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Autore: VixyaUzumaki    02/01/2022    0 recensioni
Il primo Natale in Gran Bretagna per Ryunosuke dovrebbe essere un'occasione speciale per lui, da poter festeggiare in compagnia dei suoi vecchi e nuovi amici... Se non fosse che la ricerca del regalo perfetto per una persona in particolare, può causare non pochi problemi per il nostro avvocato difensore preferito!
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Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Note introduttive: Ormai è divenuta una tradizione per me partecipare al Calendario dell'Avvento di Fanwriter.it, ma da che questa ficdoveva essere pubblicata il 24 dicembre, ho dovuto fare cambio e far slittare l'uscita ad oggi! Doveva essere una cosa breve, niente di troppo complicato, su un romantico scambio di regali... Invece ne è venuto fuori un mostro di 20 pagine, con tanto di digressioni su fatti avvenuti prima di questo episodio e su cui ho intenzioni di ritornarci in futuro! XD
Questa è la fic più lunga che abbia mai scritto e che mi ha fatto sudare parecchio, ma che mi ha anche dato grandi soddisfazioni mentre la scrivevo!

Alcune informazioni di servizio: questa fic è ambientata alla fine di The Geat Ace Attorney 2, quindi contiene alcuni spoiler su quanto accaduto alla fine del gioco.
Nella storia sono presenti anche due personaggi che provengono da uno dei miei film preferiti dello Studio Ghibli, "I sospiri del mio cuore", e anche il nome del negozio è una citazione a un altro film Ghibli, "La ricompensa del gatto".

Detto questo, spero che questa mia fic vi piaccia e che vi faccia un po' sorridere in questo secondo giorno di inizio anno (che tutti speriamo possa finalmente darci un po' di tregua dopo due anni di pandemia! 😢).

Buona lettura! 🤗❤️️

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01 dicembre, ore 08:35; Baker Streets.

«Finalmente! Dicembre è arrivato, non vedevo l’ora di poter tirare fuori le decorazioni!»

Una vocina squillante riecheggiò per tutto il soggiorno dell’abitazione di Baker Street, cogliendo di sorpresa i due ospiti, che in quel momento si stavano accomodando a tavola per fare colazione insieme ai padroni di casa.

«In effetti, Iris, è da quasi una settimana che ti vediamo portare giù dalla soffitta scatoloni pieni di striscioni e altre decorazioni piuttosto particolari. Si tratta forse di qualche ricorrenza che si festeggia qui in Gran Bretagna?»

Quella domanda interruppe il flusso di pensieri della giovane padrona di casa – domanda che proveniva da uno dei due ospiti provenienti dall’Impero del Giappone, il giovane studente di legge e avvocato difensore Ryunosuke Naruhodo.

«Non si tratta di una semplice ricorrenza, Runo. Stiamo parlando di una delle festività più belle che si festeggia qui in Gran Bretagna e anche in altri Paesi europei. Sto parlando del Natale!»

«Hai detto “Natale”? E di cosa si tratta di preciso?»

Mentre Iris stava versando il tè nella sua tazza, una seconda voce femminile di fianco a lui estrasse abilmente dalla manica ampia del suo kimono un’agendina, che sfogliò rapidamente per rispondere alla domanda posta dal giovane avvocato.

«Si tratta di una festività che ha preso piede qui in Gran Bretagna agli inizi dell’800, ma che si è diffusa soprattutto poco tempo dopo l’ascesa al trono della regina Vittoria. Negli anni questa festa ha iniziato a espandersi gradualmente ad ogni classe sociale, grazie anche all’apertura di negozi dedicati alla vendita di articoli a tema e con prezzi accessibili a tutti. Tra i membri appartenenti alle classi più agiate c’è anche l’usanza di realizzare le decorazioni con materiali molto ricercati da appendere nelle loro abitazioni e quella di acquistare grandi alberi da decorare!»

A dare questa spiegazione così dettagliata era stata la sua assistente giudiziaria, Susato Mikotoba, che aveva conosciuto mesi prima durante il suo primo processo in Giappone e che si era rivelata per l’avvocato una cara amica e confidente.

«Bravissima, Susie! Vedo che ti sei informata come si deve sulle feste e le tradizioni inglesi.» rispose Iris con un occhiolino di intesa all’amica.

«Naturalmente! Se si vuole analizzare la cosa più nel dettaglio, è possibile far risalire le origini di questa festività addirittura all’epoca dell’antico Impero Romano, in concomitanza con il periodo di festeggiamento dei Saturnali in onore del dio…»

Una quarta voce si inserì nella conversazione, interrompendo l’atmosfera gradevole che si era instaurata fino a quel momento. A dare un’ulteriore spiegazione a ciò che aveva detto poco fa Susato, era stato nientemeno che l’uomo conosciuto in tutto il mondo come “Il Grande Detective”, il celebre investigatore privato Sherlock Holmes.

«In realtà, si ritiene addirittura che fosse un rito per la celebrazio…»

«Ehi, Shelly, senti come sono buoni questi scones che ho preparato questa mattina, sto sperimentando qualcosa di diverso in vista del Natale!»

Con una rapida azione diversiva, la ragazzina dai capelli rosa pose velocemente in bocca al detective uno di quei deliziosi dolcetti di pasta di brioche, riuscendo anche a far intuire che ci sarebbe stato tempo per spiegazioni più dettagliate in futuro.

I due ospiti avevano imparato a conoscere fin troppo bene gli abitanti del 221 di Baker Street, luogo divenuto famoso per essere l’abitazione del celebre detective Sherlock Holmes e del suo assistente, il Dottor John H. Watson… o meglio, la sua “giovane” assistente, Iris Watson. Era la figlia del suo defunto collega e aveva anche il compito di riportare per iscritto tutte le avventure e indagini risolte dal detective.

Nonostante il loro primo incontro fosse avvenuto in circostanze equivoche, dopo il loro arrivo in Gran Bretagna le loro strade si erano incrociate di nuovo durante le indagini su un caso in cui era rimasto coinvolto un cittadino dell’Impero del Giappone. Alla fine del processo il duo investigativo si era offerto di dare ospitalità alla coppia di amici giapponesi nella loro dimora di Baker Street, fornendo loro uno spazio adeguato dove poter alloggiare e sbrigare le loro attività di avvocatura.

«Comunque, come ha detto prima Susie, il Natale è una festa molto sentita qui in Gran Bretagna e in altri Paesi, sia dell‘Impero che non! Dovreste vedere come sono le strade della città quando si riempiono di luci e decorazioni colorate, con le vetrine dei negozi addobbate per l’occasione e i forni e le pasticcerie che sfornano ogni giorno dolci diversi e deliziosi! Per non parlare dei mercatini dove poter acquistare ogni genere di prodotto e regalo proveniente da ogni dove!»

Mentre descriveva in maniera così minuziosa ed entusiasta l’ambiente della città in periodo natalizio, si potevano vedere gli occhi della ragazzina brillare letteralmente di gioia all’idea di poter rivedere la città avvolta dalla magia del Natale.

Con aria un po’ imbarazzata e cercando di non rovinare i sogni a occhi aperti di Iris, Ryunosuke provò ad inserirsi nel discorso, cercando di capire qualcosa di più su questa festa: «Ehm… e così, dicevi, che oltre a decorare le vie della città e abitazioni, c’è anche l’usanza di mettere in casa un albero da addobbare?»

«Oh sì! In realtà questa è un’usanza del Paese natale del consorte della regina. Lui è di origine tedesca e a quanto pare in Germania si usa prendere un albero e metterlo dentro casa, per addobbarlo con tante decorazioni colorate!»

La colazione stava procedendo tranquillamente, con Iris che continuava a spiegare loro come si svolgevano i vari preparativi per i festeggiamenti.

«Ma se c’è una cosa che non può mai mancare per Natale, sono i regali!»

«Regali? Tipo quelli che si ricevono o si fanno per un compleanno o un anniversario?» chiese il giovane avvocato.

«Più o meno. Vedete, l’uso di scambiarsi i regali a Natale è anche un modo per far sapere alle persone a noi care quanto teniamo a loro grazie a un pensiero, magari comprando loro qualcosa che desiderano da sempre o realizzando qualcosa fatto in casa. Ad ogni modo, non c’è modo migliore di esprimere ciò che sentiamo verso amici, parenti e persone a noi care che donandogli un regalo fatto col cuore!»

Quest’ultima parte del discorso colpì particolarmente Ryunosuke, che si trovò a pensare a tutti coloro con cui aveva stretto amicizia durante il suo soggiorno di studi a Londra. C’era un nome in particolare in quel momento che prevaleva su tutti e che occupava i suoi pensieri, un nome che aveva anche un volto ben conosciuto ed era quello del procuratore inglese Lord Barok Van Zieks.

Nel suo primo giorno come avvocato difensore si era scontrato in aula con colui che era soprannominato “Il Mietitore del Bailey”. Si diceva infatti che chiunque finisse in un processo dove l’accusa era rappresentata da Lord Van Zieks, avrebbe perso la vita anche se fosse stato scagionato. Quell’uomo aveva abbandonato le aule di tribunale per cinque anni, fino a poco prima dell’arrivo di Ryunosuke e Susato in Gran Bretagna. Alla fine di quel primo processo, si era persino verificato uno spiacevole incidente nell’aula di tribunale, dove era stato appiccato un incendio in cui era morto il cliente difeso da Ryunosuke, davanti gli occhi del giudice e di Lord Van Zieks.

Con il passare dei mesi, il procuratore sembrava aver cambiato opinione in meglio nei suoi confronti. Era un’impressione che non aveva abbandonato neanche per un momento il giovane avvocato giapponese e di cui si era accorto durante quelle rare occasioni in cui lo aveva incontrato fuori dall’aula di tribunale.

Come quella volta ad aprile, mentre si trovava alla London Library a svolgere delle ricerche su alcuni vecchi casi che stava studiando. Allora aveva avuto modo di incontrato il procuratore in una veste del tutto diversa da quella che aveva in tribunale. Spogliato della sua aura minacciosa, come poteva apparire normalmente agli occhi di tutti, Lord van Zieks aveva chiesto al suo “istruito amico” cosa lo avesse portato alla biblioteca. Cercando di non farsi prendere dal panico, Ryunosuke era riuscito a formulare una frase di senso compiuto, spiegando che si trovava lì per documentarsi su alcuni vecchi casi.

Senza accorgersene Lord Van Zieks gli aveva suggerito quali testi adoperare per approfondire meglio gli argomenti in esame, finendo col trascorrere insieme a lui il resto del pomeriggio per studiare e visionare vecchi casi. Quando era ormai passata l’ora di chiusura, Ryunosuke si era scusato con lui per aver approfittato del suo tempo e aveva detto che avrebbe proseguito gli studi una volta tornato a Baker Street. Ma prima che potesse ringraziarlo ancora una volta per il suo aiuto, Lord Van Zieks aveva concluso che “non era il caso di rientrare a un’ora così tarda e da solo ai propri alloggi” e senza aspettare una sua contro risposta, gli aveva detto che lo avrebbe riaccompagnato.

