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Autore: heliodor    04/01/2022    0 recensioni
Nata con grandi poteri magici, Bryce è stata addestrata fin da bambina per diventare la strega suprema, la più forte della sua generazione. Lo scopo della sua stessa esistenza è guidare l’esercito dell’Alleanza nella guerra contro l’Orda.
Quando Malag il rinnegato esce allo scoperto e attacca Valonde, la vittoria sembra allontanarsi sempre di più e molti iniziano a dubitare delle sue capacità.
Per diventare la guida che tutti si aspettano che sia e vincere la guerra, Bryce dovrà rinunciare all’amore, all’amicizia e a tutto ciò che la vita potrebbe offrirle se smettesse di combattere.
Ma sarà davvero in grado di compiere un sacrificio così grande?
Da oggi con il 100% di Mappa in più!
La trovate in cima al primo capitolo.
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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Morte gloriosa

 
Il soldato diceva di chiamarsi Yob e respirava a fatica.
Strib, il guaritore di Arzit che lo aveva esaminato, si staccò da lui e venne verso di loro.
Nella sala, posta in uno dei livelli interrati del palazzo dei principi di Arzit, erano presenti in dodici.
Bryce era una di essi.
Elvana se ne stava in silenzio in un angolo a osservarli, mentre Vyncent e Jakos parlottavano tra di loro. Jehla Metz invece si era avvicinata al gruppo degli arziti che comprendeva, oltre a Raz Ofra e la figlia Coralena, altri quattro consiglieri cittadini.
Il soldato indossava le insegne di Arzit ed era stato fatto sedere su di una sedia imbottita. Aveva un taglio profondo alla spalla destra e una gamba spezzata. Il cavallo con cui era giunto era stramazzato dopo che era riuscito a smontare.
I soldati di guardia lo avevano riconosciuto e soccorso, trasportandolo dentro una delle caserme. Lì Yob aveva detto di dover parlare con un comandante di alto rango per riferirgli che cosa aveva visto mentre era in esplorazione.
“Eravamo in dodici” disse respirando a fatica. “Quando siamo partiti. Il comandante Stelakk aveva ricevuto l’ordine di esplorare le colline a settentrione.”
Coralena annuì grave. “Stelakk aveva ricevuto quell’ordine, posso confermarlo.”
“Noi non ne sapevamo niente” disse uno dei consiglieri, un anziano dalla capigliatura rada che non si era presentato.
“Kefarin e io concordammo di tenere segreta la missione. Temevamo che vi fossero delle spie in città e volevamo evitare che gli esploratori subissero un agguato sulla via.”
Raz Ofra si schiarì la gola. “Dove sono Stelakk e il resto del gruppo?” chiese a Yob.
Il soldato scosse la testa. “Morti. Tutti quanti.”
Nella sala si alzò un leggero mormorio.
“Come?” domandò Coralena.
“Ci siamo spinti fino a settentrione come ordinato, superando le colline e discendendo verso la Spaccatura.”
Bryce si accigliò.
“È una fenditura nel terreno larga quasi mezzo miglio, profonda due e lunga cento” spiegò Raz Ofra. “Segna il confine tra questa regione e quella di Torelk.”
Bryce annuì.
“Superammo le colline e ci inoltrammo nella regione. Stelakk voleva raggiungere Città dell’Orlo per raccogliere informazioni e poi tornare indietro.”
“E l’avete raggiunta?”
Yob annuì.
“Che cosa avete scoperto parlando con gli abitanti?”
“Niente. Non ci siamo potuti avvicinare. La città è in mano ai rinnegati.”
Yob tossì. “Avevamo quasi raggiunto un villaggio vicino alle colline, quando venimmo sorpresi dai rinnegati.”
Ci fu un altro mormorio.
“Si sono spinti così lontano?”
“Come hanno fatto?”
“Da dove saranno passati?”
Raz Ofra fece un gesto vago con la mano. “Le domande a dopo. Lasciamo finire il racconto a Yob.”
“Restammo due giorni nelle vicinanze della città” proseguì il soldato. “Stelakk non voleva rischiare di farsi scoprire, così non tentammo di entrare in città.”
“È ben sorvegliata?” chiese Raz Ofra.
