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Autore: BlackPaperMouse86    29/12/2021    2 recensioni
[Encanto ]
Porgeva ad Alma il cibo appena cucinato, lo porgeva ai fratelli, lo porgeva al villaggio. Che strana cosa il cibo: una volta mangiato scompare in una bocca. Non è più recuperabile o ricomponibile, eppure nessuno se ne fa un problema. Nessuno ha nostalgia del cibo.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Tu sei tanto buona, Julia.” Sussurrava la mamma accarezzandole la guancia. Quando era bambina la chiamava Julieta, ma per qualche motivo in queste situazioni non lo faceva mai.  “Sei sempre così brava, così dolce…” Poi le sue sopracciglia si curvavano verso il basso, il suo sorriso tremolava ai bordi. “I tuoi fratelli, sai loro… Sono un po’ confusi, spaventati dai loro poteri ma tu… Tu sei forte. Sono contenta che abbiano al loro fianco una sorella come te.” 

Julieta aveva imparato a riconoscersi in quelle parole, ad annuire e a sorridere come faceva la mamma, che somigliava a una maschera del teatro dolce e sofferente. Porgeva ad Alma il cibo appena cucinato, lo porgeva ai fratelli, lo porgeva al villaggio. Che strana cosa il cibo: una volta mangiato scompare in una bocca. Non è più recuperabile o ricomponibile, eppure nessuno se ne fa un problema. Nessuno ha nostalgia del cibo. Tutti sorridono e passano avanti, avanti verso nuovi compiti che li porteranno a nuovi problemi, a nuove ferite e a nuovo cibo.

“Julieta vieni perfavore!”

“Presto, presto! Il mio bambino sta male!”

“Julieta, senti… Potrei aver colpito Pepa con una pala.”

“Sei l’unica che può aiutarmi.”

“Ti prego Julieta! Solo per stavolta!” 

“Scusami se ti disturbo, ma è urgente.” 

“Mi serve aiuto.”

“Grrr… Dov’è Julieta quando serve?!”

Non ricordava l’ultima volta che aveva cucinato per sé stessa. Di solito preparava il pranzo, la cena, a volte la colazione ma sempre per condividerla con altri. Era raro che fosse lei a ferirsi, perché era sempre “così brava, così dolce” da passare tutto il giorno in cucina per sopperire ai bisogni del villaggio. 

Mangiano, sorridono e poi vanno via. 

“Grazie Julieta, sei il mio angelo.”

“Che brava bambina.”

Ora mi sento bene!”

“Non so come ringraziarti.”

“Grazie.”

“Grazie!”

“Oh grazie!”

Nessuno si fermava a conversare. Nessuno che le chiedesse: “Hey Julieta, che hai fatto alla mano? Ti sei scottata con i fornelli? Ma… Va… Va tutto bene? Hai una faccia… Hey, hey hey non piangere, che… Che succede? Sei triste per tuo fratello Bruno?”

Quando Bruno era sparito, Julieta aveva cucinato.

Aveva sfornato almeno una decina di pagnotte, grasse e gonfie, e le aveva divorate una a una da sola. Sperava che avrebbe funzionato, che quel cibo l'avrebbe guarita. Ma le lacrime scendevano a fiotti come una cascata, e presto fu la sua stessa gola a chiudersi e a impedirle di mangiare. 

Perché sei andato via, Bruno? Perché non sei felice qui? Eppure ci sono io, Julieta, il tuo angelo, la tua sorellina. Ti preparerò ogni giorno tutto quello che vuoi, imbandirò la tavola di vino, focacce, fragole, biscotti… Tutto quello che vuoi, ti abbraccerò quando Abuela sarà cattiva con te, ti canterò le canzoni come da bambini, ti ripeterò che sto bene e che non devi preoccuparti, che questa vita è un sogno e che non desidero altro che cucinare. Ti amerò come nessuno farà mai, ti coccolerò, ti guarirò ma ti prego, ti prego ti prego non andartene via. Non lasciarmi sola… Il forno è freddo quando è spento da un po’, dalla finestra non entra più il sole, non andartene via lontano… Non lasciarmi da sola… 

Ho bisogno d’aiuto. Aiuto…


“Tu sei fantastica, Luisa.” Le sussurra la mamma. “Sei tenace, calma, responsabile. Le tue sorelle, loro… Litigano spesso, lo sai, e a volte ho paura di non riuscire a gestire tutto da sola. Ma su di te…” E sorride come le maschere tristi del teatro. “Su di te so che posso contare. E per questo, Luisa, per questo ti dico grazie.” 

Luisa imita quel sorriso così strano, annuisce e risponde: “Figurati, mamma. Avrei potuto farlo ad occhi chiusi.”

Julieta la bacia sulla fronte, i suoi occhi brillano di una luce umida. “Brava bambina.”

 
   
 
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