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Autore: leila91    28/12/2021    6 recensioni
Raccolta disomogenea incentrata sull'hurt/comfort.
#1 - Shimizu/Sugawara: Mediocri [Terza stagione]
#2 - Ushijima/Hinata: Pallonata [Inizio quarta stagione - stage]
#3 - Kagehina: Vaccino antinfluenzale [Seconda stagione]
#4 - Ukai/Takeda: Sbronza [Terza stagione]
#5 - Akaashi/Bokuto: Distrazioni [Hogwarts!AU]
#6 - Akaashi/Bokuto: Incubi [Seconda stagione]
(Partecipa all'iniziativa Regali di inchiostro del gruppo di Facebook L'Angolo di Rosmerta)
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Keishin Ukai, Kiyoko Shimizu, Koushi Sugawara, Shouyou Hinata, Wakatoshi Ushijima
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Genere: fluff, commedia, hurt comfort
Personaggi: Akaashi, Bokuto
Coppia: slash.
Ambientazione: seconda stagione



 
VI - Incubi
 
Alla mia dolcissima Bea: buon compleanno, tesoro! ♥
 

La vita a volte aveva un senso dell’umorismo particolarmente sadico, si ritrovava spesso a pensare Keiji Akaashi. O per meglio dire, era così che la pensava dopo essersi trasferito all’Accademia Fukurodani.
Ricordava bene il perché la sua scelta alla fine fosse ricaduta lì e non sul liceo Suzumeoka: il motivo, infatti, aveva un nome e cognome, Kotaro Bokuto.
Akaashi aveva assistito quasi per caso a una sua partita assieme ad alcuni amici e sbam, il suo destino era stato segnato.
Kotaro emanava possenza, grazia, e leggiadria da ogni poro: i suoi non erano solo i movimenti di un grande asso dalla solida esperienza e dall’incrollabile fiducia nelle proprie capacità, ma anche quelli di un giocatore nelle cui vene scorreva un liquido formato da pura passione per la pallavolo, al posto del sangue. Una passione che agli attuali compagni di squadra di Akaashi mancava del tutto.
Voglio alzare per lui, era stata la prima cosa che Akaashi aveva pensato.
E quel desiderio si era avverato quando, pochi giorni dopo il suo trasferimento all’Accademia, Keiji era diventato alzatore titolare nel club di pallavolo.

“Non alzerò più per te.”


Sì, la vita aveva un senso dell’umorismo particolarmente sadico, e Akashi sapeva adeguarsi.

“Akaashiiii”, la voce lamentosa di Bokuto dopo che ebbe sentito quella frase sembrava quella di un moccioso di cinque anni.
Keiji non si divertiva di certo a ricorrere a ricatti morali, ma in certe occasioni la minaccia di non alzare più a quel bambinone troppo cresciuto che il Fukurodani si ritrovava come asso era l’unico modo per ottenere dei risultati.
Sbuffò, cercando di ritrovare la pazienza necessaria per affrontare la cosa da adulti.
Quella frase, tanto esasperata quanto efficace, era nata dal fatto che durante tutta la mattina Bokuto aveva giocato in pieno mood depresso, senza voler spiegare a nessuno il motivo.
Il Nekoma li aveva letteralmente stracciati: persino quel novellino di Lev era riuscito a segnare ben dieci punti a cavallo fra i due set, scatenando la gioia irrefrenabile di Yaku che gli era praticamente saltato in braccio, mentre Kuroo aveva dato il meglio di sé in quanto a battutine sarcastiche.

“Bokuto-san” esalò Akaashi, prendendo fiato, “Oggi pomeriggio abbiamo l’amichevole contro il Karasuno e se vuoi che torni ad alzare per te ho bisogno di sapere che sarai affidabile. Perciò, appena finita la penitenza mi racconterai cosa c’è che non va, è chiaro?”

Tra la smorfia depressa in viso, le orecchie basse e persino la chioma che si era afflosciata, più che un gufo, Bokuto adesso sembrava un cane bastonato: “Va bene,” bofonchiò, prima di cominciare il giro del campo in tuffo che spettava alla squadra perdente come penitenza.

