❄
“We
could
leave the Christmas lights up ‘til January
This is
our place, we make the rules
Ebbero in mano le chiavi del loro
appartamento il primo dicembre; fu naturale spacchettare subito le
decorazioni
natalizie.
Il quartiere in cui si erano trasferiti, a
pochi isolati dal campus universitario, era dinamico, pregno della
magica
atmosfera rappresentata nei libri e nelle centinaia di produzioni
cinematografiche tutte uguali. Duncan non sapeva dire con precisione
cosa
avesse scalfito il suo cuore di Grinch – saranno stati i
tanti mercatini sempre
affollati, i cori gospel che si esibivano porta a porta con le
tradizionali
carole, oppure il costante profumino di biscotti alla cannella
proveniente dal
pianerottolo. Eppure, inevitabilmente, fu investito anche lui dallo
spirito
natalizio.
Ciò non toglieva che decorare la casa, con
ghirlande e ninnoli inutili, fosse una gran seccatura – e
Courtney non sembrava
intenzionata a fermarsi, finché non sarebbe riuscita a
ricreare il villaggio di
Babbo Natale in miniatura.
Le andava dietro con un’aria costipata,
reggendo fra le mani un groviglio di luci. Lei era l’addetta
a districare i
fili e attorcigliarli attorno ai rami dell’abete finto,
acquistato da Walmart
quella mattina.
Poche volte l’aveva vista così gioiosa, con
gli angoli della bocca ricurvi verso l’alto e le guance
arrossate, mentre
canticchiava ogni canzone che partiva dalla playlist delle
festività di
Spotify.
«Finalmente»
sbottò Duncan, quando le luci furono tutte sistemate.
«A furia di girare
attorno all’albero, mi stava venendo la nausea».
Notò solo
dopo uno scatolone rettangolare pieno di palline rosse e dorate e
festoni dei
medesimi colori, che Courtney aveva calciato ai suoi piedi, e che
giaceva fra
un ammasso di aghetti sintetici.
«Time-out!»
esclamò, allontanandosi per gettarsi di peso sul divano. Un
cuscino rimbalzò
per terra.
«Non siamo
nemmeno a metà dell’opera» gli fece
notare lei, che aveva già iniziato a
frugare nella scatola.
«Stiamo
sgobbando da ore e mancano ancora ventiquattro giorni a Natale. Direi
che ci
meritiamo una pausa».
Si lasciò
convincere. Si andò ad accomodare al suo fianco, poggiando
la testa sulla sua
spalla.
La cinse con
un braccio, portandosela più vicina. L’odore del
suo shampoo al cocco gli
invase le narici.
«Casa
nostra».
Quanto
suonavano bene quelle due parole.
«Possiamo
fare tutto quello che ci pare» rifletté Courtney a
voce alta. Aggrappandosi al
suo maglione e alzando il mento per poterlo guardare negli occhi,
aggiunse:
«Sai cosa stavo pensando?»
«Di farlo su
tutte le superfici di questa casa, cominciando con
l’inaugurare questo divano?»
domandò, carezzandole distrattamente i capelli.
Lei
ridacchiò.
«Certo che
no, brutto pervertito che non sei altro».
Lasciò
scivolare la mano lungo tutta la schiena ossuta, sentendola tremare,
quando le
dita fredde si infilarono sotto i suoi vestiti, e successivamente
rilassarsi.
«Pensavo che
potremmo lasciare le decorazioni fino a gennaio»
mormorò, accennando all’albero
di Natale nell’angolo di fronte. «È un
peccato disfarle così presto».
Le schioccò
un bacio sulla punta del naso.
«Non ci
contare, principessa. Sono troppe ed ingombranti. La prima cosa che
farò il
ventisei mattina sarà lanciarle dalla finestra».
La playlist
terminò qualche istante più tardi. Con la stanza
piombata nel silenzio, si
poteva distinguere più o meno indistintamente il
chiacchiericcio delle persone
per strada.
Loro
rimasero sul divano, accoccolati l’uno fra le braccia
dell’altra.
Erano a
casa.
L’albero
avrebbe potuto attendere un altro po’.
* * *
Il quartiere
non era mai cambiato – i mercatini attiravano sempre
più gente, i cori gospel
continuavano ad intonare le carole per chiunque volesse stare a
sentirli, e
l’odore di cannella profumava il pianerottolo. Eppure,
quell’anno, né Duncan e
né Courtney percepirono lo spirito natalizio.
Gli ultimi
dodici mesi erano stati un inferno, tra un matrimonio riparatore che
non aveva
riparato un bel niente, incomprensioni e discussioni sempre
più accese. Duncan
era andato via ad ottobre, quando il clima era diventato insostenibile,
ed era
tornato solo per firmare le carte del divorzio.
