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Autore: Mav_7    03/01/2022    2 recensioni
Brevissima storia di un povero (e sciocco) demone che si danna per il suo angelo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Crowley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Crowley scese dalla Bentley e inspirò a pieni polmoni l’aria salata che proveniva dal mare.
Ripeté l’operazione più volte prima che la testa gli smettesse di girare. 
I pensieri, invece, non ne volevano sapere di fermarsi, correvano a tutta velocità e lui stesso non riusciva più a trovare il filo conduttore. 
Riviveva in un lampo tutte le immagini degli ultimi anni, o meglio secoli, che aveva trascorso insieme ad Aziraphale e in quel groviglio di immagini, suoni, profumi non riusciva più a raccapezzarsi. 
Era dovuto andare via da Londra. Lì ogni strada, vicolo, pub, ristorante e panchina era legata a un ricordo o ad un’avventura vissuta insieme ad Aziraphale. 
In realtà, a pensarci bene, non c’era angolo sulla Terra che non glielo ricordasse. Così come non ci fosse stella o galassia in cui potesse smettere di pensare a lui, al suo unico amato ed eterno amore. 
Aziraphale c’era sempre stato, ancora prima che la Terra nascesse. Era lì in Cielo a contemplare Dio e Crowley non riusciva a perdonarsi di non aver avuto il giusto coraggio per sedersi di fianco a lui al posto che unirsi alle compagnie sbagliate.
Aziraphale c’era il giorno della Cacciata. Se lo ricordava bene in tutta la sua luminosità mentre brandiva la spada di fuoco. Crowley aveva capito in quell’esatto istante in cui i loro sguardi si erano incrociati di aver commesso un errore imperdonabile. 
Ma poi Aziraphale lo aveva perdonato, lo aveva coperto con le sue ali bianche dalla prima pioggia sulle mura dell’Eden, gli aveva scavato dentro e aveva letto in lui con la facilità con cui si legge un libro per bambini. E tutto ciò Crowley non riusciva a capirlo. Come poteva essere che un Angelo potesse perdonarlo? Però Crowley lo sapeva: Aziraphale non era semplicemente un Angelo, era molto di più. Provava tutte le sfumature umane dell’amore e aveva visto in lui la bontà che nemmeno Dio aveva voluto vedere.
Londra era un posto troppo caotico, troppo rumoroso e pieno di gente perché potesse schiarirsi i pensieri. Aveva avuto bisogno di recarsi al Nord della Scozia, di assaporare l’aria salata e fredda, di camminare a piedi scalzi sulla sabbia ghiacciata lasciata dalla marea e che ora si estendeva davanti a perdita d’occhio. 
Prese tra le mani una manciata di sabbia e la lasciò scivolare tra le dita. Immaginò la sensazione di compiere lo stesso gesto con i capelli dorati del suo Angelo. 
Tirò un lungo sospiro. Inspirò ed espirò di nuovo.
Qualche goccia di pioggia iniziò a cadere ma Crowley non ci prestò attenzione.
Perché era venuto lì? Nemmeno Crowley lo sapeva con esattezza. 
Sentiva un vuoto dentro di sé o meglio qualcosa che lo lacerava dall’interno e che nemmeno lui riusciva a spiegarsi. L’unica certezza in quel turbinio di pensieri era l’amore sconfinato che provava per Aziraphale. Un amore così profondo che non aveva mai provato nemmeno verso Dio. 
Sorrise amaramente pensando a ciò.
Maledici te stesso, Crowley, per trovarti in questa situazione. 
Forse sarebbe stato tutto più semplice se fosse rimasto un angelo. 
Forse avrebbe potuto amare Aziraphale alla luce del sole. Senza paura di farlo cadere. Senza paura di trascinarlo nelle fiamme insieme a lui. 
Era così complicato; così difficile da accettare. 
Non era solo per schiarirsi le idee che era scappato da Londra. Doveva allontanarsi da Aziraphale perché almeno lui potesse salvarsi. 