Il giovane avvocato giapponese si ritrovò così, senza sapere come e perché, sulla carrozza privata di Lord Van Zieks, cercando di riordinare le idee e capire come si fosse giunti a questa strana conclusione. Da una parte non metteva in dubbio le parole del procuratore inglese: nonostante dalla biblioteca a St James’s fino a Baker Street il tragitto fosse breve, camminare per le strade di Londra dopo una certa ora e da soli era del tutto sconsigliato. Ma dall’altra cercava ancora di capire come questo avesse portato a venire scortato niente meno che dal Mietitore del Bailey.

L’atmosfera nella carrozza era piuttosto pesante. Rimasero entrambi in silenzio per la maggior parte del tempo, poi Ryunosuke cercò di allentare la tensione, chiedendo come andassero i processi al tribunale penale Old Bailey. Lord Van Zieks fu piuttosto telegrafico nelle risposte, facendo calare di nuovo il silenzio nella cabina.

Una volta giunti a Baker Street, Ryunosuke scese dalla carrozza e con un profondo inchino ringraziò di nuovo Lord Van Zieks per il suo aiuto e il passaggio. Prima che la porta della carrozza si rischiudesse, il procuratore gli diede un ultimo consiglio su come approfondire al meglio i suoi studi sul sistema legale inglese, per poi congedarsi e fare ritorno alla sua abitazione nella zona di Whitehall.

Era stato un pomeriggio molto strano, ma al tempo stesso si era reso conto di essersi trovato bene in compagnia di Lord Van Zieks. Fuori dal contesto dell’aula di tribunale aveva persino scoperto qualche nuovo aspetto del procuratore. Ci furono altri episodi simili nelle settimane successive, mentre i loro incontri alla London Library diventavano una sorta di appuntamento fisso.

Mentre era ancora immerso in quel ricordo, una mano decisa lo riscosse dal torpore in cui era caduto. Riprendendosi si rese conto di aver ben tre paia di occhi che lo fissavano con un misto di preoccupazione e curiosità per il silenzio in cui si era chiuso all’improvviso durante la conversazione.

«Signor Naruhodo si sente bene? Si è isolato nel mezzo della conversazione.»

«Temevamo che ti fossi sentito male all’improvviso, Runo!»

Le voci preoccupate di Susato e Iris lo riscossero dai suoi pensieri e rispose subito loro per non farle preoccupare.

«Oh, v-vi chiedo scusa! È che sulla parte dei regali ho cominciato a chiedermi che tipo di doni potrei fare a voi e agli amici conosciuti qui a Londra e senza accorgermene ho perso il filo del discorso, vi chiedo scusa!» rispose alla fine un po’ imbarazzato per la preoccupazione causata agli amici.

«Allora la prossima volta non ha che da chiedere, così non finirà col farci pensare che sta male perché magari possa aver bevuto per errore qualche intruglio preparato dal signor Sherlock!» rispose in maniera energica Susato.

«Se vuoi, più tardi posso aiutarti ad abbozzare una lista delle persone a cui hai pensato di fare i regali e darti una mano nel caso tu non abbia ben chiaro quale tipo di regali fare!» rispose Iris con molto entusiasmo e gli occhi che le brillavano.

«Vi ringrazio entrambe. Magari dopo colazione possiamo cominciare ad appendere le decorazioni e pensare alle cose da fare. In più questo sarà il primo Natale che io e la signorina Susato passeremo qui a Londra, sarà divertente!»

La risposta di Ryunosuke portò Iris ancor più su di giri all’idea che quell’anno si sarebbe festeggiato un Natale davvero speciale a Baker Street.

«Magari preparando gli addobbi mi verrà in mente anche quali regali fare.»

Il momento di giubilo venne però momentaneamente interrotto dall’intervento da parte del detective Holmes, che disse: «Di sicuro, conoscendo i gusti di Miss Susato e di Mr. Asogi, non si ritroverà ad avere problemi su quali regali fare, così come per noi padroni di casa di Baker Street. E voglio anche azzardare che non ci saranno problemi nel pensare a quali regali donare ai suoi nuovi amici qui a Londra. Mi permetterei però di sottolineare come potrebbe apparire estremamente difficile trovare un regalo per una persona in particolare: è alto circa un metro e novantadue, due occhi blu e freddi come il ghiaccio e ha una vistosa cicatri…»

«Lo sa, Iris ha proprio ragione! Questi scones sono davvero deliziosi, ne provi qualcun altro!»

Con un tono di voce piuttosto alto, Ryunosuke cercò di zittire il detective, prima che terminasse l’identikit di Lord Van Zieks. Non voleva sorbirsi chissà quali ridicoli suggerimenti per i regali da fargli.

Anche se era riuscito a scampare alle grinfie di Sherlock, quando si voltò alla sua destra e vide le due amiche fissarlo con fare furbesco, capì che il resto della giornata sarebbe stato monopolizzato soprattutto dalle domande che gli avrebbero posto su di lui e la sua lunga “collaborazione extra-lavorativa” con il Mietitore del Bailey.

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21 dicembre, ore 15:04; Lungofiume Tamigi.

I giorni successivi furono un destreggiarsi tra le richieste che arrivavano da parte dei clienti per il suo studio legale temporaneo a Baker Street e la ricerca dei regali di Natale. Ricordando quanto detto dal signor Holmes in quella mattina di inizio mese, la ricerca dei regali si rivelò piuttosto semplice.

Per la signorina Susato, visto il suo interesse per i libri ricercati e in particolare quelli che trattavano come argomento la materia giuridica, era riuscito a trovare una raccolta di volumi dedicata alla storia e alle leggi del sistema giuridico britannico dalle loro origini a oggi, in un negozio a Piccadilly piuttosto rinomato, che vendeva anche libri di seconda mano. Per Iris, invece, aveva scovato un negozio a Covent Garden specializzato nella vendita di tè provenienti dall’Asia, acquistando diverse miscele di erbe da provare e sperimentare, e le aveva preso anche un raffinato servizio da tè giapponese, decorato dai motivi di fiori di ciliegio e i bordi dorati.

Per Sherlock, invece, aveva quasi pensato di regalargli un lavoro a vita nel museo delle cere di Madame Tusspells, forse sgobbare come statua di cera vivente gli avrebbe fatto abbassare un po’ la cresta e smettere di prenderlo così spesso in giro. In un primo momento Iris e la signorina Susato avevano concordato con la sua idea ma poi avevano dovuto scartare tale proposito, quando Susato aveva fatto loro presente che, conoscendo il detective, avrebbe finito col trovare nuovi casi anche lavorando come statua e che sarebbe toccato a loro rimediare ai problemi che avrebbe causato alla proprietaria del museo di statue di cera.

Alla fine, durante la ricerca per il regalo perfetto per il “Grande Detective”, erano incappati in un banco dei pegni a Fleet Street che raccoglieva oggetti provenienti da ogni dove. Tra questi avevano trovato un narghilè dall’aspetto molto particolare: la base era in vetro rosso, decorata da un rilievo che rappresentava il profilo della Basilica di Santa Sofia, mentre la parte superiore di metallo era in bronzo dorato con delle leggere venature di color rame, sormontata alla sommità da un piccolo braciere rosso con delle venature bianche, che ricordavano un po’ il colore dell’onice rossa.

Il proprietario del banco dei pegni disse loro che era rimasto lì da quando il suo precedente proprietario lo aveva lasciato. Gli aveva raccontato che sarebbe tornato a riscattarlo un paio di giorni dopo, poiché era la ricompensa per un grosso affare andato a buon fine, ma non poteva tenerlo con sé in albergo per timore che qualcuno avrebbe potuto rubarglielo. Due giorni dopo il suddetto tizio era stato ritrovato freddato in un vicolo nei pressi di Whitechapel e da allora il narghilè era rimasto dimenticato nel suo negozio. Sentito quel resoconto, il gruppo di amici decise di riferire una storia diversa a Sherlock, nel caso avesse voluto sapere qualcosa. Conoscendolo, sarebbe stato capace di inventarsi davanti ai visitatori che magari era appartenuto al figlio della cugina della zia dell’attuale sultano di Costantinopoli.

Le giornate erano proseguite con questo ritmo frenetico, anche quando si era trattato di trovare il regalo per l’ispettrice Gina Lestrade. Il primo incontro con Gina era stato un po’ burrascoso, si erano conosciuti nel corso del suo primo processo e lei aveva testimoniato a favore dell’accusato difeso dall’avvocato giapponese. Le loro strade si erano poi incrociate di nuovo un paio di mesi dopo, quando era stata lei a ritrovarsi al banco degli imputati con l’accusa di omicidio, a causa anche della sua attività di borseggiatrice. Dopo la risoluzione del caso e il verdetto di non colpevolezza, le cose erano cambiate in meglio e lei si era ritrovata a lavorare come apprendista del precedente ispettore di Scotland Yard.

Ryunosuke aveva pensato di puntare a qualcosa di classico, come un orologio da taschino o magari un profumo dal particolare aroma, ma si era reso conto che non era proprio il genere di cose che avrebbe usato Gina normalmente. Poi, ricordando di come fosse rimasta affascinata dal set di grimaldelli che Sherlock aveva usato durante un’effrazione straordinaria per un caso su cui stavano lavorando, aveva provato a chiedere consiglio al detective su dove potersene procurare uno… in maniera legale.

Si era persino ricordato di prendere qualcosa per il cagnolino di lei, Toby, un randagio trovato tempo prima da Gina che si era rivelato fondamentale in alcune occasioni durante le indagini. Aveva acquistato una grossa cesta di vimini da usare come cuccia al commissariato, così che avesse uno spazio tutto suo dove riposarsi quando non era in servizio con la sua padrona, e un grosso osso fatto di spago spesso con cui giocare.

Ovviamente non poteva mancare tra i regali presi quello per il suo migliore amico, che lo aveva spronato a diventare avvocato, Kazuma Asogi. Si erano conosciuti all’inizio dell’università e avevano stretto subito amicizia. Poi quando alla fine dell’anno precedente Ryunosuke era stato accusato di un omicidio che non aveva commesso, Kazuma gli era rimasto accanto e lo aveva consigliato durante il processo. Dopo quell’episodio Kazuma si era complimentato con lui per l’ottimo lavoro svolto e, preso dall’entusiasmo del momento, gli aveva proposto di passare dal corso di studi di Lingue a quello di Legge e di recarsi in Gran Bretagna con lui per un periodo di studi.

Certo, le cose non erano andate come previste. Nel corso del viaggio in nave si erano susseguiti una serie di eventi che avevano finito col separarli per quasi un anno, durante il quale Ryunosuke credeva di aver perso per sempre il suo migliore amico. Il destino aveva poi provveduto a farli rincontrare, alla fine del processo dell’amico ed ex-compagno di università di Lord Van Zieks.

Dopo il suo ritorno, avevano avuto modo di recuperare un po’ del tempo perduto e di parlare anche dei loro progetti futuri, tra cui quello che riguardava la carriera da avvocato. Ripensando all’interesse che Kazuma aveva sempre nutrito nei confronti della cultura e della tecnologia occidentale, Ryunosuke aveva deciso di puntare su qualcosa che sarebbe potuto tornare utile al suo migliore amico e la scelta era ricaduta su un set di penne stilografiche trovato in un negozio rinomato dalle parti di Covent Garden.

Pensava di poter tirare un sospiro di sollievo ora che tutti i regali erano stati fatti. Eppure uno solo ancora mancava ancora all’appello ed era quello che lo preoccupava più di tutti: il regalo per Barok van Zieks.

