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Autore: channy_the_loner    27/12/2021    1 recensioni
Una breve raccolta a tema natalizio incentrata sul miglior cuoco del mare e la sua bella navigatrice. Perché non c’è niente di più bello del trascorrere il Natale con chi ami~♥
#1: «Aspetta qui, Nami-san. Ho una sorpresa per te.»
#2: “Se Maometto non va dalla montagna, è la montagna ad andare da Maometto”, pensò.
#3: «Ti sorprendi ancora se mi preoccupo per te?»
#4: ???
#5: ???
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Nami, Sanji | Coppie: Sanji/Nami
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Prompt: “Ya know, this Christmas cookie frosting would taste a hundred times better on you.”

 

Sapore di te.

 

 

I motivi che spingevano Sanji Gambanera a adorare il Natale erano innumerevoli nella sua testa bionda, ma si sarebbero potuti riassumere concretamente in quattro punti.

In cima alla lista, splendente come una stella nel magico cielo sgombro di nuvole, brillava il menù che si dilettava a proporre a tavola per l’intera settimana di festeggiamenti. Dal cenone della Vigilia al banchetto del Capodanno, la sua cucina era un susseguirsi di deliziosi manicaretti fumanti e aromi che tra loro s’accoppiavano divinamente: i piatti imbrattavano le tovaglie prima d’allora immacolate con le salse che accompagnavano le portate principali, e poi si finiva sempre a dover strofinare per bene tutte le macchie via dalla stoffa prima di gettare tutto nei macchinoni della lavanderia, intanata in un remoto angolo della splendida Thousand Sunny.

In seconda posizione si piazzava la sua avidità, che emergeva solo e unicamente in quel particolare periodo dell’anno; se per la restante parte dei giorni il cuoco poneva la felicità altrui dinanzi alla propria – persino quella del marimo! –, nella settimana dei festeggiamenti era solito allontanarsi dalla restante parte della ciurma, incamminarsi per conto proprio per le vie delle città delle isole presso le quali attraccavano e dedicarsi esclusivamente alla cura della propria persona. Alimenti e provviste di vario genere avevano la propria importante priorità, ma immediatamente dopo Sanji si tuffava in botteghe e negozi, in ristoranti e bistrot, centri termali e casinò di lusso, tanto per concedersi un po’ di divertimento, un passatempo, un giorno di riposo, un regalo per sé stesso, ‘ché era sicuro di essersi comportato bene durante tutto l’anno e Babbo Natale non avrebbe avuto nulla in contrario sulle sue scelte.

Alla motivazione numero due si allacciava la terza: le isole invernali. Che Sanji venerasse l’esistenza degli isolotti estivi – ovvero delle donne in costume da bagno – era un dato di fatto, ma ciò che in molti, persino i suoi compagni di viaggio, ignoravano era la sua affezione verso il clima freddo. Gli piaceva indossare un lungo cappotto a coprire i brividi percepiti dalla pelle e vedere come il fumo delle sue sigarette bianche si mischiava ai suoi respiri condensati e ai fiocchi di neve, che danzavano giù dal cielo plumbeo con una disarmante lentezza e un affascinante potere ipnotico.

E gli piaceva percorrere con gli occhi le ondeggianti linee dei capelli rossi di Nami, l’unica nota di colore in un mondo disegnato usando il pastello bianco e quello grigio – quarto punto, ultimo non per importanza, forse un extra, un perché speciale e da non condividere con chiunque fosse in vena di far domande. Lei era semplicemente tutto; lo era sempre stata e sempre sarebbe rimasta. Sanji possedeva un vocabolario ben fornito di parole, eppure, dinanzi alla sconfinata bellezza della gatta ladra, la sua bocca si seccava, le sue corde vocali smettevano di vibrare, i suoi polmoni cessavano il vitale lavoro. L’Amore che provava per lei era un mistero, e lui misteriosamente continuava a scoprire quanto fosse capace il suo cuore a dedicarsi interamente a quel paio di occhi color nocciola, grandi e dolci e intelligenti. Sanji era così: in balia di un gigantesco vortice d’incoerenza, trovava ancora la forza di sciogliersi dinanzi alla navigatrice di bordo, trovava ancora la forza di dirle quanto immensi fossero i suoi sentimenti per lei, trovava ancora la forza di sorriderle, trovava ancora la forza di correre per lei, di volare per lei, di sacrificarsi per lei – nonostante tutto.