La sala era
spoglia. Gli unici cenni del Natale ormai imminente si potevano
rinvenire nelle
lucine appese all’ingresso e
nel
centrotavola, composto da pigne e un tris di candele rosse.
Erano seduti
uno di fronte all’altra. Lui esaminava rapidamente i
documenti, lei lo fissava
a braccia conserte. L’unico rumore era lo schiamazzare
lontano dei bambini, che
si lanciavano palle di neve proprio sotto il palazzo.
«Perfetto»
commentò lui, richiudendo il fascicolo. «Che devo
fare?»
«Basta che
firmi qui» rispose, indicandogli l’angolo in basso
a destra, proprio dove lei,
qualche ora prima, aveva apportato in bella grafia il suo nome e il suo
cognome
– ironico: un avvocato divorzista che stava per mettere un
punto al suo
matrimonio. «Dopodiché, saremo legalmente divorziati».
Le si chiuse
la gola nel pronunciare quell’ultima parola ad alta voce. Non
avrebbe mai
immaginato quell’epilogo per la loro storia.
«Tutto qui?»
«Tutto qui».
Fece
scattare la penna. La sua mano tremolava mentre avvicinava la punta al
foglio.
Era appena percepibile, eppure non sfuggì a Courtney,
così come mancò di notare
la strana ombra che, per alcuni istanti, aveva oscurato i suoi occhi
azzurri ed
inespressivi. Non ci stava ripensando, vero?
No,
impossibile. Ne avevano parlato, svariate sere fa, e avevano concordato
che
fosse la cosa giusta da fare. Era deleterio continuare a forzare un
rapporto
ormai morente da un pezzo. Anzi, erano stati dei folli a pensare che
avrebbe
potuto funzionare, che le loro palesi differenze ed esigenze personali
avrebbero potuto cozzare in armonia, senza scatenare mai la scintilla
fatale.
Ma non erano in una fiaba, la scintilla era scoccata e adesso era tutto
in
fiamme. E toccava spegnere l’incendio.
Allora
perché rimaneva immobile, con la penna sospesa a
mezz’aria?
Non sentiva
più i bambini giocare. Era calato un silenzio tombale, lo
sentiva fischiarle
nelle orecchie. Stava impazzendo, avrebbe voluto urlare –
urlargli di firmare
quelle maledette carte e porre fine alla sofferenza. Però il
groppo in gola
glielo impediva e, piuttosto che piangergli davanti, avrebbe preferito
rimanere
intrappolata lì in eterno.
Duncan
deglutì e si stropicciò gli occhi con la mano
libera. Quando li riaprì, era
indubbio che fossero lucidi. A vederlo così, le si
incrinò il cuore, e una
supplica le rimase incastrata tra le corde vocali: firma, ti
prego, firma.
La penna
rotolò rumorosamente sul foglio.
«Stavo
pensando» biascicò lui con voce arrochita, alzando
lentamente la testa per
guardarla. «Potremmo lasciare le decorazioni fino a
gennaio».
Accadde in
un attimo. Scattarono entrambi in piedi e, senza rompere il contatto
visivo,
Courtney azzerò la distanza fra di loro tuffandosi fra le
braccia di Duncan,
che l’accolse come se stesse attendendo quel momento da tempo
immemore. Non
s’erano mai abbracciati così, come se volessero
fondersi assieme. E, con le
facce nascoste l’uno nell’incavo del collo
dell’altra, si concessero di
singhiozzare.
Rimasero
stretti in quell’abbraccio, dove le sofferenze
dell’ultimo anno non potevano
toccarli.
Erano a
casa, di nuovo.
Il resto
avrebbe potuto attendere fino a gennaio.
Angolo
dell’autrice
Sapevo non
sarei riuscita mai a pubblicare prima di Natale, ma meglio tardi che
mai.
Giusto?
Ho preso i
primi due versi di una delle canzoni più romantiche di
Taylor e ci ho costruito
attorno una storiella che parla di divorzio. Però dai, la
prima one-shot emana
comfort da tutte le parti! Forse non sono poi così cinica
come penso!
Idiozie a
parte, la ragione per cui ho voluto scrivere questa doppia one-shot
è perché ho
riletto di decente la mia unica storia natalizia, con protagonisti
questi due,
è l’ho trovata schifosamente dolce. Se vi
può interessare, la trovate ancora
sul mio profilo, ma vi avverto: è molto – per
usare un termine tecnico –
cringe.
Ora che ho
bilanciato fluff e angst mi sento in pace con me stessa, quindi posso
chiudere
qua ed augurarvi di passare serenamente il resto delle feste. Ci
risentiamo a
gennaio col secondo capitolo di Drive By – a tal proposito,
sono davvero felice
che la stiate apprezzando! xx