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Autore: MusicAddicted    30/12/2021    4 recensioni
Prendete due serie TV, shakeratele fra loro, trovate un punto d’incontro, stravolgete tutto lo stravolgibile… ed ecco che otterrete questa storia.
Crowley ha una delle sue brillanti idee e la propone ad Aziraphale.
E se Jessica e Kevin avessero ottenuto i loro poteri in tutto un altro modo? Se fosse un altro il loro primo incontro?
Forse stavolta tutto fra loro potrà essere più romantico, forse.
Degli Ineffabili Maritini invece… che ve lo dico a fare?
E in tutto questo che ne sarà dell’Anticristo?
La fine del mondo si eviterà?
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Jessica Jones, Kilgrave, Trish Walker
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ehmm, non aggiorno da più di sei mesi? Ma com’è possibile? Sono un disastro disastroso.
Ve la ricorderete ancora questa storia?

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Capitolo XII: Time to time

 

                           London, Mayfair, Hill Street, 7 Dec 2007


“Ti vedo un po’ pensieroso, angelo,” mormora Crowley, stringendolo a sé, dopo che hanno fatto l’amore.

“Niente di allarmante caro, quello che è successo ai nostri protetti è bellissimo, ma non posso fare a meno di chiedermelo,”

 

“Chiederti cosa?”
 

“Come sarebbe se succedesse a noi? Se mettessimo al mondo un piccolo demonietto o una piccola angioletta?” 


Per poco Crowley non cade dal letto.

“NGK! Angelo, non è meglio  procedere per gradi? Magari prima vediamo come ci ritroviamo a fare gli zii…” cerca di farlo ragionare lui.

 

“Sì, hai ragione.” si ravvede l’angelo. “E comunque non stai dicendo di no,” lo guarda con un sorriso furbetto.


“Tempo al tempo, angelo mio. Voglio dire, è così orribile la prospettiva di noi due soltanto, almeno per il momento?” sussurra, infilandogli la lingua, ora biforcuta, nell’orecchio.
 

Una mossa davvero sleale, certo, ma, hey, lui è un demone!
 

“Ooohh, caro, è tutto meno che orribile,” si scioglie il biondo fra le sua braccia.


“Quindi, sseee ora ci concediamo un sssseecondo round non è che mi fai qualche miracoletto dei tuoi e fra un messssse o poco più comincio a trovarti più ingrassssssato?” si accerta il demone, prima di baciarlo.

“E chi lo sa, caro? È un rischio che devi correre,” lo sfida Aziraphale con lo sguardo, mentre risveglia una certa parte del demone con carezze audaci.

Per entrambe le cose Crowley sussulta.

 

“Sto scherzando, ma non garantisco che fra un mese non possa essere un po’ più ingrassato, sai, tra poco è Natale, con tutti quei dolci, le cene e…”
 

Crowley scoppia a ridere, distendendolo sul letto e strisciando su di lui, come solo un serpente sa fare.

Che la sua forma ora sia umana poco importa.

“Goditi tutte le abbuffate che vuoi, tanto le energie te le faccio bruciare tutte io!” sogghigna, malizioso, prima di approfittarsi in tutti i modi di quel corpo caldo, morbido, accogliente e voglioso.

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                           New York, Maspeth, 455 74th Street, 09 Dic 2007

 

Da qualche giorno Jessica vede Kevin un po’ giù di tono, mangia poco, dorme anche meno e lo provano dei solchi grigi che ha sotto gli occhi.

Lo attribuisce al lavoro, magari a un caso particolarmente stressante al quale sta fornendo consulenza.

Non può lontanamente immaginare da quali spaventosi incubi sia logorato il suo fidanzato, ogni volta che prova a concedersi un po’ di riposo.
Forse è anche per questo che lui sta cercando di dormire il meno possibile.

 

Tuttavia, Jessica ha la soluzione pronta e non deve far altro che aspettare che Kevin rincasi.

Non appena varca la soglia, per poco il giovane uomo non ha un attacco di cuore.

