I lampeggianti rossi e blu lo
abbagliano mentre avanza con le mani dietro la nuca, ubbidendo
docilmente all'ordine impartitogli. Protagonista involontario di un
dramma quasi grottesco, si limita a seguire un copione dal quale sa
di non poter divergere. Appena le sue ginocchia prendono contatto con
l'asfalto, una manciata di poliziotti gli è addosso. Lo atterrano,
schiacciandolo al suolo.
Zack non oppone resistenza né cerca di
divincolarsi. Sarebbe una mossa idiota perfino per lui. Sarà pure
stupido, ma non fino a questo punto!
Il prete aveva detto che avrebbe potuto
salvare Ray una volta all'esterno dell'edificio, ma il senso di
quell'affermazione gli è parso chiaro solo quando ha visto il
dispiegamento di forze dell'ordine che attendeva fuori dal
parallelepipedo infernale alle sue spalle.
Era sempre stato lento a comprendere le
cose, ma lo scambio che in quel momento gli veniva implicitamente
proposto dalle circostanze era stato inequivocabile: la possibilità
della vita di Ray al prezzo della propria libertà. Non aveva avuto
la minima esitazione.
La sua visuale è ridotta dal groviglio
di gambe degli agenti impegnati ad ammanettarlo, ma riesce a
intravedere la figura esile della ragazzina che viene issata su una
barella dai paramedici. È pallida come un fantasma ma ormai la
conosce e sa quanto quella cervellona possa essere tenace. Tanto
ostinata da risultare insopportabile.
Gli sfugge un mezzo sorriso simile a
una smorfia che va ad infrangersi contro l'asfalto.
Avrebbe fatto meglio a non crepare, la
stronzetta. Detestava le menzogne più di ogni altra cosa al mondo e
se quella scema fosse morta per mano d'altri, la sua promessa sarebbe
stata infranta, rendendolo a sua volta un bugiardo. Il solo pensiero
lo disgustava.
Le facessero pure tutti gli interventi
che volevano; le dessero medicine su medicine; la imbottissero di
farmaci e droghe... l'importante era preservare la sua miserabile
vita che, da quando si erano scambiati quel voto solenne, apparteneva
a lui. Lui solo avrebbe deciso quando e come prendersela. Era sua.
Perché lei aveva voluto così. Lei gliel'aveva donata.
Era sua, e guai a chi si fosse
azzardato a portargliela via! Guai anche a lei se si fosse lasciata
ammazzare dopo aver giurato che unicamente a lui sarebbe spettato il
compito di porre fine alla sua esistenza. Era un patto tra due anime
dannate che non potevano sperare nella salvezza o nel perdono. Per
questo avevano pronunciato il loro voto uno sull'altra. Non avevano
nient'altro a cui legare la propria parola se non se stessi, per
quanto empi e imperfetti. Mostruosi nella loro umanità.
Gli aveva ammorbato le palle fino
all'inverosimile con quella solfa, con la sua richiesta pressante, la
preghiera di ucciderla! Che cazzo, dopo tutto quello che avevano
passato, ci mancava solo che la mocciosa decidesse di tirare le cuoia
proprio adesso! Non ci provasse! Se lo levasse da quella bella
testolina piena di idee contorte!
Avrebbe esaudito il suo desiderio, ad
ogni costo.
- Ray, aspettami. Verrò a prenderti, e
allora manterrò la mia promessa. Nel frattempo, allenati a sorridere
come si deve. -
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