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Autore: Moriko_    31/12/2021    1 recensioni
[Cells at Work! BLACK] [J-1178, DA4901]
"Preoccupata per l’eventualità del ritorno di uno scenario che mai avrebbe voluto rivivere, la giovane guerriera dai capelli rosa si appoggiò con la schiena contro la parete di un stretto capillare e chiuse gli occhi. Tra le sue labbra fuoriuscì un pesante sospiro, mentre la mano che stringeva l’impugnatura della sua spada aveva iniziato a tremare. I nervi di J-1178 erano in forte tensione, la mente affollata da tristi pensieri provenienti da un passato oscuro che lei avrebbe voluto cancellare."
[Spoiler! post-capitolo 39 del manga di Cells at Work! BLACK | pre-capitolo 40] [What if?]
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Fanfiction

Sommario. 

Anche se i terribili ricordi del passato possono incutere ancora timore, il calore dell'affetto e la vicinanza di una persona amata può aiutare ad avere fiducia in un futuro migliore.

[Spoiler! capitolo 39 del manga di Cells at Work! BLACK | pre-capitolo 40. Possiamo considerarlo un piccolo what if su DA4901 e J-1178, dato che per loro non dovrebbe esistere una “fine dell’anno”... o forse sì? :3]

 

 

P7jKWRd

Enlighten me.

 

 

 

Per J-1178 il primo giorno dell’anno sarebbe stato un giorno come tutti gli altri... se non peggio.

Un pensiero, il suo, che non era affatto isolato: i festeggiamenti della notte che avrebbe sancito la fine di un anno e l’inizio di un altro avevano iniziato a impensierire tutte le cellule dell’organismo nel quale vivevano. Dalla cima della testa fino alle punte dei piedi, la preoccupazione che sarebbero tutti rimpiombati nell’incubo che ciascuno di loro aveva vissuto era comune: per quella notte era previsto l’arrivo di una grande quantità di alcool e cibo, in particolare quello ricco di zuccheri, e tutto ciò avrebbe potuto causare l’insorgere di seri problemi come diabete e, nel caso peggiore, coma etilico.

Preoccupata per l’eventualità del ritorno di uno scenario che mai avrebbe voluto rivivere, la giovane guerriera dai capelli rosa si appoggiò con la schiena contro la parete di un stretto capillare e chiuse gli occhi. Tra le sue labbra fuoriuscì un pesante sospiro, mentre la mano che stringeva l’impugnatura della sua spada aveva iniziato a tremare. I nervi di J-1178 erano in forte tensione, la mente affollata da tristi pensieri provenienti da un passato oscuro che lei avrebbe voluto cancellare.

Uno... due... tre... quattro...

La guerriera aveva iniziato a contare ogni singolo secondo che mancava allo scoccare della mezzanotte. Non mancava molto al passaggio da un anno all’altro: a ogni minuto che passava, le sue orecchie percepivano il rumore dei passi veloci dei globuli rossi che si affaccendavano nelle consegne e, in lontananza, il suono delle sciabole delle loro compagne che affondavano nelle carni dei feroci nemici.

Di fronte a quest’ultimo dettaglio, J-1178 iniziò a sudare freddo. Dal suo walkie-talkie giunse una convocazione in un settore poco distante da quel luogo, ma lei ignorò quell’ordine: all’improvviso quei terribili ricordi del passato erano tornati a dominarla, alternandosi al forte affanno dei globuli rossi che continuavano a consegnare l’ossigeno e a prendere l’anidride carbonica da portare nei polmoni per l’espulsione.

Il continuo richiamo delle sue compagne dal walkie-talkie le rimbombò nelle orecchie, nonostante si trovasse ancora sulla sua cintura. Era una convocazione urgente, ma in realtà lontana dal grido disperato che aveva udito in quei giorni colmi di oscurità: piuttosto era colma di leggerezza e allegria.

«Dove sei? Abbiamo bisogno di te: qui c’è un grande spettacolo!»