 

Jessica lo attende seduta sulla ringhiera, quasi semisdraiata, con le gambe accavallate nel modo più femminile possibile e lo sguardo ammaliante che lo invita ad avvicinarsi.
Jessica indossa solo un corsetto senza spalline, viola pervinca, damascato, con i gancini sul davanti, dove sfocia in un ministrato di raso e pizzo nero che le avvolge giusto l’inguine, così come il bordo che circonda la scollatura a balconcino che mette ancora più in risalto quei seni che ormai da qualche settimana si son fatti molto più rigogliosi.
A impreziosirle il decoltè, la catenina d’argento col ciondolo dell’Empire State Building che le ha regalato lui.

Completano l’outfit così sexy e provocante, seppur di gran classe, un reggicalze nero e delle autoreggenti nere velatissime con degli stivaletti con un tacco a spillo vertiginoso.

“Jessica, ma…” boccheggia lui, lasciando cadere a terra la sua borsa e allentando il nodo della cravatta.


Improvvisamente sente solo un gran caldo.

“Amore, forse negli ultimi giorni ti ho un po’ trascurato e tu hai lavorato troppo. Ma ora ci pensa la tua Jess a farti rilassare,” avanza verso di lui lei, sinuosa come una pantera. “Ti regalerò una serata che non scorderai facilmente.” mormora, con una mano che gli fa dei grattini alla nuca e l’altra che gioca coi suoi capelli, spettinandoglieli un po’.

 

Lui la lascia fare, prima di tirarla a sé per un bacio esigente.

 

“Mm… mi piacciono le premesse, mia cara,” mormora sorridente contro le sue labbra.
 

Dio solo sa quanto lui abbia bisogno di una distrazione così piacevole.

 

I baci continuano, con Jessica che lo trascina con sé sulle scale, lentamente, privandolo di un indumento a ogni scalino, prima il cappotto di cachemire, poi i guanti, uno alla volta, la sciarpa, la giacca, il panciotto, la cravatta, la camicia, le scarpe, i calzini e infine i pantaloni.


Quando giungono nella loro camera ormai gli sono rimasti addosso soltanto i boxer.

 

Jessica lo spinge sul letto, raggiungendolo in breve tempo.

Si struscia contro il suo grembo, ancora coperto dai boxer.

Lui le cinge i fianchi, cominciando a slacciare i primi tre gancetti, esponendo così quei seni di cui si riempie le mani.


Un altro bacio appassionato è un’esigenza reciproca.


“Jessica, sei sicura che il bambino…” domanda lui, con la poca lucidità che gli è rimasta, che sembra abbandonarlo, insieme ai boxer di cui lei si sbarazza.


“Shhh, il bambino non potrebbe stare meglio, pensiamo solo a te, adesso!” decide lei per entrambi, cominciando a baciarlo lungo il collo, uno dei suoi punti più sensibili.

I movimenti di Jessica rivelano a Kevin la piacevole sorpresa che sotto il bordino di pizzo del corpetto non indossa alcuna mutandina.

Non può che ribaltare i ruoli, soltanto perché lei lo lascia fare, e coglierne ogni vantaggio possibile, prima di essere ripagato allo stesso modo.

E dopo i preliminari necessari non resta loro che fare l’amore, dolcemente, senza fretta.

Jessica approfitta del fatto che a lui serva un po’ di tempo per riprendersi per allontanarsi per qualche minuto.

 

“Credi che sia finita qui?” gli domanda, rientrando nella loro camera. “C’è qualcosa di ancora più interessante,” gli annuncia prendendolo per mano per portarlo nel loro bagno, dove le luci sono soffuse e le candele viola all’iris sono accese tutt’intorno alla vasca di ceramica bianca, diffondendo il loro buonissimo aroma.
La vasca è riempita, con l’acqua calda al punto giusto.

Jessica, che ormai indossa solo le autoreggenti e gli stivaletti, si priva anche di quelli, entrando nella vasca col suo amato.

“Devo stressarmi più spesso, se questo è il trattamento," mormora compiaciuto Kevin, mentre Jessica scivola più vicino e lo abbraccia da dietro, prima di cospargergli le spalle di olio alla lavanda e massaggiarlo.

 

“Non ci fare troppo l’abitudine, e poi sarà il periodo Natalizio che mi rende così generosa,” ribatte lei, continuando il massaggio energico, eppure estremamente sensuale e allettante.
 

“Periodo Natalizio? Ma è solo il 9 dicembre! Tempo al tempo,” si impunta lui.

“Appunto, è già il 9 dicembre! E noi non abbiamo nemmeno fatto l’albero ancora!” puntualizza lei.
 