Yob annuì con vigore. “Almeno tremila soldati e cinquanta mantelli.”
“Cosa ci facevano lì?” chiese uno dei consiglieri.
“È chiaro” disse Raz Ofra. “È una testa di ponte.”
L’uomo si accigliò.
“La spaccatura è lunga, ci vogliono decine di giorni per aggirarla. Città dell’Orlo ha un ponte che collega le due sponde del baratro, l’unico per decine e decine di miglia. Devono aver occupato la città per assicurare un passaggio sicuro.”
“A chi?” chiese Bryce.
“A un’armata più grande” rispose lo stregone. “Continua. Che cosa avete scoperto dopo?”
Yob annuì. “Poco. Senza poterci avvicinare alla città potevamo solo osservare. Stelakk decise che avevamo raccolto abbastanza informazioni e ci dirigemmo verso le colline. Eravamo diretti a un villaggio per far riposare i cavalli e rifornirci, quando venimmo sorpresi da una pattuglia di rinnegati.”
“Che cosa è accaduto quando siete stati attaccati?”
“Stelakk ordinò a me e Gesthor di fuggire e tornare ad Arzit per dare l’allarme.”
“Sei giunto qui da solo.”
Yob scosse la testa. “Quei maledetti ci hanno inseguiti per tre giorni e tre notti. I cavalli stavano per cedere, così Ges ha suggerito che uno di noi si sarebbe dovuto sacrificare per rallentarli.” Deglutì. “Tirammo a sorte e io vinsi.” Scosse la testa affranto. “Sarei dovuto restare io indietro. Ges era migliore di me.”
Raz Ofra gli mise una mano sulla spalla. “Non incolparti per il suo sacrificio.” Si rivolse ai consiglieri. “Dobbiamo indire una riunione.”
Gli altri consiglieri annuirono e lasciarono la sala parlando tra di loro.
Raz Ofra prese da parte Bryce. “Se quel soldato ha detto il vero, i rinnegati hanno una grande armata a settentrione che aspetta di superare la spaccatura.”
“Sono lontani dalla tua città. Dovreste essere al sicuro.”
“Non è della mia città che mi preoccupo.” Raz Ofra rivolse un’occhiata a Jehla Metz. “La tua amica può spiegarti meglio di me che cosa potrebbe accadere.”
Jehla si avvicinò.
“Spiegate anche a me” disse Bryce.
La strega si schiarì la gola. “È chiaro che i rinnegati non puntano verso Arzit. Se sono andati a settentrione per superare la Spaccatura, vuol dire che sono diretti poco lontano da lì.”
Bryce si accigliò. “Quella regione è vuota, tranne che per l’armata di Erix.”
Jehla annuì con vigore. “Che in questo momento si sta dirigendo verso quella di Northon per condurre una battaglia congiunta.”
“L’orda dei rinnegati si ritroverà alle loro spalle.”
“Giusto” disse Jehla. “Erix dovrà fermarsi e combattere se non vuole essere colta di sorpresa.”
“Sarà una battaglia difficile. Le due armate si equivalgono per forza.”
“Erix comanda il meglio dell’alleanza” disse Bryce sicura. “Può tenere testa facilmente a un’armata molto più grande della sua, se composta da rinnegati.” Anche se lo stava dicendo, non ne era del tutto certa dopo aver visto come era organizzata l’orda dei rinnegati.
Raz Ofra annuì grave. “Ne sono certo anche io, ma Erix dovrà fare una scelta. O protegge la retroguardia e abbandona al suo destino l’armata di Northon, o sacrifica la retroguardia e marcia verso settentrione per soccorrere i suoi alleati. Secondo te che cosa farà? Te lo chiedo perché tu sei una sua allieva.”
Bryce non aveva una risposta. “Vorrei essere presente a quella riunione.”
“Ti serve un invito, principessa?” le chiese Raz Ofra ironico. “Tu sei l’eroina che ha salvato Arzit quando pensavamo che l’avremmo perduta per sempre.”
 
Come aveva annunciato, Raz Ofra convocò la riunione in una sala interna del palazzo dei principi. Il suo studio era troppo piccolo per accogliere le trenta persone che si radunarono attorno a lui, i visi illuminati dalle lampade a olio che ardevano lungo le pareti.
