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Autore: Akainatsuki    27/12/2021    0 recensioni
Helene - Heliko - Arobase ha un piano geniale per raggranellare parecchi Eddie a Night City e smetterla con i vestiti di seconda mano. L'unico problema è quello che potrebbe perdere se le cose andassero molto male.
Genere: Drammatico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Era stato davvero così facile? 

Helene si ritrovò a ricambiare lo sguardo del suo riflesso sulla vetrata scura, per poi guardare verso l’orizzonte, dove la notte di Night City si stagliava con i suoi grattacieli illuminati. E oltre quelle sagome, a una distanza non precisata da lei, si trovava anche Ced, probabilmente impegnato a fare lo stesso.

Ma quello era tutt’altro che un romantico discorso di stelle, separazioni e via discorrendo. 

A essere davvero sincera, non era mai stata davvero innamorata del rampollo dei Tombstone. Se lo era trovato a gironzolarle attorno al laboratorio e perché non approfittare dell'occasione? Quella storia era un'assicurazione sulla vita a Night City e un passatempo che le occupava le notti e i weekend: messe le sue poche cose in una sacca, poteva trascorrere quelle ore a rotolarsi in un appartamento quasi da Corpo e a bere drink in qualche locale dalla musica pessima - ma almeno era fuori dalla sua famiglia di sanguisughe sfruttatrici. 

Cedric aveva preso quel loro spassarsela forse troppo sul personale, ma non sarebbe stata certamente lei a chiarire la realtà dei fatti. A meno di non volersi trovare la testa esplosa in uno squallido vicolo.

Tornò a guardarsi attorno in quella stanza da letto schiarita solo dallo specchio retroilluminato sul soffitto: un tocco di classe da love hotel di pessimo gusto. Le luci basse e bluastre rendevano i contorni sfumati, la notte illuminata al neon che filtrava senza davvero metterla a suo agio. Pensò a come la vita della Doll non avrebbe mai fatto per lei.

"É di tuo gradimento?"

La voce dietro alle sue spalle arrivò accompagnata dal sibilare delle porte scorrevoli, mentre i passi pesanti di monsieur Tombstone annunciavano la sua entrata. Si sistemò i tondi occhialini scuri sul naso, rivolgendole un ampio sorriso dai riverberi dorati, sovrastandola.

Helene si passò d’istinto una mano tra i capelli fini, accertandosi che il chip fosse inserito e controllando per un breve attimo il collegamento neurale: quel pezzo di metallo sarebbe stato meglio dell’alcool per dimenticare il giorno dopo qualsiasi cosa fosse potuta succedere tra quelle mura.

Fece le spallucce, mordicchiandosi nervosa il labbro inferiore: “Cedric non lo deve venire a sapere.”

L’uomo sorrise sghembo alle sue parole, saggiandole i fianchi con le dita guantate mentre la faceva ruotare su di sè: “Certamente. Resterà un segretuccio tra me e te.”

Si ritrovò a fissarlo tanto vicino da sentire il suo alito caldo sul viso, cercando di trovare qualsiasi piccolo indizio che le potesse indicare di star facendo lo stesso sporco gioco già provato con Dot. Alzò gli occhi al soffitto dove lo specchio retroilluminato le restituì il suo riflesso, pelle nuda e nylon liscio infilati l’una nell’altro, pronti a essere dati in pasto al miglior offerente.

In fondo, non era quello che il sistema voleva per tutti? Vendersi al prezzo più alto per puntare al rilancio, quella era la sopravvivenza a Night City.

“Hai un soprannome? Di quelli che si danno i fidanzatini? O il mio ragazzo ha così poca creanza per una petite fille come te?” sussurrò all’improvviso al suo orecchio, interrompendo la canzoncina che aveva iniziato a canticchiare accompagnando la sua esplorazione.

Ricacciò il nodo di imbarazzo che le si era formato in gola, annuendo e lasciando andare un sospiro profondo. 

Cherie” mormorò, attivando il chip rosa nascosto dietro alla tempia. Il baratto stava per iniziare e voleva non ricordare proprio nulla. “Mi può chiamare così se vuole.”

Ridacchiò, togliendosi gli occhiali scuri e appoggiandoli sul tavolino accanto a loro. Helene tornò a scrutare per un attimo la possibilità di qualsiasi registrazione, senza successo: sperò come le botte di Dot avessero sortito il loro effetto.

Claude Tombstone attivò silenzioso lo shard di memoria che rispose al suo comando, mostrandogli di ritorno la ragazzina dal naso arricciato che teneva tra le mani: suo figlio si era innamorato di una sciaquetta nevrotica pronta a farsi ripassare dal primo pappone danaroso e in cerca di sesso facile? 

Sorrise tra sè e sè: beh, lui era esattamente quello.

Cherie” ripetè abbassandosi su di lei, divorando le sue labbra in uno schiocco umido. “Puoi chiamarmi monsieur Tombstone.”

***

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***

Il tocco sulla scapola nuda la risvegliò dal sonno profondo in cui era capitolata. Helene sussultò alla vista del vecchio Tombstone accanto a lei, la pelle scura dove gli innesti argentei tracciavano tatuaggi tecnologici - che aveva imparato a conoscere suo malgrado, in quelle ore precedenti.