Sapeva che l’Angelo sarebbe stato disposto perfino a cadere per lui. Lo sapeva da tempo ormai, ma non poteva permetterlo. Era per questo che non si era voltato quando se ne era andato dalla chiesa distrutta dalla bomba nel 1941, anche se non aveva potuto far a meno di sentire lo sguardo commosso dell’Angelo su di sé; era per questo aveva rimandato diversi inviti a pranzo, ma ogni volta, ogni fottuta volta, aveva sentito la necessità di dover tornare a casa e quel luogo era sempre stato Aziraphale. 
Ora sorrideva scioccamente pensando quanto era stato egoista, anzi, a quanto erano stati egoisti entrambi a voler salvare la Terra per poter rimanere insieme. 
E quanto si era sentito solo quando l’Angelo si era discorporato poiché temeva di averlo perduto per sempre.
Maledetto me e maledetto te, Aziraphale.
Maledetti i tuoi occhi profondi come questo mare che mi invita a sprofondare in lui.
Maledetti i tuoi capelli biondi come il grano prima di essere raccolto.
Maledette le tue labbra rosse che mi invitano a morderle come fragole.
Ma benedetti noi che proviamo questo amore puro.
Crowley si risvegliò dai suoi pensieri sentendo il cellulare vibrare nella sua tasca.
“Pronto?” rispose senza nemmeno guardare chi lo stesse disturbando
“Caro, dove sei finito? Ti aspettavo mezz’ora fa per il thè! Lo sai che il thè verde non può stare in infusione per più di tre minuti e per colpa tua ora è da rifare!” 
Sorrise a sentire la voce di Aziraphale che lo rimproverava dall’altro capo del telefono per l’essere in ritardo.
Amore mio non posso tornare da te. 
Non devo tornare da te.
“Crowley! Possibile che tu sia sempre in ritardo!”
Come posso trovare le parole per dirti che non ci può essere un futuro per noi.
“Crowley ci sei? Senti lascia stare il thè, lo rifaccio. Però tu torna a casa” lo supplicò.
Il demone sentì una lacrima scorrergli lungo la guancia e una fitta trapassargli lo sterno.
Torna a casa.
Non posso, amore mio.
Ti prego non ripeterlo.
“Preferisci del vino? Devo avere ancora qualche bottiglia di un rosso di ottima annata. Inizio a farlo respirare così per quando arrivi sarà perfetto”.
Crowley si coprì la bocca per evitare che l’Angelo sentisse i singhiozzi che prepotentemente spingevano per uscire dalle sue labbra.
“Caro…stai piangendo?” il suo tono di voce faceva risaltare tutta la preoccupazione. “Dove sei?”
“Angelo…”
“Crowley!”
“Non posso tornare…” non riuscì a terminare la frase a causa del noto in gola che pungeva come spine.
“Crowley si può sapere per Dio…per Satana…insomma per qualcuno, che accidenti vai blaterando?!” 
“Angelo io…io non posso…ti dannerei, lo sai anche tu” finì la frase con un sussurro.
“Dove sei? Ti prego dimmelo che vengo da te con uno schiocco di dita” 
“No, non posso…”
“Crowley lo sai che smuoverei il Cielo, la Terra e gli Inferi per trovarti ma direi che sarebbe più semplice se tu me lo dicessi”.
“Isola di Sky, Scozia” lo disse tra i denti, maledicendosi per non aver saputo resistere.
Non fece in tempo a realizzare che un secondo dopo, in una nuvoletta rosa e profumata di panna, comparve Aziraphale.
“Oh Crowley, tesoro…”
“Non dovevo dirtelo. Non dovevi venire, lo sai che ci saranno delle conseguenze per te”.
“Ho smesso di preoccuparmi delle conseguenze, caro” disse posandogli un leggero bacio sulla fronte e passandogli una coperta calda sulle spalle.
“Thè caro?”
 


Ciao a tutti!! E' davvero tanto che non scrivo nulla su questi due piccioncini e ovviamente non potevo tornare a scrivere  qualcosa senza torturare il nostro demone preferito. 
Spero che vi sia piaciuta. 
Baci, baci
   
 
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