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Autore: Eurus91    01/01/2022    1 recensioni
[…] «Torno a casa…»
«Va bene, ma lascia che…» Jack gli passa i pantaloni scuri che Mac indossava prima che venisse costretto a passare ore nell’infermeria per accertarsi del fatto che stesse bene.
Spoiler. Non stava bene.
E non aveva bisogno che fosse un medico a dirglielo. […]
Genere: Angst, Drammatico, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Fandom: MacGyver 2016
Personaggi: Jack Dalton, Angus MacGyver
Notes: La storia  prende parte all’ Advent Calendar Challenge sul gruppo hurt/comfort- fanfiction & fanarthttps://www.facebook.com/groups/534054389951425/

72. “Non c'è da stupirsi"
 

«Cosa dovrei dire Jack?»

Le sue mani tremano mentre si slaccia  il camice dell’ospedale, lasciando che scivoli lungo il suo corpo fermandosi all’altezza della vita. Le gambe nude penzoloni si muovono irrequiete oltre il bordo del lettino. Si muovono su e giù in un moto ondulatorio che sembra rispecchiare il suo stato d’animo.

«Non lo so, qualsiasi cosa!» 

Sbotta Jack, mentre lascia la sua posizione a braccia conserte per avvicinarsi al letto. Lo sguardo accigliato mentre cerca di non soffermarsi troppo a lungo sugli enormi lividi che si sono formati lungo gli avambracci del ragazzo; cercando di concentrarsi invece sugli aspetti positivi come: averlo di nuovo a casa.

Mac lo ignora in maniera ostinata, mentre recupera la camicia azzurra dalla sedia accanto al letto e se la infila, trattenendo a mala pena un gemito quando la stoffa urta contro la pelle tenera. 

Abbottonarsi la camicia gli richiede un certo sforzo; le sue mani tentennano un po’ mentre lentamente infila ogni bottone nelle asole corrispondente. 

Ora anche la spalla gli fa male, e non è proprio sicuro di voler conoscere la causa di quel dolore.

«Torno a casa…»

Dice, non preoccupandosi di quanto con quella affermazione somigli ad un bambino petulante; con un certo sforzo Mac lascia che i suoi piedi nudi tocchino il pavimento freddo. Non cerca di trattenere il brivido che lo percorre e gli fa drizzare i peli sulla nuca.

«Va bene, ma lascia che…» Jack gli passa i pantaloni scuri che Mac indossava prima che venisse costretto a passare ore nell’infermeria per accertarsi del fatto che stesse bene.

Spoiler. Non stava bene.

E non aveva bisogno che fosse un medico a dirglielo.

Il ragazzo li afferra senza guardare Jack, indossandoli in fretta. Lascia cadere a terra la stoffa a pois fornita dall’ospedale, e con un gesto rapido sistema la camicia azzurra nei pantaloni, saltellando leggermente quando infila il bottone nell’asola e tira su la cerniera.

«Possiamo parlare?»

Ritenta Jack, cercando di non ostacolare il ragazzo mentre si aggira alla ricerca delle sue scarpe. 

Mac sospettava che fossero sparite di proposito, un tentativo per evitare la fuga dall’ospedale.

Come se questo lo avesse mai fermato prima. 

«Le tue scarpe sono in laboratorio» offre Jack, mentre si passa una mano sul viso stanco. Cerca di essere paziente e accondiscendente vista la situazione, ma anche lui ha i nervi tesi. Vibrano costantemente, come un’insegna al neon che avverte l’imbocco di una strada pericolosa.

«Stanno cercando qualche indizio che ci dica dove ti hanno portato o tenevano…»

Mac si blocca nel bel mezzo della stanza, interrompendo bruscamente la sua ricerca. 

Jack può vedere le spalle del ragazzo afflosciarsi, come una marionetta a cui sono stati tagliati i fili. 

Mac annuisce, mentre fa un respiro profondo e si lascia cadere su una delle sedie lasciate per i visitatori nella piccola stanza dell’ospedale della Phoenix. Aveva senso, era quello che avrebbe fatto anche lui. E se solo fosse stato meno stanco avrebbe partecipato volentieri alla rilevazione degli indizi.

Era uno scienziato oltre che un agente segreto dopotutto.

«Hanno controllato anche i vestiti?»

Questa volta è il turno di Jack di annuire, contento che Mac sembri un po’ più sé stesso. L’uomo adocchia una sedia e dopo averla voltata si siede a cavalcioni, poggiando le braccia incrociate sulla spalliera.

«Non hanno trovato nient’altro che le tue impronte, quindi te li hanno restituiti…»

«Questo non ha senso…»

Dice Mac, mentre distrattamente si gratta l’incavo del braccio, guadagnandosi un’occhiataccia da parte di Jack.

«Non c’è da stupirsi che tu sia così teso Mac. Lo sarei anche io se mi avessero rapito e non ricordassi nulla delle ultime ventiquattro ore!»

Mac ride, una risata che rasenta l’isterico, mentre continua a grattarsi la pelle con più forza. Quasi a volersi strappare via il tessuto.

«È questo il problema Jack, non ricordo nulla.»

«Lo so ma…»

Dice, mentre blocca il polso del ragazzo e cerca di allontanarlo dal suo braccio.

I suoi rapitori avevano fatto già abbastanza danni, non c’era bisogno che Mac se ne procurasse altri da solo.

«Non posso stare male per qualcosa che non ricordo!»

L’uomo fa schioccare la lingua sul palato in segno di disapprovazione.

«I medici della Phoenix ti hanno fatto una fottuta iniezione nella pancia perché hai le vene collassate. Quindi no Mac, non stai bene…»

Mac apre la bocca, ma non esce nessun suono. 

«Quelle persone, Mac ti hanno prelevato il sangue 237 volte. Mac, 237 volte…» continua Jack sperando che finalmente Mac si arrenda all’evidenza e decida di tornare a letto, lasciando che i dottori capiscano cosa gli è stato fatto…o sarebbe più giusto dire, in questo caso, non gli è stato fatto.

«E io non ricordo nessuna di quelle cazzo di volte, Jack! Perché volete che lo ricordi a tutti i costi?»

Mac si alza in piedi, portandosi una mano tra i capelli, esasperato.

«Non posso comportarmi come una vittima se non ricordo di esserlo stato. Ora voglio tornare a casa…per favore…»

Jack annuisce, alzandosi in piedi a sua volta. Con una mano sistema la sedia al suo posto. Tira fuori le chiavi della sua GTO dalla tasca e le fa tintinnare davanti al ragazzo.

«Andiamo a casa…»

Jack è ben coscio del fatto che quell’equilibrio precario è destinato a spezzarsi non appena Mac o la squadra capirà perché il suo migliore agente è scomparso per un giorno intero ed è riapparso come se niente fosse. 

Ma di una cosa è sicuro, quando accadrà Jack sarà lì per raccoglierne i pezzi.

   
 
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