Fin dall’inizio della ricerca dei regali, il giovane avvocato giapponese sapeva che non sarebbe stato semplice trovare qualcosa da regalare al procuratore inglese. Aveva provato a rimandare il più possibile, nella speranza che prima o poi gli sarebbe venuto in mente qualcosa, ma era arrivato al 21 di dicembre senza aver avuto nemmeno un briciolo di idea su quale regalo fare a Lord van Zieks.

Si ritrovava così ora a camminare dalle parti del Big Bang a riflettere su come uscire fuori da questa situazione piuttosto complicata; complicata come lo era stata a un certo punto anche il suo rapporto con Lord Van Zieks, ma più che essere un’amicizia… era diventato qualcosa di simile a una relazione sentimentale.

Tutto era cambiato una sera di settembre, durante uno dei loro “appuntamenti di studio” presso la London Library. Avevano finito col terminare più tardi del solito per via di un caso piuttosto complicato che stavano studiando e, come da programma, Lord van Zieks si era offerto di riaccompagnare il suo “istruito amico” a casa.

Usciti dalla biblioteca, notarono che il marciapiede era piuttosto scivoloso, segno che aveva smesso di piovere da poco. Cercando di evitare una pozzanghera troppo grande, Ryunosuke finì col mettere male un piede e scivolare, col rischio di avere un incontro ravvicinato con il marciapiede e trascorrere la serata al pronto soccorso per controllare che non si fosse fatto troppo male. Soprattutto avrebbe fatto una figuraccia di fronte a Lord van Zieks.

Ryunosuke si era ormai arreso all’idea che quella giornata si sarebbe conclusa in modo pessimo, ma era accaduto qualcosa di inaspettato. Mentre aveva ancora gli occhi chiusi, avvertì un movimento fulmineo da parte di qualcuno alle sue spalle, che aveva impedito la caduta. Quando riaprì lentamente gli occhi, si accorse di essere ancora in piedi e tutto intero. Voltando lentamente il capo, lo stupore lo colse di sorpresa.

A reggerlo in piedi contro di sé era Lord van Zieks, che non riuscendo ad avvisarlo poco prima che scivolasse, si era mosso rapidamente verso di lui. Lo aveva afferrato per un braccio e se lo era portato contro il petto. Ryunosuke poteva giurare di aver visto, anche se per poco, dipingersi sul volto del procuratore inglese un’espressione di spavento per la sua quasi caduta, ma in quel momento tutto ciò che sentiva era il battito del suo cuore accelerare e le punte delle orecchie andare a fuoco per la situazione in cui si ritrovavano.

Il giovane avvocato giapponese imputava quella reazione alla paura presa per quella quasi caduta, ma se era così allora perché non riusciva a distogliere lo sguardo da quello del procuratore? Quegli occhi che gli avevano sempre trasmesso un senso di freddo e odio, quando si scontravano in tribunale, in quel momento trasmettevano solo preoccupazione per lui, aspettando di ricevere una risposta che li rassicurasse che lui stava bene.

La conferma arrivò quando si sentì domandare: «Stai bene? Non ti sei fatto male?». Aveva avvertito una punta di preoccupazione nella voce del procuratore. In più si era rivolto a lui senza dargli del lei ma usando un registro più diretto. Recuperando un po’ di compostezza, Ryunosuke si rimise in piedi e lo tranquillizzò, rispondendo un po’ impacciato: «S-si, s-sto bene… M-mi dispiace di averla spaventata, anche l-la signorina Susato mi-mi ripete sempre di fare attenzione quando cammino, eh eh… Che imbranato che sono!». Quell’ultima affermazione la disse tra sé e sé in mente, conscio di quello che era appena successo e della pessima figura fatta davanti al procuratore van Zieks.

Si aspettava da un momento all’altro di venire rimproverato per una svista così banale, invece il procuratore aveva continuato a tenere lo sguardo fisso su di lui, come per accertarsi che in effetti stesse bene, e lo aveva lasciato andare solo una volta assicuratosi che fosse tutto intero.

«Non è affatto un imbranato. Il tempo qui a Londra cambia rapidamente durante l’autunno e l’inverno e quindi anche camminare per strada diventa difficile.»

Più di una volta al giovane avvocato giapponese era capitato di ritrovarsi nella situazione di pensare qualcosa che veniva smentita subito dopo, facendolo sentire un po’ a disagio. In quel momento, però, sentire Lord van Zieks pronunciare quella frase gli procurò un leggero sollievo. Non riusciva a spiegarsi quello strano senso di felicità che lo pervadeva in quel momento.

Una volta saliti in carrozza, calò il silenzio su di loro. Questa volta però si poteva avvertire un’atmosfera piuttosto tesa, come se da un momento all’altro potesse succedere qualcosa in grado di ribaltare tutte le convinzioni che avevano avuto l’uno nei confronti dell’altro fino a quel momento, convinzioni che avevano cominciato a traballare con l’episodio avvenuto fuori dalla biblioteca.

Quando arrivarono a Baker Street, nessuno dei due aveva ancora aperto bocca su quanto accaduto. Sembrava che non fosse successo niente e quell’indifferenza provocò una fastidiosa stretta allo stomaco di Ryunosuke. Stava per aprire lo sportello della carrozza e ringraziare per il passaggio, quando accadde un evento inaspettato.

Come davanti alla biblioteca, il giovane avvocato giapponese si sentì tirare per il braccio, ma senza avere modo di capire cosa stava accadendo, si ritrovò a ricevere un bacio da parte di Lord van Zieks! Non un bacio sulla guancia, che si scambia quando ci si saluta tra amici, ma uno dato a fior di labbra, come quelli che ci si scambia tra innamorati a un primo appuntamento.

Il giapponese era come pietrificato da quello che era successo, tanto da avere ancora gli occhi spalancati per la sorpresa. Quando Lord van Zieks si staccò da lui dopo quel bacio, Ryunosuke ricadde all’indietro sul sedile del passeggero, portandosi la mano sinistra alle labbra, come per carcare di percepire ancora qualcosa di quel bacio.

Il procuratore provò a giustificarsi per quel suo gesto improvviso: «Le chiedo scusa, non so come ho potuto perdere il mio autocontrollo.»

Non dica così!

«Forse deve essere a causa dello spavento preso quando stava cadendo e un po’ per la stanchezza di fine giornata…»

Non ha bisogno di giustificarsi!

«Anche per quello che è successo… afferrarla in quel modo così brusco! Di sicuro le avrò procurato solo un enorme fastidio…»

Non è stato affatto un problema!

Nella mente di Ryunosuke adesso regnava il caos totale. Stava ascoltando delle giustificazioni che non avevano né capo né coda: voleva provare a rispondere che non era affatto così, ma la sua bocca si rifiutava di emettere un qualsiasi suono.

«Dopo quest’ultimo gesto, forse sarebbe il caso di smettere di vederci per qualch…»

«Lei non mi ha causato nessun fastidio!»

Le parole uscirono dalla bocca di Ryunosuke prima ancora che le avesse pensate, lasciando Lord van Zieks stupito della sua reazione.

Credeva di averlo turbato con quel suo ultimo gesto avventato, che avesse potuto pensare male di lui, quasi provare disgusto nei suoi confronti, invece l’ultima frase pronunciata dall’avvocato giapponese lo lasciò profondamente colpito.

Continuando a tenere i pugni stretti sulle ginocchia e cercando di recuperare un po’ di coraggio, Ryunosuke alzò il viso che in quel momento, poteva essere sicuro, doveva essere rosso per l’imbarazzo, ma la sua determinazione aveva preso il sopravvento su questo sentimento e, guardando negli occhi il procuratore inglese, gli disse: «L-lei non mi ha causato n-nessun fa-fastidio, né f-fuori dalla biblioteca, n-né ora q-quando mi-mi ha b-ba… ba-baciato!»

Lord van Zieks era estremamente impressionato dal coraggio e la determinazione che stava mostrando l’avvocato giapponese, così lo lasciò parlare e ascoltò quanto aveva da dirgli.

Dopo aver fatto un respiro profondo, Ryunosuke riprese il discorso.

«Da quando sono arrivato qui in Gran Bretagna ho avuto modo di imparare e apprezzare tante cose del vostro Paese, anche i nostri “appuntamenti di studio”, in cui lei non ha perso occasione di mostrarmi quali lacune avevo ancora da colmare» disse con un sorriso nostalgico sulle labbra.

«Ma, devo confessarle che negli ultimi mesi ho cominciato a sentirmi diverso durante i nostri incontri. Non parlo di provare fastidio in sua compagnia, anzi, è il contrario. Ogni giorno, non vedevo l’ora che arrivasse il momento del nostro appuntamento per rivederla e quando finiva la giornata e lei mi riaccompagnava a casa, non vedevo l’ora che arrivasse il giorno dopo per rivederci. Io non so ancora dare un nome a tutto questo… forse in realtà già ce lo ha, un nome, ma al momento non riesco a chiamarlo per quello che effettivamente è. Ho paura che tutto questo possa finire. Perché… perché l’idea che non possa più rivederla, Lord van Zieks, mi spaventa più di qualsiasi cosa al mondo!»

Ryunosuke pronunciò quest’ultima frase abbassando leggermente la testa e chiudendo forte gli occhi, mentre cercava di ricacciare indietro quella sensazione di tristezza che lo opprimeva al centro del petto.

Dopo aver fatto un altro respiro profondo e passando con un gesto rapido il braccio destro sugli occhi per eliminare qualsiasi traccia di lacrima che gli fosse sfuggita dagli occhi, li riaprì e disse: «Quando oggi fuori dalla biblioteca lei mi ha stretto a sé perché non cadessi e prima, quando lei… mi ha… mi ha baciato, io… io mi sono sentito felice! Felice pensando che forse anche lei, provava un po’ di quello che sento anch’io per lei.»

Si interruppe momentaneamente per guardare in faccia il procuratore inglese e capire se le sue parole lo infastidivano o poteva continuare il suo discorso. Non ricevendo nessuna risposta contraria, il giovane avvocato giapponese concluse il suo lungo discorso.

«So che mi ha detto che in passato è stato tradito da un giapponese, qualcuno di cui si è fidato ciecamente e ho provato un senso di rabbia e tristezza la prima volta che lo ha detto. Ma dal giorno del processo a Gina, da quando mi ha detto che era tornato in aula per vedere di cosa ero capace e che un giorno mi avrebbe raccontato tutto su questo suo amico, ho sentito accendersi in me un barlume di speranza. Ho sperato che saremmo potuti diventare amici e non solo avversari in tribunale.»

E guardando negli occhi Lord van Zieks aggiunse: «Come lei mi ha detto di avere pazienza a proposito della storia del suo amico, ora sono io a chiederle di avere pazienza e aspettare la mia risposta. Ma fino ad allora voglio poter continuare a vederla.»

Con le braccia conserte e gli occhi chiusi, il procuratore inglese sembrava stesse ponderando approfonditamente sul discorso appena sentito. E quando riaprì gli occhi e lesse in quelli di Ryunosuke la stessa determinazione che intravedeva ogni volta che si scontravano in tribunale, un accenno di sorriso comparve sul suo volto, seguito poi dalla sua risposta.