“Cosa?! Non se ne parla, al massimo ti concedo di farlo il 13!”
 

Il massaggio fino a quel momento rilassante diventa un pizzicotto doloroso e Kevin deve ringraziare la sua buona stella che Jessica abbia mirato solo al suo avambraccio.
 

“L’albero lo faccio quando cazzo voglio io e non sarà un dannato Dandy Inglese con le sue fottute tradizioni rigide a fermarmi!”

 

“Ouch! Ma certo, Jessi, faremo l’albero domani!” si ravvede lui, prima che arrivino pizzicotti più minacciosi.
 

“Ti lamenti tanto di me, ma non sei stato a casa di Trish nelle ultime settimane: per lei dopo Halloween è tutto un continuo Natale, mi stupisce che le sue feste di compleanno non le faccia a tema Natalizio.” la informa lei.

 

“Uhmm, allora forse mi è toccata la sorella migliore.” borbotta il persuasore.
 

Forse?!” chiede minacciosa Jessica, pizzicandolo a un fianco.
 

“Ouch! Senza ombra di dubbio, io ho l’enorme fortuna di stare con la sorella migliore.” la rabbonisce lui, guadagnandosi un bacio e il proseguimento del massaggio.

 

Averla così vicino, scherzare, punzecchiarla, prendersi in giro per poi fare pace baciandosi a lungo sono sensazioni così belle, ma soprattutto così vere e reali che ripagano Kevin di qualsiasi orribile incubo lo stia assillando nell’ultimo periodo.


Tanto che anche l’incubo che ha quella stessa notte, sempre con le stesse tematiche, sembra sconvolgerlo molto meno.

- Però non posso continuare a tenermi dentro questa cosa, devo parlarne con qualcuno.- decide, prima di riaddormentarsi, stringendo a sé Jess nella posizione del cucchiaio grande.


 

********************** (Contemporaneamente)

                              Hell, Seventh Circle, 10 Dec 2007


“Dài, Ligur, dimmelo, stavolta che incubo hai causato a quel patetico assistito di Crowley?” lo sprona a parlare il Duca infernale Hastur.


“Ho iniziato con una scena da rivoltare lo stomaco,” comincia il suo racconto il Duca Infernale Ligur, con un’espressione di chiaro disgusto. “Qualcosa come lui e la sua patetica fidanzata che guardavano insieme un tramonto… ma poi non è stato solo il cielo a tingersi di rosso,” sogghigna, così come fa Hastur, che ha già capito dove il compagno stia andando a parare. “Ha cominciato a sanguinare il grembo della giovane donna, con i due che si disperavano, prima di accorgersi che il sangue non si arrestava e non c’era nulla che lui potesse fare per salvarla, finendo per perdere in un solo colpo la sua donna e il bambino.”

“Oh sììì, mi piace!” ride sguaiato Hastur. “Il prossimo incubo tocca a me farglielo avere.”

 

Proprio in quel momento l’iPhone infernale di Ligur suona.

“Sì?” risponde, immaginando già di chi si possa trattare.

“Sono io. Incontriamoci domani alle 10:00, sulla Terra.” esordisce l’arcangelo Michael.

 

“Okay, ma il posto stavolta lo scelgo io, ti mando un messaggio quando ho deciso.” riattacca lui.

“Che succede?” lo scruta Hastur.

 

“Un’altra mini riunione con quegli smorfiosi piumati.” alza gli occhi l’altro.

 

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                     New York, 11105, Hell’s Gate, 10 Dec 2007

 

“Ancora non riesco a credere di aver accettato di incontrarvi in un posto che si chiama così!” borbotta Michael, guardando con sdegno il suggestivo ponte ferroviario ad arco in acciaio dove le ha dato appuntamento Ligur.


“Oh beh, l’ultima volta voi ci avete fatto entrare in un Bar che si chiamava eeww… Paradiso, che Ligur abbia fatto questa proposta a me sembra solo giusto.” mugugna Hastur.


“Appunto in quanto ‘giusto’, non ti dovrebbe piacere, fessacchiotto infernale!” dice la sua Uriel, strappando un sorriso alla sua collega.

 

“Uh, già, non ci avevo pensato… allora lo trovo sbagliato!” borbotta il demone albino, prima di notare un dettaglio non irrilevante. “Heeey, si può sapere che ci fai tu qui?”

