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Autore: pattydcm    02/01/2022    0 recensioni
Fox non si sarebbe mai aspettato che il suo incarico sotto copertura sarebbe stato del tutto messo in secondo piano dall'arrivo di Mirco Neigo nella sua vita. Il giovane, infatti, lo coinvolgerà in un'avventura ai limiti della realtà, portandolo a diventare la guida vivente di un guardiano di anime.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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21 Un’inaspettata richiesta d’aiuto
 
La sala da pranzo della pensione conta qualche ospite in più stamattina. Questi non mancano di scoccargli occhiate sorprese per poi bisbigliare tra loro. Fox ha talmente sonno che spera davvero che a nessuno venga in mente di chiedergli dei fatti di Saint Boser. Che armeggino con i cellulari non gli piace. Sono troppe le foto rubate che i followers della pagina Facebook della loro rubrica stanno postando, come si fosse dato il via ad una gara su chi ne pubblica di più.
Il buffet della pensione per sua fortuna è fornito anche di gallette di riso, quelle che da che ha iniziato questo lavoro sono diventate la sua pietanza principale. Ne prende alcune insieme ad una banana, una mela e una tazza di the e col suo piatto colmo di prelibatezze prende posto ad uno dei tavoli del dehors nella piazza principale. Sgranocchia distrattamente la prima galletta di riso, maledicendo Mirco per averlo coinvolto ieri sera in quell’uscita con i ragazzetti del posto. Sono tornati decisamente troppo tardi per i suoi gusti e adesso si ritrova a sbadigliare e stropicciare gli occhi, infastidito dal dover trascorrere una nuova giornata in compagnia della Sordo.
Rilegge lo scambio di messaggi che ha avuto con Gray Stone il giorno prima riguardo all’idea del suo assistente di sfruttare ‘la dama urlante’ per soddisfare la richiesta del direttore. Si aspettava che il suo capo gli ribadisse di lasciar perdere e che avrebbero proseguito con la linea di indagini legata all’accordo tra Mendez e Carco. Questi, invece, ha valutato positivamente la proposta di Mirco, lasciando, però, a lui la scelta riguardo all’attuarla o meno.
“Tante grazie” sbuffa, sorseggiando il suo the. Si sta scoprendo troppo spesso indispettito dalle decisioni del suo capo. Nei sei anni trascorsi insieme tra lavoro e vita privata si sono sempre ritrovati sulla stessa lunghezza d’onda e quando Gray Stone gli ha portato un’osservazione lui l’ha sempre accettata positivamente. Da quando è arrivato Mirco e la conseguente estromissione dal caso, invece, Fox nota giorno dopo giorno dettagli e modi di fare del suo capo che lo urtano. Sta iniziando a chiedersi se sia lui ad essere più nervoso e teso, come ha fin’ora ipotizzato, o se queste cose ci siano sempre state ma non avesse mai dato loro peso.
Risate sguaiate e battute cariche di doppi sensi distolgono la sua attenzione dalla chat. Provengono da tre ragazzi del posto seduti ad un tavolino dalla parte opposta del dehors. Le loro attenzioni sono rivolte a Perla, la quale sta spazzando il marciapiede. Pare che i tre trovino eccessivo, dato il clima caldo, che la ragazza indossi un copri spalle di lino sul vestitino bianco leggero. Lo scopo dell’indumento è sicuramente quello di togliere alla vista i lividi che si è procurata il giorno prima durante la sua ultima crisi. Purtroppo, però, sembra proprio che stia attirando comunque le scomode attenzioni di questi tre trogloditi.
Persa nel suo mondo, Perla non li degna di uno sguardo, ma Fox nota come il suo modo di spazzare si stia facendo via via più agitato.
Non è così inconsapevole del pericolo, allora” costata.
Uno dei ragazzi decide di alzarsi in piedi ed avvicinarsi a lei. Dapprima le parla cercando di incontrare il suo sguardo, poi, dal momento che lei continua ad ignorarlo, decide di afferrare il bastone della scopa. Perla inizia a tremare visibilmente, ma questo anziché portare il ragazzo a desistere lo fa ridere di gusto.
<< Smettila, non vedi che la stai spaventando? >> gli dice Fox dal suo posto. I tre si voltano appena verso di lui.
