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Autore: Sky_Duck    29/12/2021    0 recensioni
Daniel è un ragazzo intelligente che, però ha deciso di vivere una vita normale, frequenta il liceo e questo è il suo ultimo anno. Non ha amici e solo ha un'unica amica, quella dell'infanzia. Un giorno però riceverà un missione d'amore, un po' fuori dal comune. In quel momento inizierà ha vivere tante avventure con persone nuove, conoscendo meglio se stesso e gli altri. Però ha un tempo limite, fino alla fine dell'anno, fino all'ultimo secondo.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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-Quindi come hai detto che si chiama il posto dove stiamo andando?- Chiese Daniel. Ormai erano usciti dalla città ed erano su un cammino in una montagna dispersa che sembrava non portare da nessuna parte, erano usciti un po’ in ritardo perché Litt aveva fatto un po’ tardi da casa sua, anche dopo che erano usciti uno di loro esalto per aver pensato ad un'idea perfetta ormai troppo tardi. Il viaggio, fino al momento della domanda è stato neutro, Grain e Litt sono sedute nel sedile dietro e parlano del più e del meno, sembra ormai che siano diventate buone amiche. Sophia e Daniel invece... -Questa strada anche se sembra dispersa, porta a “Nowhere”.- Rispose Sophia alla guida. Loro non avevano scambiato parole dall'inizio del viaggio e le uniche a parlare erano quelle due dietro e la radio che in questo momento sta suonando “Save your tears”. Grain esaltò menzionando che è la sua canzone preferita e iniziò a cantare. -Perché una città dovrebbe chiamarsi. “Da nessuna parte”?- Chiese sempre Daniel. “Chi l’avrebbe pensato che sarebbe stato così difficile iniziare una conversazione e farla durare.” Qualche volta erano costretti a fermarsi in qualche zona di sosta, perché a Litt gli veniva voglia di vomitare. Daniel aveva spiegato e raccontato che: Litt non è una ragazza che esce spesso di casa e, quindi i viaggi così lunghi non li affronta tutti i giorni, per tanto è normale che si senta male e inizi a vomitare ogni tanto. -Perché è una città nascosta tra le montagne e siccome non avevano idee, l’hanno chiamata in quel modo.- -Non ci credo che non abbiano avuto idee, e poi come fa la gente ad arrivarci sono quasi tre ore che siamo qui in macchina.- -C’è un aeroporto in una città vicina e poi la città è conosciuta e frequentata proprio per il nome. Durante questo periodo ci sono molte bancarelle e concerti. Cose del genere. Anche in estate è visitato tantissimo. Dopo che una celebrità ci è andata è diventata ancora più famosa.- -Capito… credevo fosse di tua proprietà la città.- -Una parte degli ingressi sono della mia famiglia.- Daniel si girò con gli occhi spalancati e fisso sul sorriso di Sophia, un sorriso di superiorità. -Scusami. Cosa! E noi stiamo andando in montagna?- Chiese un po’ confuso dalla affermazione di poco fa. Anche Litt rimase a bocca aperta, però non disse niente. -Beh sì. C’è anche la pista da sci e tanto cibo tradizionale. Sarà una bella esperienza.- Rispose sicura di se. Daniel era ancora con la bocca un po’ aperta e gli occhi che gli cadevano, forse è stata una informazione troppo carica di soldi per le sue tasche Ormai erano le sette e un quarto, tutto era buio, il paesaggio si era dipinto di un colore nero e blu oscuro. Il freddo si faceva sentire sempre di più, tanto che hanno preso una coperta per ognuno e hanno acceso il condizionatore, tranne per l’autista. Fuori dalla finestra si potevano vedere un cielo limpido e senza traccia di nuvole, le stelle brillavano con intensità e alla lontananza si può vedere un accumulo di luci di diversi colori, avvertendo i passeggeri che ormai erano quasi arrivati. Tutti sulla macchina avevano un sorriso in faccia e provando a vedere una costellazione, nessuno ne prese una. tranne Daniel, che aveva per puro caso formato la costellazione del leone. Nessuno ha creduto che quella fosse la cosiddetta costellazione e continuarono a cercare. -FINALMENTE! Siamo arrivati a casa. Non la vedo cambiata molto da l'ultima volta che siamo stati qua.