E quella marea di passione che costituiva ogni fibra del suo essere, Sanji la buttava nella ciotola di farina, uova e zucchero, poi un pizzico di sale e tanto cacao, per preparare quei biscotti che piacevano tanto a tutta la sua famiglia. Il dolce profumo s’era espanso per tutta la casa galleggiante attraverso gli spifferi degli oblò e lo sfiato del forno, nel quale stavano già cuocendo altre leccornie dall’aspetto invitante.

Fischiettava allegramente, il cuoco della nave dei sogni, e canticchiava di tanto in tanto un motivetto proveniente dalle voci gracchianti dei vecchi marinai che si fermavano al Baratie per un pasto caldo. Non si fermò neanche quando sentì distintamente il leggero scricchiolio del legno della porta che veniva aperta con delicatezza, quasi come se la persona in procinto di entrare avesse il timore d’interrompere il piccolo concerto dello chef, il quale avrebbe potuto riconoscere quella camminata agile e leggiadra tra milioni di altre andature.

«Che combini?»

Sanji sorrise un po’ per educazione e un po’ per sincera felicità d’aver udito quella voce angelica. «Mi sto dedicando alla preparazione del dessert», rispose guardando nel vetro del forno; proprio in quell’istante il campanello dell’elettrodomestico trillò vivacemente e il biondo, riparandosi le preziose mani con dei guanti, tirò fuori la teglia di biscotti fumanti e la ripose sul piano d’appoggio.

La bella navigatrice ancheggiò fino al tavolo infarinato. «Più che dessert sembra il primo piatto», disse alludendo alla grande quantità degli ingredienti sparpagliati un po’ ovunque. Annusò i dolcetti già pronti. «Posso assaggiare?»

Il ragazzo infilò una nuova teglia nel forno e fece ripartire il timer. «Attenta a non scottarti.»

Lei afferrò un biscotto usando due dita e soffiò piano per un paio di volte; quando ritenne di aver spazzato via il troppo calore, addentò la pastafrolla.

Sanji osservò, rapito, ogni suo movimento – pendeva dalle sue labbra. «Come ti sembrano?»

La rossa masticò lentamente per non ustionarsi il palato. «Sono buoni, ma manca qualcosa.»

«Immaginavo», fece lui tornando a dedicarsi alla scodella d’uova crude. «Manca ancora il tocco finale.»

«E che cosa sarebbe?»

In tutta risposta, Sanji aprì un’anta del frigo e ne estrasse una ciotola contenente della crema preparata in precedenza. «Devo aspettare che si freddino per aggiungere questa glassa.»

Nami si avvicinò di soppiatto e gli rubò il recipiente dalle mani, assaggiandone una ditata repentina. «Mmh», gustò leccandosi le labbra. «Perché non la metti già da ora? Così potrò darti un parere completo.»

Una palese scusante per poter attingere nuovamente al cibo bellamente esposto sotto i suoi occhi ma, nonostante il cuore di cera del cuoco, affatto convincente. «Non posso, mon amour», le disse riprendendosi il dolce condimento. «Se decorassi adesso i biscotti, la crema si scioglierebbe a causa del calore.» Mise su uno dei ripiani del frigorifero la scodella e chiuse l’anta. «Desolato, Nami-san. Ma nulla ti vieta di passare più tardi~»

Lei incrociò le braccia al petto, fintamente contrariata. «Tanto vale aspettare che tu li metta in tavola, no?»

«Volevo concederti l’anteprima», fece il biondo tornando al tavolo per non lasciare un’ulteriore tregua al composto in preparazione. «Oppure potrei prepararne una manciata solo per te, Nami-san. Che ne dici?»

«Ti stai facendo di nuovo prendere dalle tue manie di grandezza», lo canzonò aggirandosi per la cucina. «Ti carichi di troppo lavoro e poi finisci col cucinare con i capelli rizzati dallo stress. Fa’ solo ciò che riesci.»

Sanji quasi lanciò via il pacco di zucchero per correre a volteggiare attorno alla ragazza di cui era innamorato da tempi immemori. «Meeeellorine~ Sei così premurosa, Nami-swan!»