<< Voglio solo aiutarla a scopare >> ribatte il simpaticone, facendo ridere i suoi amici. Le altre persone sedute nel dehours si voltano appena a osservare la scena per poi tornare a farsi i fatti propri. Fox richiama ancora una volta il ragazzo, che lo ignora del tutto riuscendo a togliere la scopa dalle mani di Perla. Questa indietreggia fino a toccare il muro con la schiena, tenendo lo sguardo basso ai suoi piedi sempre più spaventata e Fox decide che ha visto abbastanza.
Sta per alzarsi in piedi quando dalla stradina che fa angolo col dehors giunge un urlo furioso. Il simpaticone indietreggia con la scopa ancora tra le mani e i suoi due amici si alzano in piedi, a loro volta spaventati dall’uomo altissimo e massiccio che è appena sbucato sulla strada. Questi afferra il bastone della scopa strappandolo in malo modo dalle mani del ragazzo e ringhia loro lasciare in pace la figlia.
I tre bulli, anziché correre via tra mille scuse, sprezzanti del pericolo danno addosso all’omone accusandolo di aver travisato del tutto la situazione e di stare agendo senza alcun motivo in modo violento contro di loro. Questa deve essere una situazione che si ripete forse addirittura quotidianamente, purtroppo, a giudicare dai borbottii infastiditi degli avventori presenti nel dehors. Tra occhi al cielo e sguardi di sufficienza, ritengono esagerato il comportamento di Paride e assurde le sue parole, dal momento che Perla resta del tutto indifferente dinanzi alle bravate dei ragazzi. Questo potrà anche essere vero ad uno sguardo superficiale e distratto, ma Fox, nota il leggero tremore che sta scuotendo la ragazza, che sgrana gli occhi a intervalli regolari e il suo viso è teso dietro ai capelli che lo nascondono quasi del tutto alla vista.
Può immaginare cosa stiano provando questa povera ragazza e suo padre. Si è trovato lui stesso molte volte a vestire i panni di Paride, quando difendeva Marco dai compagni di scuola che sembravano molto divertiti dal prenderlo in giro dopo che si riprendeva da una crisi. Ha provato lo stesso timore di Perla quando lui stesso si era ritrovato con le spalle al muro, oggetto diretto dei loro atti di bullismo e i pochi presenti non avevano mosso un dito per lui, come stanno facendo le persone sedute al dehors. Per questo si alza in piedi, compiendo la scelta di aiutare questa famiglia ‘particolare’.
<< Smettetela! >> esclama, ponendosi tra i tre ragazzi e Paride, che lo guarda stupito e incredulo. << Vi ho detto più volte di lasciare in pace questa ragazza e non mi avete dato retta e adesso date addosso persino al padre che sta cercando di proteggerla? >>.
<< A coso, levate che è mejo >> lo minaccia il ragazzo che ha dato il via a tutto questo casino.
<< Levate tu, piuttosto. Ma non vi fate schifo da soli a comportarvi a questo modo? >>.
<< Ha parlato quello che s’è ‘nventato n’intervista a un fantasma pe’ fasse pubblicità! >> ribatte il bullo facendo un passo verso di lui. Sebbene sia venti centimetri più basso e con una corporatura piuttosto rilassata si fa forte delle spalle coperte dai suoi compari, che mostrano i pugni nel tentativo di intimidirlo. Fox, però, ne ha viste e vissute decisamente troppe per spaventarsi per così poco. Sa di potersi sbarazzare di tutti e tre loro senza riportare neppure un graffio e forse questa scazzottata da sola basterebbe sia a soddisfare Mendez che ad allarmare la Sordo quanto basta per pagare per il loro silenzio.
<< Cosa sta succedendo qui? >> tuona Cesare, intromettendosi nella diatriba. Quando si accorge della sua presenza tra la famiglia ‘particolare’ e i tre bulli e di come lui e uno di questi siano sul punto di fare a botte, il direttore della pensione cambia quelle che devono essere le sue battute ogni volta che entra in questa assurda sceneggiata. L’assessora, che come il sindaco sta cercando di mostrare una bella immagine della loro città agli inviati della famosa rivista, deve averlo strigliato a dovere la sera prima per le magagne che le sono state riportate proprio sulla sua pensione e per questo ora sta cercando di tenerselo buono prendendo le parti di Paride e Perla.