Cercò di raccogliere da un angolo della sua memoria qualsiasi informazione da quando il chip si era attivato, senza risultato: a quella certezza, lasciò andare un sospiro di sollievo mentre cercava di guadagnare la sponda del letto e tornare su due piedi, mormorando un bonjour tra i denti.

“Alla luce del sole diventi timida?” ridacchiò l’uomo, afferrandola per la spalla ossuta e facendola cadere rovinosamente all’indietro. Strinse la mascella, mordendosi la lingua impastata: si sedette con fare offeso sul materasso, rivolgendogli un’occhiata indagatoria, mentre controllava come sul conto fantasma che Beta le aveva fatto aprire gli Eddie fossero ancora depositati e al sicuro.

“Ha avuto la sua notte, monsieur Tombstone” trillò, allungando le dita sulla tempia per rendersi conto come uno slot era vuoto. Deglutì rumorosamente, spostando lo sguardo sugli occhialini che la riflettevano, mentre un sogghigno rispondeva alla sua domanda muta.

“Mi piacciono le timide. Specie se autentiche” continuò basso, afferrandole le guance tra le dita e costringendolo a seguire i suoi gesti. Nell’altra mano teneva il chip rosa, muovendolo pigramente sotto il suo naso. “Se volevo scoparmi una Doll, sarei andato da una professionista.”

Cercò di replicare, soffocando un gemito quando lo vide gettarlo oltre il letto, torreggiando su di lei: “Hai barato, cherie. E per quanto mi piaccia giocare, non mi piacciono i bari.”

Si divincolò, scuotendo la testa e fissandolo di rimando: “Niente di tutto questo.”

“Il mio ragazzo lo sa che la sua fidanzatina se ne va in giro con un giocattolino del genere nel cervello? A lui non piacciono troppo chippate: come io preferisco le timide, lui le vuole più - naturali. Con qualche miglioramento, ovviamente” la interruppe, acchiappandola per un polso fino a farle crocchiare le ossa. Ignorò il lamento che si lasciò sfuggire, strattonandola verso di sè.

“Ti sei fatta pagare e sei stata pagata, corretto? Non offendere la mia gentilezza: sei venuta tu a proporre questo scambio per il tuo Agent, tradendolo. Oltre a un certo chip, immagino ti sia uppata un po’ di intelligenza in quelle rotelline o ne hai fatto un download esterno?” le respirò addosso, sbattendo i denti dorati a ogni parola mentre tornava a canzonarla con una smorfia sghemba. 

In effetti, il suo piano aveva sempre avuto quella piccola e minuscola falla - il vecchio Tombstone era il padre di quello che spaccava teste nei vicoli senza farsi troppe domande - ma non ci aveva mai dato troppo peso. Tutti sapevano di come tra quei due non corresse buon sangue, e cosa c’era di meglio che offrirsi a chi avrebbe usato quel segretuccio per guadagnare parecchi punti sull’altro? Magari più volte, accompagnando il tutto da qualche Eddie sonante extra?

Probabilmente c’erano piani migliori a disposizione, ma non per chi non aveva tempo da perdere.

“Quindi dirà tutto a Ced?” sbottò, cercando di dissimulare il pensiero. “Non gli piacerà per niente-”

Le rivolse un’occhiata confusa, alzando un sopracciglio indagatorio. La ragazzina davanti a lui non stava nè piangendo, nè implorando - anzi. 

Non ha mai saputo delle altre, se scoprisse di questo vorrebbe andare a fondo e capirebbe perché alcune sono scomparse, o se ne sono andate o semplicemente battono alla fiacca al lavoro. Per Ced la Paraline è importante, me lo ha raccontato parecchie volte: vorrebbe far colpo su qualche Corpo” prese fiato, facendo arrivare le parole alla lingua il più velocemente possibile. Aveva un’idea e non voleva lasciarsela sfuggire. 

A differenza di quello che diceva Sonya, non si era esattamente fatta fottere dal Tombstone sbagliato, specie se dei due era quello a cui piaceva chiacchierare tra una scopata e l'altra - ed ecco perché le era strano quel viaggio senza spiegazione fuori Night City.

“Se abbiamo perso alcune delle nostre teste migliori è per questo, corretto?” si allungò verso di lui, sfiorandogli la bocca, ignorando la stretta ancora salda.

Dot glielo aveva detto che un giorno sarebbe arrivato il suo turno, come per le tante altre ragazze che erano passate dalla Paraline. Ti chiama nel suo ufficio con una scusa (o ci finisci per un tuo guaio) e non sai quando - e se - ne uscirai: devi barare con le sue stesse carte, poi l’alcool per dimenticare lo offre la casa.

“Vedo che ti hanno fatto un bell’upgrade di intelligenza, cherie” ringhiò, senza lasciare la presa. “Cosa proponi?”

Ricominciamo daccapo. Senza trucchetti” increspó le labbra, premendosi a lui, i seni che grattarono contro la sua pelle dura. "E Ced non lo verrà mai a sapere."

Trascorse qualche lungo secondo in cui Helene rimase così, in attesa di una risposta a quell'offerta forse nemmeno troppo allettante: quando sentì la morsa liberarle il polso e le dita del vecchio Tombstone scendere lentamente lungo i suoi fianchi, tornó a respirare prima che la inghiottisse di nuovo.

   
 
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