«Noto con piacere che non mi ero affatto sbagliato sul suo conto. Molto bene, attenderò pazientemente la sua risposta. Fino ad allora…» e mentre parlava, avvicinò lentamente il suo volto a quello dell’avvocato giapponese e lo baciò di nuovo, questa volta con un po’ più di sicurezza.

Quel secondo bacio colse di nuovo di sorpresa Ryunosuke all’inizio, ma lui decise di lasciarsi andare alle sensazioni che stava provando in quel momento senza troppo pensarci. Dopo quello che era sembrato essere un’eternità, i due amanti si separarono e solo allora si aprì finalmente la porta della carrozza, permettendo all’avvocato di scendere. Si voltò per augurare la buona notte a Lord van Zieks, che a sua volta si congedò salutandolo con un: «Al prossimo appuntamento di studi.»

Il ricordo di quel loro primo bacio era ancora vivido nella sua mente e Ryunosuke non poteva fare a meno di arrossire ogni volta che ci ripensava.

Ma questo non risolveva il problema del regalo. Sapeva che Lord van Zieks proveniva da una delle famiglie più prestigiose dell’impero britannico, che nutriva una vera “venerazione” per la propria collezione di vini pregiati e che poteva avere tutto ciò che gli serviva con uno schiocco di dita. Cosa poteva offrirgli lui, invece, visto che ciò che guadagnava era giusto sufficiente a pagare le spese di affitto dell’appartamento a Baker Street? Quel poco che gli restava veniva a stento messo da parte per i momenti di emergenza!

Certo, magari avrebbe potuto attingere da quella riserva per provare a prendere qualcosa di molto particolare e che potesse piacergli, ma se poi il suo regalo gli fosse risultato sgradito? In realtà sapeva che non avrebbe rifiutato un regalo da parte sua, ma la cosa stava cominciando a sfuggirgli di mano!

Continuò ad arrovellarsi sul quel pensiero testardamente e nel farlo si portò le mani alla testa, sfregandole velocemente per farsi venire un’idea per quel maledetto regalo, ma finì con l’esclamare qualche imprecazione nella sua lingua madre.

Ad un tratto sentì le voci dei passanti di sfuggita che parlavano di lui e si ricordò che si trovava sul ponte nei pressi del Big Bang a Westminster. La gente avrebbe potuto prenderlo per un pazzo psicopatico, se non si fosse dato una calmata.

Fece un respiro profondo e gettò un’occhiata al panorama del Tamigi che attraversava la città. Mentre cercava di capire come sbrogliare quel problema, sentì una voce alle sue spalle chiamarlo.

«Mi scusi? Può aiutarmi? Mi sono fermato per sistemare una cosa sul mio carro, ma ora dovrei rimettere quel grosso baule lì sopra. Potrebbe darmi una mano?»

Un signore piuttosto avanti negli anni aveva chiesto al ragazzo di aiutarlo a risolvere questo suo piccolo imprevisto e Ryunosuke non se lo fece ripetere due volte. Era sempre stato disponibile nell’aiutare chi era in difficoltà.

«Ma certo, nessun problema! Adesso l’aiuto a sistemarlo!».

Si avvicinò al carro parcheggiato di fianco alla strada e, sollevando insieme all’anziano signore il pesante baule, riuscì a sistemarlo di nuovo sul carro.

«Ecco fatto, adesso non dovrebbero esserci problemi».

«Oh, la ringrazio! Mi è stato di grande aiuto… Oh. Ma, aspetti, ma lei non è per caso…».

Il vecchio si fermò a osservare per un momento il volto del ragazzo con un’espressione piuttosto concentrata e all’improvvisò nella sua mente scattò qualcosa.

«Ma certo! Lei è quel giovane avvocato giapponese che ho visto insieme al detective Holmes, quando avevano quasi compiuto quel furto nel mio negozio di antiquariato!»

Quando sentì nominare un vecchio negozio di antiquariato, all’improvviso sul viso di Ryunosuke comparve un’espressione di sorpresa e si ricordò di aver già incontrato quell’anziano signore.

«Ora ricordo! Lei è il signor Shirō Nishi, del negozio di antiquariato “La ricompensa del gatto”!»

Il loro incontro era avvenuto durante il periodo in cui la signorina Susato era ritornata in Giappone per un problema di famiglia – da quanto aveva raccontato sembrava che il padre versasse in gravi condizioni.

Durante quei mesi, oltre agli appuntamenti di studio con Lord van Zieks, non potendo esercitare il suo lavoro di avvocato, aveva anche assistito qualche volta Holmes e Iris in alcuni casi non troppo pericolosi, tra cui anche ritrovamenti di cani o gatti scomparsi.

Uno di quei casi li portò a conoscere il signor Shirō Nishi, anche lui proveniente dall’Impero del Giappone. Abitava da diversi anni a Londra con sua moglie, una donna inglese di nome Luise Campbell, che aveva vissuto con la famiglia in Germania.

L’anziano signore li contattò quando si rese conto che da diverso tempo c’era qualcuno che continuava a fermarsi davanti alla vetrina del suo negozio a Portobello Road. Pensava si trattasse di qualche cliente incuriosito dalla sua merce e una volta aveva provato ad approcciarlo per chiedergli se fosse interessato ad acquistare qualcosa. Appena gli aveva rivolto la parola, lo strano individuo era scappato via a gambe levate, come se fosse stato un bambino appena beccato con le mani nel barattolo dei biscotti.

Alla fine l‘indagine si rivelò piuttosto breve e riuscirono ad acciuffare il sospettato. Aveva puntato una coppia di statue molto pregiate esposte all’interno del suddetto negozio, che voleva provare a rivendere.

«È un piacere rivederla, ma come mai si trova da queste parti? È successo di nuovo qualcosa al suo negozio?»

«Oh no, al contrario. Dopo il vostro aiuto, nessuno è più venuto a darmi fastidio e gli affari vanno molto bene. Sono venuto da queste parti, perché un mio conoscente aveva un vecchio baule pieno di cose che non gli servivano più e mi ha chiesto se volessi acquistarle. Però poco fa mi sono dovuto fermare, perché avevo sentito un rumore provenire dal retro del carro. Ho voluto controllare e nel farlo ho dovuto mettere giù il baule, per verificare che fosse tutto a posto. Quando ho provato a rimetterlo sul carro, mi sono reso conto che era troppo pesante. Fortunatamente ho incontrato lei al momento giusto».

«Si figuri, è stato un piacere aiutarla. Almeno così ho potuto concentrarmi su altro per un momento».

«In effetti mi sembra un po’ preoccupato. È forse successo qualcosa di spiacevole, se posso permettermi di chiederglielo?».

«Nulla di grave. Il fatto è che questo sarà il primo Natale che passerò qui a Londra come studente in visita e quindi nei giorni scorsi ho cercato regali da fare a tutti quelli che ho conosciuto qui… Solo che…»

«…Solo che si è trovato nella difficile situazione di non sapere cosa regalare a una persona molto importante per lei, dico bene?» rispose con un sorriso sulle labbra, ricoperte da una folta barba bianca.

«E… E lei come ha fatto a capirlo?!»

«Eh eh. Anche a me in passato è capitato di ritrovarmi in situazioni del genere. Ma poi mi bastava fermarmi a riflettere da qualche parte, andare in qualche posto tranquillo, e alla fine riuscire a trovare la soluzione. Direi che anche lei si trova in questa situazione, ho ragione?» chiese gentilmente l’anziano signore.

«Si, è così. C’è una persona molto importante per me e l’idea di dargli un regalo per Natale mi ha reso molto felice da una parte… Ma d’altra ho paura che magari possa non accettare o che… o che possa aver cambiato idea su di noi… In realtà mi fido molto di questa persona, ma certe volte…»

«…Quando proviamo sentimenti così forti verso qualcuno a cui teniamo, questi ci rendono felici e ci spaventano al tempo stesso. L’amore tra due persone non è mai qualcosa di semplice. Ci vuole tempo perché questo sbocci e maturi. A volte le cose possono andare nel verso sbagliato, altre invece ci si rende conto che magari quella non era la persona giusta per noi. Mentre ad altre persone a volte basta davvero poco per capire fin da subito che quella è la persona giusta per loro, quella con cui vorrebbero instaurare un rapporto duraturo per condividere giorno per giorno sia i lati positivi che quelli negativi di quell’amore. Se provi queste sensazioni, allora sono sicuro che anche la persona che ami si senta come te in questo momento. E se vi aprirete l’un l’altro sui vostri timori e paure, avrete fatto un altro passo avanti perché il vostro amore possa durare nel tempo e anche oltre».

Durante tutto il discorso del signor Nishi, Ryunosuke era rimasto in religioso silenzio ad ascoltare le sue parole, che gli avevano fatto tornare alla mente tutte le difficoltà che lui e Barok avevano attraversato fino a poche settimane prima. Si, non Lord Van Zieks, non “Il Mietitore del Bailey”, ma Barok, l’uomo di cui era innamorato e che ricambiava i suoi sentimenti.

Con sguardo deciso, si colpì entrambe le guance con le mani, come era solito fare anche in tribunale quando era a un punto di svolta del processo e, rivolgendosi al signor Nishi, gli chiese: «So che è una richiesta improvvisa, ma potrei venire con lei al suo negozio? Forse lì potrei trovare la soluzione ai miei problemi!».

L’anziano negoziante lo osservò dapprima sbigottito per quel suo gesto improvviso ma poi la sua espressione cambiò in un sorriso gentile alla sua richiesta: «Ma certamente, sarà un piacere per me aiutarla in questa impresa».

~°~°~°~°~°~

21 dicembre, ore 15:35; Portobello Road.

Ci volle all’incirca mezz’ora per attraversare la città, ma alla fine riuscirono ad arrivare a Portobello Road. Era uno dei luoghi più famosi della città, dove era possibile fare affari d’oro per pochi spiccioli e dove si poteva trovare qualunque cosa occorresse. Con l’arrivo del Natale anche quella via aveva assunto un aspetto del tutto diverso: sembrava di essere entrati nella tana del Bianconiglio di Alice nel Paese delle Meraviglie.

Striscioni colorati erano appesi sopra la strada, donandole un’aria da giardino fatato, così come le vetrine e le bancarelle per strada mettevano in mostra i loro pezzi migliori.

Nel tempo libero che aveva trascorso a Londra, Ryunosuke aveva cercato di imparare più che poteva da quella città e visitare i luoghi più famosi, tra cui la rinomata Portobello Road.

Il negozio del signor Nishi si trovava a uno degli incroci principali della zona, con la sua facciata color rosa salmone e un’insegna appesa sopra la vetrina che ritraeva la figura stilizzata di una testa di gatto e di fianco il nome del negozio: “La ricompensa del gatto”.

Una volta scesi dal carro, Ryunosuke aiutò il signor Nishi a scaricare gli oggetti e a portarli nel magazzino. Dopo aver finito di sistemare anche l’ultimo baule, la voce di una donna anziana li raggiunse dopo che erano usciti dal magazzino: «La ringrazio per l’aiuto che ci ha prestato quest’oggi. È la seconda volta che ci dà una mano, signor Naruhodo».

«Oh, ma si figuri! Per me è stato un piacere e poi grazie a suo marito sono riuscito a venire a capo di una situazione piuttosto delicata».

«Ne sono lieta. Stavo andando a mettere su un po’ d’acqua per il tè, gradisce una tazza anche lei?».

«Con molto piacere, la ringrazio».