 

“Ho chiesto a Uriel di accompagnarmi, perché Sandalphon non ne poteva più di assumere un aspetto corporeo e terrestre. Tanto, noi lassù, siamo tutti un’unica, grande famiglia, votata alla stessa causa: vincere.” sogghigna Michael.


“Nei tuoi sogni, angioletto!” controbatte Ligur. “Allora, che volevi dirmi?”

"Quegli incubi che state causando al protetto del demone Crowley…”


“Oh, sì, siamo bravi, vero?” fa un sorrisone Hastur, prima di accigliarsi. “O dovrei dire che siamo pessimi?” si gratta la testa subito dopo.

 

“Smettetela subito, non ne servono altri.” intima loro Michael.

 

“Ma come? Ci stavamo divertendo così tanto!” sbuffa Hastur.
 

“Dì un po’, arcangioletta, non sarai mica in preda al vomitevole buonismo del Natale e ora hai cambiato idea sul nostro accordo!” ringhia Ligur.

 

“Nessuno ha cambiato idea su niente.” intercede per lei Uriel. “Vedila più come una tattica.”

 

“Spiegatevi meglio.” chiede loro Ligur, cupo in volto.
 

“Con la velocità a cui state andando ora, il candidato Infernale rischia di mangiare la foglia, di capire che c’è qualcosa che non va e magari correre ai ripari per tempo,” elabora le sue motivazioni Michael. “Dategli un po’ di tregua, fategli credere che sia stato solo un momento di frustrazione… concediamogli giusto un paio di mesi. Da quel momento in poi voi due intensificherete il vostro lavoro.”

 

“Non più solo incubi, passerete anche a delle allucinazioni vere e proprie,” interviene Uriel. “Fino a rivelarvi al candidato Infernale, magari quando la candidata angelica sarà al sesto o settimo mese, quando il tempo comincerà ad essere agli sgoccioli.”

“Proprio così, il candidato Infernale deve capire di non avere scelta e allora eseguirà il nostro volere.” sogghigna Michael.

 

“Oh, ma tu guarda, anche il Paradiso sa sfoderare gli artigli,” ridacchia compiaciuto Ligur.

 

“Oh, non sai quanto!” lo sfida con lo sguardo Michael.


“Non è che vi aspettate un regalo per Natale, vero?” le guarda diffidente Hastur, con le braccia incrociate al petto.

 

“Oh sì, la vostra resa sarebbe un dono assai gradito.” lo punzecchia Uriel. “Ovviamente, sto scherzando. Sarà molto più gratificante battervi.”

Hastur sta per reagire in modo impulsivo e violento, ma Ligur, il più metodico e calcolatore fra i due, lo frena. “Tempo al tempo, arcangioletti, sarà l'Armageddon a decidere chi vincerà… io però non mi ci giocherei nemmeno una delle vostre fastidiose piume sulla vostra fazione.”

“Quel che conta è che abbiamo il nostro accordo.” gli ricorda Michael.


“Per ora.” ribadisce con tono tenebroso Ligur.

*************************** (Contemporaneamente)



            New York, Maspeth, 455 74th Street, 10 Dic 2007

“Perchè non mi hai svegliato? Sai che mi piace far colazione insieme.” borbotta Kevin, ancora in pigiama, raggiungendo Jessica in cucina.


“Lo so, ma dormivi così bene che sembrava un peccato svegliarti,” bofonchia lei, finendo la sua ciotola di cereali.

 

Ed è vero, dopo quell’agghiacciante incubo avuto nel cuore della notte, Kevin si è riaddormentato e da allora il suo sonno è stato popolato solo di bei sogni e un senso di pace.

- Forse è grazie alla serata relax che mi ha organizzato Jessica.- rimugina soddisfatto, versandosi del caffè avanzato.


“Allora, pronta per lo shopping, amore?”

“Quale shopping?” si acciglia lei.

 

“Te lo sei già dimenticata? L’albero, le decorazioni, il Natale da portare in questa casa?” replica lui, addentando una fetta di pane tostato.


“Perché tu avresti voglia di andare per negozi fra ressa di gente e code interminabili? E, no, non ti permetterei di utilizzare i tuoi poteri per semplificarti la vita!” puntualizza lei.

 

“Uff, beh, no che non ne ho voglia, ma per te lo farei.” mormora lui.