- Grido Grain ormai fuori dal veicolo e la coperta nelle mani, come i tifosi di una squadra. La casa era grande… molto grande, una casa di tre piani, le luci erano accese. Si incamminarono verso la porta di ingresso a due a due. Grain era con Sophia che si lamentava perché il viaggio è sempre stato lungo, Sophia invece contraddice con -Almeno non siamo con mio padre e i suoi parenti, e poi sembra che qualcuno stia facendo patate al forno.- Daniel e Litt invece erano dietro con gli occhi che brillavano, perché la casa era gigantesca, bisbigliando tra di loro che sicuramente ci fossero un sacco di stanze, tanti maggiordomi, una bellissima maid… Questo è Daniel; sicuramente c’è un fantasma di qualcuno o che c’è una stanza segreta che solo i membri della famiglia possono entrare. Tock tock -Questa sicuramente è la signorina Sophia e i suoi amici.- Aprì la porta un signore alto, robusto, con la faccia quadrata, un sorriso da babbo natale e occhiali. “Sembra babbo natale, gli manca solo la barba.” -Signorina Sophia! Un vero piacere rivederla dopo tanto tempo.- Esalto il signore con un sorriso da orecchia a orecchia -Rafael! come stai!?- Esalto Sophia. -Tutto perfetto e ancora giovane come sempre.- Disse allegro e seguito a ciò abbraccio sia lei che Grain. -Prego entrate, fuori fa molto freddo.- Sorrise anche alle visite. Appena entrati una brezza di calore colpi tutti, l’interno illuminato da un colore caldo, un giallo acceso, il piccolo corridoio dell’entrata portava al salotto, c’era un forno, cinque divani, un tappeto che copriva l’intera pavimento della stanza, un camino in pietra molto pulito. -Prego ragazzi, sopra ci sono le vostre stanze con i nomi scritti sulle porte.- Indicando le scale per il secondo piano. -Non immaginavo una casa così grande, cioè sì, avevi detto che era grande, ma non così grande. Sembra una specie di alloggio invernale.- Disse Litt, che era dietro Sophia. -Io rimango cinque secondi con Daniel devo dirgli qualcosa.- Daniel si girò con uno sguardo preoccupato. Litt e Sophia allegre che erano iniziarono a salire. -Quindi…- Sospiro con furia. -Quindi cosa?- Chiese Daniel. -Perché non hai fatto conversazione con lei! Era l'opportunità perfetta per conoscerla ed andare avanti. Cioè sei rimasto in silenzio durante la maggior parte del viaggio fissando il vuoto. Puoi spiegarmi a cosa cazzo stavi pensando? Solo all’ultimo hai parlato ma per cosa!? Hai fatto solo domande e non hai provato neanche a continuare la conversazione, come pensi di fare!? Entro questo fine anno ormai dovresti stare con lei!- finì tutto l’aria in queste parole. Niente l'importo però… -Perché entro fine anno?- Chiese con lo sguardo rivolto verso il basso. Silenzio si chiuse la bocca con le mani. -QUESTO NON DOVEVO DIRTELO! PERÒ’ ANCHE TU INIZIA A DARTI UNA MOSSA!!- Continuo. -Cosa succede laggiù!- Arriva il maggiordomo Rafael. -Che succede ragazzi?. Chiese con un sorriso luminoso in faccia. -Niente. Solo sto mettendo le cose in chiaro a questo idiota che ha accettato un compito che non riesce nemmeno a iniziare.- -Signorina Grain, si calmi. Non so di quale compito questo ragazzo abbia preso parte, però forse ha bisogno di una guida o qualcuno che gli dia una piccola spinta.- Provo a calmare le acque con una dolce voce. -Lo farei volentieri. Solo che questo “ragazzo” ha detto di non voler essere aiutato, quindi ora deve fare di testa sua.