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Autore: lunatica91    04/01/2022    3 recensioni
[Encanto ]
Mirabel voleva giocare. È normale quando hai quattro anni. Quel giorno però, erano tutti impegnati.
Uno spaccato di vita della famiglia Madrigal prima degli eventi del film.
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! La storia è scritta dal punto di vista di Mirabel, quindi le frasi saranno brevi e sintetiche, come il pensiero di una bambina di quattro anni che non capisce bene tutto quello che le capita attorno.

 

Buona lettura!

 

 

 

Mirabel voleva giocare. È normale quando hai quattro anni. Quel giorno però, erano tutti impegnati.

-Mi spiace Mirabel, ma io e Camilo dobbiamo uscire a fare compere.- le aveva detto Tìa Pepa prima di uscire velocemente dalla casita, seguita dalla solita nuvola scura.

-No Mirabel, io e Isabela non possiamo giocare oggi, abbiamo da fare con tutto il trambusto che c'è stato...- le aveva spiegato Luisa con voce preoccupata.

-Che cos'è un trambusto?- aveva chiesto curiosamente, ma la sua sorellona le aveva sorriso dicendole di non preoccuparsi e di chiedere a Dolores se voleva giocare.

-No Mirabel, Dolores mi aiuta in cucina oggi, perché Papa e Tìo Felix sono usciti.-

Mirabel sospirò triste, ma capiva.

-Ti aiuta a tagliare le cipolle, vero Mama?-

-Le cipolle?-

-Sì, le cipolle ti fanno piangere e ti fanno gli occhi tristi.- le disse indicandola.

Mama sorrise e le diede un bacio.

-Hai ragione, cosalinda, ho tagliato troppe cipolle. Ora vai, sennò verranno gli occhi tristi anche a te.-

-Sì, mama.-

La porta di Abuela era chiusa, ma bussò, come le avevano insegnato.

-Abuela, vuoi giocare con me?-

-Scusa Mirabel ma la tua Abuela è molto stanca oggi...-

Mirabel non insistette perché la voce che aveva sentito dietro la porta era davvero molto stanca.

Saltellò fino alla porta di Tìo Bruno e bussò.

-Tìo Bruno? Vuoi giocare con me?-

Nessuna risposta.

Le avevano insegnato che se nessuno rispondeva, non si poteva entrare nelle stanza degli altri. Ma Mirabel si era stufata, voleva trovare qualcuno con cui giocare. E poi la stanza di Tìo Bruno era così grande! Magari non riusciva a sentire. Così entrò.

Lo zio era seduto davanti alla sua scrivania, la testa appoggiata sulle braccia. Forse stava riposando anche lui?

-Tìo Bruno? Vuoi giocare con me?-

L'uomo alzò il volto dalla scrivania e Mirabel fu tanto contenta che almeno lui non stesse riposando. Gli andò incontro abbracciandolo.

-Allora, che gioco facciamo?-

-Scusa Mirabel, ma non me la sento di giocare in questo momento...-

-Neanche tu? Perché oggi nessuno vuole giocare con me?- chiese Mirabel imbronciata. Si sentì sollevare e si ritrovò sulle gambe dello zio.

-Oggi siamo tutti un po' stanchi, è stata una giornata un po' difficile...-

-Perché?- chiese Mirabel guardandolo. Si accorse che anche lui aveva gli occhi tristi come quelli della mamma.

-Vedi, oggi... oggi ci sono state un po' di discussioni.-

-Cos'è una discussione?-

-È come quando litighi con qualcuno. Ti arrabbi e poi... dici delle cose che non vorresti dire...-

-E chi ha discutato?-

Lo Tìo Bruno ridacchiò. -Discusso. Io e Abuela abbiamo... discusso.-

-Perché?-

Tìo Bruno sembrò pensarci.

-Perché... perché ogni tanto succede. Ogni tanto... si dicono delle cose brutte e si rimane male. E poi si è tristi e non si vuole giocare.-

La fece scendere dalle ginocchia ma Mirabel non se ne andò. La soluzione al problema era tanto semplice.

-Perché non le chiedi scusa?-

Tìo Bruno le sorrise.

-Sarebbe bello, ma non si può risolvere tutto con le scuse...-

-Mama dice di sì.- E la sua mamma ha sempre ragione. Gli prese la mano e provò a farlo uscire dalla stanza.

-Mirabel, so che vuoi aiutare, ma è troppo presto per scusarsi. A volte bisogna aspettare un po'.-

-Va bene, allora aspetto con te.- disse imperterrita. Voleva giocare e non si sarebbe spostata di lì fino a che non avesse giocato un po'! Si mise subito all'opera facendo tanti mucchietti di sabbia.

Tìo Bruno la seguì quasi subito, finendo per farsi trascinare dalla felicità della bambina. Mirabel si divertì un mondo a vedere tutti i personaggi che lo zio sapeva fare. Era troppo divertente!

-Penso sia quasi ora di cena, Mirabel.- disse a un tratto Tìo Bruno porgendole la mano -Dobbiamo darci una ripulita, non vorrai mangiare anche la sabbia!-

Mirabel sbuffò un po', ma comunque prese la mano dello zio senza fare storie; infondo aveva trovato qualcuno con cui giocare per tutto il pomeriggio, quindi andava bene così.

Appena usciti dalla stanza e girato l'angolo, trovarono Abuela. Sentì la mano dello zio stringere un po'. Abuela li guardava. Era arrabbiata?

-Tìo Bruno?- sussurrò Mirabel con la manina davanti alla faccia -Ora farete la pace?-

Mirabel sentì la mano dello zio lasciarla e lo vide avvicinarsi alla nonna.

-Mama io... ecco, mi dispiace... non volevo dire... scusa, ero arrabbiato, e...-

Abuela sorrise e abbracciò Tìo Bruno.

-Non fa niente, Brunito. Spiace anche a me.-

Mirabel li vide sorridere e sorrise anche lei.

-Te l'avevo detto che dovevi chiedere scusa.-

-Hai ragione, Mirabel. Grazie per avermelo spiegato.- rispose lo zio con affetto e tutti e tre scesero le scale per la cena, il cuore più leggero almeno per quella sera.

 

   
 
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