 

Lei si alza e gli toglie la fetta di pane dalla bocca, ma solo per dargli un bacio.


“Sei tanto dolce, amore, però… diciamo che ho pensato a un’alternativa.” ammicca lei.

 

Proprio in quel momento dalla sala si ode un rumore di scatoloni che si aprono e fruscii vari.

 

“Hai dato qualche mansione ai domestici?” la guarda interrogativo lui, ma lei scuote la testa sorniona.
 

“Angelo, fa’ attenzione, è delicato!” si sente la voce allarmata di Crowley.

 

“Ma caro, è un albero finto!” gli fa notare Aziraphale, che grazie alla sua forza sta trasportando tutto da solo quel grande abete sintetico con le fronde innevate, collocandolo nel punto del salotto che più lo convince.

 

“E con questo? Ha comunque diritto allo stesso trattamento di quelli veri.. e alle stesse sgridate se non sfoggia bene le decorazioni.” ribatte il demone.

 

“Ma.. non ha senso, se sbagliamo noi a mettere le decorazioni, perché prendersela con il povero albero?” cerca di farlo ragionare l’angelo.

“Le piante sono sssseeempre colpevoli!” si impunta Crowley.

 

“Crowley, Aziraphale!” va loro incontro Kevin per salutarli.


“Nota bene, mia cara: lui mi conosce sì e no da un anno e mezzo e il mio nome lo sa dire correttamente,” fa notare il biondo alla sua assistita, un po’ puntiglioso.

 

“Oh, chiudi il tuo becco santo, Zira!” alza gli occhi lei.

 

“Comunque, Kevin, non era nostra intenzione fare irruzione a casa tua, ma Jessica mi ha scritto che a questa casa serviva un po’ di Natale e, mi capirai anche tu, quello è proprio un lavoro mio.” si pavoneggia l’angelo.

“Non oso immaginare come sia casa vostra allora…” brontola Kevin, guardando il suo guardiano con aria solidale.

 

“Semmai casa sua. La sua libreria sembra il maledetto villaggio degli elfi in Lapponia ormai, ma a casa mia non gli ho fatto mettere nemmeno una decorazione!”
 

“Beh qualche pallina glitterata sulle tue piante sì però.” sottolinea il suo compagno.

 

“NGK! Beh, sssì, ma ssssssolo perché piacciono anche a me!”

“Comunque, immagino che Jessica vi abbia chiesto di portare solo l’occorrente, al resto possiamo pensarci da noi, non occorre che restiate. Voglio dire, a me fa piacere ospitarvi, ma non voglio obbligarvi a fare qualcosa…”


“Oh beh, Kevin, tu che non vuoi obbligare qualcuno non suona molto credibile!” lo sbeffeggia la fidanzata.

 

“Oh, beh, loro due non potrei obbligarli in ogni caso… e se ben ricordi ho promesso che non avrei comandato mai nulla nemmeno a te.” si imbroncia il persuasore, offeso.


“Comunque nessun obbligo, giovanotto, io vi do una mano con gli addobbi più che volentieri.” sorride cordiale Aziraphale.

 

“Anche io, visto che nella libreria non mi ha fatto toccare nemmeno mezza decorazione, là è tutto così tradizionale!” sbuffa il demone.


“Perché? Cos’hai contro le tradizioni?”


“Sono noiose, angelo!” non gliele manda a dire Crowley. “Fortuna che ci ho pensato io.”

 

“Che.. cos’avresti pensato?” inarca un sopracciglio Aziraphale, sopraffatto da un tic nervoso all’occhio.


“Io comincio un po’ ad aver paura…” borbotta Jessica.

 

“Io invece ne approfittto per andarmi a vestire.” si congeda Kevin, non prima di aver preso qualche altra cibaria dalla cucina.
 

La colazione è sacra anche per un aiutante dell’Inferno.

 

“Tanto per cominciare, basta con quegli orribili festoni che danno solo idea di soffocare quei poveri alberi.” prosegue Crowley, andando verso uno scatolone più grosso degli altri.
 

“E con cosa vorresti rimpiazzarlo?” ha quasi timore a chiedergli l’angelo, soprattutto quando lo vede trafficare con numerosi pezzi di plastica bianca.


“Facile: una pista innevata che percorre tutto l’albero, devo solo montarla,” replica il rosso, cominciando a incastrare i pezzi.
 