I tre bulli, infatti, si guardano stupiti l’un l’altro per il rimprovero che gli sta facendo a seguito della risposta che Fox ha dato alla sua domanda. Scocca persino un’occhiataccia ad un vecchietto che tenta di prendere le loro parti e questi indispettito si allontana dal dehors borbottando improperi.
Sistemata la faccenda e mandati via in malo modo i ragazzi, Cesare si scusa per l’accaduto sia con lui che con il suo inserviente che lo guarda incredulo.
<< Immagino non le dispiacerà se li invito ad unirsi a me per la colazione? >> gli chiede Fox.
E’ evidente l’imbarazzo del direttore nel rispondergli affermativamente. Chiama a sé la cameriera del bar dicendole di portare loro qualunque cosa vogliano per poi salutare ossequioso e andarsene tra lo stupore dei presenti.
Lo sguardo di Paride viaggia incredulo da Fox al suo datore di lavoro ormai lontano. E’ possibile che l’essere considerati la famiglia ‘particolare’ di questo paese li porti ad essere isolati e scherniti da tutti quanti. Grande e grosso com’è fa fatica ad accomodarsi nel piccolo spazio tra il tavolino e la sedia e quando anche sua figlia prende posto al suo fianco il dehors si svuota velocemente lasciandoli da soli. Quando la cameriera si avvicina loro col taccuino alla mano pronta a prendere le ordinazioni Paride non sa proprio cosa dire. La ragazza allora gli consiglia due cappuccini e due brioches, salvandolo dall’imbarazzo.
Un silenzio strano cala al loro tavolo. Fox lo ascolta appoggiandosi tranquillo allo schienale della sedia, per nulla infastidito dalle continue occhiate nervose che Paride gli scocca. E’successo qualcosa di nuovo e insolito per quest’uomo e ha bisogno del suo tempo per metabolizzarlo e, se Fox sarà in grado di giocare bene le sue carte, anche per aprirsi.
La cameriera torna con le ordinazioni e l’uomo sembra sollevato dal vedere la figlia prendere tra le mani una delle brioches.
<< Credo di dovette ringrazià >> dice confuso, offrendogli la mano.
<< No, sono io che la ringrazio. Mi ha dato la possibilità di mettere il direttore in difficoltà. Spero, però, che tutto questo non le si ritorca contro >>.
<< Oh, nun preoccupatte. Ce semo abituati a ‘ste cose. Cesare fa a voce grossa, ma è solo perchè lo fa sentì forte pijassela co me. >> gli dice, prendendo con difficoltà la tazza del cappuccino tra le mani enormi e piene di calli.
Ha pensato a lungo a questa famiglia ‘particolare’ e alla soluzione trovata da Mirco, a suo dire capace di tirare fuori Perla dalla sua triste condizione. Questa libertà di scelta che Gray Stone gli ha lasciato lo ha accompagnato durante tutta la nuotata, ieri sera. Vasca dopo vasca l’idea di aiutarli si è fatta sempre più forte e, sebbene gli abbiano fatto salire tutti questi ricordi angosciosi alla mente, deve ringraziare quei tre trogloditi per avergli servito su un piatto d’argento la possibilità di trovarsi qui, ora, a parlare con Paride. Sa di averlo già colpito col suo aver preso le sue difese, cosa che gli ha permesso di ottenere la sua attenzione. Ora non gli basta che attuare una delle strategie migliori per portare l’altro dalla propria parte e per farlo attingerà proprio ai ricordi angosciosi usciti prepotentemente dal cassetto della sua memoria.
<< Posso immaginare quanto sia difficile dover far fronte costantemente a situazioni di questo tipo >> dice e dal modo in cui Paride inarca il sopracciglio si evince quanto non creda assolutamente sia possibile. << Da bambino mi ritrovavo quasi quotidianamente a difendere mio fratello proprio come lei fa con sua figlia e le prendevo spesso da ragazzini molto più gracili di me. E’ stato un calvario che ha accompagnato tutto il periodo delle scuole elementari e medie. La situazione è cambiata alle superiori, ma purtroppo, proprio mentre la nostra vita scolastica sembrava essere migliorata, una crisi epilettica più violenta delle altre ha posto fine alla sua vita proprio all’uscita da scuola. È morto tra le mie braccia a soli quindici anni e una parte di me se n’è andata via con lui. Anch’io da allora preferisco il silenzio alle troppe parole >> dice, volgendo lo sguardo a Perla, che alza appena gli occhi a incontrare i suoi. Li sposta, poi, sul diaspro che ha al collo e resta a guardarlo come ipnotizzata dalla piccola pietra.
