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Autore: Biblioteca    28/12/2021    0 recensioni
Juliet Starling, ormai ventenne e al college, si ritrova ad accompagnare la migliore amica della sorella minore Rosalind (Hanna Smith) al mercatino del suo vecchio liceo.
Un Babbo Natale zombie, accompagnato da un misterioso Elfo Mascherato e da renne cyborg, irromperà sulla scena.
Le due ragazze si ritroveranno a unire le forze per salvare il natale.
Genere: Demenziale, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
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La neve quell’anno non c’era stata. Niente bianco Natale.
Con passo aggraziato e spedito, vestita con stivali con l’interno impellicciato, leggins a righe bianche e rosse con disegni di campane e vischio, una minigonna rossa e un maglione rosso aderente, Juliet marciò attraverso il cortile della sua vecchia scuola, respirando piano l’aria fredda.
Vide subito in lontananza Hanna Smith. Portava la sua solita tuta aderente nera, gli anfibi militari e la giacca di pelle.
Si era però sciolta i capelli, che solitamente teneva legati a coda di cavallo.
Notò allora la lunga mesh rossa.
“Ah! Almeno ce l’ha un colore natalizio!” Pensò Juliet.
Poi si avvicinò e la salutò ad alta voce: “Ciao Hanna!”
Hanna aveva gli occhi blu scuri, impossibile da decifrare. Ricambiò il saluto tendendole la mano: “Salve Juliet.”
Juliet non amava i saluti formali, né capiva perché Hanna li facesse. L’unica persona in famiglia che sembrava in grado di abbracciarla era Rosalind.
Ricambiò comunque la stretta di mano, senza discutere.
“Rosalind ti saluta. E spera che tu possa passare a trovarla il 24 per scambiare con te i regali. A proposito, lo hai già preso per lei giusto?”
“Sì. Le ho comprato un lucidante per la moto. A proposito, la moto in che condizioni è?”
“Sta meglio di Rosalind, questo è certo.”
Hanna annuì guardandosi intorno. Si avviò verso una direzione senza aggiungere altro. Juliet, un po' scocciata, la seguì.
Il cortile della scuola era addobbato con luci colorate e pupazzi di neve fatti dagli studenti, travestiti come i professori.
Juliet si ricordò di quando lei e le ragazze del corpo cheerleaders avevano fatto un pupazzo di neve che avrebbe dovuto essere una parodia del coach, decapitato da una palla da football lanciata proprio da Nick. Non l’aveva fatto apposta, ma loro in quel momento avrebbero voluto strangolarlo.
Sospirò a quel ricordo.
“Dove saranno le ragazze adesso? Alla fine il nostro gruppo è stato sciolto, se non fosse per i social non saprei nemmeno se fossero ancora vive o no. Mi mancano tanto.” Pensò sconsolata.
Nel frattempo Hanna si era avvicinata a una bancarella con esposti lavori di uncinetto, una delle attività secondarie della scuola. Dall’altro lato del banchetto, una ragazza con gli occhiali, il cappellino natalizio, che indossava un maglione natalizio stranamente bello, le sorrise.
“Ciao Hanna.” La salutò cordialmente.
“Melissa.” Replicò Hanna formale con un cenno della mano.
“Si conoscono?” pensò sorpresa Juliet. Poi vide delle presine con ricamati sopra dei teschi con gli orecchini d’oro: “WOW! MA CHE FIGHI!”
“Le ho fatte io.” Rispose Melissa arrossendo.
“Sono bellissime! Queste piacerebbero molto a mia madre!”
“Ho anche questa versione con gli orecchini in lapislazzuli.” Spiegò Melissa “Venti dollari.”
“Li prendo.” Fece Hanna “Fammi un pacchetto.”
A quel punto capitò una cosa che non passò inosservata a Juliet: Melissa sgranò gli occhi sorpresa.
“Un regalo!?” esclamò come se non ci credesse.
“Sì. Un pacco regalo per favore.” Replicò calma Hanna.
Melissa sorrise e iniziò a fare il pacchetto. Rosso con fiocco verde brillante.
Juliet si annotò mentalmente quanto visto, ma non fece domande né a Melissa né ad Hanna. Anche perché non aveva idea di cosa chiedere.
Preso il pacchetto, salutarono la ragazza e proseguirono.
“Tu devi scegliere dei regali?” domandò Hanna. La prima vera domanda che le faceva.
“Ah no! Io sono stata previdente e ho preso tutto a novembre! Come mai tu hai aspettato?”
“Ho avuto da fare.” Rispose Hanna, e non aggiunse altro.
Juliet si seccò, ma si trattenne dal chiedere altro. Anche perché aveva visto una cosa molto interessante: “Oh guarda! Quello sembra il kit per pulire la pistola che ho preso per mio padre!”