 

La vita a volte aveva un senso dell’umorismo particolarmente sadico, si ritrovava spesso a pensare Keiji Akaashi.
Lui era venuto al Fukurodani per poter giocare con il grande Kotaro, ma nessuno gli aveva mai detto che nel pacchetto fosse compresa anche la carica di psicologo onorario del club.
Sul serio si trovava a dover consolare il compagno perché la sera prima aveva sognato che…

“Tsukki ha murato tutte le mie schiacciate, Akaashi! Tuuutte! E’ stato orribile, un vero incubo!”
Akaashi era combattuto fra l’impulso di scoppiare a ridere e la voglia di tirarsi degli schiaffi, perché non poteva essere vero, insomma, da quando lo conosceva, Bokuto si era incartato per i motivi più idioti, ma questo…
“Bokuto-san, era solo un sogno!” sbottò, con più veemenza di quanto volesse.
“Ma potrebbe accadere,” insistette l’altro, mettendo il broncio, “Prima o poi accadrà. E quando succederà…” Bokuto fece una piccola pausa ad effetto prima di nascondersi il viso nel gomito, “...tu non vorrai più alzare per me!” concluse, con tono esageratamente drammatico.

Akaashi si prese un secondo per elaborare bene le parole dell’amico, e alla fine le sue labbra si distesero in un sorriso intenerito e indulgente.
“Kotaro, sei davvero uno sciocco.” pensò con dolcezza.

Si avvicinò all’amico, che aveva ancora il viso ben nascosto, e lentamente glielo prese fra le mani, poggiando la propria fronte contro quella dell’altro.

 

“Bokuto-san,” soffiò, con tenerezza, “In quale universo credi sia possibile che io non voglia più alzare per te? Sono venuto in questa scuola apposta per questo!”

“Neanche se Tsukki mi dovesse murare ogni volta?”
Gli occhioni dorati di Bokuto luccicavano come due monete e le sue labbra tremavano, speranzose.

“Se anche diventasse così bravo, non accadrà che tra qualche anno, e noi due non saremo comunque più in squadra insieme.” scherzò Akaashi, lasciando andare il viso del compagno.

Bokuto s’imbronciò: sapeva che era la verità - presto avrebbe finito il liceo, dopotutto - ma odiava soffermarsi su un futuro che non contemplasse lui e Akaashi insieme nella stessa squadra. O che non contemplasse lui e Akaashi insieme in generale.

Tuttavia così era la vita, e oltre a godersi tutti i giorni che ancora gli restavano prima della fine della scuola, Bokuto decise che si sarebbe impegnato al massimo per cercare di non perdere i contatti durante l’università.

“Be’ manca ancora un po’ di tempo, allora,” mugugnò, il malumore dovuto al sogno ormai dissipato, “Andiamo, Akaashi, i nostri discepoli ci attendono. Ehy, ehy, ehy, voglio segnare almeno dieci ace! Karasuno, arriviamo!” gongolò circondando  la spalla dell’amico con un braccio e alzando l’altro verso il cielo.
Akaashi sospirò godendosi quel contatto e il ritrovato buonumore del compagno.

Bokuto sapeva andare da zero a cento e ritorno. I giramenti di testa che provocava erano snervanti, rifletté Akaashi, per non parlare dei suoi sbalzi d’umore, che avrebbero fatto perdere la pazienza a un santo. Ma se anche si fosse trovato a disposizione tutti i possibili e immaginabili schiacciatori della terra ai quali alzare, Akaashi avrebbe sempre e comunque scelto lui.


 
Nel frattempo, in palestra:

-Etciùùù!


“Tsukki! Questo sarà tipo il sesto starnuto che fai oggi… ti sei raffreddato?”





 
Si ringraziano di cuore Violet e Memel per aver letto la storia in anteprima e per il loro parere prezioso ♥
Buon compleanno di nuovo, Pollins del mio cuore! 
Grazie a chi ha letto e a chi vorrà commentare: per ora questo è l'ultimo capitolo della raccoltina ^^, vi ringrazio di averla seguita e alla prossima ♥

Bennina vostra


 
   
 
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