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Autore: MaryFangirl    26/12/2021    1 recensioni
Kaede Rukawa soffre. La sua pena e il suo dolore sono così evidente che tutti i membri della squadra dello Shohoku se ne rendono conto, ma non sanno il motivo. Il primo a scoprirlo sarà inaspettatamente il suo eterno rivale.
Genere: Hurt/Comfort, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hanamichi Sakuragi, Kaede Rukawa
Note: Lemon, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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“Sono a casa!”

“Bentornato!”

“Ciao mamma!” esclamò Hanamichi entrando in cucina, dove sua madre stava preparando la cena.
 
“Salve signora Sakuragi” salutò Kaede educatamente, apparendo da dietro il compagno.
 
“Ehi ragazzi! Com'è andato l'allenamento!”

“Benissimo! Abbiamo giocato una partita contro le matricole e ho dimostrato chi è il talentuoso atleta e futuro capitano Hanamichi Sakuragi, conosciuto nella prefettura Kanagawa come il re dei rimbalzi, anzi, conosciuto in tutto il Giappone...” si interruppe vedendo Kaede alzare un sopracciglio. “Che c'è volpe? Non credi che questo genio...ahi!”

“Non chiamarlo volpe!” esclamò la signora Sakuragi dopo aver dato uno schiaffo al figlio.
 
“Ma mamma! Lui mi chiama doaho!”

“Ora non ti ha detto niente!”

“Perché ci sei tu!”
 
“Smettila di lamentarti e vai a farti la doccia, si cena tra quindici minuti!”

“Ma...!”

“Andiamo, Hanamichi” intervenne Kaede tirandolo per la maglietta.
 
Hanamichi non rispose, ancora meno dopo aver visto il bel sorriso che adornava il viso perfetto del suo amato, e uscì dalla cucina seguendolo. Il lunedì Kaede faceva la doccia per primo, quindi quando Hanamichi uscì dal bagno con un asciugamano intorno alla vita e passò davanti alla sua stanza, lo vide già in pigiama. Vedendo cosa stava facendo, non poté fare a meno di preoccuparsi ed entrare.
 
“Per quanto tempo devi prenderle?” chiese indicando la boccetta che il ragazzo aveva in mano. Kaede tirò fuori una pillola e rimise il flacone nel cassetto del comodino.
 
“Non lo so” rispose prendendo dell'acqua, “fino a quando la dottoressa Tsukino non mi dirà diversamente”
 
“Ma non ti servono più...”

“Hanamichi, non lo so nemmeno io, come lo sai tu?”

Kaede stava per prendere la pillola quando Hanamichi si avvicinò e lo fermò prendendogli il polso.
 
“Cosa...?”

“Pensi di averne bisogno?” chiese fissandolo.
 
“Hana...” mormorò, “io...credo di no, ok? Ma non sono io a decidere. La dottoressa Tsukino è brava e se mi dice che devo continuare a prenderle lo farò, capito? Non voglio avere un'altra crisi...ho passato un periodo molto brutto...”
 
Hanamichi gli lasciò il polso, un po' imbarazzato. Kaede si mise la pillola in bocca e bevve un sorso d'acqua.
 
“Mi dispiace, hai ragione. Ma ti vedo stare bene e mi rifiuto di pensare che sia per l'effetto delle pillole...e le prendi da troppo tempo e non voglio che ne diventi dipendente...”
 
“Ne abbiamo già parlato. L'unica cosa che mi rende dipendente sei tu, sciocco...”

“Perdonami, davvero...ti amo così tanto...” disse Hanamichi abbracciandolo.
 
“Anch'io...”
 
Kaede riusciva a malapena a respirare per l'abbraccio stretto che il ragazzo gli stava offrendo, ma non gli importava. L'unica cosa che lo preoccupava era che la porta fosse ancora aperta e da un momento all'altro la signora Sakuragi sarebbe potuta apparire a sorprenderli. In breve sentì le labbra del suo amato scorrergli lungo il collo.
 
“Ha-hana...” sussurrò piano, “che stai facendo...”

Hanamichi non gli rispose ma iniziò a succhiare con più forza il suo collo mentre una mano si abbassava lentamente sulla schiena fino a fermarsi su una natica, che strinse forte. Kaede si morse un labbro per non emettere un forte gemito, specialmente quando notò l'erezione del ragazzo attraverso l'asciugamano.
 
