentava ultimamente. Madara sa di avere comunque tutta la sua attenzione dal modo in cui lo sente già ansimare.
 
Sasuke si muove come uno specchio d’acqua sotto i tocchi di Madara. Risponde ai suoi impulsi, ma non è in grado di prendere l’iniziativa; si limita a grattargli leggermente la guancia ruvida—nonostante la posizione scomoda in cui deve mettere il braccio per riuscire a farlo.
 
Quella scena per lo più casta andrà avanti sicuramente solo per il primo quarto d’ora. Madara sa già, e dovrebbe saperlo anche Sasuke, che quella mattina nessuno dei due uscirà dalla camera da letto finchè Madara non avrà fatto fede alla sua promessa.
 
Far venire Sasuke senza neanche svestirlo.

   
 
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