«Molto bene, allora. Sarò subito da voi, intanto dia pure un’occhiata in giro al negozio».

E subito dopo l’anziana signora si diresse sul retro per preparare il tè. Si trattava della moglie del proprietario, la signora Louise Campbell-Nishi. Una volta, durante le indagini, il signor Nishi aveva raccontato di come si fossero conosciuti. Lei era figlia di una facoltosa famiglia americana che si era trasferita a Berlino per affari di lavoro, mentre lui si trovava lì per motivi di studio. I due si conobbero durante il periodo dell’università, cominciarono a frequentarsi e poco tempo dopo si innamorarono.

Il giorno in cui il signor Nishi le chiese la mano, lo fece con un dono molto speciale. Durante una loro passeggiata per negozi di antiquariato, si erano imbattuti in una coppia di statuette molto pregiate, che rappresentavano una coppia di gatti antropomorfi, vestiti con abiti umani. Il proprietario del negozio aveva detto loro che non erano in vendita e che la bambola dell’innamorata necessitava di una riparazione. Ma il signor Nishi non si era arreso e quando finalmente il proprietario si decise a venderle, lui le presentò alla sua amata come pegno d’amore.

Miss Campbell aveva accettato con gioia la sua proposta, ma sfortunatamente la famiglia di lei era contraria ad un matrimonio con uno straniero. In più, di lì a breve il padre avrebbe concluso un grosso affare che avrebbe portato a una fusione tra la sua compagnia e quella di un socio in affari e al conseguente matrimonio combinato fra il figlio del suo socio e Louise.

Louise però non volevo vivere il resto della vita al fianco di una persona che non amava. Così una sera d’inverno di fine dicembre, insieme al suo amato Shirō, era scappata per poter vivere la sua vita insieme a lui. Avevano portato con loro solo i soldi necessari per il viaggio e una valigia con dentro poche cose e le due statuette degli innamorati. Il viaggio durò all’incirca tre-quattro giorni tra soste e cambi di treno, per evitare di incappare nella polizia tedesca, che poteva essere stata allertata dai genitori di Louise.

Quando arrivarono in Francia e presero il traghetto che da Calais li avrebbe portati a Dover in Gran Bretagna, finalmente poterono tirare un sospiro di sollievo e cominciare a fare progetti per il futuro. Una volta giunti a Londra si dovettero occupare delle questioni burocratiche: dato che Louise aveva vissuto per un periodo con la famiglia in Gran Bretagna, lei possedeva ancora la cittadinanza britannica. Ma per il signor Nishi era diverso, essendo lui di origine giapponese, e il solo visto di studi non era sufficiente.

Così all’alba dell’anno nuovo celebrarono il loro matrimonio nella Chiesa di St Margaret a Westminster e con i soldi ricavati dalla vendita dei gioielli di Louise riuscirono ad acquistare un piccolo negozio a Portobello Road.

Ryunosuke era rimasto molto colpito dalla loro storia e mentre girava per il negozio, il suo sguardo cadde sulle statuine dei due innamorati. Si ricordò così la storia che portavano con loro.

«Vedo che Baron e Haru hanno attirato di nuovo la sua attenzione, eh eh» rispose il signor Nishi, mentre stava lavorando a un vecchio orologio a pendolo che si trovava lì in negozio per una riparazione.

Quando sentì il nome della statuina dell’innamorato, Ryunosuke scattò sull’attenti, per la vaga somiglianza con il nome di Barok e il fatto che la statuina dell’innamorata avesse un nome giapponese. Sembrava quasi essere un segno del destino.

«B-beh, sono davvero m-molto particolari, sembrano sul punto di prendere vita da un momento al altro. Eh eh…» rispose, cercando di dissimulare un po’ dell’imbarazzo che provava in quel momento. Cercando di distrarre la mente su altri pensieri, continuò a girare per il negozio, fin quando il suo sguardo non venne attirato da un oggetto molto particolare.

Si trattava di un orologio da taschino d’oro con delle decorazioni molto particolari. Sul coperchio era stata incisa la figura di un sole a otto raggi all’interno di un cerchio, mentre sulla cassa era stato inciso un secondo cerchio con all’interno quattro sfere con incisi i kanji dei quattro elementi della rosa dei venti giapponese.

Al suo interno il quadrante era di un rosso molto scuro, tendente al borgogna, con le cifre dei numeri in oro e con quattro piccoli quadranti al suo interno. Uno segnava il giorno della settimana, il secondo, invece, il giorno del mese e il terzo il mese corrente, mentre in basso era presente un quarto quadrante che riportava le fasi lunari.

Quell’oggetto colpì particolarmente il giovane avvocato giapponese e mentre si apprestava a chiedere all’anziano proprietario informazioni sull’orologio, arrivò la signora Campbell-Nishi con in mano un vassoio con la teiera e le tazze per il tè.

«Oh aspetti, le do una mano».

Il ragazzo prese gentilmente di mano dall’anziana signora il vassoio, poggiandolo su un tavolo di fianco alla vetrina del negozio.

«L’ha ringrazio, lei è davvero un bravo ragazzo» disse la proprietaria, mentre cominciava a versare il tè nelle tazze.

«A proposito, signor Nishi, ho visto quell’orologio da taschino esposto nella vetrinetta di fianco al bancone. Dove lo ha trovato?».

«Ah, parli dell’orologio di Amaterasu?».

«L’orologio di Amaterasu?!».

«Si, faceva parte di un set, gli orologi di Amaterasu e Tsukuyomi. Li ho ricevuti tempo fa da un conoscente proveniente dal Giappone, li aveva fatto realizzare come regalo d’anniversario per la sua amata, ma sfortunatamente è venuta a mancare qualche tempo fa, a causa della salute cagionevole. Mi disse che non riusciva a tenerli con sé, per via del ricordo che lo legava a lei. Così gli proposi di tenerli esposti qui in negozio nel caso qualcuno fosse interessato a comprarli.»

Il signor Nishi prese un sorso di tè caldo e si fermò a ricordare l’incontro di quella volta, riprendendo poco dopo a narrare la storia dietro la coppia di orologi.

«Dopo avermeli lasciati, sono rimasti in negozio per molto tempo, molti sembravano interessati ad acquistarli, ma nessuno si è mai fatto avanti. Poi qualche giorno fa, si è presentato qui in negozio un cliente che è rimasto colpito dall’orologio di Tsukuyomi. Gli ho chiesto se volesse anche l’altro, ma ha detto che voleva solo quello lì».

Da una parte a Ryunosuke dispiaceva di non avere anche l’altro orologio da possedere in coppia con quello da regalare a Barok, ma si ritenne comunque soddisfatto di essere riuscito a trovare finalmente il regalo per lui.

«Sa, quel mio conoscente mi ha raccontato che quando li aveva acquistati erano dei semplici orologi, ma che era grazie a quelli che ha potuto conoscere sua moglie. Li aveva fatti incidere per il loro anniversario, quando purtroppo è venuta a mancare. Chissà, magari la persona che ha acquistato l’altro orologio le darà una mano involontaria a farli riunire.»

Trascorse il resto del pomeriggio a conversare amabilmente con la coppia di anziani proprietari e quando l’orologio rintoccò le sei di sera, Ryunosuke acquistò l’orologio e si congedò dalla coppia, ringraziandoli per il pomeriggio trascorso. Nel rientrare a casa ebbe la fortuna di trovare un omnibus che stava passando da quelle parti, così da non dover fare tutto il percorso a piedi e con il rischio di incappare in qualche rapinatore dell’ultim’ora. In quel momento gli tornò alla mente la prima volta che Lord van Zieks si era offerto di riaccompagnarlo e il pensiero di quel ricordo gli provocò una sensazione di calore nel petto. Sapere che lo avrebbe rivisto in occasione del Natale per dargli il suo regalo lo rese ancora più felice.

Finalmente tornato a Baker Street, stava attraversando il vialetto d’ingresso, quando vide la porta aprirsi e comparire sull’ingresso la signorina Susato, che stava salutando il loro amico Kazuma.

«Kazuma, buonasera!».

«Oh, Ryunosuke, buonasera».

«Come mai da queste parti? È forse successo qualcosa?».

«Oh no, stia tranquillo signor Naruhodo, è tutto a posto. Ho incontrato Kazuma-sama insieme a Iris mentre tornavamo dalla spesa per le ultime cose del pranzo di Natale e ci ha dato una mano a portarle. In più ha anche confermato che parteciperà alla festa che terremo qui a casa il 25 dicembre!» rispose con grande gioia la signorina Susato.

Il pensiero che anche il suo migliore amico avrebbe festeggiato con loro il primo Natale in Gran Bretagna rallegrò molto l’avvocato giapponese e rimasero a parlare ancora un po’ davanti la porta d’ingresso, anche dopo che la signorina Susato era rientrata per sbrigare le ultime faccende della giornata.

«Si direbbe che sei entrato a pieno nello spirito natalizio, come vuole la tradizione inglese» rispose l’amico procuratore, osservando di sfuggita il pacchetto regalo che stringeva in mano Ryunosuke.

«Ah, questo? B-beh, sai, visto che c’è l’usanza dello scambiarsi regali, ne ho presi alcuni anche per i nostri amici qui in Gran Bretagna! Ho preso questo per Lord van Zieks, sai, nel caso decidesse di venire alla festa!»

Sentendo il nome del procuratore inglese, Kazuma ebbe un attimo di sorpresa nel constatare che l’amico aveva pronunciato quella frase.

«Beh, sempre che non sia troppo impegnato, voglio dire di sicuro ci avrà pensato Iris a contattarlo, dopo tutto sono pur sempre zio e nipo…».

«Ryunosuke, ascolta. Ti devo parlare a proposito di Lord van Zieks» l’amico lo interruppe dal suo lungo farfugliare e al nome del procuratore inglese, l’avvocato giapponese si mise in allerta.

«Che c’è? È forse successo qualcosa a Lord van Zieks? Non sarà finito di nuovo in prigione…».

«No, no, sta tranquillo. Niente di grave, solo… devi sapere che… Beh, Lord van Zieks non passerà il Natale qui a Londra. Ho saputo che lo trascorrerà nella tenuta di famiglia fuori città e partirà il pomeriggio del 24. A quanto pare lo fa ogni anno…»

Nel sentire la notizia che l’amico gli dava, il mondo sembrò fermarsi all’improvviso per Ryunosuke. Provò a dissimulare il dispiacere che la notizia gli aveva causato, ma con Kazuma era difficile tenere le cose nascoste. Si conoscevano da tempo e avevano imparato a capire quando uno dei due nascondeva qualcosa all’altro. In più Kazuma sapeva quello che c’era tra il suo migliore amico e Lord van Zieks.

Era capitato verso la fine di novembre, mentre stava portando alcune carte da consegnare al procuratore inglese. Aveva visto la porta del suo ufficio aprirsi e aveva udito una voce familiare. Si trattava di Ryunosuke che stava salutando Lord van Zieks. In un primo momento gli era sembrato strano, poi aveva pensato che forse si trattava di qualche questione giuridica, infatti l’amico gli aveva accennato che nel corso dell’anno Lord van Zieks lo aveva aiutato con lo studio del sistema giuridico inglese.