«Ehi, ti stai perdendo tutto il divertimento!»

Ma quei ricordi avevano finito per coprire quel gioioso richiamo. J-1178 si era ricordata di quando si trovava nell’ospedale, rannicchiata in un angolo di una stanza dove correvano dottori e infermieri, che spingevano barelle sulle quali vi erano cellule dell’immunità gravemente ferite: quella scena era ormai distante nel tempo, ma in quel momento le sembrò così vicina, maledettamente a un soffio da lei.

Forse, nemmeno alla fine del suo ciclo vitale, la guerriera avrebbe superato del tutto quegli attimi terribili d’angoscia.

 

Respira... respira... andrà tutto bene... andrà tutto bene...

 

J-1178 decise di ascoltare quel suggerimento nato dalle profondità del suo cuore e prese un profondo respiro, seguito da un altro, e un altro ancora. Ancora con gli occhi chiusi, lasciò che la mano che non reggeva l’impugnatura della spada raggiunse il walkie-talkie; tuttavia, nel cercare di afferrarlo, le sfuggì di mano e cadde a terra, spegnendosi con l’impatto al suolo.

«D-Dannazione!»

La guerriera aprì gli occhi e si chinò. Quando la sua mano stette per prendere di nuovo il walkie-talkie, le dita sfiorarono accidentalmente quelle di un’altra persona che stava facendo la stessa cosa.

Alzò lo sguardo, per incrociare quello sereno di un collega di lavoro che conosceva molto bene.

«... 01-san?»

 

 

«Non è da te essere così sbadata... però può capitare quando sei soprappensiero. C’è qualcosa che ti preoccupa?»

Il globulo rosso dai capelli corvini le restituì il walkie-talkie.

J-1178 lo guardò negli occhi e un imbarazzato sorriso le comparve tra le labbra. «Perdonami... però ora è tutto a posto» disse dopo aver rimesso il walkie-talkie al suo posto.

«Lo vedo: è talmente a posto che ti sei dimenticata di rimetterlo in funzione» puntualizzò DA4901 senza battere ciglio, indicando l’oggetto che le aveva appena dato. «Non che a me dia fastidio, anzi...»

«Gasp, hai ragione!»

La leucocita sobbalzò e stette per riprendere in mano il walkie-talkie, ma si bloccò. Con il pollice sospeso sul tasto di accensione, disse con esitazione al suo compagno: «Però... se lo riattivo proprio adesso, è certo che riceverò una convocazione... e in questo momento non voglio...»

«Vorresti battere la fiacca proprio oggi?»

«Perché me lo chiedi? Non stai facendo la stessa cosa anche tu?»

Il globulo rosso alzò un sopracciglio. «In che senso?»

«Stai parlando con me quando dovresti dedicarti alle consegne...»

«Il mio compito è anche quello di aiutare chi è in difficoltà: per questo sono qui, il lavoro può attendere.»

«Non quando siete a corto di personale, 01-san.»

«Quello passa in secondo piano se posso darti una mano. Inoltre... posso dire lo stesso anche di te: anche voi siete a corto di personale.»

J-1178 rimase in silenzio per qualche secondo, per poi mormorare un «In effetti hai ragione, sarà meglio che vada: questo organismo ha bisogno anche del mio aiuto...»

La guerriera stette per andare via, ma DA4901 la fermò. «Aspetta. Sai che puoi dirmi cosa è successo, 78-san: ti conosco bene, non riesci a dare il meglio di te stessa quando c'è qualcosa che ti preoccupa...»

Di nuovo silenzio. J-1178 non riuscì a proferire parola: il suo sguardo era sempre più colmo di tristezza, e per questo il globulo rosso ridusse le distanze e le prese la mano, per infonderle coraggio.

«Allora inizio io a dirti cosa mi sta passando per la testa» disse DA4901, stringendole la mano. «Ho qualcosa che mi sta dando parecchio da pensare... credi che questa notte possa succedere qualcosa che metta in pericolo tutti? È vero che ormai siamo abituati a rischiare la vita... però non voglio che spuntino fuori altri casini, non per il momento. Oppure pensi che stia esagerando?»