Bryce non conosceva i consiglieri presenti né i comandanti, ma contò undici mantelli compresi quelli di Raz Ofra e sua figlia Coralena.
Fu il principe di Arzit a prendere la parola per primo. “Tutti voi sapete già che cosa sta accadendo a Città dell’Orlo.” Attese qualche istante. “L’orda ha occupato la città per un solo motivo. Usare il ponte che collega le due sponde della Spaccatura.” Fece un cenno a una donna dalla figura minuta che sembrava nascosta in un angolo. Indossava una tunica rossa legata in vita da una fascia bianca. Sulle spalle indossava un mantello arancione senza fregi. “Yera?”
La donna fece un passo avanti.
“Tutti voi conoscete Yera Gross, una delle nostre migliori esploratrici.”
Gli occhi dei presenti putarono verso la donna.
Yera stringeva tra le braccia dei rotoli di pergamena.
“Yera vi parlerà di Città dell’Orlo e del suo ponte.”
Yera annuì senza staccare gli occhi da Raz Ofra. “Eccellenti consiglieri, stimati comandanti” esordì con voce appena udibile. “Città dell’Orlo è divisa in due dalla Spaccatura. L’unico modo per attraversarla è usare un ponte di pietra costruito sette secoli fa. Sono stata tre volte a Città dell’Orlo e ho avuto modo di esplorarla a fondo. È piccola, difesa da mura non più alte di quindici o venti braccia.”
Uno dei consiglieri, una donna di mezza età, fece un passo avanti. “Anche io sono stata a Città dell’Orlo e penso che a nessuno dei presenti importi davvero quanto sono alte le sue mura o di quante torri dispone. Quello che vogliamo davvero sapere è che cosa vogliono farne i rinnegati della città.”
“Se la useranno come base per attaccarci dovremo preparare le nostre difese” disse uno degli stregoni.
“Giusto” disse una strega al suo fianco annuendo.
“Noi pensiamo che non accadrà” disse Raz Ofra riprendendo la parola.
“Voi lo pensate?” fece la consigliera di prima. “Tu e chi se possiamo saperlo?”
“Io e il mio consiglio ristretto” rispose Raz Ofra. “Che tu conosci bene, Arfa Inovin.”
La consigliera fece una smorfia. “Conoscevo il consiglio di Kefarin, prima che decadesse. Di quello nuovo devo ancora apprendere i nomi. E mi sembra composto da troppi stranieri.”
Due consiglieri annuirono con vigore.
Raz Ofra guardò Jehla Metz.
La strega fece un passo avanti e si schiarì la gola. “Il principe Ofra ha ragione. I rinnegati non vogliono usare Città dell’Orlo per attaccare Arzit. Non avrebbe senso. Potrebbero avanzare da meridione e cingerci d’assedio usando la via commerciale più comoda invece di percorrerne una così angusta. È chiaro che hanno voluto evitare Arzit per puntare a un obiettivo più a settentrione.”
“Perché ci temono” disse lo stregone di prima.
Jehla Metz gli rivolse una rapida occhiata. “Il loro vero obiettivo è l’armata di Erix. Devono aver scoperto che si stava dirigendo a settentrione per unirsi a quella di Northon e affrontare l’orda che si trova vicino a Tel Mim.”
Nella sala si levò un brusio sommesso.
Lo stregone che aveva parlato per primo prese di nuovo la parola. “Confermo la mia proposta. Rafforziamo le difese come se i rinnegati stessero per attaccarci.”
Metà delle teste dei presenti annuirono.
Bryce lanciò un’occhiata a Raz Ofra che fissava la consigliera Inovin.
“Non si sta mettendo bene” disse Elvana al suo fianco. Fino a quel momento era rimasta in silenzio.
“Per niente” disse Bryce.
“Principe Ofra” disse la Inovin. “Che cosa hai intenzione di fare? Aspettiamo tutti una tua decisione.”
“Invieremo un gruppo di messaggeri per avvertire Erix di quello che sta accadendo” disse Raz Ofra. “Così non arriverà impreparata allo scontro.”
Stavolta annuirono quasi tutti, compresa la consigliera Inovin.