Nel giro di qualche minuto dalla cima alla base dell’albero si può vedere l’intera pista fare il giro in più vortici.
 

“E ora, il tocco di classe,” sorride tronfio Crowley, estraendo qualcos'altro dallo scatolone. “Che pista è senza sciatori?” 

 

Dicendolo applica due statuine di sciatori che scivolando lungo i solchi percorrono direttamente la pista, per poi essere riposizionati in cima quando giungono all’arrivo.
 

“Non sta accadendo sul serio,” borbotta scontroso Aziraphale.


“Ma che figata assurda!” approva Jessica. “Questa mi impunto io con Kevin perché rimanga!”

“Che rimanga cos…” chiede l'interessato, scendendo le scale proprio in quel momento. “Oh, per l’Inferno maledetto!” si accorge della novità.


“Ma tu non ti offendi quando dice così?” domanda Aziraphale all’amato.

“Naaah, ormai non ci faccio più nemmeno caso. E poi ha ragione lui, l’Inferno è maledetto, per definizione!” fa spallucce Crowley, per poi rivolgere al suo assistito la domanda che gli sta più a cuore in quel momento. “Allora, ti piace?”

 

“E aspetta, amore, non hai ancora visto la parte migliore!” interviene Jessica, recuperando gli sciatori alla base e rimettendoli in cima per far loro ripercorrere la pista.

 

“Ah, quella è la parte migliore?” mugugna Kevin, ma poi si accorge che gli occhi di tutti sono su di sé.

 

“Beh, diciamo che di certo non è convenzionale,” sentenzia, prima di proseguire. “Ma del resto non lo è nemmeno la nostra famiglia. E con ‘famiglia’ intendo anche voi due,” intenerisce le due creature ultraterrene.
 

“Se ti è piaciuto questo, di certo adorerai il Santa Claus che cammina mentre canta le canzoni di Natale!” si entusiasma Crowley, andando a prendere qualcos’altro dallo scatolone.

In effetti è uno di quei pupazzetti caricati a molla, con Santa Claus che inizia a camminare per il salotto, agitando festoso una campanella, con le prima note di una canzone che si diffondono

Però sono quelle di ‘Crazy little thing caled love’.

 

“Ma… non è una canzone Natalizia!” storce il naso Jessica.

“I Queen ssssssssono sssseemplicemente perfetti in ogni sssssingolo periodo dell’anno, Ssssignorinella!” sibila offeso Crowley.

 

“Non provare nemmeno a contraddirlo, amore,” la consiglia Kevin.
 

“E canta anche ‘Don’t stop me now’ e ‘Somebody to love’!” spiega sorridente Crowley, come se fosse la cosa più naturale del mondo.


-Ma non c’entra col Natale!- si dispera Aziraphale, ma è un pensiero che tiene per sé.


“Possiamo andare avanti con le decorazioni?” domanda con il dovuto garbo.

Tutti danno una mano nell’addobbare l’albero che con le palline argentate, le campanelle, i fiocchi di neve, pupazzetti di neve, slitte, alberi e pacchettini regalo comincia a sembrare più un albero di Natale a norma.

Rincuorato anche dal fatto che perfino il puntale è di quelli classici, con una stella cometa, anziché quello a forma di fiamma infernale che voleva mettere Crowley, Aziraphale appende le decorazioni di angioletti sparsi per la casa.

"Non trovo giussssssssto che ci ssssssiano solo angioletti!” manifesta il suo disappunto Crowley, schioccando le dita.

Accanto agli angioletti che suonano la cetra appaiono anche dei diavoletti con la chitarra elettrica. 

 

Anche la pazienza di un angelo ha un limite e Crowley l’ha ampiamente valicato.


“Ma i demoni non c’entrano un accidenti di niente con il Natale!” sbotta Aziraphale.
 

Crowley si limita a togliersi gli occhiali scuri per scrutarlo meglio con le sue iridi serpentesche.

“E con quessssssssssssta ssssssproposssitata dissssssscriminazione tu ti definiresti un angelo?” gli chiede, profondamente deluso, togliendo le proprie decorazioni con uno schiocco.

“Mentre Jessica fa comprendere a Aziraphale quanto sia stato ipocrita, tu vieni con me, dobbiamo parlare.” lo porta di sopra Kevin.