Stava per salutarlo, quando si era trovato davanti una scena inaspettata: il suo migliore amico che si sporgeva per dare un bacio al Mietitore del Bailey! In un primo momento credeva di aver avuto un’allucinazione, ma quando si rese conto che non era così, si riparò dietro l’angolo che dava sul corridoio. Gli sembrò sconveniente farsi trovare a osservare un momento del tutto intimo tra due innamorati.

In quel momento gli tornò alla mente la chiacchierata di un paio di pomeriggi prima, quando Ryunosuke gli aveva accennato di una questione piuttosto importante e delicata di cui voleva metterlo al corrente. Ricordando quanto avvenuto durante il processo agli inizi di novembre, quando aveva combattuto così strenuamente per dimostrare l’innocenza del procuratore inglese, in quel momento tutti i pezzi del puzzle avevano iniziato a combaciare e lui aveva capito come stavano le cose.

Alla fine di quello stesso pomeriggio Ryunosuke si era confidato con lui sul suo rapporto con Lord van Zieks e Kazuma era stato contento che il suo migliore amico avesse condiviso questa notizia con lui. Gli aveva detto che lo avrebbe sostenuto nella sua relazione ma che se il procuratore inglese lo avesse fatto minimamente soffrire, avrebbe lavato l’onta arrecata al suo migliore amico con la sua fedele katana Karuma. Questo aveva scatenato una reazione preoccupata in Ryunosuke, che gli chiedeva di rinfoderare la spada prima di causare qualche incidente in pubblico.

Adesso però la situazione non era così gioiosa come all’epoca e poteva leggere la tristezza e la delusione sul volto del suo migliore amico.

A quel punto si decise a fare tutto il possibile perché l’avvocato giapponese non avesse ricordi spiacevoli del loro primo Natale in Gran Bretagna.

«Immagino che a questo punto dovrò aspettare che torni dopo le feste, anche se forse per allora io e Susato dovremmo fare ritorno in…».

«Ascolta Ryunosuke, non è ancora detta l’ultima parola» disse con assoluta convinzione Kazuma, mentre lo afferrava saldamente per le spalle e lo guardava con sguardo sicuro e rincuorante.

«Che cosa vuoi dire, Kazuma?».

«Come ho detto, non è ancora detta l’ultima parola, perché ho un piano…».

Ciò che l’amico procuratore gli propose era un piano folle ma che al tempo stesso poteva funzionare…

~°~°~°~°~°~

24 dicembre, ore 15:50; Ufficio del Procuratore.

Come avesse finito per accettare l’assurda proposta fatta da parte di Kazuma era ancora un mistero. Ok, in realtà all’inizio non sembrava così assurda: semplicemente il piano prevedeva che lui sarebbe arrivato all’Old Bailye prima della partenza di Lord van Zieks per le vacanze, nulla di strano. La seconda parte del piano prevedeva di introdursi nello studio del procuratore inglese, così da avere un po’ di tempo per parlare e dargli il regalo, e anche questo non era del tutto sbagliato.

La parte folle era la seguente: per entrare nello studio chiuso a chiave si sarebbe fatto aiutare niente di meno che dall’ispettrice di Scotland Yard, Gina Lestrade. Ecco, questo gli sembrava qualcosa di assurdo e rischioso da fare! Aveva provato a convincere Kazuma che sarebbe bastato farsi trovare davanti la porta del suo studio per parlare con calma una volta dentro, ma l’amico gli aveva fatto notare che anche il giorno prima di Natale c’era comunque la possibilità che non riuscisse a dedicargli del tempo per via degli impegni.

Fortunatamente per l’avvocato giapponese, Kazuma si era occupato di aiutare Lord van Zieks a smaltire la maggior parte delle scartoffie prima delle vacanze, così avrebbe potuto parlare con lui con un po’ più di calma.

Anche se l’idea era buona, non riusciva ad essere del tutto tranquillo, mentre Gina era inginocchiata davanti alla porta che stava cercando di aprire con i suoi grimaldelli e lui teneva in braccio il piccolo Toby, che continuava a leccargli la faccia.

«Forse siamo ancora in tempo per fermarci e fare finta di essere qui per caso…».

«Insomma Oddo, vuoi darci un taglio?! Così non mi fai lavorare! In più finirai col far innervosire Toby!» gli rispose per le rime Gina mentre stava cercando di aprire la porta dell’ufficio e il silenzio ritornò nel corridoio.

«Sai Oddo, devo dire che quel tuo amico ha dei lati nascosti che non immaginavo! Quando si è presentato l’altro giorno al commissariato per chiedermi di compiere un’effrazione nell’ufficio del Mietitore, credevo stesse scherzando. Invece lo ha ribadito con quell’aria così seria che avevo paura mi avrebbe trafitto con lo sguardo! … E anche con la sua spada che si porta sempre dietro… pensavo mi avrebbe trasformata in un puntaspilli» disse l’ispettrice, mentre continuava a cercare di aprire la porta.

Ryunosuke non riusciva a stare calmo, anzi, più il tempo passava, più aveva paura che li avrebbero colti con le mani nel sacco. A quel punto la sua mente aveva cominciato a immaginare gli scenari più assurdi, che si concludevano tutti con lo scoppio di una guerra tra i due imperi.

«Comunque devo farti i miei complimenti, Oddo» disse all’improvviso Gina, mentre era ormai vicina all’aprire la serratura della porta.

«Ehm, g-grazie… e per cosa?» rispose l’avvocato giapponese, piuttosto confuso.

«Per aver fatto centro niente meno che con il Mietitore del Bailey! …O forse dovrei dire con il tuo “Semidio”?» rispose con tono malizioso, ricordando la prima volta in cui l’avvocato aveva definito il procuratore inglese con quel soprannome.

La battuta scatenò in Ryunosuke un’onda di imbarazzo a quel ricordo e lui finì coll’assumere tutte le sfumature di rosso possibili sul volto.

«I-insomma Gina! Ti-ti sembrano cose da dire così alla leggera?!» disse con voce strozzata il ragazzo, mentre cercava di recuperare un po’ di contegno.

Ad un certo punto si sentì un ‘clack’ provenire dalla porta, segno che Gina era riuscita nell’impresa.

«Beh, direi che non ho perso del tutto il mio tocco magico» esclamò con una punta d’orgoglio la ragazza, mentre ammirava il lavoro compiuto.

In quel breve momento di esultanza, però, un piccolo imprevisto rischiò di compromettere la buona riuscita del piano, poiché il cagnolino dell’ispettrice Lestrade saltò giù dalle braccia dell’avvocato giapponese e si infilò dentro lo studio.

«Ehi Toby, torna subito qui!» disse Gina, mentre inseguiva il cagnolino per riprenderlo. Ryunosuke lì seguì dentro, cercando di dare una mano. Fortunatamente Toby si era fermato ad annusare una delle pregiate botti di vino che erano presenti nello studio, dettaglio che lasciava sempre perplesso chiunque mettesse piede nell’ufficio del procuratore inglese. E poi c’era un’altra cosa che saltava all’occhio, ovvero l’enorme muro vuoto su cui una volta capeggiava il ritratto del fratello del procuratore, rimosso da lì dopo una serie di scoperte avvenute durante le indagini per scagionare Lord van Zieks.

Mettendo piede in quel posto, una serie di ricordi travolse la mente del giovane avvocato giapponese. Tra questi risaltava su tutti quello legato alla fine del processo a Lord van Zieks, quando, una volta soli dentro il suo ufficio, Ryunosuke cominciò a tirare fuori tutto quello che aveva dovuto tenere per sé fino a quel momento.

La rabbia verso Barok per aver cercato di farlo desistere dall’essere il suo avvocato difensore; il doloro provato dalle parole del procuratore inglese, dette con l’intento di evitare che Lord Stronghart potesse fargli del male o usarlo per ricattarlo. E infine la paura di perdere per sempre l’uomo che amava. Si, alla fine la risposta che aveva promesso di dargli mesi prima era arrivata: Ryunosuke Naruhodo si era innamorato di Barok van Zieks e non voleva più tenere dentro di sé quei sentimenti. Aveva anche cominciato a piangere, mentre cercava di continuare il suo discorso, quando era successo qualcosa di inaspettato, esattamente come due mesi prima. Barok van Zieks lo aveva tirato a sé e lo stava baciando, stringendolo a lui come se avesse paura di vederlo scomparire da un momento all’altro.

Alla fine Lord van Zieks si era lasciato andare, dicendo di ricambiare i sentimenti che il ragazzo provava per lui e che l’ultima cosa che voleva era ferirlo, ma aveva dovuto evitare che potesse rimanere invischiato nelle trame di Stronghart per colpa sua. Dopo la loro confessione avevano cominciato a trascorrere più tempo insieme e alla fine avevano dato la notizia ai loro amici più stretti, con Iris che continuava ad abbracciarli e fare salti di gioia per la notizia, Susato e Kazuma che avevano già inteso qualcosa osservando il comportamento riservato dei due innamorati, e il signor Holmes che era sul punto di cominciare il suo Spettacolo di Logica e Deduzione su come avesse intuito della loro relazione già da tempo, solo per finire steso a terra due secondi dopo da parte di Gina.

La sua mente era ancora ferma a quel pomeriggio, quando fu interrotto da una serie di voci che provenivano da fuori la porta. Poteva riconoscere indistintamente le voci del suo migliore amico e del procuratore inglese, segno che i cinque minuti concessi da Kazuma erano ormai finiti. Preso dal panico, chiuse di colpo la porta dello studio.

«Ma si può sapere che ti passa per la testa, Oddo?! A volte mi chiedo se tu ci sei nato stupido o lo sei diventato! E adesso come facciamo a uscire da qui?» rispose con rabbia Gina, mentre teneva in braccio Toby, che osservava curioso la scena che si stava verificando.

«Mi dispiace Gina, mi sono fatto prendere dal panico!» rispose preoccupato l’avvocato giapponese, che ora stava sudando freddo, cercando di inventarsi una spiegazione per la presenza dell’ispettrice di Scotland Yard e il suo segugio lì nell’ufficio del Mietitore.

Alla fine fece la prima cosa che gli venne in mente per evitare di essere beccati: andare a nascondersi dietro una delle enormi tende dell’ufficio del procuratore!

Pochi secondi dopo si sentì la porta aprirsi e la voce di Van Zieks che salutava Kazuma. Da dietro la tenda sia Ryunosuke che Gina pensavano di essere in salvo, quando ancora una volta il piccolo imprevisto nero si mise per mezzo.

Cercando di evitare di farsi scoprire i due avevano indietreggiato un altro po’, ma in quel momento il piccolo Toby era saltato giù dalle braccia della sua padrona e ora stava andando incontro al procuratore inglese, facendo le feste.

Quando Lord van Zieks sentì abbaiare alle sue spalle, si mise sulla difensiva e, abbassando lo sguardo, vide una piccola palletta di pelo nera davanti alla sua scrivania, che lo fissava con i suoi grandi occhioni e attendeva di ricevere qualche coccola.

Si avvicinò tranquillamente al segugio, accarezzandogli dolcemente la testa e rivolgendosi a lui.

«Ciao piccolo. Dimmi, sei qui tutto da solo? O sei venuto qui con la tua padrona, l’ispettrice Lestrade?» disse con tono gentile, mentre faceva qualche grattino sulla pancia del cagnolino, che uggiolava di gioia in risposta a quelle attenzioni.