“Basta...” si obbligò a dire, “tua madre è in cucina...potrebbe passare e vederci...”

“Ti voglio...” mormorò Hanamichi, lasciando il lato destro del suo collo per iniziare a baciare il sinistro, “è da tanto tempo che non lo facciamo...”
 
Da quando Kaede si era trasferito con Hanamichi e sua madre non avevano avuto molti momenti da soli di cui approfittare; ogni tanto andavano nella casa dove Kaede aveva vissuto con il nonno, ma ora era stata affittata e i due amanti erano rimasti senza un posto dove sfogare la loro passione giovanile.
 
“Io...ne ho voglia anch'io...ma ora non possiamo...lasciami...”

“Sei tu che non ti stacchi...”

“F-forse...”
 
Alla fine fu lo squillo del telefono a farli separare d'improvviso per lo spavento. Accorgendosene, si guardarono con gli occhi luccicanti e risero nervosamente.
 
“Kaede! È tuo zio!” gridò la signora Sakuragi dal soggiorno.
 
“Arrivo”
 
Kaede diede ad Hanamichi un rapido bacio sulle labbra prima di andare a rispondere. Hanamichi decise di indossare il pigiama prima di imbattersi in sua madre che avrebbe visto il 'problema' che aveva tra le gambe e che si distingueva da sotto l'asciugamano. Si era rivestito quando Kaede entrò nella sua stanza.
 
“Cosa voleva tuo zio?”

“Il solito. Sapere come sto e come va. Oh, e vuole che passi le vacanze estive con lui”
 
“Oh...e andrai?”

“Certo”

Kaede non poté fare a meno di sorridere all'espressione triste di Hanamichi.
 
“Sarà solo per due settimane...” disse avvicinandosi e accarezzandogli la guancia.
 
“Lo so...”
 
“Hana...” Kaede tornò serio, “vorrei che mi accompagnassi in un posto domani”

“Dove?”

“A visitare la mia famiglia. Domani è il compleanno di mia madre”.
 
x x x
 
C'era molto silenzio, era presto e faceva un po' freddo. Kaede e Hanamichi camminavano lentamente senza dirsi niente tra le tombe, tenendosi per mano, approfittando del fatto che non ci fosse nessuno. Hanamichi era molto nervoso, era come se il suo ragazzo volesse presentarlo ufficialmente alla sua famiglia, e in un certo senso era così. Lo guardò un momento con la coda dell'occhio, vedendo il suo viso sereno e calmo ma malinconico, e gli strinse amorevolmente la mano. Kaede si voltò a guardarlo con un piccolo sorriso.
 
Camminarono ancora per qualche minuto fino a quando Kaede si fermò davanti a un piccolo gruppo di lapidi e Hanamichi fece lo stesso.
 
“Eccoci” disse Kaede.
 
Hanamichi le guardò una ad una, leggendo i nomi e scoprendo per la prima volta dati come il giorno esatto in cui i genitori e il fratello maggiore di Kaede erano morti, o come quest'ultimo si chiamava Eike e aveva quindici anni quando era morto prematuramente, Kaede era molto restio a parlare sull'argomento.
 
Kaede si inginocchiò davanti alla tomba di sua madre, lasciò i fiori che aveva portato e cominciò a parlare. Hanamichi rimase in piedi, ad ascoltare.
 
“È passato molto tempo da quando sono venuto. Perdonatemi. Ma non lo sopporto. Non posso sopportare di sapere che voi siete lì dentro invece che al mio fianco. E perdonatemi anche per avervi odiato quando mi avete lasciato da solo. E nonostante vi abbia odiato, ho pensato molte volte di raggiungervi. Sarebbe stata la cosa più semplice. Ma non l'ho fatto. Perché? Mi avreste odiato voi, per essere stato debole e codardo.
 