<< Ti piace questa? >> le chiede, prendendola tra indice e pollice.
Il diaspro è di nuovo stranamente caldo e Fox si rende conto solo adesso di come questo fenomeno si sia ripresentato in tutte le altre occasioni in cui è accaduto qualcosa di strano.
Ylenia gli aveva detto che una delle caratteristiche principali delle pietre rosse è quella di proteggere degli attacchi occulti, il che, se ha capito bene, significa essere protetti dalla possibilità che un fantasma o qualcosa di simile tenti di impossessarsi di lui.
Eccolo che ancora una volta si ritrova a riaprire il file nel quale ha salvato tutti gli strani fenomeni fin’ora avvenuti, compresa l’ipotesi che ieri gli era balenata per la testa che questa ragazza possa essere davvero posseduta da un demone. Ipotesi che aveva subito scartato, dopo essersi reso conto di come davvero i lividi di Mirco fossero guariti dopo l’assunzione di cortisone.
Ora, però, non può fare a meno di pensare che se quanto gli è stato mostrato dal bambino nel suo sogno dovesse corrispondere a verità e questa ragazza fosse posseduta dallo stesso demone della madra, allora, forse, questa pietra sia calda perché lo sta proteggendo dall’energia malvagia di questo parassita.
<< E’ strano. Di solito nun se interessa de niente >> sta dicendo Paride, richiamandolo dai suoi pensieri.
L’uomo osserva curioso la figlia il cui sguardo è ancora puntato sulla pietra. La rendono parecchio inquietante questi occhi chiari, sgranati e immobili al punto da non sbattere neppure le palpebre.
<< Nun importunà il signore, Perla >> le dice, posando la manona sulla spalla di lei.
<< Oh, non si preoccupi non mi disturba. Penso non abbia mai visto un diaspro rosso. È un oggettino interessante. Un’amica mi ha detto protegga dagli attacchi occulti e dalle energie negative >> dice e la ragazza alza di nuovo gli occhi a incontrare i suoi e dallo stupore che vede nel volto del padre, sembra proprio che questa sia una novità. Quel bulletto, infatti, non faceva altro che dirle di guardarlo in faccia, cosa che lascia pensare non sia solita incontrare lo sguardo di nessuno.
Non è, però, a lui che sta rivolgendo il suo interesse. L’attenzione della ragazza nei suoi confronti, infatti, si è destata quando ha descritto le caratteristiche del diaspro, come volesse confermargli di essere davvero posseduta da un’entità malvagia.
“Io, però, devo convincere tuo padre a farti ipnotizzare e non esorcizzare da Mirco. A meno che lui non sia pratico anche di esorcismi” pensa, ed è il volto imbarazzato di Ylenia quello che gli compare agli occhi della mente. Che possa essere stata questa l’ipotesi ancora più folle che la ragazza non ha avuto il coraggio di illustrargli?
Paride attira l’attenzione della figlia e le chiede di andare ad aiutare la cameriera al bancone. La ragazza ci mette un po’ ad obbedire, ma alla fine si alza e lentamente entra nel bar dell’hotel dove la cameriera la accoglie con un sorriso, dimostrando che non sono tutti pessimi in questo paese.
Rimasti da soli al tavolo i due si ritrovano nuovamente avvolti dal silenzio. Fox attende fiducioso, sforzandosi di tenere a bada i tanti dubbi e le ipotesi che spingono per uscire dal file nuovamente aperto.
<< Sai, io nun ce credo a tutte ste cose de spettri e compagnia. A vorte, però… ecco, me chiedo se per caso… >> dice, visibilmente a disagio.
Il chiacchiericcio nella testa di Fox si blocca, incuriosito da dove quest’uomo stia andando a parare. Non gli mette fretta, ora che si è nuovamente chiuso nel silenzio, consapevole di cosa gli stia passando per la testa e di quanto assurdo possa essere metterlo a parole.
<< Forse li medici se so sbajati. Forse mi fija nun è autistica, ma… >> alza gli occhi a incontrare i suoi e subito li abbassa, imbarazzato, lasciando in sospeso la frase.