Juliet indicò l’oggetto e Hanna si avvicinò alla bancarella. Dall’altro lato, un ragazzo in tuta militare la salutò con il saluto.
Hanna ricambiò e Juliet la imitò, per quanto perplessa.
“Questo non è per pulire le pistole però…” disse Hanna, riprendendo il discorso di Juliet.
“No. Questo è per i fucili d’assalto. Usato ma ancora perfetto.” Affermò il ragazzo serio.
“Quanto viene?”
“Trenta.”
“Pacco regalo per favore.”
Anche questa volta, Juliet notò che il ragazzo fissava Hanna sorpreso.
“Pacco regalo?” domandò scandendo le parole.
“Per favore.” Replicò calma Hanna.
Il ragazzo realizzò un bel pacchetto con carta verde militare e un fiocco con i colori della bandiera americana.
Si risalutarono con l’attenti.
“Lo conosci?” domandò Juliet.
“Più o meno.” Rispose Hanna vaga.
“Potresti essere un po' più chiara? In fondo voglio solo fare amicizia!” pensò intensamente Juliet, senza dirlo ad alta voce “Quando torno da Rosalind glielo voglio proprio dire! Non è una ragazza normale questa!”
Camminando arrivarono al banchetto delle cheerleaders che si trovava proprio dirimpetto a quello dei “nerd” della scuola.
Hanna puntò dritta sul secondo.
Un ragazzo sovrappeso la accolse sorridente: “Hanna! Finalmente sei passata a trovarci!”
“Avete mirini infrarossi?” chiese Hanna ricambiando il saluto con un semplice cenno della mano.
“Ah certo! Guarda quanti ne vuoi!”
Ne scelse uno e si fece fare un pacchetto, anche lì la richiesta fu accolta con sorpresa.
Juliet osservava a distanza, si riavvicinò ad Hanna solo quando lei si spostò verso il banchetto delle Cheerleaders.
“Guarda guarda chi si vede!” esclamò con un tono cattivo una delle ragazze, osservando Hanna con disprezzo.
Juliet la osservò sorpresa: “Agnes?”
“Juliet! Non ti avevo vista scusa! Anche se visti i tuoi fianchi non dovrebbe essere difficile individuarti!” replicò ancora più incattivita la ragazza spostando lo sguardo verso Juliet.
“Voglio solo i pon-pon natalizi. Poi me ne vado.” Fece secca Hanna.
“Ah! Cosa c’è vuoi entrare nella squadra?” domandò sorridendo Agnes. E anche il gruppo rise.
“Sono un regalo.”
Silenzio.
“Ti sei trovata una fidanzata?!” chiese Agnes.
Il gruppo scoppiò a ridere.
“No. La mia presenza non grava sulle spalle di nessuno, al contrario della tua.” Rispose calma Hanna.
Di nuovo silenzio.
“Il pacchetto costerà dieci dollari, i pon-pon cinquanta.”
“Cosa!?” Esclamò Juliet “Ma questo è un furto!!”
Hanna la ignorò, tirò fuori i soldi e li sventolò davanti a Agnes. Quando questa cercò di prenderli, tirò indietro la mano.
“Pagare sempre dopo.” Le disse.
Agnes fece il pacco più brutto che Juliet aveva mai visto: carta da pacchi e un fiocco dorato stropicciato.
Non le era mai piaciuta Agnes, ecco perché non l’aveva mai voluta far entrare in squadra, sapeva che con lei le cose sarebbero peggiorate.
Quando Hanna pagò, Juliet si fece avanti e strappò i dieci dollari in più dalle mani di Agnes: “Il pacchetto non vale questo prezzo.” Disse decisa.
“Non sei più tu il capo qui.” Le ricordò fredda Agnes.
“Purtroppo no.” Chiuse Juliet, prendendo Hanna sottobraccio e portandola via con passo veloce.
Una volta raggiunta la statua al centro del cortile le chiese: “Perché ti sei fatta maltrattare così?! Da quella troia di Agnes per di più!”
“Posso pagare.” Rispose Hanna “Però… Grazie per essere intervenuta.”
“Figurati. Ecco i tuoi dieci dollari.” Juliet le restituì i soldi e pensò: “Forse è per questo che Rosalind voleva che io l’accompagnassi. Non sa difendersi molto bene…”
“Ok ho finito.”
“Finito? Di prendere i regali?”
“Sì. Posso andare a casa adesso.”
Juliet stava per replicare, proponendo di restare lì ancora un po'. Ma si rese conto che forse nemmeno lei voleva passare altro tempo con Hanna.
“D’accordo. Ti accompagno alla macchina.”
Quando le due ragazze si girarono verso i cancelli d’uscita, qualcosa comparve nel cielo, all’orizzonte.

 
  
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