So che state vegliando su di me e che vi ho fatto preoccupare in questi ultimi mesi. Mi dispiace tanto, davvero. Non ero in grado di chiedere aiuto e sono crollato. Ma sto molto meglio ora, grazie alla dottoressa Tsukino, che mi sopporta ogni settimana, alla dottoressa Aizawa, che si preoccupa per me anche se non sono più un suo paziente, al coach Anzai, che si fida di me, ai miei compagni, che si sono preoccupati volendo sapere cosa mi succedeva, e soprattutto al ragazzo che è accanto a
me.
 
Lui è Hanamichi Sakuragi. È il mio ragazzo. Immagino che sarete sorpresi. Tranne tu, nonno, vero? Sapevi della mia omosessualità anche prima di me e mi hai aiutato ad accettarlo come qualcosa di naturale. Mi hai detto 'Non importa di chi ti innamori, uomo o donna, anche se soffri, avrai sofferto per amore, ed è l'unica sofferenza che vale la pena'. Ho sofferto. Ma ne è valsa la pena. Spero che, anche se siete sconvolti per la notizia, l'accettiate e siate felici per me. Perché io sono molto felice.
 
Buon compleanno, mamma. Prometto che verrò ogni anno, e per il compleanno di papà, di Eike e del nonno. Vi voglio bene”

Dopo aver accarezzato la lapide con un gesto leggere, Kaede si alzò e si voltò verso Hanamichi, che piangeva in silenzio.
 
“Cosa c'è che non va?” chiese sorpreso.
 
“Io...quello...quello che ti ha detto tuo nonno...è molto bello...” rispose tra i singhiozzi. Era adorabile.
 
“Sì. Ma stai piangendo per questo?”

“Sì...no...non lo so! Non capisco perché sto piangendo, dovresti essere tu quello...” si interruppe bruscamente.
 
-Merda- pensò disperato, -che gaffe. Sono un coglione-
 
Kaede lo fissò per un momento senza dire niente, con un'espressione che non riusciva a decifrare, poi alzò la testa verso il cielo nuvoloso.
 
“Sì...” mormorò infine, “immagino che dovrei essere io a piangere...ma penso che le mie lacrime siano finite...”
 
Kaede si voltò e iniziò a camminare lentamente verso l'uscita del cimitero con le mani in tasca. Hanamichi gli corse dietro e si piazzò accanto a lui.
 
“Scusa...quello che volevo dire è che nella tua situazione io sarei stato peggio...”

“Peggio?” Kaede fece un sorriso ironico.
 
“Sì” Hanamichi si fermò e costrinse Kaede a fare lo stesso. “Sei molto più forte di quanto pensi, Kaede Rukawa. Sono sicuro che la tua famiglia è molto orgogliosa di te”
 
“Non credo” mormorò Kaede, evitando i suoi occhi castani.
 
“Sì” disse Hanamichi con fermezza. Gli alzò il mento con una mano e gli diede un tenero bacio.
 
“C'è gente” disse Kaede, separandosi. In quel momento passò una coppia anziana che a quanto pare non li aveva ancora notati.
 
“Non m'interessa”
 
“Cosa?”

“Non m'interessa. Non voglio più nascondermi. Stasera lo dirò a mia madre e domani alla squadra e ai miei amici”

“Sai cosa stai dicendo, Hanamichi?”

“Perfettamente” disse Hanamichi porgendogli la mano. Kaede esitò per un momento, ma Hanamichi sorrise dolcemente e lui alla fine lo ricambiò, tirando fuori una mano dalla tasca per prendere quella del ragazzo. Si diressero così all'uscita, davanti allo sguardo stupito della coppia anziana e di tutti coloro che incrociarono nel tragitto verso casa.
 
D'improvviso Hanamichi si mise a ridere.
 
“Perché ridi?” chiese Kaede incuriosito.
 
“Per la reazione di Haruko quando lo scoprirà...cadrà all'indietro”

“Non solo lei...” ridacchiò Kaede.
 
A cena, Hanamichi e Kaede parlarono con la signora Rukawa. Sua madre reagì abbastanza bene, ma pose loro la condizione che, vivendo sotto il suo tetto, avrebbero dovuto evitare esibizionismi. I membri della squadra dello Shohoku e l'Armata in effetti caddero tutti all'indietro.
 
 
 
Grazie a cicci783 e Pitta per i commenti :* aspettate il sequel di questa storia...e le altre che arriveranno ^__^ a presto!
  
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