<< Ha provato a chiedere un altro parere medico? >> gli domanda e l’uomo si acciglia.
<< Co li medici ho chiuso >> dice, battendo la manona sul tavolo. << Me la sono andata a riprendere da quella comunità perché uno di loro c’aveva le mani troppo lunghe. Ho provato a decunciallo, ma diceva che avrebe lui denunciato a me pe calunnia e che dovevo rassegnamme ad avé ‘na fija matta >> dice e gli occhi gli si accendono di lacrime che prontamente toglie via. << Ma poi a te che te frega? Vuoi solo ‘n'artra storia strana pe fa parlare de te. Lo so come siete fatti, voi giornalisti >> esclama, arrabbiato, senza però dare cenno di volersene andare.
<< Paride, io sono qui per la sagra ed è di quella che mi occupo >> lo rassicura. << La storia dell’intervista… non parlerò neppure di quella sull’articolo. Sono stati altri a metterla in giro. Fosse stato per me l’avrei tenuta nascosta >>.
L’uomo lo guarda sospettoso, ma è chiaro come le sue parole abbiano aperto una breccia nella corazza spessa che si porta addosso. Forse ha solo bisogno di parlare con qualcuno e il fatto che persino sua figlia gli abbia rivolto lo sguardo deve averlo convinto di trovarsi dinanzia ad una persona della quale può fidarsi.  
<< Scusame è che… nun so abbituato a parlà co la gente, figurate ad aver quarcuno che me difenne e m’ascorta >> dice, infatti, passando la mano sul viso. << Io so solo che le ho perse entrambe. A volte vorrei solo che me dicesse quarcosa. Che me guardasse ne li occhi. Era così allegra la mia bambina >>.
Parla della figlia come di qualcuno che non c’è più. In un certo senso è così, ma a Fox fa effetto sentir parlare al passato di una persona che è ancora a tutti gli effetti lì presente con loro.
<< Mi avevano detto che c’era un modo pe falla torna ‘n sè, ma io non mi fidavo più. Mi hanno fregato troppi soldi co la madre, questi dottoroni, promettendome che sarebero riusciti ad aiutalla, mentre, ‘nvece, lei era sempre la stessa >>.
L’uomo si chiude nel silenzio, tormentando con le mani la pelle screpolata su entrambi i gomiti. Fox capisce che è il momento per dare la stoccata finale, quella che gli permetterà di raggiungere l’obiettivo. L’idea di mentire a quest’uomo non gli piace, ma mette a bada la coscienza raccontandosi che è per il bene suo e della figlia che lo sta facendo.
<< Quando mio fratello è morto, uno psicologo mi ha aiutato a superare il trauma tramite delle sedute di ipnosi >>.
<< Ipnosi? Quella cosa da maghi e stregoni? >>.
<< No, quella seria. Gli sono bastate poche sedute per aiutarmi a elaborare il lutto e ad andare avanti. Forse non sarò la più espansiva delle persone ma, come vedi, sono qui >>.
Paride ci pensa su e alza lo sguardo a cercare la figlia, che sta pulendo piano il bancone del bar.
<< Potresti avecce pure raggione, ma io ‘ndo lo trovo uno serio che fa ‘ste cose, qui? >> gli chiede, scuotendo la testa.
Con un tempiscmo perfetto, Mirco esce dall’hotel correndo a perdifiato diretto in piazza. Si ferma di colpo per strada e si volta verso di loro. Fox lo saluta con la mano e lui, stupito, ripercorre i suoi passi.
<< Credevo fossi già incatenato alla Sordo >> dice affannato, volgendo lo sguardo curioso prima a Paride e poi a lui.
<< Prendi una sedia e unisciti a noi. Questa mattina mi farò desiderare >> gli dice, strizzandogli l’occhio. << Mirco, se non ricordo male la tua tesi di laurea in psicologia clinica è stata sull’ipnosi, non è così? >>.
<< Sì. Mi sono laureato con una tesi sull’ipnosi per il recupero dei ricordi traumatici con il professor Perussia >> dice, addentando la brioches che deve aver rubato al buffet prima di scappare fuori. << E’ un argomento che è sempre stato di mio interesse. Ho chiesto al prof già dal primo anno del biennio di specializzazione di poter fare con lui una tesi di questo tipo e ho avuto modo di seguire tanti corsi e seminari, mettendomi in gioco in prima persona come ipnotista. Perché ne stiamo parlando?  >>.  