«Toby, brutto cane traditore, servo della nobiltà! A casa faremo i conti!» disse a bassa voce e con tono arrabbiato l’ispettrice, mentre vedeva il suo fedele segugio ricevere tutte quelle attenzioni.

Ryunosuke invece era come ipnotizzato da quel lato del procuratore. In realtà gli era capitato di vederlo fare così anche con il gatto di Iris, ma ogni volta rimaneva colpito da quel suo lato dolce che mostrava solo in poche occasioni.

A un tratto Toby smise di uggiolare e si mosse in direzione della tenda dove Ryunosuke e Gina erano nascosti. Ormai l’avvocato giapponese era pronto a qualsiasi conseguenza per la scoperta della loro presenza nell’ufficio, quando ancora una volta Gina lo sorprese nel giro di un pomeriggio.

«Toby! Ecco dov’eri finito! Mi hai fatto stare così in pensiero, cucciolo mio!» cominciò a dire con un tono finto lamentoso, come una madre che aveva appena ritrovato il figlio scomparso. Diede modo anche a Ryunosuke di uscire dal nascondiglio, con il volto completamente rosso per l’imbarazzo.

«Oh procuratore Mieti- ehm, volevo dire van Zieks, non so come ringraziarla! Ero venuta qui per parlare con il suo pupillo, mister Asogi, quando questo birbante è scappato via dalle mie braccia!» continuava con la sua recita poco credibile l’ispettrice Lestrade, mentre Lord van Zieks ascoltava l’assurda storia della ragazza e intanto lanciava uno sguardo alle sue spalle, in direzione dell’avvocato giapponese, che intanto pensava a quale spiegazione dare a quell’intrusione fuori programma nel suo ufficio.

«Ero disperata al pensiero che non avrei più rivisto il mio piccolo Toby, quando mi sono imbattuta fortunatamente in Oddo e grazie a lui sono riuscita a ritrovare il mio cucciolino!» continuò la ragazza, mentre si stringeva contro il cagnolino, che aveva cominciato a leccargli una guancia.

«Oddo, eh?» disse con aria dubbiosa il procuratore inglese, rimuginando sul soprannome che l’ispettrice usava di solito con l’avvocato giapponese.

Nel frattempo Ryunosuke si era avvicinato al gruppetto con ancora una punta di imbarazzo per essere stati scoperti a quel modo. Quando pensava che la situazione non potesse essere peggio di così, ancora una volta Gina aveva saputo contraddirlo.

«Beh, a questo punto io vado. Ci vediamo Oddo, tanti auguri di Buon Natale a te e al tuo Semidio e ci vediamo domani al pranzo di Natale da Iris, ciao!».

Come un fulmine a ciel sereno, Gina uscì di corsa dall’ufficio dopo aver salutato entrambi.

Un silenzio di tomba calò nello studio dopo l’uscita dell’ispettrice Lestrade, ma in quel momento ciò che riusciva a pensare il povero Ryunosuke era solo di andare a cercare il ponte più vicino da cui andare a buttarsi dopo l’uscita di Gina, mentre malediceva la sua linguaccia lunga.

Non aveva il coraggio di voltarsi e guardare in faccia van Zieks e tutto ciò che riuscì a fare fu girarsi di scatto, tenendo lo sguardo basso e parlando velocemente: «Mi dispiace per quest’intrusione nel suo ufficio! Le auguro di passare un Buon Natale, arrivederci!».

Detto ciò si lanciò verso la porta nel tentativo disperato di scappare da lì.

Nonostante fosse ormai vicino alla porta e stesse per aprirla, un’ombra arrivò alle sue spalle e la bloccò, chiudendola di colpo con una mano. Quella mano guantata apparteneva alla persona che in quel momento incombeva sul giovane avvocato giapponese e che rispondeva a Lord van Zieks.

Ryunosuke poteva sentire i battiti del suo cuore rimbombargli nelle orecchie e il viso andargli a fuoco per la situazione in cui si trovavano. A peggiorare ulteriormente le cose, ora poteva sentire il respiro di Barok vicino al suo orecchio.

«”Semidio”, eh? Sai, da quando stiamo insieme, questa è la prima volta che mi capita di sentire che genere di soprannome usi con me davanti agli altri. Ma… non mi dispiacerebbe se lo usassi anche in privato, caro il mio “Istruito Fidanzato”» disse con voce suadente all’orecchio dell’avvocato, scatenando in lui un brivido di piacere che gli percorse la schiena.

La testa cominciava a girargli per quella forte ondata di euforia che gli scatenava ogni volta la vicinanza col procuratore, ma in quel momento l’urgenza prese il sopravvento sull’imbarazzo. Facendo un respiro profondo, Ryunosuke recuperò un briciolo di lucidità e si voltò per parlare con lui, con lo stesso sguardo deciso che aveva ogni volta che si trovava in tribunale.

Osservando la serietà del suo sguardo, Lord van Zieks decise di concedere un po’ di tregua al giovane avvocato e ascoltare ciò che aveva da dirgli.

Preso un respiro profondo, Ryunosuke cominciò a parlare: «Le… Ti chiedo scusa per questa improvvisata nel tuo ufficio, ma… Tre giorni fa ho incontrato Kazuma a Baker Street. La signorina Susato lo aveva invitato per il pranzo di Natale e parlando mi ha detto… che…».

Mentre cercava di continuare a parlare, osservava il viso del procuratore per cogliere il più piccolo segno di disapprovazione, ma non ricevendo nessuna reazione contrariata, prese di nuovo un respiro profondo e disse tutto d’un fiato: «Mi ha detto che saresti andato fuori per Natale ed ero venuto per portarti il mio regalo!»

Sul volto del procuratore inglese comparve un’espressione di stupore a quella confessione.

«Kazuma mi ha detto che ogni anno passi il Natale nella tenuta di famiglia e che forse non avresti potuto essere a Londra neanche per l’anno nuovo, con il rischio che… nel frattempo io e la signorina Susato saremmo potuti tornare in Giappone, senza avere modo di vederci… un’ultima volta…» disse con una punta di tristezza, pronunciando le ultime parole.

Ryunosuke continuava a tenere il capo abbassato, senza neanche vedere come stesse reagendo van Zieks davanti a quella confessione.

«Quando Kazuma ha visto come ero triste all’idea di trascorrere questo primo Natale senza poterlo festeggiare con te, mi ha proposto questo piano. Ha detto che avrebbe fatto in modo di darmi un po’ di tempo, mentre Gina mi aiutava ad entrare nel tuo ufficio per farti una sorpresa, perché probabilmente per via del lavoro non saremmo riusciti a vederci. Loro non hanno colpa, volevano solo aiutarmi» disse alla fine con tono mesto e prese il pacchetto regalo dalla borsa che aveva con sé.

Se avesse alzato lo sguardo in quel momento, avrebbe visto un’espressione di stupore dipinta sul volto del procuratore inglese. Voleva chiedergli di restare e trascorrere insieme il Natale, ma sarebbe stato osare troppo e così si ritenne soddisfatto di aver almeno potuto dargli il suo regalo.

«Spero che questo regalo ti faccia pensare un po’ a me, anche quando non potremo vederci così spesso» disse con un sorriso tirato sulle labbra, per nascondere la tristezza che provava in quel momento.

«Allora ti auguro di trascorrere un Buon Natale e di rivederci presto» concluse mentre era sull’orlo delle lacrime, ma cercava di trattenersi il più possibile. Si stava girando verso la porta ed era pronto ad andare via, quando sentì una mano appoggiarsi sulla sua spalla. Era Barok che lo stava fermando, forse voleva lamentarsi con lui per il fastidio che gli aveva dato o dirgli che non era necessario fargli un regalo, e mentre ci rifletteva aveva ancora il capo chino.

Il procuratore inglese portò due dita sotto il suo mento e lo costrinse ad alzare il capo. Ryunosuke rimase colpito vedendo il sorriso che aveva in quel momento Barok, una visione che gli fece salire un certo rossore sulle guance. Rimanendo con lo sguardo fisso nel suo, Barok cominciò a parlare: «Grazie per questo tuo regalo, ma prima che tu te ne vada vorrei chiederti un favore. Ho ancora alcune carte da leggere, ma non mi ci vorrà molto. Vorrei che tu venissi con me dopo in un posto, pensi di poter aspettare ancora un po’?» disse con tono dolce e confortante il procuratore, mentre attendeva una risposta.

Il giovane avvocato giapponese fece segno con la testa per dirgli di sì e così dopo una decina di minuti circa, lasciarono insieme l’ufficio del procuratore.

~°~°~°~°~°~

24 dicembre, ore 17:10; Grande Esposizione Universale di Londra.

Una volta usciti dal suo ufficio, salirono sulla carrozza del procuratore, che diede poi ordine di portarli all’Esposizione Universale della città. Ci volle più di un’ora per arrivare all’ingresso dell’Esposizione e un’altra decina di minuti prima di raggiungere il luogo dove il procuratore inglese aveva deciso di portare il ragazzo.

In occasione del Natale, l’intera area dell’Esposizione era stata addobbata con decorazioni natalizie ed era stata allestita anche una grande pista di pattinaggio. Ma il luogo designato per il loro incontro era tutt’altro e si trattava della ruota panoramica.

Anche se aveva una grande paura dell’altezza, in quel momento Ryunosuke stava facendo di tutto per concentrarsi sull’argomento della conversazione che stava per avere luogo.

«Ti ringrazio di essere stato così paziente e di essere venuto qui con me» cominciò Barok.

«N-nessun problema, do-dopo tutto tu hai dovuto assistere a quella specie di spettacolino n-nel tuo ufficio!» rispose Ryunosuke, sollevando il tono di voce di un’ottava e cercando di non guardare fuori dal cabinato della ruota panoramica. Stringeva ancora tra le mani il regalo che aveva preso per Barok e stava aspettando di sentire cosa avesse da dirgli il procuratore di così importante e in un posto così isolato.

Seduto al suo fianco, il procuratore inglese cominciò a parlare: «A dire il vero non ero tanto sicuro di voler venire in questo posto, visto quanto accaduto due mesi fa, ma… Non credo ci fosse posto migliore per quello che avevo intenzione di dirti» disse con tono pacato, avendo così la più completa attenzione da parte del giapponese.

«Quando ci siamo incontrati all’inizio dell’anno durante il nostro primo processo, nutrivo ancora un certo rancore verso il mio caro amico, Genshin Asogi, per quello che era successo con mio fratello. Ma dopo quello che è accaduto ad aprile con la faccenda del messaggio segreto e di come lei… di come tu all’epoca hai sostenuto fino alla fine l’innocenza della futura ispettrice Lestrade, per la prima volta ho cominciato seriamente a riflettere su quanto accaduto e sulla possibilità di poter di nuovo avere fiducia in qualcuno».

Barok era molto serio mentre si confidava con Ryunosuke su quei pensieri così personali. L’avvocato giapponese era con il fiato sospeso e attendeva di sapere cosa avesse di così importante da dirgli il procuratore.

«Quando ci siamo visti in biblioteca quella volta, ho subito pensato che si trattasse di uno scherzo del destino. “Io che non volevo più avere nulla a che fare con un giapponese ed ecco che me ne ritrovo davanti un altro che potrebbe ferirmi di nuovo”… Ma tu, hai saputo far breccia nella corazza in cui avevo chiuso il mio cuore per molto tempo».