La ragazza dischiuse le labbra in segno di stupore. Il suo compagno aveva avuto le sue stesse preoccupazioni, e lei fu completamente certa che non le stesse mentendo quando sentì la presa diventare più forte. Nonostante DA4901 di solito fosse molto bravo a nascondere le sue emozioni, da quel contatto J-1178 riuscì a percepire paura e angoscia, timore di tornare a rivivere l’incubo di un tempo e timore di perdere qualcuno a lui molto caro, proprio come era successo in passato.

«Non... non stai affatto esagerando, 01-san.» Lei lo guardò dritto negli occhi e gli prese l’altra mano, stringendola con maggiore forza. «Anch’io... anch'io stavo proprio pensando a ciò... e da una parte spero di sbagliarmi, ma dall’altra...»

«È normale aver paura del futuro, 78-san.» DA4901 avvolse le mani della guerriera nelle sue e le portò sul petto di lei. «Grazie per avermi fatto capire di non essere l'unico a pensare a qualcosa del genere. Detto questo, è vero che stasera c'è un grande traffico nei vasi sanguigni... però finora non mi sembra ancora nulla di così tragico: è per questo che stavo pensando di aver esagerato con i miei timori. Forse... forse, in fondo, possiamo ancora fidarci di questo mondo... forse stiamo sbagliando ad avere questi pensieri apocalittici...»

«Perché siamo ancora vivi?»

L’improvvisa domanda della leucocita fece sfuggire un sorriso al globulo rosso. «Hai detto quell’ancora come se ti aspettassi di morire da un momento all'altro.»

«È la verità, 01-san. Non sai quando moriremo, perciò meglio essere pronti all’eventualità.»

«Preferisco non pensarci, 78-san. Il pensiero della morte... non so, forse mi spaventa. Comunque mi inquieta, ecco.»

Quell’ultima affermazione, detta con un pizzico di amarezza, rattristò anche J-1178. Lei spostò le mani, ormai intrecciate, sul petto di lui e si strinse a DA4901. «Sai che nella migliore delle ipotesi io morirò prima di te» sussurrò la leucocita, dopo aver dato un sospiro. «Tu vivresti abbastanza a lungo per vedere altre versioni di me nascere e crescere, e infine morire: sarò sempre io, ma forse non mi ricorderò mai di te... e se a te spaventa il pensiero della morte, a me spaventa questo pensiero perché, se dovesse accadere una cosa del genere, sarebbe peggio di morire...»

Il globulo rosso lasciò le mani di J-1178 e la cinse in un abbraccio. Quel gesto così soffice le trasmise calore e serenità, al punto che il peso di quegli ultimi pensieri che aveva avuto divenne a poco a poco più leggero.

«Non pensiamoci, 78-san» disse DA4901 con una dolce carezza sulla guancia. «Sono felice che tu sia qui... e sono certo che, finché saremo insieme, andrà tutto bene. Da quando ti sei ripresa la situazione è migliorata di molto, e con te nel pieno delle forze questi vasi sanguigni saranno sempre protetti. Per il resto... ecco, ci penseremo quando arriverà il momento.»

La guerriera gli prese il volto tra le mani e lo guardò nuovamente dritto negli occhi. Poi, il suo sguardo si spostò intorno a loro, scrutando ogni angolo di quel luogo nel quale si trovavano: un atteggiamento che insospettì il globulo rosso.

«Qualcosa non va? C’è... c’è un nemico nei paraggi?» le chiese, timoroso che qualcosa di pericoloso si stesse avvicinando a loro.

E lei, con uno slancio, diede un tenero bacio sulle labbra del suo compagno. «Hai ragione, non dobbiamo pensarci» gli sussurrò, giocherellando con i ciuffi dei capelli di DA4901 che sporgevano dalla visiera nera. «Ti andrebbe di incontrarci nel tuo appartamento a mezzanotte? Voglio festeggiare l'inizio del nuovo anno con te... solo con te.»