<< Vuoi dire che tu sai fallo? Sai ipnotizzare? >> gli chiede Paride, guardandolo con sospetto. È presente, però, sul suo viso anche nervosismo che denota una qualche speranza.
<< Sì >> risponde il ragazzo, sicuro di sè.
<< E funziona? >> gli domanda l’uomo, sporgendosi verso di lui.
<< Me lo chiede perché vorrebbe provarlo su sua figlia? >> domanda a sua volta e Fox teme che una domanda così diretta possa portare l’uomo a chiudersi a riccio.
<< Magari nun è autistica. Magari è così perché ha visto morì su madre >> dice, però, questi impacciato.
Mirco volge a lui lo sguardo e Fox annuisce appena, sperando che se la giochi bene.
<< Se vuole possiamo provare, ma non posso garantirle nulla, né voglio darle false speranze. Non le farà male, questo è certo. L’ipnosi non è, però, una magia o qualcosa di miracoloso, come si pensa che sia. Ha bisogno della collaborazione della persona e… beh, non so quanto sua figlia sarebbe disposta a collaborare >>.
<< Nun lo so neppure io >> ammette Paride, scuotendo il capo. << Lui, però, mi ha difeso, mettendosi perfino tra me e quei tre. Voglio darvi fiducia. Se nun po falle alcun male, come hai detto, tanto vale provare, no? Nun lo direte in giro, però, vero? >> chiede allarmato.
<< Come le dicevo, noi siamo qui per la sagra e in qualità di giornalisti. Che il mio collega sia anche psicologo non importa a nessuno. Perché dovremmo parlarne, quindi? >> lo rassicura Fox e Mirco annuisce.
Paride sembra rassicurarsi della cosa e li invita a casa sua questa stessa sera alle undici, dopo che avrà finito il suo turno da inserviente e loro il proprio dovere di inviati.
Perla li sorprende arrivando al tavolo con un piattino in mano sul quale tiene in equilibrio un bicchiere di succo di frutta che piazza davanti a Fox.
<< Credo sia per lui >> dice indicando Mirco.
<< Veramente io non ho ordinato niente >> dice il ragazzo, ma Perla non gli da retta. E’ tornata a rivolgere la sua attenzione al diaspro rosso.
<< Beh, vorà dì che è offerto dalla casa. Andiamo Perlina mia, che li signori c’hanno da lavorà e pure noi >> dice Paride alzandosi in piedi. Posa una manona sulla spalla della figlia trascinandola delicatamente via mentre ricorda loro l’accordo preso. Perla, però, non ne vuole sapere di andarsene. Alza nuovamente gli occhi a incontrare quelli di Fox che questa volta li vede carichi di quella che sembra essere speranza.
<< Ti auguro una buona giornata >> le dice, chinando appena il capo e tanto basta per convincerla a seguire il padre.
<< Dio mio. Mette i brividi quella ragazza! >> esclama non appena sono lontani, allontanando il piattino e il bicchiere da sé.
<< Mi avevi consigliato di non mettermi in mezzo in prima persona. Cosa è cambiato? >> gli chiede Mirco, mandando giù l’ultimo boccone della sua brioches.
<< Ho visto Perla importunata da tre deficienti e Paride bullizzato dal suo capo per averla protetta. Inoltre non sembrano ben visti in paese e ho la malsana abitudine di schierarmi dalla parte degli ultimi. Terremo la cosa per noi, tranquillo. Non ho alcuna intenzione di fare il gioco del nostro direttore. Tu, piuttosto, sei davvero in grado di fare quanto hai detto? >>.
<< Come ho detto a lui non posso garantire nulla, ma che ci lasci provare è già un traguardo >> dice lui afferrando il bicchiere.
Il salviettino che Perla vi ha posto sotto resta appiccicato al fondo del bicchiere e dalle sue pieghe ne esce un bigliettino.
<< E questo cos’è? >> dice Fox attirando l’attenzione del suo assistente.
Lo apre e resta senza parole dinanzi alle tre semplici parole scritte con la calligrafia pulita di una bambina delle elementari: Aiutami, ti prego!
   
 
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