Conservando la posa austera, la cartografa rispose: «E tu sei così stupido, Sanji-kun.» Sospirò. «Ti sorprendi ancora se mi preoccupo per te?»

«Non sono sorpreso», le rispose tornando serio. «Sono felice.» Allungò una mano per scostarle una ciocca di capelli dalla spalla, portandola dietro la schiena insieme a tutte le altre. «Sono felice perché tu mi noti, Nami-san. Guardi quello che faccio, ascolti quello che dico, a volte mi cerchi. Sono sempre più convinto che tu ti stia finalmente innamorando di me.»

Le goti di lei si accesero di rosso. «Stupido», mormorò evitando d’incontrare lo sguardo blu del compagno. «Io vengo qui per mangiare i tuoi biscotti e tu te ne esci con queste sciocchezze.»

«Nami-san, il nostro amore è una sciocchezza?»

Stavolta fu lei a guardarlo negli occhi, quasi a volergli dimostrare di essere più forte dei suoi tentativi di flirt, di essere lei a comandare la conversazione. E poi accadde in un attimo: l’espressione seria di Sanji fu semplicemente troppo attraente, per questo Nami si alzò sulle punte, quasi saltò, posando le sue labbra screpolate su quelle morbide del cuoco; fu una pressione lieve, un contatto accennato, una carezza morbida che bastò per far sgranare gli occhi al cuoco, incredulo di esser baciato dalla navigatrice.

Quando lei tornò con i talloni a terra, bofonchiò un: «E adesso torna al tuo dessert.»

Il giovane uomo boccheggiò prima di trovare il fiato per rispondere. «Ho ragione, Nami-san?»

«Ho detto torna al tuo dessert.»

«Mi hai dato un bacio.»

«Però, Sanji-kun, che intuito.»

Fu il turno del biondo di tuffarsi sulla bocca della ragazza, carezzandole le guance con le dita infarinate un po’ perché adorante di quella pelle rosea e un po’ a volerle impedire di scappar via; le sue mani sul suo volto erano un invito a restare, e lei ebbe il coraggio di liberarsi dell’orgoglio per aggrapparsi alla camicia nera di Sanji, ricambiando il bacio senza il timore di apparire inopportuna.

Quando si staccarono per lasciare che i loro polmoni tornassero a riempirsi d’aria fresca, Sanji le mostrò un sorriso sornione. «Sai», fece con assoluta nonchalance, «la glassa dei biscotti sarebbe cento volte più buona su di te.»

Nami lo allontanò con una leggera spinta sul petto. «Sei sempre il solito.» Camminò fino alla porta della stanza, del tutto intenzionata ad andarsene; prima di sgattaiolare via, però, guardò di sbieco il bel cuoco e disse: «Magari dopo cena puoi trovare il tempo di assaggiarla.»

Il fumo gli uscì dalle orecchie fu la carica giusta per rimettersi al lavoro di corsa.

E per la prima volta, il loro Natale fu fatto di vestiti sparsi lungo il pavimento, pelli imperlate di sudore e gemiti soffocati tra cuscini e lenzuola profumati di tabacco e agrumi. Sanji spingeva per entrare tra le membra della sua amata, e Nami lo accoglieva con sorrisi sempre meno nascosti e artigliate sulla lunga schiena di lui per trattenerlo, sentirlo più vicino nonostante fossero già un unico essere.

«Ti amo, Nami-san», le sussurrò facendo intrecciare le dita delle loro mani tremanti.

«Ti amo, Sanji-kun», gli mormorò mordendosi le labbra per non svegliare la ciurma con l’intenso piacere che ardeva nel bassoventre – e nel cuore.

 

 

 

 

Angoletto dell’Autrice!!

Mmhh dopo due storielle taaaanto fluff, sforno questa qui con un pizzico di spicy ;) Se avessi potuto avrei aggiunto m o l t i dettagli, ma mi sono dovuta schiaffeggiare la mani per attenermi al raiting giallo! (Sanji’s cooking skills do not approve)

Come vi è sembrata questa one-shot? Io mi sono divertita molto a scriverla! Aspetto i vostri pareri, se vi farà piacere lasciarne ^^

 

Alla prossima,

–Channy

 

 

Post Scriptum: Ricordo che i prompt utilizzati per questa raccolta provengono da questo link ;)

  
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