“Io volevo ssssolo portare un tocco di originalità,” mugugna Crowley.

“Lo so, lo so e, credimi, io e Jessica lo abbiamo apprezzato tanto, sono certo che in fondo lo abbia fatto anche il tuo angelo, solo che ancora deve capirlo.” lo conforta il suo assistito. “Ora passiamo alle cose serie.”

 

“Perché? Quesssssssta non è una cosssa ssssseria?” gli riserva un’occhiataccia Crowley.

“Non quanto la mia,” replica Kevin, prima di confidargli gli orrendi incubi che lo tormentano da settimane.




“Quindi è solo questo?” sdrammatizza Crowley al termine del resoconto.

“Ma come? hai capito o no quello che ti ho detto?” si acciglia Kevin, ancora scosso per aver affrontato quell’argomento spinoso.

 

“Sono solo incubi, capitano a tutti, soprattutto di fronte a grossi cambiamenti, diventare padre lo è di certo,” espone il suo verdetto il demone. “Io stesso da quando Azi mi ha fatto uno strano discorso mi sogno di svegliarmi con un pancione!” lo fa ridere Crowley.


“Sicuro che non ho nulla di cui preoccuparmi?” gli domanda Kevin, ancora un po’ dubbioso.


“Ma insomma, sei anche psicologo, non lo capisci da solo che è solo una fase transitoria?” fa spallucce il suo guardiano.

 

“È appunto perché sono psicologo che penso e temo ci sia sotto altro…”

 

“Facciamo così, se questi incubi continuano, dimmelo e vedremo di trovare una soluzione insieme.” gli promette il demone.

“E comunque, grazie, mi ha fatto bene parlarne con qualcuno.”


“Lo credo bene, non hai scelto un qualcuno qualsiasi, hai scelto il migliore!” schiocca la lingua Crowley, con aria arrogante, cosa che diverte Kevin ulteriormente.
 

Quando tornano giù in salotto, Crowley nota quasi commosso che sono ricomparse le decorazioni dei diavoletti che lui aveva tolto.

“Angelo, ma come…” gli si avvicina il rosso.

“Me le ricordavo in ogni dettaglio e le ho ripristinate io con un piccolo miracolo. Ti chiedo scusa, mi sono dimenticato che il Natale prima di tutto è condivisione.” mormora Aziraphale, allungandosi verso di lui per cercare le sua labbra, che Crowley non gli nega, in un lungo bacio riappacificatore.


“Sono anche disposto ad accettare il puntale a forma di fiamma infernale..” lo informa Aziraphale, anche se è qualcosa che gli costa una gran fatica.
 

“No, angelo, non ssserve, basssstano già quessssti compromesssi!” sorride il demone, baciandolo un’altra volta.

“Vi fermate a pranzo da noi? C’è il pollo arrosto e posso chiedere al cuoco di fare delle crepes per dessert!” propone Jessica.

 

“Tentazione riuscita!” gongola felice Aziraphale, stringendosi a Crowley. “Ma le tue restano le crepes più buone al mondo, mio caro.” gli sussurra all'orecchio, compiacendolo.

“Comunque, prima che ce ne andiamo, farò qualche modifica anche all’esterno, così stasera avrete una bella sorpresa. O perlomeno di sicuro l’avrai tu, Kevin.” gli assicura Crowley.

Ed è di parola, perché quella sera, quando sia lui, sia Aziraphale se ne sono andati da un pezzo, affacciandosi sul porticato Kevin e Jessica si accorgono che tutta la villetta è attraversata da luminarie e sono luci viola.


Inutile dire che Kevin ha lo sguardo più felice di un bambino in un negozio di giocattoli.

 

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             New York, Maspeth, 455 74th Street, 24 Dic 2007


“Tra cinque minuti sarà mezzanotte!” commenta festoso Kevin, “Io direi che possiamo cominciare ad avvicinarci all’albero.” porta con sé Jessica in salotto, dove sotto l’albero sono riposti tutti i regali.

“Chi mi dice che non è davvero quasi mezzanotte e vuoi solo farmelo credere tu, perchè sei dannatamente impaziente?” lo scruta sospettosa lei.

“Perché non lo vedi com’è buio fuori?”

“No, perchè con queste cazzo di luci viola che ha messo Crowley non distinguo più il giorno dalla notte!” sbotta lei.