Il silenzio aleggiava nel cabinato, mentre Ryunosuke desiderava conoscere il seguito della storia.

«Poi quando è successo che… quando ci siamo baciati per la prima volta, ho cominciato a mettere in discussione ciò in cui avevo creduto fino a quel momento. Ho pensato che forse tu eri diverso da Genshin e che non mi avresti tradito. Ma poi sono stato incastrato per l’omicidio dell’ispettore Gregson e il giovane Asogi ha preso in mano l’accusa per ordine di Stronghart» rispose con una punta di rabbia, ricordando l’uomo che aveva causato solo sofferenza nelle loro vite.

«Ho avuto di nuovo paura di perdere qualcuno a me caro e ho fatto di tutto per tenerti lontano per non rischiare di coinvolgerti. Ho anche pensato di essere io la fonte delle sventure che colpivano le persone a me care».

Mentre lo raccontava si portò una mano sul volto, cercando di nascondere la sofferenza che provava a quel pensiero.

Ryunosuke non riusciva a vederlo ridotto a quello stato, avrebbe tanto voluto abbracciarlo in quel momento, fargli sapere che non era vero ciò che diceva e che ci sarebbe sempre stato per lui, anche quando fossero stati lontani.

Non volendo interrompere il discorso, lo spronò a continuare: «E… e poi? Cos’è cambiato?»

Vide il procuratore alzare la testa e con espressione più rilassata riprendere il discorso: «Come ho detto, il giorno in cui sei arrivato, hai smosso qualcosa dentro di me. Ero ormai rassegnato ad accettare il mio destino, quando sei arrivato tu e hai scacciato le tenebre che attanagliavano il mio cuore».

E mentre arrivava al culmine del suo discorso, prese le mani del ragazzo stringendole tra le sue e fece sussultare il suo cuore del ragazzo a quel semplice tocco: «Conoscerti è stato il più grande regalo che potessi ricevere ed è per questo che tutto quello che voglio per Natale è poterlo trascorrere insieme con te.»

L’avvocato giapponese ancora stentava a credere a quello che aveva sentito. Si erano già confessati i propri sentimenti dopo la fine del processo al procuratore, ma in quel momento era come vedere davvero per la prima volta il volto dietro la maschera che Barok aveva portato in tutti quegli anni.

Ryunosuke sentì come se gli fosse stato tolto un peso dal cuore a quella dichiarazione. Senza rendersene conto, aveva cominciato a piangere per la gioia di sapere che avrebbe trascorso il suo primo Natale a fianco dell’uomo che amava.

Vide la preoccupazione dipingersi sul volto del procuratore per la sua reazione. Quando Barok allungò la mano destra per asciugare via quelle lacrime, Ryunosuke cominciò a strusciare la guancia contro la sua mano, come a voler far capire che stava bene e che era felice di sentire quelle parole da parte sua.

Dopo essere rimasti in silenzio per quelle che sembravano ore, preso da un atroce dubbio, Ryunosuke gli chiese: «Ma allora… se hai detto che hai deciso di trascorrere il Natale qui a Londra con me, significa…»

«… Significa che non passerò il Natale con la mia famiglia, ma in compagnia delle persone a me care… e della persona che amo» disse mentre accarezzava la guancia del ragazzo.

Le gote di Ryunosuke si colorarono di rosso davanti a quella dichiarazione e mentre si lasciava cullare da quella sensazione di felicità che lo pervadeva, un pensiero gli sovvenne alla mente.

«Non fraintendere le mie parole. Sono felice di poter trascorre il mio primo Natale con te, è più di quanto avessi sperato… Ma dall’altra parte mi dispiace di aver causato disturbo a te e alla tua famiglia. Adesso non potrai trascorrere questa festa con loro.»

Il volto di Van Zieks si indurì per un momento a quel pensiero e notando la preoccupazione del ragazzo per quella reazione, gli disse: «Sono anni ormai che non trascorro più un Natale piacevole con i miei genitori. Dopo la morte di Klint, ho continuato ad andare a trovarli solo per rispettare i miei doveri familiari. Ma dopo averti conosciuto, ho deciso di trascorrere finalmente un Natale sereno come non mi capitava da tempo, in tua compagnia».

Mentre terminava la frase, avvicinò il viso a quello del ragazzo e lo baciò.

Ryunosuke chiuse gli occhi e si lasciò andare alle sensazioni che provava in quel momento, posando le mani sul petto di Barok e aggrappandosi alla sua giacca, come a non volersi più separare da lui. Il procuratore cinse la vita del ragazzo con l’altra mano e lo avvicinò a sé. Erano preda di un miscuglio di emozioni violente in quel cercarsi con urgenza, perché non volevano più lasciarsi. Mentre sentiva la bocca del giapponese schiudersi lentamente contro la sua, il procuratore spostò la mano dal viso del ragazzo dietro la sua nuca per avvicinarlo ancora di più a sé, approfondendo quel bacio che ormai aveva ben poco di casto e che era il preludio a qualcosa di molto più passionale.

Si staccarono di malavoglia l’uno dall’altro per riprendere fiato, senza mai sciogliere del tutto quel contatto. Ryunosuke poteva sentire il suo cuore battere all’impazzata e mentre cercava di recuperare un po’ di lucidità, si ricordò del regalo che era rimasto nella sua borsa per tutto il tempo.

Con un po’ di timidezza, prese il pacchetto e lo porse a Barok.

«So che Natale è domani, ma volevo approfittare dell’occasione per darti adesso il mio regalo. Di sicuro a casa con gli altri sarebbe stato un po’ difficile avere un momento per stare da soli» disse, sorridendo all’idea di festeggiare in compagnia dei suoi amici il giorno dopo.

«E poi sono certo che il signor Holmes finirebbe col mettersi in mezzo per cercare di avere l’attenzione su di sé, o peggio ancora finirebbe col rovinare la sorpresa e a quel punto verrei arrestato per tentato omicidio, perché ha fatto saltare i nervi a tutti!» concluse con una punta di irritazione, ripensando a quante volte il detective inglese lo avesse quasi portato a perdere la pazienza.

«Credo che in quel caso difesa e accusa potrebbero trovare un accordo, sempre se i testimoni dovessero deporre a suo favore… e in questo caso credo che potrebbe succedere, signor Naruhodo» replicò Barok con finto tono professionale, scatenando nel ragazzo una risata di cuore.

Prese in mano il pacchetto, avvolto in una carta rossa scura e con un nastro dorato intorno, e cominciò a scartarlo delicatamente, rivelando una scatolina di legno di ciliegio scuro, con sopra inciso il disegno del sole. Ryunosuke si sente un po’ in ansia al pensiero di quale sarebbe stata la reazione di fronte al suo regalo. Quando lo vide sollevare il coperchio e fermarsi ad ammirare lo splendido orologio che aveva tra le mani, non seppe come interpretare il suo silenzio.

Temeva che non fosse di suo gradimento o magari di averlo offeso, ma ogni pensiero nefasto venne scacciato dalla risposta inaspettata da parte del procuratore inglese.

«A quanto pare il mio presentimento su quegli orologi non era sbagliato» rispose, mentre l’ombra di un sorriso fece capolino sul suo volto.

Ryunosuke era rimasto un attimo confuso da quella frase, finché non vide Barok prendere qualcosa dalla tasca interna della sua giacca e porgergli un pacchetto, simile a quello che aveva dato a lui poco prima. A differenza del suo, questo era avvolto in una carta blu e da un nastro argentato, e mentre l’avvocato cominciava a scartare il regalo, un pensiero gli sovvenne alla mente.

Una volta scartato, si trovò davanti una scatolina di legno di faggio con sopra disegnata una luna.

Ryunosuke era quasi sicuro di cosa potesse contenere quella scatola e quando la aprì, non riuscì a credere ai suoi occhi. Era l’orologio gemello di quello regalato a Barok: l’orologio di Tsukuyomi. Era molto simile all’orologio di Amaterasu ma con alcune differenze: questo era d’argento e sul coperchio era inciso il disegno di una luna crescente all’interno di un cerchio. L’incisione sulla cassa, invece, era identica a quella dell’altro orologio e aprendolo si poteva vedere che il quadrante era di un blu di Francia, con le cifre dei numeri in argento e gli stessi quattro piccoli quadranti al suo interno, incluso quello delle fasi lunari.

In quel momento nella sua mente si affollavano un milione di domande che voleva fargli, ma ce n’era una in particolare che gli premeva di rivolgergli: «Ma come… Quando… Dove lo hai…».

Il suo farneticare venne interrotto dal procuratore inglese, che cominciò a spiegare: «Mentre ero alla ricerca del regalo perfetto per il tuo primo Natale, mi è tornato alla mente il caso del negozio a Portobello Road in cui hai dato supporto al detective Holmes e sono andato a vedere. Lì il signor Nishi mi ha mostrato la coppia di orologi e ho chiesto di tenere l’altro da parte, perché sapevo che la tua ricerca ti avrebbe portato…»

In quel momento sentì due braccia stringersi intorno al collo e si rese conto che era Ryunosuke che lo stava abbracciando, al colmo della gioia per quella giornata che aveva preso una svolta del tutto diversa de quella che aveva immaginato.

«Il signor Nishi… aveva ragione…» disse sull’orlo delle lacrime.

«C-che quegli orologi… e-erano stati fatti apposta per unire due persone… innamorate» continuò e affondò il viso nel collo di Barok, inspirando profondamente l’odore di colonia che usava ogni giorno, mentre il suo abbraccio veniva ricambiato.

Erano quasi alla fine del giro sulla ruota e continuavano a tenersi abbracciati, quando Ryunosuke disse: «Adesso, però, credo che sarà difficile aspettare fino a domani per rivederti e trascorrere il nostro primo Natale insieme.»

Fu allora che il procuratore inglese lo sorprese ancora una volta nel giro di pochi minuti, con una proposta altrettanto inaspettata.

«Non è detto che dobbiamo per forza aspettare domani per rivederci.»

«Come?»

«Si dà il caso che prima di venire qui abbia mandato un telegramma a Iris per avvisarla che questa sera saresti rimasto a dormire da me e che saremmo arrivati insieme domani per il pranzo» disse con tono malizioso e portò due dita sotto il mento del giapponese, mentre vedeva il volto del giovane avvocato assumere tutte le sfumature di rosso possibili.

«M-ma q-quando ha a-avuto il te-tempo di-di organizza…» iniziò a balbettare il povero Ryunosuke, immaginando come avesse orchestrato il tutto per riuscire ad arrivare a quella dichiarazione.

«Ti racconterò tutto con calma, ma ora quello che voglio sapere è se vuoi accettare il mio invito a trascorrere insieme anche la sera della Viglia di Natale.»

Osservandolo, poteva notare un’ombra di preoccupazione sul volto del procuratore, che temeva un rifiuto da parte sua.

Dopo aver preso un respiro profondo, Ryunosuke sollevò lo sguardo e, fissandolo nel suo, con un sorriso dolce sulle labbra rispose: «Sarei felice di trascorre la mia prima sera della Vigilia con te!».

E poi suggellò quella promessa baciandolo un’ultima volta, prima che arrivasse la fine del giro sulla ruota e con essa la realizzazione della promessa di trascorrere quella notte insieme, lontani dal resto del mondo.

  
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