- rispose sempre furiosa. Daniel nel frattempo era fermo con la testa bassa con uno sguardo pensieroso e perso. -Beh… se quello è il caso, sarebbe meglio che il ragazzo. Scusami se ti chiamo così. Come ti chiami?- Chiese -Daniel- Rispose -Come dicevo, sarebbe meglio se Daniel si scusasse con lei e chieda un po’ di aiuto.- Grain girò lo sguardo verso Daniel che aveva ancora la testa bassa. -Dai! Parla, apri la bocca e parla, apri la bocca come hai fatto quando ci siamo conosciuti e non avevi vergogna di dire niente!- Fin da quando ha iniziato ad avere la consapevolezza di esistere Daniel non aveva chiesto scusa a nessuno, qualcuno intelligente come lui, non poteva permettersi di sbagliare e quindi fallire, quindi guardare a testa bassa gli altri. -Io… non so cosa fare… Non so da dove iniziare, la logica non funziona in questo caso e io non riesco a capire chi è lei. E non posso tirarmi indietro.- -Puoi farlo.- Daniel alzò la testa con ansia e spavento. -posso?- -Puoi tirarti indietro, tanto meglio se non riesci a parlare con una ragazza, di te c’è ne sono, e trovarne un altro più bello non sarà per niente un problema che si comporta da uomo è vada diretto al punto. Se entro questa settimana tu non riesci a fare progressi con lei. Tu puoi anche ritirarti alla tua noiosa vita.- Daniel ha gli occhi puntati sul pavimento, Rafael è scosso dal comportamento di Grain, Grain invece… è ferma e immobile davanti a lui con uno sguardo severo. “Ormai ho accettato questa proposta… e poi perché dovrebbe essere così difficile parlare con una ragazza? Solo perché è bella? che cazzata, sono stato io a rinchiudermi cercando di aprire un discorso con le risposte già programmate invece di solo far fluire le cose! Beh in questo momento ho paura per pensare queste cose e non dirlo ad alta voce… meglio se chiedo scusa e mi faccio aiutare.” -Io ti chiedo scusa, però stavo pensando a tante cose o come iniziare a parlare che il tempo è passato volando e finalmente mi sono ritrovato con le mani vuote. Sicuramente il tuo aiuto sarà utile e quando ne avrò bisogno te lo chiederò.- Rispose con un sorriso sollevato. -Bene. Ora io vado a lasciare sopra le mie cose, cucina qualcosa che abbiamo fame.- -Ai suoi ordini, signora.- rispose Daniel Dopo che Grain lasciasse Daniel alla sua sorte con Rafael. In cucina, inizio a cercare un paio di ingredienti. -Signorino Daniel, posso aiutarlo? mi dica di cosa ha bisogno?- -Sai qual’è il piatto preferito di Sophia?- Chiese. Per sfortuna di tutti non c’erano patate al forno. Il profumo che proveniva era di una candela aromatizzata. Da lì a ora è passata una mezz'ora. Il signor maggiordomo chiamo tutte le ragazze che erano al secondo piano per mangiare, nel frattempo Daniel apparecchiava la tavola. Gli occhi di Sophia si aprirono con sorpresa quando a tavola vide dei piatti con la carbonara, un piatto italiano. Sophia esalto e ringrazio Rafael, però egli la fermò e gli disse -è stato il signorino Daniel a preparare questa prelibatezza.- Sophia gli prese le mani dall’emozione e gli riempì di complimenti. Daniel era contento di ricevere tanti complimenti e anche un po’ con le guance rosse. “Perché mi sento così? NON HA SENSO!” Tutti si sedettero e iniziarono ad assaporare la prelibatezza preparata da chi meno se lo aspettasse. I loro erano bisi di soddisfazione e gioia, un momento dove tutti sorridevano, un momento di felicità. Tock Tock -Chi può essere a quest’ora?- Chiese Daniel, in allerta. Il maggiordomo si alzò e si diresse verso la porta con Daniel dietro. Aprì la porta è una figura femminile risalto tra la bianca neve. “Ci sono troppe ragazze in questo cliché” -Tu cosa ci fai quì?- -Sai com’è? siamo di famiglia ricca, possiamo permetterci tutto tranne la felicità.-
   
 
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