 

“La solita esagerata!” alza gli occhi lui. “Va’ a chiedere ai vicini, controlla l’orologio della strada, chiama il numero per sapere l’ora locale… non posso controllare tutte queste cose con i miei poteri!”
 

“E va bene, va bene, ti credo. Allora se è così mancano tre minuti e mezzo a mezzanotte, che facciamo nel frattempo?” gli si avvicina ammiccante lei.


Il bacio in cui sono impegnati si interrompe solo coi rintocchi che annunciano la mezzanotte.

“Buon Natale, amore!” sussurrano l’una contro le labbra dell’altro, per poi prendere i reciproci regali.

 

“Vorrei che aprissi prima il tuo,” si sforza di non imporglierlo come comando il persuasore.

Lei lo accontenta, scartando la carta dorata senza troppe premure e ammirando soddisfatta il contenuto.

“‘Merry KissMyAss’ , ahahah, ma è geniale!” commenta tenendo aperta la Tshirt premaman nera con al centro un Santa Claus scanzonato che fa bella mostra delle sue chiappe, proprio in prossimità dove andrà a crescere il pancione. “La amo e ti amo!” sorride gioiosa, tirando Kevin a sé per un bacio.


“Sapevo che ti sarebbe piaciuta. Ho pensato a te appena l’ho vista.” le sorride lui, compiaciuto.
 

“Ora il tuo regalo!” lo sprona Jessica, attendendo che lui apra il pacchettino, da cui estrae una mug viola con le scritte nere.
 

“ ‘Keep talking, I’m diagnosing you’,”legge divertito, prima di voltarla dall’altro lato. “‘Yes, I’m a psychologist. No, I can’t read your mind.’” ridacchia a quella nuova frase. “Beh, ma posso controllarla.” aggiunge.

 

“Quello sulla tazza non ci stava!” fa spallucce lei. “Allora, ti piace?”

“L’adoro, amore mio.” sorride lui, baciandola.


“Ah, non te l’ho detto ma domani, okay, ormai oggi, un po’ più tardi, siamo invitati al Christmas Party a casa di Trish!” lo informa lei.


“E cosa aspettavi a dirmelo?” si acciglia lui.


“L’ultimissimo momento, almeno non avresti avuto il tempo di inventarti delle scuse!” gli dà scacco matto lei. “Dài, non fare quella faccia, ci saranno anche Zira, Crowley e il tuo collega Jimmy, le cose ormai fra lui e Trish procedono alla grande!”

“Buon per loro,” borbotta lui. “In quanto cupido di quella coppia, in un certo senso, posso chiedere come ringraziamento di essere escluso da quella festa mondana e chiassosa?”

“No, caro il mio Grinch viola, verrai e socializzerai con tutti.” insiste lei. “E poi almeno vedrai a che livello di decorazioni sta lei: ti sembrerà di essere sul set di un film Natalizio!” 


“E, ricordamelo, mia cara, perché lo scorso anno mi sono perso tutto questo?”

"Perché eravamo impegnati a ingropparci come conigli nel tentativo di farmi rimanere incinta!”

“Oh sì, è vero. Un’ottima motivazione!” sogghigna sornione lui.

 

TBC

Volete vedere il Party Natalizio da Trish o lo lascio alla vostra immaginazione? ^^’


Perchè ormai non si sfugge, ho abbondato col fluff finché potevo ma il piano di Inferno e Paradiso lo avrete intuito e dal prossimo capitolo le cose si faranno nerissime, ma voi vi fidate di me, vero che sì?

A dire il vero, Cro estroso nelle decorazioni e Azi molto tradizionalista era un prompt Natalizio che avevo fornito tempo fa, ma siccome nessuno lo ha voluto me lo sono utilizzato io stessa XD Spero vi sia piaciuto.

 

Quanto ai regali, quella T Shirt meravigliosa esiste
 

regalo-per-jess

Come esistono quelle tazze. Le scritte ho preferito lasciarle in Inglese, ma il Significato rispettivamente è ‘Continua a parlare, ti sto analizzando.’ e  ‘Sì, sono uno psicologo. No, non posso leggerti la mente.’ ed erano troppo indicate per questo Killy psicologo che c’è solo in questo universo :P

 

Mando un mega abbraccio a tutti quanti e vi auguro Buone Feste e Buon Anno!!!!

   
 
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