“È una scelta saggia” disse la donna facendo un passo indietro.
Bryce ne approfittò per avanzare. “Chiedo la parola” disse ad alta voce.
Coralena e Inovin la fissarono accigliate.
“Concessa” disse Raz Ofra.
“È un errore” disse Bryce senza cercare le parole giuste.
Nella sala si levò un mormorio sommesso di disapprovazione.
“È un errore avvertire Erix?” le chiese Coralena. “Non vuoi che si possa difendere dall’attacco?”
“Voglio che non abbia bisogno di farlo” rispose Bryce. “La battaglia che si combatterà a settentrione è troppo importante. Vincendola, ricacceremo l’orda nei suoi territori e salveremo Northon.”
“E Valonde” disse Coralena.
Bryce annuì. “Ovvio. La salvezza di ogni singola parte dell’alleanza è lo scopo della sua esistenza.”
“Allora non capisco perché pensi che sia un errore avvertire Erix.”
Bryce respirò a fondo. “Perché è quello che vogliono i rinnegati. Attaccando la retroguardia di Erix la costringeranno a ripiegare per difendersi, privando Northon del supporto nella battaglia che si combatterà a settentrione. L’armata di Erix non può essere in due luoghi nello stesso momento.”
“È vero” disse Jehla Metz. “E se anche Erix riuscisse a prevalere, cosa che tutti ci auguriamo, subirà molte perdite, la sua armata arriverà stanca alla battaglia più importante. Se ci arriverà.”
“L’armata di Erix non deve essere distolta dalla sua missione” disse Bryce con veemenza. “Che è quella di respingere l’orda a settentrione.”
“Che cosa suggerisci allora?” le chiese Coralena con tono supponente.
“Impediamo ai rinnegati di attraversare la Spaccatura” disse Bryce.
“Hanno già preso Città dell’Orlo.”
“Vuol dire che la riconquisteremo.”
“Come? Con quali forze? Erix ha lasciato solo poche centinaia di soldati e qualche decina di mantelli in città.” Coralena scosse la testa. “I rinnegati sono a migliaia dietro quelle mura e ne stanno per arrivare molti di più.”
“Abbiamo abbastanza forze in questa città per riconquistare Città dell’Orlo” disse Bryce. “Arzit ha ventimila soldati e duecento mantelli pronti a marciare.”
Dalla sala si levò un mormorio.
“No” disse un consigliere agitando il pugno verso l’alto. “Servono per difendere la città.”
“Lasceremo qui un contingente” disse Bryce.
“Non basterà a respingere i rinnegati quando si presenteranno a migliaia davanti alle mura” disse Inovin.
“Neanche quei ventimila vi potrebbero salvare” disse Bryce. “Ma riconquistando Città dell’Orlo, Erix e i Northon avranno una possibilità di respingere l’orda.”
“Follia” disse Coralena. “Ci stai proponendo di morire inutilmente per un alleato che non ci rispetta in una guerra che non abbiamo cominciato noi.”
Bryce annuì. “Proprio così.”
Coralena ghignò. “Sei pazza. O stupida. Non sacrificheremo le nostre migliori forze per voi e la vostra maledetta alleanza. Non le abbiamo create per questo, ma per affrontarvi in battaglia e dimostrare che non siamo inferiori a voi.”
Nemmeno io sono nata per questo, pensò Bryce. Speravo di morire in un duello glorioso contro Malag per mettere fine alla sua ribellione, non nell’assalto di una piccola città sperduta che a malapena compare sulle mappe.
“Vi siete addestrati per distruggerci” disse Bryce. “Ma l’orda farà questo lavoro per voi. E lo farà molto meglio, se vuoi il mio parere.”
Coralena fece per dire qualcosa ma serrò le labbra.
“E quando Valonde sarà un cumulo di macerie e voi non avrete più il vostro nemico giurato da odiare” proseguì Bryce. “Con le armate dell’orda davanti alle mura, vi chiederete se non sarebbe stato meglio continuare a odiare noi piuttosto che vivere sottomessi ai rinnegati.”
“Ci stai promettendo la distruzione?”
Bryce annuì. “La distruzione è possibile. Oppure una morte gloriosa.”

 
  
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