«Non mi sembra il caso, sai benissimo che a quell’ora dobbiamo lavorare.» Con un po’ di imbarazzo, il globulo rosso distolse lo sguardo da lei. «Però... però se vuoi possiamo incontrarci da qualche parte. Anch'io ci tengo a essere al tuo fianco in quel momento...»

«Secondo te questo potrebbe essere il posto perfetto per noi due?» chiese la leucocita. «Così stretto e silenzioso... un perfetto posto per “scatenarci”...»

«Così mi metti paura, a dire il vero» rispose DA4901 con un sorriso divertito. «Vuoi che iniziamo l’anno con un omicidio? Ti ricordo che questo è un posto perfetto anche per i batteri.»

J-1178 scoppiò a ridere. «Non sarebbe male avere un piccolo spuntino nel mentre!»

Con un rapido gesto la guerriera accese il walkie-talkie. Con le mani cinse la nuca del suo compagno e i loro volti si avvicinarono di nuovo. «Ora devo andare... grazie ancora di tutto, 01-san. Senza di te non avrei mai recuperato la speranza nel futuro, davvero... e questa notte, quando il sonno intorpidirà i muscoli di questo organismo, la circolazione rallenterà e così avremo un’altra occasione di essere di nuovo soli, voglio che gli unici ricordi che avrò sono quelli felici con te.»

Questa volta fu DA4901 a darle un bacio sulle labbra. «Ti prometto che sarà così. In fondo, è anche grazie a te se sto avendo fiducia di vivere in un mondo migliore. Sono certo che, insieme, riusciremo a superare qualsiasi difficoltà.»

 

 


 

[Angolo di una piccola pinguina nelle vesti di scrittrice.]

Ultima storia in un anno dove ho pubblicato molto su Cells at Work! BLACK, partecipando anche al #Celltober con storie su Cells at Work e i suoi spinoff. Perciò, quale miglior modo per chiudere un anno di scrittura se non allo stesso modo dello scorso anno, cioè con una storia con J-1178 e DA4901 come protagonisti? Eheheh: anche se è da un sacco che non pubblico su J-1178 e DA4901... ciò non significa che l’ossessione per loro è finita! Anzi, in questi ultimi mesi si è intensificata. Aiuto. (⁄ ⁄•⁄ᵕ⁄•⁄ ⁄)

Qui non ho nulla da dire o aggiungere, se non: “due cellule che si amano tanto tanto”, con sottofondo la canzone “Illuminami” di Annalisa - ecco il perché del titolo. Avevo voglia di scrivere una storia adorabile con loro partendo da quella canzone, anche se alla fine il risultato non è stato una song-fic. <3

Nel frattempo, in questi mesi di assenza da EFP è successa una cosa molto bella: è stata aperta la sezione di Cells at Work! Sapete cosa significa, vero? Che - finalmente - anche queste storie sono state raggruppate in un angolo degno di essere chiamato tale. Urrà! Ma bando alle ciance, ora arriva il bello perché ci sarà da sistemare la sezione dei personaggi... e con soli cinque voti per due autrici e un lettore attuali sarà un’impresa inserirli, ma sono certa che prima o poi ci riusciremo. :3

Detto questo, ringrazio tutti voi che avete letto questa storia e tutte le altre che quest'anno ho scritto nel fandom di Cells at Work! BLACK. È stato un anno ricco di soddisfazioni, dove si è rafforzato il legame con alcune persone del fandom, dove chi mi so/supporta da dietro le quinte continua a so/supportarmi (in tutti i sensi, dal comune amore per i personaggi della serie alle mie lamentele personali... grazie <3) e dove ho semplicemente continuato a scrivere.

Come lo scorso anno, auguro a tutti voi un anno ricco di coraggio e determinazione, la stessa che guida le azioni dei protagonisti delle serie di Cells at Work.

Alla prossima!

--- Moriko

 

 

   
 
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